ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16510

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 646 del 07/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: SBAI SOUAD
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 07/06/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 07/06/2012
Stato iter:
01/08/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 01/08/2012
DE MISTURA STAFFAN SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 01/08/2012

CONCLUSO IL 01/08/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16510
presentata da
SOUAD SBAI
giovedì 7 giugno 2012, seduta n.646

SBAI. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:

dopo la Primavera Araba c'è stato un inasprirsi dell'estremismo religioso di matrice islamica;

due giorni fa è stato diffuso un video http://youtu.be/sxGWlOQZyEs in cui un giovane tunisino viene decapitato con un coltello perché convertito, prima dell'arrivo del nuovo Governo estremista, al cristianesimo;

l'apostasia è oggi in Tunisia causa di condanna a morte tramite sgozzamento, ad opera dei nuovi gruppi estremisti di matrice salafita;

in Tunisia è venuto meno ogni rispetto dei diritti umani -:

se intenda il Governo, rivedere i suoi rapporti con la Tunisia in virtù del suo mancato rispetto dei diritti umani;

se intenda il Governo, chiarire in sede internazionale che non intende avere rapporti con chi massacra e annulla le minoranze o la libertà civile e religiosa.
(4-16510)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata mercoledì 1 agosto 2012
nell'allegato B della seduta n. 675
All'Interrogazione 4-16510 presentata da
SOUAD SBAI

Risposta. - L'azione del Governo transitorio tunisino, guidato dal Primo ministro Jebali, esponente di spicco dei movimento islamico moderato Ennadha affermatosi alle elezioni per l'Assemblea costituente del 23 ottobre 2011, è stata fino ad ora caratterizzata da senso di responsabilità e moderazione e dalla volontà di proporre un modello di islamismo moderato capace di adattarsi alla realtà sociale tunisina, evitando ogni deriva estremista.
Tale orientamento si è espresso in un Governo di coalizione e in una distribuzione dei vertici istituzionali che coinvolge importanti componenti politiche di ispirazione secolarista: il Presidente della Repubblica, Marzouki e il Presidente dell'Assemblea costituente, Ben Jafaar, appartengono rispettivamente ai movimenti riformisti CPR ed Ettakatol.
Nei mesi scorsi il movimento Ennadha ha dato prova di tale orientamento convenendo sull'opportunità, a tutela della laicità dello Stato, di non inserire alcun riferimento alla Shari'a nel progetto di Costituzione che l'Assemblea costituente eletta l'ottobre 2012 è chiamata a redigere, pur riconoscendo l'Islam come religione di Stato.
Nei giorni scorsi il Presidente della Repubblica Marzouki, il Presidente dell'Assemblea nazionale costituente Jaafar e il Primo ministro Jebali hanno condannato i recenti episodi di violenza ad opera di gruppi salafiti collegati all'estremismo islamico e di esponenti della criminalità comune, invocando in un comunicato congiunto il sostegno di tutti i partiti politici, organizzazioni della società civile e sindacati a tutela della stabilità del Paese, dell'unità nazionale e della libertà.
Quanto, all'episodio citato nell'interrogazione in esame e ripreso in un video diffuso su internet esso è stato immediatamente condannato dal Ministero degli esteri che in un comunicato stampa dell'8 giugno 2012 ha escluso qualunque possibilità che un tale atto di violenza abbia potuto aver luogo in un Paese, quale la Tunisia, fondato sui valori della tolleranza e del rispetto reciproco.
L'atteggiamento sin qui mostrato dalle autorità tunisine sollecita una linea di fiducia sugli sviluppi della transizione democratica, come è stato possibile constatare in occasione dei numerosi incontri bilaterali ad alto livello dei mesi scorsi: visita del Ministro Terzi a Tunisi il 6 gennaio 2012; partecipazione del Ministro degli esteri tunisino Abdessalem alla ministeriale esteri del 5+5 di Roma del 20 febbraio 2012; incontro a Roma fra il Primo ministro tunisino, Jebali, il Presidente della Repubblica Napolitano e il Presidente del Consiglio Monti il 15 marzo 2012; visita del Presidente Napolitano a Tunisi - accompagnato dal Ministro Terzi - il 16-17 maggio 2012. In tali occasioni è emerso un forte richiamo ai valori comuni di democrazia e libertà che uniscono l'Italia e la Tunisia e le due sponde del Mediterraneo.
Proprio sulla base di tali valori comuni e nell'ottica del rafforzamento della collaborazione italo-tunisina, sia dal punto di vista bilaterale che in tutti gli ambiti internazionali e regionali, in occasione della recente visita del Presidente della Repubblica a Tunisi (16-17 maggio) il Ministro Terzi ha firmato con il Ministro degli esteri tunisino, Abdessalem, una dichiarazione congiunta istitutiva del partenariato strategico rafforzato, che permetterà di affrontare più efficacemente i principali temi di interesse comune e di contribuire in maniera sostanziale agli sviluppi del processo di transizione democratica in atto nel Paese.
Il senso di responsabilità e l'equilibrio dimostrati finora dalle autorità tunisine hanno permesso anche di rilanciare il dialogo e la cooperazione euromediterranea su basi rinnovate, rappresentate non più solo dai comuni interessi della sicurezza e del co-sviluppo ma anche dai condivisi valori della democrazia, della libertà e del rispetto dei diritti umani, come ribadito in occasione della ministeriale esteri del dialogo 5+5 del 20 febbraio 2012 copresieduta dal Ministro Terzi e dal Ministro degli esteri tunisino Abdessalem.
Tali valutazioni sono condivise anche a livello comunitario, come sottolineato nelle conclusioni del CAE del 14 novembre 2011, in cui si mette in evidenza come la transizione nel Paese rappresenti un modello di «success Country» cui gli altri Paesi della regione dovrebbero ispirarsi nel loro cammino verso la democrazia.
L'apprezzamento delle istituzioni comunitarie è stato anche espresso il 2 febbraio 2012 dall'Alto rappresentante Ashton e dal rappresentante speciale Unione europea per il Mediterraneo meridionale Leon nel corso dell'incontro a Bruxelles con il Primo ministro tunisino Jebali, occasione nella quale è stata sottoscritta una dichiarazione congiunta per il rafforzamento delle relazioni Unione europea-Tunisia sulla base dei valori condivisi di democrazia, rispetto dei diritti umani e tolleranza.
Massima è l'attenzione riservata al negoziato per la creazione di un «partenariato rinnovato» tra Tunisi e l'Unione europea, quale strumento per l'ulteriore rafforzamento dei già solidi legami tra Tunisi e l'Europa.
L'Unione è altresì impegnata nella conclusione con Tunisi di un partenariato di mobilità e sicurezza, volto a dare risposte concrete alle sfide più complesse, come quella di una gestione condivisa del fenomeno migratorio, attraverso politiche che assicurino un'adeguata rilevanza alle aspettative dei giovani provenienti dai Paesi della sponda sud in termini di formazione, di opportunità occupazionali, di mobilità per motivi di studio e di lavoro.
Riguardo ai diritti umani, si segnala che nel corso del 2011, dopo la «Rivoluzione dei Gelsomini», la Tunisia ha aderito a numerose convenzioni internazionali in materia, fra cui: lo Statuto di Roma della Corte penale internazionale, la Convenzione sulle sparizioni forzate, il Primo protocollo aggiuntivo al patto internazionale sui diritti civili e politici, il Protocollo aggiuntivo alla convenzione sulla tortura e la convenzione internazionale sui diritti delle persone con disabilità.
Il Paese e stato inoltre sottoposto all'esame del Consiglio diritti umani, nell'ambito della XIII sessione della universal periodic review (21 maggio-4 giugno 2012), dal cui rapporto emergono numerosi progressi, il cui consolidamento l'Italia continuerà a stimolare e monitorare. In linea generale c'è da segnalare l'abolizione del Ministero dell'informazione, il cui fine esclusivo era quello di utilizzare i media per finalità di propaganda politica; l'abolizione della censura di internet; il tentativo di ristabilire un ordine in cui si assicurino giustizia sociale, lotta alla povertà, alla discriminazione e alla marginalizzazione; la creazione del «Ministère des Droits de l'Homme et de la Justice Transitionnelle».
Progressi si sono altresì registrati nei confronti delle donne, che rappresentano una componente sociale molto importante. Importanti indicazioni in tal senso, che il Governo intende continuare ad incoraggiare, si sono avute anche a seguito della netta presa di posizione nel febbraio scorso del Ministero della sanità tunisino contro le mutilazioni genitali femminili.
Il Governo tunisino persegue tradizionalmente una politica a favore di un'educazione religiosa fondata sui concetti di rispetto e tolleranza, in contrapposizione alle suggestioni integraliste. La libertà di religione è infatti garantita e vi è tolleranza nei confronti di tutti i credi professati, di cui vengono protetti i luoghi di culto.
Sviluppi incoraggianti si registrano inoltre in materia di libertà di associazione ed espressione, ferma restando la persistenza di alcuni isolati episodi di attacchi verbali e aggressioni a giornalisti riconducibili ad esponenti del movimento salafita. È al momento in corso un dibattito sulla riforma dell'informazione, di cui uno dei principali elementi è l'elaborazione di un codice di autodisciplina.
Nei prossimi mesi la solidità dei progressi democratici della Tunisia sarà ulteriormente messa alla prova quando il Paese sarà chiamato a portare a compimento il processo di abrogazione di alcune leggi repressive ancora in vigore, adottate negli anni della presidenza di Ben Alì, con particolare riguardo alla legge sul terrorismo del 2003 (spesso usata da Ben Alì per perseguire gli oppositori), alla normativa in materia di detenzione preventiva e alle disposizioni che regolano il potere giudiziario, cui non è ancora garantita la completa indipendenza dall'esecutivo.
L'Italia guarda con particolare attenzione ai passi in avanti compiuti dalla Tunisia in materia di diritti umani, come anche sottolineato in occasione della sopra citata sessione della universal periodic review in seno al CDU. Particolare soddisfazione è stata espressa per l'apertura a Tunisi di un ufficio regionale dell'Alto commissariato per i diritti umani e per la moratoria di fatto sulla pena di morte applicata nel Paese dal 1991. A tale riguardo, l'Italia ha raccomandato la previsione dell'abolizione della pena di morte nella futura Costituzione e la Tunisia si è riservata di rispondere entro la sessione del Consiglio dei diritti-umani di settembre. Allo stesso modo, il Paese si riserva di rispondere entro la 21esima sessione del Consiglio in merito al riconoscimento costituzionale del principio di uguaglianza tra generi e l'adozione di una legge contro la violenza sulle donne. La Tunisia ha invece accettato, senza riserve, la nostra raccomandazione sull'esigenza di garantire la libertà di religione durante e dopo il periodo di transizione.
Al di là quindi di alcuni, certamente preoccupanti episodi di violenza e intolleranza commessi da parte di gruppi estremisti, per lo più Salafiti - sui quali il Governo intende comunque mantenere alta la vigilanza -, il quadro generale dei diritti umani e le relative politiche promosse finora dalle autorità tunisine sono complessivamente positivi: tale quadro potrà ulteriormente consolidarsi nel contesto della nuova Costituzione in corso di redazione.
L'Italia continuerà a monitorare la situazione dei diritti umani nella delicata fase attuale e ad intervenire nelle sedi multilaterali, ed in particolare a livello europeo e nell'ONU, affinché tutte le riforme in atto e future possano effettivamente portare ad un ulteriore, progressivo innalzamento degli standard di protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Tunisia.


Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Staffan de Mistura.