ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16502

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 646 del 07/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: BARETTA PIER PAOLO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 07/06/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RUBINATO SIMONETTA PARTITO DEMOCRATICO 07/06/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI delegato in data 07/06/2012
Stato iter:
22/01/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/01/2013
ORNAGHI LORENZO MINISTRO - (BENI E ATTIVITA' CULTURALI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/01/2013

CONCLUSO IL 22/01/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16502
presentata da
PIER PAOLO BARETTA
giovedì 7 giugno 2012, seduta n.646

BARETTA e RUBINATO. -
Al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:

con deliberazione n. 61 del 19 maggio 2010 la giunta comunale di Vedelago ha approvato la proposta di accordo di programma per la riqualificazione territoriale dell'area pedemontana tra Castelfranco e Montebelluna dando mandato al sindaco di avviare la procedura ai sensi dell'articolo 32 della legge regionale n. 35 del 2001;

gli obiettivi dell'accordo consistono nel completamento della viabilità extraurbana sulla direttrice Feltre/Padova, secondo le previsioni provinciali; l'individuazione e realizzazione di una viabilità ordinaria per il traffico pesante generato dalle attività di cava previste dal PRAC, con la realizzazione di un tracciato stradale locale extraurbano che colleghi la strada provinciale 19 e la strada provinciale 102 a est di Barcon e di un nuovo casello di accesso alla futura superstrada a pedaggio «Pedemontana Veneta»;

il 24 maggio 2010 il comune di Vedelago ha inviato alla regione Veneto tale proposta di accordo e il 26 gennaio 2011 presso la direzione urbanistica e paesaggio della regione del Veneto, si è tenuta una riunione preliminare per lo screening del progetto al fine di verificare l'attinenza a questioni territoriali e pianificatorie di competenza della direzione urbanistica stessa, secondo i contenuti della DGR n. 2943 del 14 dicembre 2010;

al finanziamento delle opere compartecipano anche soggetti privati individuati nella ditta Colomberotto spa e nella ditta Rotocart spa, poiché si prevede la realizzazione nella frazione di Barcon del comune di Vedelago, nei pressi dell'attraversamento del territorio da parte della superstrada pedemontana Veneta, di un nuovo polo industriale;

l'insediamento proposto insiste su un'area attualmente a destinazione agricola, nel complesso l'intervento si estende su una superficie territoriale di oltre 88 ettari e prevede una suddivisione dell'area in 3 ambiti: sopra la superstrada pedemontana Veneta, a nord, si situerebbe la zona commerciale, sotto, a sud, vi sarebbero (i) due ambiti produttivi;

per quanto riguarda la parte produttiva, il progetto prevede la realizzazione di una cartiera ed un macello mentre la parte commerciale dovrebbe essere destinata ad un «farmer market a km 0», un centro commerciale a scala regionale con tutti i prodotti di eccellenza alimentari e non solo che contraddistinguono la produzione agricola veneta;

nello specifico, l'impianto agro-industriale, la cui superficie d'ambito totale è di circa 38 ettari, costituito da un impianto di macellazione (attività inquinante di 1o categoria) e di lavorazione/confezionamento della carne della capacità di circa 200.000 capi l'anno e che integra le attività di allevamento già presenti nella zona; un impianto di miscelazione di prodotti caseari per l'alimentazione dei vitelli a carne bianca; un digestore che utilizzerà gli scarti della macellazione per la produzione di energia elettrica;

a fianco di tale impianto, nella porzione est dell'area, si prevede la costruzione di un impianto di produzione di carta, in prevalenza per uso domestico, che dovendosi sviluppare in altezza, verrebbe in parte collocato sotto il piano di campagna, «sbancando» l'area interessata fino alla quota di -12 metri, per uno scavo globale previsto di circa 2 milioni di metri cubi di ghiaia; la superficie totale d'ambito prevista è di circa 37 ettari;

unitamente all'insediamento industriale è prevista la realizzazione di altre opere viarie, in particolare, un nuovo casello collocato tra il casello di Altivole e quello di Volpago, distanti rispettivamente 4,5 chilometri e 6,5 chilometri, e dunque entrambi molto vicini e una nuova infrastruttura viaria, a corredo dell'impianto industriale descritto, denominata «Variante alla strada provinciale 19», lunga circa 5 chilometri, che si svilupperà a est del centro urbano di Barcon (anziché a ovest come precedentemente previsto dal PTCP di Treviso e del PAT di Vedelago);

per il perfezionamento dell'accordo, presentato in regione, provincia, e comune, gli enti che hanno titolo ad approvare la procedura, manca l'elemento fondamentale, ossia la dichiarazione di interesse regionale espressa dalla giunta regionale, senza la quale non può avere inizio la procedura prevista dall'articolo 32 della legge della regione Veneto n. 35 del 2001;

va segnalato che, il proponente, a titolo di perequazione a fronte del cambio di destinazione d'uso dei citati 88 ettari, si impegnerebbe a riconoscere agli enti locali la somma di 15 milioni di euro quale contributo per la realizzazione delle opere viarie succitate, condizione in assenza della quale il proponente stesso non procederebbe con gli interventi previsti;

la giunta comunale di Vedelago del sindaco Paolo Quaggiotto, con deliberazione del 4 gennaio del 2012 ha fornito una linea di indirizzo che indica lo stralcio di ogni previsione di area a destinazione commerciale;

a Barcon, la frazione di 1.500 abitanti contigua al prospettato intervento, si è costituito un comitato civico che sta sensibilizzando i cittadini sul tema ed in seguito ha preso decisamente posizione contro il possibile accordo, con numerose iniziative volte ad interessare una popolazione più vasta;

in accordo col comitato si sono espresse associazioni quali WWF, Italia Nostra, FAI, oltre a tutte le associazioni sindacali (CGIL, CISL, UIL), tutte le associazioni economiche di categoria, il mondo del commercio e la fondazione Villa Emo, proprietaria dell'omonima villa (Patrimonio UNESCO), posta in prossimità dell'area oggetto di intervento;

da uno studio commissionato dalla fondazione Villa Emo è emerso, inoltre, che i parametri perequativi previsti dall'accordo sono comparativamente bassi, che è troppo elevata la richiesta di superficie coperta rispetto ai volumi di attività previsti così come il consumo di suolo rispetto alla previsione di addetti e che è del tutto assente ogni tipo di valutazione dei saldi occupazionali al netto degli effetti sul mercato locale e di rilocalizzazione/razionalizzazione di strutture preesistenti;

nel territorio provinciale sono presenti numerose aree industriali, alcune delle quali dismesse, che potrebbero essere utilizzate per la localizzazione degli impianti previsti dall'accordo -:

se il Governo intenda verificare, per quanto di competenza, se sussistano profili problematici in merito:

a) alla tutela delle sorgenti del Sile, che potrebbero essere compromesse dal cospicuo emungimento di cui necessiterebbe l'attività della cartiera;

b) all'interferenza con la presenza di elementi architettonici, quali centuriazione romana, strada Postumia, e soprattutto le ville venete, la cui tutela non può prescindere dalla preservazione del territorio che ne costituiva l'elemento inscindibile, in un'ottica di futuro sviluppo di pianificazione strategica turistico-culturale-eno-gastronomica.(4-16502)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 22 gennaio 2013
nell'allegato B della seduta n. 739
All'Interrogazione 4-16502 presentata da
PIER PAOLO BARETTA

Risposta. - Con riferimento all'atto di sindacato ispettivo indicato in oggetto, con il quale l'interrogante chiede di verificare se il progetto di realizzazione di un macello e di una cartiera, contenuto nella proposta di accordo di programma per la riqualificazione territoriale dell'area pedemontana tra Castelfranco e Montebelluna approvata dalla giunta comunale di Vedelago, presenti profili problematici relativamente alla tutela delle sorgenti del Sile e alla possibile interferenza con la presenza in loco di elementi archeologici quali la strada Postumia, si precisa quanto segue.
Tanto la soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Venezia, Belluno, Padova e Treviso, quanto quella per i beni archeologici del Veneto riferiscono di non essere state, ad oggi, interessate dal progetto di area agro-industriale da realizzarsi nel comune di Vedelago, in località Barcon.
La direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Veneto rileva che, da un'analisi della carta dei vincoli del piano di assetto territoriale (PAT) del comune di Vedelago, non risultano, nella località oggetto di intervento, aree tutelate ai sensi dell'articolo 134 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42.
Per la località in oggetto è, invece, pervenuta, in data 21 luglio 2011, alla soprintendenza per i beni archeologici del Veneto, una richiesta di verifica di sussistenza di procedimenti di tutela a norma del decreto ministeriale 10 settembre 2010, recante «Linee guida per l'autorizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili», da parte della ditta Marcopolo Engineering spa, riferita a un impianto di valorizzazione energetica e agroeconomica di biomasse di origine agricola e zootecnica.
La sopracitata soprintendenza, con nota del 27 luglio 2011, comunicava che nell'area oggetto di intervento non sussistevano procedimenti di tutela in itinere, né procedure di accertamento della sussistenza di beni archeologici.
Tuttavia, si rendeva noto che l'area era a rischio archeologico, per la prossimità con siti che avevano restituito testimonianze antiche. Una ricerca storico-archivistica e bibliografica sull'area in argomento, redatta dalla dottoressa Annalisa Ascione, acquisita agli atti in data 23 luglio 2012, ha evidenziato, difatti, che la zona di Fanzolo era inserita nell'agro centuriato di Acelum ed era prossima alla Via Postumia.
In merito alla richiesta di verificare l'eventuale interferenza del progetto de quo con l'agro centuriato romano e la via Postumia, si comunica che, pur in assenza di precisa localizzazione di tali opere, stante il rischio archeologico dell'area di Barcon, la soprintendenza menzionata ritiene, comunque, opportuna l'assistenza archeologica durante le operazioni di scavo, ferma restando l'applicazione degli articoli 95 e 96 del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, ove ne ricorrano i presupposti.

Il Ministro per i beni e le attività culturali: Lorenzo Ornaghi.