ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16456

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 645 del 06/06/2012
Firmatari
Primo firmatario: ROSATO ETTORE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 06/06/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 06/06/2012
Stato iter:
15/03/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 15/03/2013
DE VINCENTI CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 15/03/2013

CONCLUSO IL 15/03/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16456
presentata da
ETTORE ROSATO
mercoledì 6 giugno 2012, seduta n.645

ROSATO. -
Al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

la Ferriera di Trieste, di proprietà della Lucchini Severstal spa, è uno stabilimento per la produzione di ghise, coke metallurgico ed alti prodotti da altoforno, sito nel popoloso rione di Servola;

lo stabilimento, con il suo potenziale produttivo, rappresenta una significativa risorsa occupazionale per il territorio triestino, dal momento che attualmente vi sono occupate oltre 500 persone, senza considerare l'indotto;

in occasione di un vertice presso la prefettura di Trieste il 19 gennaio 2012, la dirigenza aziendale ha annunciato la riduzione dei livelli produttivi ed occupazionali asseritamente a causa di difficoltà di liquidità dovute alla scarsità di fondi a disposizione del gruppo industriale per ottemperare al piano di asseveramento del debito omologato dal tribunale di Milano;

ulteriore motivo di ridotta disponibilità liquida era dovuta al contenzioso in corso fra l'azienda e la proprietaria della adiacente centrale di cogenerazione che produce energia sfruttando i gas di risulta dell'impianto siderurgico, per un credito vantato da Lucchini Severstal di 46 milioni di euro;

inoltre, il gruppo subisce le difficoltà connesse all'attuale contingenza economica, cosicché l'azienda ha più volte avvertito che non è garantita la prosecuzione nella produzione di ghisa e coke metallurgico anche dopo la fine del regime di CIP6, previsto per il 2015;

il 14 marzo 2012 presso la regione Friuli Venezia Giulia, la proprietà, le rappresentanze sindacali unitarie dello stabilimento e le istituzioni locali hanno sottoscritto un protocollo d'intesa volto alla condivisione del programma di riconversione dell'area industriale della Ferriera per la creazione di un contesto favorevole per l'attrazione di nuovi investimenti privati, e all'istituzione di un tavolo politico come luogo di raccordo e cooperazione tra le pubbliche amministrazioni;

allegato al protocollo è stato approvato un cronoprogramma dettagliato degli interventi concordati finalizzati alla riconversione del sito della Ferriera, che prevedeva anche la presentazione delle analisi del contesto a un tavolo politico nazionale entro il 17 maggio 2012;

risulta all'interrogante che questo cronoprogramma non sia al momento rispettato e che le attività concordate non siano state avviate come promesso in sede di firma del protocollo, e in particolare emerge che non sono state ancora presentate al tavolo nazionale le analisi del contesto;

è importante che le attività prospettate nell'incontro del 14 marzo vengano concluse nei tempi e nelle modalità stabilite in quanto il futuro occupazionale dei lavoratori dello stabilimento dipenderà dalla capacità di riconvertire la Ferriera di Trieste -:

come il Ministro stia seguendo la vicenda della Ferriera di Trieste;

a quale punto sia l'applicazione del cronoprogramma concordato con il protocollo d'intesa del 14 marzo e quali siano le ragioni del ritardo segnalato in premessa;

se il Ministro sia in grado di definire una data per la prima convocazione del tavolo politico nazionale. (4-16456)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Venerdì 15 marzo 2013
nell'allegato B della seduta n. 1
Interrogazione a risposta scritta 4-16456
presentata da
ROSATO Ettore

  Risposta. — Il Ministero dello sviluppo economico ha seguito da tempo e con grande attenzione le vicende che hanno interessato la Lucchini, viste le importanti implicazioni di natura produttiva e occupazionale.
  Dopo numerosi incontri, vista la complessità della situazione e non essendo andata a buon fine l'attività di ricerca d'investitori da parte dell’
advisor Rothschild, nell'ultima riunione tenutasi al Ministero dello sviluppo economico, il 22 gennaio scorso, alla presenza di tutte le parti interessate al futuro della Lucchini, ho comunicato dell'ammissione del gruppo alla procedura di amministrazione straordinaria.
  In tale sede il commissario straordinario dottor Nardi ha evidenziato le criticità del gruppo Lucchini ricordando, che la procedura attivata è la testimonianza di una gravissima difficoltà che ha portato allo spossessamento della proprietà aziendale. Ha ribadito che tale procedura concorsuale deve tener conto dell'equilibrio tra gli interessi dei creditori e quello della continuità aziendale, finalizzata alla riconsegna della Lucchini a un nuovo investitore.
  Allo stato attuale ha registrato una perdita strutturale che, unita alla crisi generale di mercato e all'assenza d'investimenti degli ultimi anni, ha ulteriormente peggiorato la situazione.
  Lo stesso commissario ha dichiarato che un'altra criticità è rappresentata dal blocco di alcuni prodotti finiti nel sito di Lecco a causa di un'agitazione sindacale. Ha ricordato che nella sua funzione di «commissario straordinario» non può disporre di altre risorse al di fuori di quelle provenienti dalla gestione dell'azienda e infine ha illustrato la situazione dell'altoforno all'indomani della riaccensione e dopo la prolungata fermata.
  In tal senso infatti, pur apprezzando la competenza e la dedizione di operai e tecnici, ha evidenziato una criticità dovuta a malfunzionamenti che spera di risolvere entro breve tempo.
  Le organizzazioni sindacali, da parte loro, hanno espresso apprezzamento per la rapidità con cui si è proceduto alla nomina del commissario straordinario. Hanno poi sostenuto che, pur riconoscendo la centralità e l'importanza di Piombino, è necessario discutere del gruppo Lucchini nel suo complesso e allo stesso tempo va prestata molta attenzione al sistema dei fornitori, questione essenziale per garantire un futuro all'azienda. La tutela dei creditori è fondamentale per il rilancio della Lucchini. In tale ottica è indispensabile garantire la ripartenza dell'altoforno e assicurare la continuità del ciclo integrale.
  Per quanto riguarda il sito di Trieste, le stesse organizzazioni sindacali hanno evidenziato la necessità, anche a fronte delle scadenze delle autorizzazioni previste nel 2015, di avviare una discussione sul futuro dell'area, sulle interdipendenze tra le attività industriali presenti che si configurano come una «filiera di fatto» e di possibili interventi di natura logistica infrastrutturale, senza che ciò pregiudichi l'integrità e l'unitarietà del gruppo Lucchini durante la procedura di amministrazione straordinaria.
  Le organizzazioni sindacali hanno chiesto, infine, la conferma dei livelli occupazionali e l'avvio di una discussione con l'azienda in merito al rinnovo degli strumenti di ammortizzazione sociale e ai contratti a termine in scadenza. Per quanto riguarda il sito di Lecco è stata confermata la disponibilità a lavorare per un accordo a fronte di rassicurazioni in merito al futuro del sito.
  Relativamente a tale ultima questione il commissario ha smentito le ipotesi circolate negli ultimi giorni, circa la sua intenzione di vendere separatamente gli
asset della Lucchini. L'impianto di Lecco è parte integrante del gruppo e rappresenta un importante centro servizi per determinate categorie di prodotto. Al momento il sito è fermo per problemi di mercato.
  Per quanto riguarda Trieste una soluzione andrà cercata prima del 2015 anche a fronte dell'adeguamento a livello nazionale delle tariffe CIP 6 che avranno un impatto su Lucchini ed Elettra. Per i contratti di lavoro in scadenza, c’è la disponibilità ad avviare un confronto in sede locale al fine di trovare una soluzione condivisa.
  In merito ai fornitori, all'interno dell'azienda è stata attivata una struttura col compito di trovare soluzioni che possano sostenerli in questa fase delicata. La forza della Lucchini risiede, infatti, oltre che nella localizzazione geografica e negli ampi spazi disponibili, proprio nella cultura industriale del territorio e quindi, tali
asset vanno tutelati se si vuole garantire un futuro al presidio produttivo.
  L'assessore al comune di Trieste, dal canto suo, ha sottolineato come dalle parole del commissario emerga la necessità di trattare la situazione di Trieste in maniera distinta. Tra l'altro oltre la scadenza prevista nel 2015, non va dimenticato che le concessioni del demanio terminano a dicembre 2013. Va, quindi a suo parere, avviato il più rapidamente possibile un processo di dismissione e bonifica con conseguente reindustrializzazione. A tal fine è necessario creare un tavolo nazionale sull'area, anche ai fini valutare se Trieste sarà o meno nelle aree di crisi complessa.
  Le amministrazioni locali hanno trovato una sintesi sulla strada da percorrere ed è stata avviata l'istanza di riconoscimento del territorio in «area di crisi complessa».
  Per la regione resta, inoltre, fondamentale avviare una discussione in cui si tengano presenti anche le problematiche di natura infrastrutturale, produttiva e ambientale.
  A riguardo, il rappresentante della regione Toscana ha precisato che si sta lavorando affinché la nave Costa Crociere, incagliata davanti all'Isola del Giglio, possa essere ricoverata nel porto di Piombino per poi procedere alle attività di smantellamento. Questo significa che le strutture portuali e viabilistiche dovranno essere rapidamente realizzate. Anche nella prospettiva di migliorare la situazione generale di Piombino e attrarre nuovi investitori.
  Ho concluso la riunione sottolineando preliminarmente l'utilità della discussione avutasi, che ha confermato l'importanza del passaggio all'amministrazione straordinaria della Lucchini.
  A tale proposito ho aggiunto, che il Governo auspica che le problematiche registrate a Lecco possano essere superate. È necessario, inoltre, riavviare un flusso normale di pagamento dei fornitori al fine di tutelare le capacità produttive del territorio. Per quanto riguarda il sito di Trieste al momento risulta prematuro prendere delle decisioni, le richieste pervenute dalle amministrazioni locali circa il riconoscimento dell'area di crisi per il sito evidenziano, tuttavia, la presenza di un problema specifico per cui si può pensare di avviare un accordo di programma. Misura analoga potrà essere prevista per Piombino.
  Le tematiche di natura infrastrutturale legate al Porto di Piombino sono anch'esse importanti e a riguardo il Ministero dello sviluppo economico avvierà un'interlocuzione con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
  Il tavolo Lucchini rimane, comunque, aperto e verrà riconvocato entro la fine del mese di febbraio. Parallelamente, e a valle della pubblicazione dei decreti, verranno convocati i tavoli per avviare la discussione sulle due aree di crisi di Piombino e Trieste.

Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economicoClaudio De Vincenti.