ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16139

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 634 del 17/05/2012
Firmatari
Primo firmatario: RUBINATO SIMONETTA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 17/05/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 17/05/2012
Stato iter:
23/05/2012
Fasi iter:

RITIRATO IL 23/05/2012

CONCLUSO IL 23/05/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16139
presentata da
SIMONETTA RUBINATO
giovedì 17 maggio 2012, seduta n.634

RUBINATO. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:


tra le funzioni fondamentali dei comuni vi è l'edilizia scolastica, confermata anche dalla legge delega sul federalismo fiscale (legge n. 42 del 2009), settore tra i più rilevanti per gli investimenti degli enti locali sia in nuovi edifici che nella messa in sicurezza e manutenzione straordinaria di quelli esistenti;


soprattutto nel caso di costruzione di nuovi plessi scolastici da parte di comuni di piccola e media dimensione (sino a 15.000 abitanti) si tratta di investimenti di notevole entità in rapporto al trend ordinario della spesa in conto capitale, ai quali non possono far fronte con le entrate ordinarie e che devono necessariamente spalmare in più annualità, e tuttavia necessari per far fronte alle loro competenze ed ottemperare alle normative in materia di sicurezza antisismica e prevenzione incendi per garantire condizioni adeguate e sicure all'utenza scolastica;


la programmazione di tali interventi si è scontrata negli ultimi anni non solo con condizioni del mercato immobiliare divenute sempre più negative, ma anche con sempre più stringenti vincoli di finanza pubblica, tagli dei trasferimenti, proibitive condizioni per l'accessibilità a mutui e finanziamenti e regole sempre più stringenti del patto di stabilità, succedutesi in tempi, modi e contenuti del tutto contrastanti con le condizioni fisiologiche della pianificazione comunale;


a scopo esemplificativo si riportano due vicende particolarmente significative - relative ai comuni di Carbonera (11.000 abitanti circa) e Caerano San Marco (8.000 abitanti circa) in provincia di Treviso - che dimostrano come i vincoli al patto di stabilità ereditati dal Governo Berlusconi, oltre a mortificare gli enti locali, blocchino altresì irragionevolmente la crescita e la liberazione di risorse che porterebbero vantaggi sia allo Stato centrale (in termini di imposte), sia ai cittadini (in termini di sicurezza infrastrutturale ed economica);


il comune di Carbonera ha approvato nel 2009 un progetto per la realizzazione di un polo scolastico, per concentrare in un'unica area di tutte le attività didattiche (dell'infanzia, primaria e secondaria inferiore) svolte nello stesso capoluogo di Carbonera e nella frazione di Pezzan, e di una palestra destinata anche ad attività extrascolastiche;


la scelta di procedere alla realizzazione di un unico plesso scolastico risponde a diverse esigenze: aumentare le aule a disposizione di una crescente popolazione in età scolare; adeguare gli edifici scolastici ai vigenti standard in materia di sicurezza; antieconomicità del recupero degli edifici esistenti in quanto i relativi costi sarebbero superiori a quelli necessari per la realizzazione di un nuovo polo scolastico, che consentirebbe anche un abbattimento dei costi di gestione futuri;


il comune di Carbonera ha ottenuto un finanziamento regionale sia per la realizzazione della nuova scuola, il cui costo è stato valutato in circa 5.700.000 euro, sia per la costruzione della palestra a servizio della nuova scuola, ma da destinare anche ad attività extrascolastiche, il cui costo è stato valutato in circa 3.300.000 euro e la cui realizzazione è comunque subordinata al completamento della nuova scuola;


la realizzazione del polo scolastico ha incontrato delle difficoltà notevoli a seguito delle quali il comune di Carbonera si trova in una situazione paradossale in quanto:


a) l'opera di edilizia scolastica, necessaria per far fronte alle esigenze scolastiche della comunità, appaltata nel marzo del 2010, ad oggi rimane incompiuta - sono state realizzate le sole fondamenta - dal momento che l'amministrazione comunale si è vista costretta a rescindere il contratto d'appalto dei lavori per inadempienza dell'appaltatore;
b) sono già state liquidate risorse finanziarie per un primo Sal per 1.129.339,22 euro nell'ottobre scorso e il comune di Carbonera rischia di perdere i finanziamenti regionali ottenuti (complessivamente 1.400.000,00 euro) e di dover restituire la parte già incassata, che ammonta a oltre 200 mila euro, se l'opera non verrà realizzata entro il 2013;

c) la palestra non può essere realizzata in quanto subordinata alla realizzazione della scuola, con conseguente perdita dei finanziamenti regionali ottenuti per questo secondo intervento (470.000,00 euro);

d) rimangono disponibili i due precedenti edifici scolastici la cui manutenzione, non più procrastinabile, avrebbe un costo tale che farebbe sforare il patto di stabilità;

e) vi è il rischio di chiusura di uno degli edifici esistenti a seguito delle riorganizzazioni volute dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, con conseguente dispersione scolastica;

f) la situazione del mercato immobiliare non consente al comune di Carbonera di finanziare l'opera con le entrate derivanti da alienazioni, come è stato, purtroppo, dimostrato dall'insuccesso dell'asta pubblica indetta dall'ente per l'alienazione di un terreno il cui ricavato avrebbe consentito di completare il finanziamento dell'opera in questione;

in una tale situazione, il comune di Carbonera rischia il dissesto sia che non realizzi l'opera, dovendo restituire alla regione Veneto più di 200 mila euro già avuti, sia che la realizzi, sforando il patto di stabilità interno, dovendo, quindi, subire le conseguenti sanzioni;


anche il comune di Caerano San Marco si trova nella situazione di dover investire su un edificio scolastico, con un ampliamento per l'adeguamento della struttura all'aumento della popolazione scolastica e con interventi di messa in sicurezza antisismica, prevenzione incendi e altri adeguamenti indilazionabili rivolti anche al contenimento dei consumi energetici;


il progetto, di circa 2 milioni di euro, è completamente finanziato da proventi propri del predetto comune: una donazione privata, più avanzi di amministrazione e oneri di urbanizzazione, con nessun ricorso all'indebitamento, e con una disponibilità di liquidità che raggiunge quasi i 4 milioni di euro, tuttavia i vincoli del patto impediscono nel modo più assoluto di spendere queste risorse;


poiché la donazione ricevuta nel 2007 di 1,5 milioni di euro è gravata dalla condizione che i lavori della scuola siano avviati prima del 2013, pena la perdita della somma stessa, il comune di Caerano San Marco nell'aprile scorso si è comunque determinato a pubblicare il bando per l'appalto dei lavori, pur consapevole della possibilità di incorrere nelle pesanti ed assurde sanzioni del patto di stabilità; infatti se il comune sforerà il patto per l'investimento pari a 2 milioni di euro, dovrà restituire allo Stato l'importo pari allo sforamento: quindi le scuole verrebbero a costare il doppio;


la situazione è tanto più assurda ove si consideri che da questi investimenti lo Stato incasserebbe l'Iva sui materiali e sulle prestazioni, l'Ires sul reddito d'impresa e l'Irpef e la sua addizionale sul reddito da lavoro dipendente, l'Irap per la regione, ed i contributi previdenziali per l'Inps; questi investimenti, inoltre, aumenterebbero la crescita tramite l'aumento del denaro contante disponibile per nuovi acquisti, darebbero maggior sicurezza sociale alle famiglie, consentendo di guardare al futuro con maggior ottimismo, diminuendo le tensioni sociali pericolosamente accumulate finora;


altri comuni di fascia demografica medio-bassa si trovano in condizioni analoghe a quelle dei comuni di Carbonera e Caerano San Marco in tutta Italia, ma il numero più consistente si trova in Veneto, a causa del consistente aumento della popolazione scolastica nella fascia della scuola dell'infanzia e primaria per la forte immigrazione degli ultimi 15 anni, avendo dovuto gli enti locali programmare investimenti nell'edilizia scolastica, in adempimento delle competenze e obblighi di legge su di loro gravanti, anche sul piano della responsabilità civile, penale e contabile, trovandosi poi nella assurda e insostenibile condizione di non poter avviare od ultimare i lavori già programmati per la successiva entrata in vigore di vincoli sempre più stringenti del patto di stabilità;


l'unica strada percorribile per sanare situazioni così paradossali e oltremodo penalizzanti è quella di consentire ai comuni - ove ricorrano queste condizioni - di completare queste opere in deroga al patto di stabilità interno, considerato altresì i benefici economici evidenti che ne deriverebbero, consentendo il contenimento dei costi gestione, oltre che corrispondere a quell'esigenza di razionalizzazione ed efficienza nell'utilizzo delle risorse pubbliche e di salvaguardare l'incolumità degli scolari;


come ha più volte rilevato la stessa Corte dei conti, il patto di stabilità interno non si basa su criteri adeguati a differenziare i vincoli sugli enti locali in base alla qualità della spesa, alla effettiva sana gestione finanziaria nonostante l'iniqua spesa storica, all'autonomia finanziaria e al livello di soddisfacimento dei bisogni; eppure, come riconosce la stessa relazione del Ministro per i rapporti con il Parlamento sulla spending review, la spesa degli enti locali è molto diversa nei diversi territori e in rapporto alle fasce demografiche: in particolare la spesa primaria per abitante è «molto elevata nei comuni di piccole dimensioni, si riduce gradualmente fino a un minimo in corrispondenza a 6-9.000 abitanti, per poi riprendere ad aumentare fino ai massimi dei grandi comuni metropolitani» e «per gran parte dei comuni italiani, in media, le spese correnti dei comuni del Centro-sud sono superiori a quelle dei comuni del centro-nord e che tali differenze sono sostenute dai trasferimenti statali di perequazione», per cui - soprattutto a causa della iniqua spesa storica, particolarmente penalizzante per i comuni del Veneto e in particolare della provincia di Treviso, la cui media di trasferimenti per abitante è da sempre fanalino di coda nelle statistiche del Ministero dell'interno - «grazie ai programmi di trasferimenti statali i comuni del centro-sud (notoriamente con entrate minori) raggiunge e in molti casi supera il livello delle spese pro-capite dei comuni del centro-nord»; tutto ciò penalizza dunque paradossalmente proprio i comuni più virtuosi, con maggiore propensione agli investimenti e aventi maggiore autonomia finanziaria -:


se il Governo non ritenga opportuno, necessario ed urgente assumere iniziative normative consentire ai comuni con popolazione non superiore a 15.000 abitanti, in cui l'aumento della popolazione scolastica rende necessario l'ampliamento o la messa in sicurezza dell'edilizia scolastica, l'esclusione dal patto di stabilità delle spese in conto capitale necessarie per la realizzazione e il completamento di plessi scolastici, considerate l'importanza che riveste l'edilizia scolastica per l'erogazione del servizio d'istruzione primaria e le conseguenze estremamente penalizzanti anche in termini di danno economico che il mancato completamento delle opere avrebbe sia per i comuni che per le comunità locali. (4-16139)