ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16124

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 634 del 17/05/2012
Firmatari
Primo firmatario: DI PIETRO ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 17/05/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PALOMBA FEDERICO ITALIA DEI VALORI 17/05/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 17/05/2012
Stato iter:
11/09/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 11/09/2012
DE VINCENTI CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 11/09/2012

CONCLUSO IL 11/09/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16124
presentata da
ANTONIO DI PIETRO
giovedì 17 maggio 2012, seduta n.634

DI PIETRO e PALOMBA. -
Al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

la crisi incide sempre di più sul comparto produttivo sardo. I dati emersi dall'ultimo rapporto Unioncamere del 4 maggio 2012 dicono che il prodotto interno lordo della Sardegna è in caduta libera: previsioni economiche negative per il 2012 nel corso del quale l'isola subirà un decremento dell'1,9 per cento rispetto all'anno scorso. Vanno male anche i consumi (-2,6 per cento), gli investimenti (-5,7 per cento) e l'occupazione (-1,7 per cento);

nel quarto trimestre 2011 l'indagine continua sulle forze di lavoro effettuata dall'Istat ha rilevato, in Sardegna 587 mila occupati. Rispetto al trimestre precedente si registra una diminuzione di circa 28 mila unità. Il dato negativo è quello fatto registrare dalle persone in cerca di occupazione, che, nel solo quarto trimestre del 2011, sono cresciute di 36 mila unità, facendo fare un balzo di oltre 5 punti percentuali al tasso di disoccupazione nell'arco temporale di un solo trimestre, passando dall'11,2 per cento al 16,3 per cento. Il tasso di occupazione diminuisce di 2,4 punti percentuali, passando dal 53,3 per cento al 50,9 per cento;

i dati Inps diffusi in aprile dicono che oltre 85 mila sardi usufruiscono oggi dei tre principali gruppi di ammortizzatori sociali. La disoccupazione ordinaria con requisiti normali è cresciuta del 5 per cento, così come quella ordinaria con requisiti ridotti. Il dato in assoluto più allarmante è però quello sulla cassa integrazione in deroga, che ha subito un incremento di più del 300 per cento nell'isola in due anni, passando dai due milioni di ore pagate del 2009 ai sette milioni del 2011;

in questo quadro la vicenda Alcoa è emblematica, non solo per le ragioni ben note della crisi che la coinvolge ma perché è una clamorosa occasione per costruire una filiera industriale in Sardegna che sia sostenibile economicamente, ambientalmente con la creazione di posti di lavoro veri e stabili nel tempo;

la crisi, pur drammatica, deve trovare un'unità delle istituzioni, dalla regione al governo, e delle organizzazioni sindacali con quelle imprenditoriali, e a tal fine andrebbero coordinati sullo stesso tavolo del Ministero dello sviluppo economico anche altre realtà industriali e cioè:

a) la Carbonsulcis: unica miniera di carbone italiana in attività. Oggi la miniera è di proprietà della regione Sardegna, che l'ha acquisita, con la finalità di guidarne la transizione verso la privatizzazione. Il suo rilancio definitivo, attraverso una piena capacita estrattiva, è legato alla costruzione di una centrale elettrica di tecnologia moderna, capace di abbattere gli alti valori di CO2 e garantire una resa economicamente sostenibile;

b) la centrale termoelettrica: è il fulcro attorno a cui ruota il destino del polo industriale di Portovesme. Una centrale elettrica consortile ultramoderna a carbone, gestita dagli stabilimenti della filiera dell'alluminio e compartecipata da Stato/regione, potrebbe risolvere i problemi legati alla tariffa energetica di Alcoa, fornire il vapore necessario a Eurallumina per la sua produzione, soddisfare le esigenze di ILA e SMS, fornendo loro energia a basso costo e rilanciando contemporaneamente la miniera di carbone Carbosulcis, che fornirebbe il combustibile, diventando appetibile per la ricollocazione sul mercato;

c) la Eurallumina: nell'aprile del 2009, nello stabilimento Eurallumina, di proprietà dei russi della multinazionale Rusal, unica raffineria italiana per la trasformazione della bauxite, in allumina, materia prima per la realizzazione dell'alluminio primario (Alcoa), oltre seicento lavoratori, tra diretti e indiretti, hanno perso il proprio posto di lavoro. Dalla data dell'incontro al Ministero dello sviluppo economico del 14 aprile 2011, sono passati ben dodici mesi e nulla si è concretizzato, anzi, sulla costituzione della società mista composta da Stato, regione e Rusal che doveva costruire la nuova centrale per la produzione del vapore, prima fonte energetica per la marcia degli impianti, si sono registrati passi indietro. Il prezzo complessivo dell'opera è lievitato e la parte di denaro che avrebbe dovuto mettere la regione Sardegna, con tanto di delibera, non risulterebbe essere più disponibile. Gli ammortizzatori sociali dei dipendenti hanno una scadenza, quella del 31 dicembre 2012, l'assegno INPS, sarà decurtato di un ulteriore 30 per cento, e passerà a euro 480,00. Restano in piedi 2 ipotesi per lo stabilimento Eurallumina: la costruzione di una caldaia dedicata, per la produzione di vapore da trasferire a Eurallumina e quella di un Vapordotto che dall'Enel si collega all'Eurallumina. La seconda è l'ipotesi da sempre definita la più economica, la più rapida per i tempi di esecuzione e più strutturale, accantonata un anno fa, per l'indisponibilità di Enel. Per regione e Governo, Eurallumina e Alcoa sono due vertenze che devono essere risolte con interventi sull'energia. La decisione spetta all'Enel. La parola ultima e definitiva spetta alla proprietà, alla Rusal;

d) l'Alcoa: è una multinazionale americana ed è il maggiore produttore mondiale di alluminio primario e semilavorato. In Italia è presente dal 1996 e nel corso degli anni ha sempre ricevuto ingenti fondi pubblici dallo Stato, l'ultimo nel marzo 2010, quando l'Italia varò quello che fu definito il decreto salva-Alcoa. Solo grazie a questo provvedimento l'Alcoa ritirò la minaccia di chiudere i suoi stabilimenti sardi, avviando nel maggio 2010 un piano di investimenti triennale, per gli anni 2010-2012, recepito negli accordi allora sottoscritti con Governo e sindacato, finalizzato al miglioramento della posizione competitiva dello stabilimento attraverso il pieno recupero della capacità produttiva e il miglioramento di efficienza. Ha una capacità produttiva di 150.000 Ton/anno e conta 502 dipendenti diretti e 350 in appalto; il 6 gennaio 2012 Alcoa ha annunciato il proprio piano di riorganizzazione internazionale della divisione alluminio che, fra l'altro, prevede la riduzione significativa della propria capacità produttiva anche nei propri impianti europei; il 9 gennaio 2012 Alcoa ha annunciato la intenzione di dismettere la produzione nel sito di Portovesme; il 10 gennaio 2012 ha annunciato la propria intenzione di iniziare la procedura di mobilità per l'intero stabilimento di Portovesme; il 27 marzo al Ministero dello sviluppo economico è stato raggiunto un accordo tra le parti interessate il quale prevede, di fronte alla decisione di Alcoa di cessare la produzione di alluminio presso lo smelter di Portovesme per ragioni di ordine economico e di mercato, che in ogni caso lo smelter potrà continuare a operare a condizioni economicamente sostenibili in altri contesti societari. Alcoa da parte sua ha manifestato la propria volontà di favorire la cessione dello stabilimento di Portovesme a investitori interessati ad acquistarlo e gestirlo e ha inoltre informato di aver già ricevuto da alcune multinazionali operanti nel settore, manifestazioni di interesse. Inoltre l'azienda si è impegnata a mantenere la produzione fino al 31 agosto 2012. Qualora entro il 31 agosto 2012 fossero pervenute ad Alcoa formali lettere di intenti di uno o più soggetti industriali, la produzione potrebbe essere mantenuta fino al 31 ottobre 2012. Le parti hanno concordato fin da subito il ricorso alla cassa integrazione guadagni straordinaria per cessazione attività a decorrere, a seconda dei casi, dal 1o novembre 2012 o dal 1o gennaio 2013;

e) la ILA (industrie laminazione alluminio): la fabbrica ha una sua fonderia con tre linee di colata, un laminatoio sbozzatore a freddo (LAP) che è il cuore di tutto l'impianto, ha quattro forni a gas di ricottura da 65 tonnellate ciascuno, tre forni elettrici più piccoli per il lavaggio del foglio sottile (il classico Cuki), due laminatoi (Las1 e Las2) più piccoli del precedente per lavorazioni del foglio sottile fino a 9 Micron, un impianto per la verniciatura dell'alluminio con annesse taglio nastri e lamiere, un parco magazzino e spedizioni. Nel 2008 la ILA fallì, non riuscendo più a sostenere le necessità del mercato e per colpa di una politica aziendale errata. Al maggio 2012, 166 famiglie vivranno della cassa integrazione guadagni in deroga fino a ottobre 2012. Se Alcoa continuerà a produrre e fornire l'alluminio a bocca di produzione, ILA può sperare di essere rilanciata e gli impianti riavviati. Tutti conoscono le grandi potenzialità produttive dello stabilimento nel settore dell'alluminio, ritenuto da sempre strategico;

f) la SMS (Società Metallurgica Sarda): ha dichiarato il fallimento nell'aprile 2004. Verso la metà del 2007 lo stabilimento venne preso in affitto dalla SMS che assunse una ventina dei 51 operai e lasciò i restanti impaludati nelle famigerate liste di mobilità. Negli ultimi giorni di febbraio 2010, la SMS comunicò alla rappresentanza sindacale unitaria dello stabilimento e alle organizzazioni sindacali lo stop delle attività produttive e l'intenzione di mettere in cassa integrazione i 26 dipendenti e di avere un debito che si aggira sui 2.000.000 di euro. Tutto ciò si concretizzò il 3 marzo 2010, quando presso la sede dello stabilimento di Iglesias le parti concordarono un verbale di accordo. Il secondo passaggio fu effettuato in sede di assessorato al lavoro a Cagliari, dove tutte le parti firmarono il riconoscimento della crisi aziendale e il ricorso alla cassa integrazione guadagni straordinaria per 26 lavoratori a partire dal 4 marzo 2010. A due anni esatti dalla chiusura dello stabilimento di Estrusi di Iglesias, la vertenza della SMS (Ex Sardal, Ex Alcoa) e adesso Ex Ali di Iglesias, sembra ancora lontana da una soluzione. Si parlò di un eventuale ripresa lavorativa legata all'interessamento di più soggetti imprenditoriali e di una continuità nel pagamento dell'ammortizzatore sociale che era ormai in scadenza. Sono passati alcuni mesi ma non sono ancora disponibili informazioni rassicuranti;

f) la Fluorsid: si tratta di un piccolo stabilimento sito nella provincia di Cagliari. Produce e fornisce fluoruro (ALF3) allo stabilimento Alcoa di Portovesme. Praticamente unico cliente. Nello stabilimento operano circa 20/25 addetti -:

se intenda convocare presso il Ministero dello sviluppo economico le istituzioni locali, le organizzazioni sindacali e imprenditoriali al fine di coordinare la costruzione di una filiera dell'alluminio attraverso la costituzione di un unico tavolo che tenga insieme tutte le realtà produttive descritte sopra per affrontare il tema degli investimenti e del rilancio della produzione dell'alluminio in Italia, con un'ottica globale che segua tutte le fasi della produzione, dalla materia prima al prodotto finito. (4-16124)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 11 settembre 2012
nell'allegato B della seduta n. 683
All'Interrogazione 4-16124 presentata da
ANTONIO DI PIETRO

Risposta. - L'interrogante chiede di conoscere le iniziative che il Governo intende adottare sul tema degli investimenti e della produzione del comparto produttivo dell'alluminio in Sardegna, auspicando in particolare la costituzione di un tavolo che riunisca tutte le realtà produttive del comparto e relativo indotto (Alcoa, Eurallumina, Ccs Carbonsulcis, Ila, Sms, Fluorsid).
In relazione all'interrogazione in esame per quanto di competenza, il Ministero dello sviluppo economico rappresenta quanto segue.
Si precisa che in conseguenza degli impegni assunti dal Presidente del Consiglio nel corso della riunione del 2 febbraio 2012 sulla questione Sardegna, è stato istituito il «tavolo tecnico Sardegna», al quale partecipano amministrazioni centrali, regionali e locali, per l'esame delle vertenze in atto, enucleate nel corso della citata riunione del 2 febbraio 2012.
La prima riunione del tavolo tecnico, di cui sono componenti, in rappresentanza del Ministero sviluppo economico, il Capo dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica, dottoressa Sabina De Luca, e il Direttore generale per la politica industriale e la competitività, dottor Andrea Bianchi, si è tenuta 13 marzo 2012.
In tale sede, l'Amministrazione ha fornito gli aggiornamenti circa le vertenze industriali di competenza, iscritte all'ordine del giorno del tavolo, di cui alcune di rilievo per l'interrogante: Alcoa, Eurallumina (Portovesme), Vinyls (Porto Torres, Polo chimica verde di Porto Torres, Accordo di Programma Ottana, progetto Galsi (sulla scorta di informazioni fornite dal competente Dipartimento per l'energia di questo Ministero).
L'elenco sopra riportato non ha peraltro carattere di esaustività, essendo aperti presso il Ministero dello sviluppo economico altri tavoli tecnici per crisi aziendali localizzate in Sardegna, che non hanno costituito specifico esame del tavolo tecnico generale presso la Presidenza del Consiglio.
Tali vertenze costituiscono tavoli tecnici industriali, attivi già da tempo presso il Ministero ed incardinati nella Direzione generale politica industriale e competitività, che ne segue costantemente gli sviluppi adottando tutte le iniziative finalizzate alla salvaguardia delle attività e al mantenimento dei livelli occupazionali.
Con particolare riferimento alla situazione del comparto dell'alluminio, le crisi aziendali Alcoa ed Euralumina sono caratterizzate da una forte criticità e interessano nel complesso 1550 lavoratori tra addetti e indotto:

Alcoa 550 addetti + 350 indotto;

Eurallumina 350 addetti + 300 indotto;

per un totale di 900 addetti + 650 indotto;
Data la particolare struttura dell'industria sarda (metallurgia, chimica, soprattutto), una delle principali criticità «di sistema» è dovuta all'elevato costo della energia (elettrica e termica).
Su questo fronte il Ministero dello sviluppo economico sta operando in due direzioni:

a) un'azione per ottenere dalla Unione europea la proroga (2-3 anni) della cosiddetta «superinterrompibilità» riservata alle imprese energivore di Sardegna e Sicilia (che ha consentito ad Alcoa di fruire energia a circa 35 euro a megawattore);

b) assicurare, in una prospettiva più lunga (6 anni prorogabili per altri 6) un contratto di «interconnector» che insieme con 1'interrompibilità semplice assicuri un prezzo in linea con quelli europei.
Nel contesto generale di crisi economica in Sardegna, una situazione estremamente critica è quella della provincia del Sulcis (provincia storicamente mineraria) interessata da difficoltà che la collocano tra le aree del Paese con i più alti tassi di disoccupazione e di caduta del reddito.
In questo momento le crisi più preoccupanti sono quelle di Alcoa ed Eurallumina. Su queste vicende l'impegno del Ministero, a fianco delle Amministrazioni territoriali, è molto intenso e coinvolge i massimi livelli di responsabilità. Il tentativo in corso è quello di trovare alternative reali (e possibilmente di lungo periodo) per i due stabilimenti.
Si rileva, a tal proposito, che gli investitori potenzialmente interessati sono solo multinazionali che operano nel settore; nessun imprenditore italiano è allo stato interessato.
Con riferimento al Progetto Ccs (Carbon capture & storage) va rilevato che esso è ancora in una fase di studio. Consiste nella realizzazione di una centrale elettrica, integrata con la miniera carbone di Nuraxi Figus (circa 350 persone + indotto) e la realizzazione di impianti per la cattura della CO2 ed il suo infossamento.
Si reputa opportuno fornire, in particolare, all'interrogante alcune precisazioni sulle crisi Alcoa ed Eurallumina.
Il Ministero dello sviluppo economico ha affrontato con determinazione la crisi della Alcoa da quando la multinazionale di Pittsburg ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Portovesme e il licenziamento di tutti i lavoratori.
Due decisioni che il Governo ha respinto, ponendosi l'obiettivo della continuità produttiva e della salvezza dei posti di lavoro.
Per raggiungere questi risultati, sapendo che la decisione di Alcoa sarebbe stata irreversibile, il Ministero ha operato con la regione Sardegna e le altre istituzioni territoriali per realizzare due condizioni fondamentali:

da un lato condizioni economiche adeguate all'attrazione di nuovi investitori. Ciò ha significato, ricercare le condizioni normative per una riduzione strutturale del costo dell'energia elettrica, per adeguare le infrastrutture e per ottenere una maggiore efficienza degli impianti e del lavoro;

dall'altro lato evitare la sospensione della produzione.
Dopo un confronto difficile e prolungato, il 27 marzo è stato sottoscritto un accordo tra Ministero sviluppo economico, regione, provincia, Alcoa e sindacati che prevede il mantenimento degli impianti fino al 31 ottobre 2012, nel caso non ci siano manifestazioni d'interesse per rilevare lo stabilimento e, fino al 31 dicembre 2012 nel caso di interesse manifestato da un nuovo investitore che sottoscriva entro il mese di luglio una prima lettera di intenti.
Alcoa ha sviluppato un confronto con tre multinazionali che hanno manifestato interesse, con due il confronto non si è concretamente sviluppato mentre con il Fondo di private equity «Aurelius» è proseguito fino alla seconda metà di luglio 2012. Il giorno 26 luglio 2012 il Ministero, al termine di un confronto con le due Società, ha dovuto constatare la mancanza delle condizioni per una positiva conclusione e la irrevocabile indisponibilità di «Aurelius» a sottoscrivere una dichiarazione di intenti letter of intent (LOI).
Questa conclusione è stata comunicata ai sindacati ed alle istituzioni il 1o agosto 2012 nell'ambito del tavolo di confronto attivo presso il Ministero dello sviluppo economico.
In quella occasione è stato chiesto ad Alcoa di mantenere in forza i lavoratori fino a tutto il 31 dicembre 2012 anche in assenza di una lettera di intenti; questa richiesta è stata accolta. Inoltre è stato confermato l'impegno del Governo a riprendere l'iniziativa per la ricerca di nuovi investitori e già dalle prossime settimane sono previsti incontri con alcune delle realtà che avevano manifestato interesse.
Il tavolo di confronto è stato riconvocato il 10 settembre 2012 per un esame della situazione.
Per le problematiche energetiche, l'Alcoa è già titolare i un contratto di interrompibilità con Terna (per una potenza superiore a 40 megawatt) e, dunque, ha diritto all'esenzione dal pagamento di alcuni corrispettivi di dispacciamento come disposto dalla legge n. 99 del 2009. Se anche in futuro lo stabilimento continuerà a fornire il servizio di interrompibilità, potrà continuare a godere dell'esonero previsto dalla legge.
Il regime di «super interrompibilità» per le isole maggiori, è stato autorizzato dalla Commissione europea fino al 31 dicembre 2012. Per considerazioni connesse alle criticità previste nel sistema elettrico sardo, il Ministero dello sviluppo economico ha valutato necessaria una proroga del regime anche per il successivo triennio 2013-2015 ed ha notificato tale richiesta alla Commissione europea. Il termine di pronuncia della Commissione, stimato inizialmente per luglio 2012, è in realtà da aggiornare di qualche mese, in relazione ai tempi di avvio formale della procedura che si sono rivelati più ampi del previsto; si può ragionevolmente prevedere che la pronuncia venga emessa entro il prossimo settembre/ottobre 2012. La prosecuzione del regime di «superinterrompibilità» costituirà, in quanto rinnovato dalla Comunità europea, un importante fattore di competitività per tutto il Sulcis.
Si sottolinea che i regimi richiamati possono fornire garanzie di fornitura energetica a condizioni competitive solo per un tempo determinato, occorre quindi pensare a soluzioni a regime di carattere strutturale. In questa ottica è allo studio la realizzazione di un nuovo interconnector (ex legge n. 99 del 2009) tenendo presenti anche altre soluzioni (come ad esempio l'autoproduzione).
Per quanto riguarda Eurallumina si rappresenta quanto segue.
L'impianto è fermo da aprile 2009 ed i lavoratori sono ancora oggi in cassa integrazione guadagni straordinaria. Le ragioni del fermo della produzione sono dovute agli elevati costi di produzione per sopperire ai quali sono necessari investimenti per il miglioramento dell'impianto e per produrre vapore a prezzo più contenuto.
Dopo tentativi in varie direzioni, il Ministero dello sviluppo economico ha comunicato che la soluzione possibile è la costruzione di una apposita caldaia alimentata a carbone la cui realizzazione, tuttavia, richiede un tempo non inferiore a 30 mesi. Per la realizzazione del nuovo impianto, il cui costo è stimato in 100 milioni di euro, è richiesto un impegno della regione e del governo nazionale con risorse finanziarie che si dovranno affiancare a quelle dell'azionista Rusal.
In attesa della costruzione del nuovo impianto, Rusal dovrà intervenire sull'impianto per adeguarlo all'utilizzo di materia prima diversa da quella attuale.
Per queste ragioni si dovrà prevedere un nuovo piano di Cigs per il quale si stanno esaminando le soluzioni meno gravose per i lavoratori.
Di tutto questo si è discusso in due importanti appuntamenti alla presenza di alti dirigenti della Rusal. Il primo incontro, presieduto dal Ministro dello sviluppo economico Passera, si è svolto il 17 luglio 2012 ed ha consentito di acquisire la disponibilità dell'azionista russo ad impegnarsi per la realizzazione degli investimenti ed a proseguire nel sostegno al reddito dei lavoratori sospesi oramai da molto tempo. In quella occasione è stato convenuto che i nuovi impegni dovranno essere compresi in un nuovo accordo che le parti sottoscriveranno non appena verrà messo a punto.
Il secondo incontro si è svolto il 3 agosto 2012 presso il Ministero dello sviluppo economico con i sindacati e le istituzioni territoriali. In quella occasione Rusal e la dirigenza italiana di Eurallumina hanno ribadito le disponibilità manifestate in precedenti occasioni ed hanno assunto l'impegno ad attivarsi per completare il quadro dei tempi e delle risorse per raggiungere l'obiettivo della riapertura della attività produttiva a Portovesme.

Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico: Claudio De Vincenti.