ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16089

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 633 del 16/05/2012
Firmatari
Primo firmatario: GIANNI PIPPO
Gruppo: POPOLO E TERRITORIO (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, LA DISCUSSIONE)
Data firma: 16/05/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 16/05/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16089
presentata da
PIPPO GIANNI
mercoledì 16 maggio 2012, seduta n.633

GIANNI. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:

si è creata una rete dei «comitati dei mobilitati», che raccoglie le sacrosante istanze dei lavoratori in mobilità lunga ed ordinaria nonché iscritti a fondi di solidarietà, e si è attivata fin dai primissimi momenti per la soluzione dei gravissimi problemi generati dal decreto-legge n. 201 del 2011 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011 per tutti costoro;

l'unica giusta ed equa soluzione è la salvaguardia di tutti i lavoratori che sono usciti dal lavoro con la prospettiva della pensione, modificando immediatamente la legge in maniera tale che ad essi vengano applicate le normative vigenti al momento della sottoscrizione dell'accordo;

in tempi recenti il Ministro del lavoro e delle politiche sociali ha affermato in Parlamento di aver salvaguardato tutti, ovvero che il numero totale di 65.000 era esaustivo è comprensivo di tutti i soggetti delle categorie previste;

basterebbe limitarsi a confrontare i dati forniti dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali e dall'Inps perché si capisca che non si ha, e quasi certamente è impossibile avere, l'informazione sui numeri reali di quella che l'interrogante giudica la catastrofica riforma del sistema pensionistico;

il tentativo che si sta mettendo in campo è quello di rassicurare la platea di coloro che sono esclusi dalla platea dei 65.000 che in un futuro ipotetico si provvederà a salvaguardarli in un modo ancora oggi «indefinito e misterioso»;

nel caso specifico dei lavoratori di cui si segnala che gli accordi, che citano esplicitamente il raggiungimento del requisito di maturazione alla pensione, esistono realmente e sono stati sottoscritti proprio dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali, come prevede specificamente la legge n. 223 del 1991. Appare evidente che senza un tale accordo nessun lavoratore volontariamente avrebbe abbandonato il lavoro, sottolineando che la individuale accettazione da parte dei lavoratori ad essere licenziati ha salvato il posto ad un lavoratore più giovane;

per coloro in mobilità lunga una legge dello Stato, la legge n. 296 del 2006 (finanziaria 2007), prevede esplicitamente l'applicazione della riforma Dini del 1994;

l'incontro del 9 maggio 2012 tra il Ministro Fornero ed i sindacati CGIL CISL UIL non ha fatto altro che ribadire la posizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali ma senza produrre passi in avanti e senza dare alcuna certezza;

è da apprezzare la corretta e ferma posizione unitaria dei sindacati che chiedono che vengano per tutti applicate le normative vigenti al momento della sottoscrizione dell'accordo;

prima ed anche subito dopo l'incontro del 9 maggio 2012, tutti i sindacati, tutti i partiti politici si sono trovati oramai uniti nel chiedere la modifica delle norme nel senso auspicato dai lavoratori;

è necessario porre in essere tutte le iniziative, anche di carattere normativo, al fine di sanare l'assurda ed ingiusta situazione vissuta da decine di migliaia ma più realisticamente centinaia di migliaia di lavoratori;

non è condivisibile la giustificazione della mancanza di risorse poiché non si tratta, come affermato dal Ministro del lavoro, di «ulteriore spesa» bensì di «minor risparmio» dalla riforma delle pensioni;

le risorse per sanare la situazione possono essere individuate: nel provvedimento anticorruzione (70 miliardi di euro annui, fonte Corte dei conti), nel bando per le frequenze televisive (valore di almeno 2 miliardi di euro), nella lotta all'evasione fiscale a cominciare dal possibile accordo simile a quello fatto da Germania e Gran Bretagna con la Svizzera per i patrimoni là nascosti;

non è pensabile aspettare oltre, tantomeno attendere date successive alle prossime elezioni, e non è possibile seguire le idee di chi afferma «poi si vedrà» viste le conseguenze su decine di migliaia di persone che vivono, e non possono vivere per anni, nell'angoscia di ritrovarsi senza reddito e senza pensione per 5-6 anni;

non sono conosciuti i numeri reali della vicenda ma, se fossero davvero 140.000, come ha affermato il Direttore Generale dell'INPS, ed allargando il conto ai familiari coinvolti, stiamo parlando di quasi 600.000 persone: come dire città come Bologna e Firenze senza reddito. Se fossero invece addirittura 1.350.000 stiamo parlando di una città come Napoli totalmente senza reddito -:

quali iniziative, anche normative, e con quale tempistica, il Presidente del Consiglio dei ministri e i Ministri interrogati intendano intraprendere, al fine di dare certezza a decine di migliaia di lavoratori, forse centinaia di migliaia, che affrontino e risolvano i problemi generati del decreto-legge n. 201 del 2011.
(4-16089)