ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/16001

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 630 del 10/05/2012
Firmatari
Primo firmatario: NASTRI GAETANO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 10/05/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
  • MINISTERO PER GLI AFFARI REGIONALI, IL TURISMO E LO SPORT
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 10/05/2012
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-16001
presentata da
GAETANO NASTRI
giovedì 10 maggio 2012, seduta n.630

NASTRI. -
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, al Ministro per gli affari regionali, il turismo e lo sport.
- Per sapere - premesso che:

secondo quanto pubblicato dal quotidiano: «la Repubblica», in data 9 maggio, tra le fonti energetiche rinnovabili, quella del biogas, nell'ultimo periodo sta suscitando una serie di preoccupazioni e di svantaggi, in particolare da quando è diventata un affare economico per molte imprese che operano nell'agroindustria;

il medesimo articolo descrive che in due anni gli impianti in Italia si sono triplicati e a fine anno si prevede arriveranno ad oltre un migliaio;

gli stessi impianti che sfruttano liquami e sottoprodotti agricoli o anche prodotti appositamente coltivati, come il mais, sono per lo più di grandi dimensioni e sono realizzati per vendere energia;

lo stesso articolo riporta, inoltre, che è in atto una vera e propria corsa al biogas agricolo, giustificata dalla ricerca dell'ottenimento dei cosiddetti «certificati verdi» i quali consentono per l'impresa agricola che produce energia elettrica, a condizione che l'impianto sia messo in cantiere entro la fine del presente anno, un riconoscimento di un prezzo di 0,28 centesimi al kilowatt contro gli 0,007 del prezzo di mercato, determinando, secondo quanto riporta il medesimo articolo, un duplice costo di elettricità per i cittadini;

il recente decreto in materia di energie rinnovabili, le cui disposizioni saranno introdotte a partire dal 2013, prevede tagli degli incentivi alle forme di energia «verde» per «allinearli a quelli europei», ma in realtà per il biogas le riduzioni degli stanziamenti non saranno consistenti, come rileva l'articolo, e rimarranno su una soglia variabile ma sempre molto conveniente, lasciando presumere che la corsa alla produzione di energia biogas non si arresterà dopo il 2012;

il ciclo di produzione di energia derivante da impianti di biogas, in teoria, secondo quanto emerge dal suesposto articolo, risulterebbe perfetto, in quanto si usano scarti per produrre energia che può servire all'azienda stessa ed essere venduta se in eccedenza, utilizzando fra l'altro ciò che avanza;

sarebbe ottimo se l'impianto fosse di piccole dimensioni e confinato all'interno del ciclo produttivo aziendale, ma in considerazione dei prezzi dell'energia è diventato molto più conveniente prevedere grandi impianti da parte di consorzi e non sempre riconducibili ad agricoltori, che hanno lo scopo principale di speculare sulla sua produzione;

per le singole aziende inoltre sarebbero sufficienti impianti da 20 o 50 chilowatt, ma in realtà si stanno diffondendo in maniera sempre più estesa in tutta Italia, impianti più grandi, dai 250 chilometri in su;

le procedure per l'autorizzazione tra l'altro seguono un iter molto veloce che i cittadini apprendono quanto è già stato approvato dalla conferenza dei servizi e, secondo quanto riporta il suddetto articolo, non rimane molto tempo a disposizione per opporsi;

l'assenza di norme più specifiche e restrittive e la discrezionalità delle regioni determinano l'autorizzazione di impianti a fini speculativi, costruiti nelle immediate vicinanze delle abitazioni o in siti sbagliati, che pongono seri problemi di sostenibilità, mettendo in discussione la buona produzione agricola;

gli impianti inoltre sono rumorosi, maleodoranti e alcuni studi evidenziano che essi comportano emissioni nocive;

ulteriori profili di criticità, secondo quanto sostiene l'articolo del quotidiano: «la Repubblica», emergono dalla sostenibilità da parte dei grandi impianti di biogas, che incentivano i trasporti di «materia prima» da digerire con relative emissioni e traffico;

all'interno dello stesso articolo si evidenzia inoltre un forte impatto sul paesaggio e sul consumo del suolo agricolo rispetto a quanto ne occupa l'impianto stesso, ma in particolare si rileva che il problema di dover produrre energia per venderla e ammortizzare i costi di costruzione, induce gli agricoltori a coltivare cibo per metterlo direttamente nei «digestori» degli impianti in cui s'immettono le biomasse;

i grandi impianti prevedono un utilizzo di liquami pari al 75 per cento e un 25 per cento di materia solida per funzionare in maniera accettabile e monetizzare;

il mais rende in maniera considerevole come solido e la tentazione di sforare la quota del 25 per cento, secondo quanto riportato all'interno dell'articolo, è evidente, in considerazione che attualmente esistono impianti che consumano in prevalenza il mais; quanto suddetto è ritenuto sbagliato, dal punto di vista etico ma anche ecologico, in quanto un mais che non viene più consumato può ricorrere ad un uso dissennato di chimica, fertilizzanti e antiparassitari, inquina e mina la fertilità, consumando tra l'altro un'enorme quantità d'acqua;

per un megawatt occorre «sacrificare» almeno 300 ettari, secondo quanto emerge dal medesimo articolo, con la conseguenza di seri ed evidenti rischi di compromettere l'agricoltura, non soltanto di qualità;

in Germania, che rappresenta il Paese europeo leader per il biogas, sembrerebbero infatti affiorare perplessità, in considerazione dell'ipotesi ritenuta fondata che le contaminazioni da escherichia coli - abbreviato e. coli - che hanno paralizzato il mercato dell'ortofrutta continentale lo scorso anno, fossero state causate dalla diffusione di digestati da biogas non esattamente puliti;

l'articolo de «La Repubblica» segnala l'esempio della Svezia, altro Paese all'avanguardia nel biogas da anni, che obbliga a pastorizzare i liquami in ingresso e i concimi in uscita per evitare contaminazioni, evidenziando come gli scarti che non rimangono all'interno delle aziende e iniziano a viaggiare, diventano molto più difficili da controllare;

probabilmente non rappresenta un caso isolato che anche la regione Emilia Romagna nelle sue linee guida abbia vietato gli impianti a biogas nei territori dove è prodotto il parmigiano reggiano;

occorre approfondire a giudizio dell'interrogante, in considerazione di quanto precedentemente esposto, eventuali pericoli che possono derivare sia per le coltivazioni di prodotti agricoli e agroalimentari limitrofi o all'interno degli impianti agricoli ad energia biogas, oltre che dalle conseguenze dell'utilizzo senza controllo di rifiuti solidi urbani umidi;

in Italia attualmente vi sono tantissimi comitati locali che si oppongono al biogas, che chiedono più aggiornato sistema di regole e di norme, più certe e restrittive, evidenziando che occorre prevedere incentivi soltanto laddove il biogas rappresenta una vera energia pulita che utilizza pertanto scarti ritenuti veri e quindi non cibo o rifiuti urbani e soprattutto lontano dalle zone residenziali, senza compromettere un'agricoltura che, è importante ricordarlo, serve a vendere prodotti agroalimentari e non energia -:

quali orientamenti, nell'ambito delle rispettive competenze, intendano esprimere con riferimento a quanto esposto in premessa; se intendano confermare, i pericoli derivanti dagli impianti di grandi dimensioni che producono energia biogas e riportato in premessa;

in caso affermativo, quali iniziative, nell'ambito delle rispettive competenze, intendano assumere al fine di prevedere un sistema di regolamentazione di incentivi per il biogas, più restrittivo e sicuro, come richiesto dai comitati locali;

se siano a conoscenza di eventuali rischi per l'ambiente e i territori anche limitrofi, all'interno dei quali sono situati impianti ad energia biogas;

se non ritengano infine opportuno, ove fosse confermato quanto esposto in premessa, assumere iniziative di coinvolgimento delle regioni, in considerazione dell'assenza della definizione di norme più specifiche, al fine di elaborare strategie di protezione generale della salute e dell'ambiente. (4-16001)