DI BIAGIO. -
Al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:
in attuazione di quanto disposto dal codice dell'ordinamento militare, la sezione II del decreto del Presidente della Repubblica n. 90 del 15 marzo 2010 riconosce le procedure per l'alienazione degli alloggi di servizio non più funzionali ai fini istituzionali delle Forze armate;
ai sensi dell'articolo 404 del citato decreto del Presidente della Repubblica la direzione generale dei lavori e del demanio del Ministero della difesa ha provveduto a comunicare con lettera raccomandata con avviso di ricevimento ai conduttori degli alloggi di servizio facenti parte dei circa 3.022 individuati dall'amministrazione, un'offerta di acquisto, e il modello di risposta con il quale i conduttori dovranno esercitare i loro diritti per l'acquisto, dell'usufrutto o della volontà di continuare nella conduzione in locazione dell'alloggio;
ai sensi del comma 5 del predetto articolo 404 «entro sessanta giorni dalla data di ricezione della comunicazione dell'offerta (...) i conduttori, a pena di decadenza dal diritto ad acquistare l'alloggio, trasmettono, a mezzo di lettera raccomandata con avviso di ricevimento, alla Direzione generale l'atto di esercizio del diritto»;
l'offerta di acquisto di cui al comma 2 non indica i parametri di riferimento in base ai quali è stato determinato il prezzo tracciato nell'offerta, ma rimandano la determinazione dello stesso a un'«intesa con l'Agenzia del demanio», senza nulla specificare;
in taluni casi il prezzo indicato risulta notevolmente sproporzionato rispetto alla condizione e alle potenzialità dell'immobile stesso: in ragione di tali condizioni circa 200 conduttori hanno fatto ricorso alla magistratura amministrativa al fine di ottenere una rivalutazione del prezzo d'offerta dell'immobile che risponda a precisi e chiari canoni di riferimento;
stando alle informazioni a disposizione dell'interrogante, la pronuncia del Tar dovrebbe avvenire nel mese di maggio: tale timing amministrativo rischia di non essere in linea con i tempi di riscontro all'offerta dell'amministrazione da parte del conduttore, sanciti dal predetto comma 5 dell'articolo 404, con la conseguenza di una potenziale scadenza dei 60 giorni di tempo per l'esercizio del diritto di acquisto prima che il Tar arrivi a pronunciarsi sulla medesima materia;
lo scenario testé delineato configura un paradosso, che rischia di inficiare la pronuncia stessa del tribunale amministrativo, in assenza di una necessaria dilazione dei termini previsti dal comma 5, dell'articolo 404 del decreto del Presidente della Repubblica n. 90 del 2010;
a tale criticità legata ai tempi, si aggiunge anche la circostanza - sempre indicata dall'articolo 404 del citato decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90 - che si prevede, in caso di diritto di acquisto dell'usufrutto da parte del coniuge o di altro membro del nucleo familiare, solamente l'esercizio del diritto di acquisto dell'usufrutto con diritto di accrescimento. Di conseguenza, nel caso in cui il conduttore eserciti l'opzione di acquisto dell'usufrutto, nell'eventualità di un decesso, non si potrebbe consentire la continuità nell'esercizio dello stesso diritto e alle stesse condizioni a favore del coniuge superstite;
la suindicata configurazione normativa in materia di usufrutto rende difficile la scelta del conduttore e quindi il riscontro all'offerta dell'amministrazione;
le suindicate criticità stanno creando un'impasse che sarebbe auspicabile superare nel brevissimo periodo, considerando che la pronuncia del Tar dovrebbe avvenire in questi giorni e che non si è pervenuti ad alcuna formula di rettifica in sede parlamentare;
appare opportuno evidenziare ulteriormente la gravosa difficoltà che si trovano a vivere gli utenti di cui in premessa, per i quali è quasi impossibile accedere ad un mutuo bancario in virtù dei requisiti anagrafici sicuramente non favorevoli, che vanno a condizionare la possibilità da parte di questi di optare per determinate scelte in tempi relativamente brevi ai sensi della normativa suindicata -:
se esistano le condizioni per un intervento avente carattere di urgenza che consenta di superare i problemi suindicati e consentire a centinaia di famiglie di lavoratori dello Stato di poter esercitare un loro legittimo diritto. (4-15986)