ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15854

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 626 del 26/04/2012
Firmatari
Primo firmatario: DI PIETRO ANTONIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 26/04/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MONAI CARLO ITALIA DEI VALORI 26/04/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E LA SEMPLIFICAZIONE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 26/04/2012
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 11/10/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15854
presentata da
ANTONIO DI PIETRO
giovedì 26 aprile 2012, seduta n.626

DI PIETRO e MONAI. -
Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione.
- Per sapere - premesso che:

la storia della Stock ha inizio nel lontano 1884 con la nascita di un primo laboratorio artigianale di «cognac» commercializzato con l'appellativo di «medicinal». Da quel momento si assiste a una continua crescita di questa realtà industriale fino ad arrivare agli anni 1960-70 in cui la società dava lavoro a oltre un migliaio di dipendenti. Lo sviluppo del business ha trovato i suoi punti di forza nella ricerca di nuovi prodotti e nella forte immagine promossa con campagne pubblicitarie efficaci. Nel 1995 la Stock viene ceduta al gruppo tedesco Eckes e nel 2007, con la cessione degli stabilimenti e del marchio al fondo finanziario d'investimento di diritto statunitense Oaktree, che controlla stabilimenti anche in Polonia e Repubblica Ceca, inizia la trasformazione dell'assetto organizzativo e produttivo;

il fondo americano Oaktree infatti, dopo un anno di studio e verifiche, ha avviato una fase di riorganizzazione e ristrutturazione aziendale per ridurre i costi di produzione e migliorare le performance dei cicli amministrativi e produttivi: nel 2008 è stata aperta una prima mobilità per poter attuare il trasferimento della direzione generale e degli uffici amministrativi a Milano con una conseguente riduzione di 30 dipendenti; nel 2009 è stata aperta una seconda mobilità per la riduzione delle linee di produzione da tre a una, con ulteriore riduzione di 40 dipendenti; nel 2011 dopo due anni di cassa integrazione straordinaria è stata aperta la terza mobilità per 15 dipendenti;

tali ristrutturazioni hanno drasticamente ridotto la forza lavoro del sito triestino da 126 dipendenti (109 tra operai e impiegati e 17 dirigenti) a soli 30 occupati (28 tra operai e impiegati e 2 dirigenti). Nonostante l'importante ridimensionamento, lo stabilimento ha continuato a produrre lo stesso quantitativo nelle stesse modalità senza alcuna flessione nei volumi. Tale risultato è stato possibile grazie alla disponibilità delle maestranze, che hanno accettato modifiche dell'orario e dei turni di lavoro, oltre a modifiche dei ruoli e delle mansioni, al fine di assecondare le richieste della proprietà di maggiore flessibilità e di riduzione dei costi;

il giorno 11 aprile 2012 presso la sede della Confindustria di Trieste i vertici aziendali, senza nessun preavviso, hanno comunicato alle rappresentanze sindacali la decisione irrevocabile di chiudere lo stabilimento di Trieste e di delocalizzare tutta la produzione nello stabilimento in Repubblica Ceca. La motivazione addotta nella comunicazione sarebbe la crisi dei consumi interni;

lo stabilimento di Trieste, pur nei progressivi ridimensionamenti, è sempre stato in grado di produrre tutte le referenze del marchio Stock, sia per la distribuzione sul mercato italiano che internazionale. Si tratta di prodotti apprezzati e molto conosciuti in Italia e nel mondo;

la decisione dell'azienda di chiudere lo stabilimento e delocalizzare la produzione ha colto tutti di sorpresa, lavoratori e organizzazioni sindacali, in quanto nelle ultime settimane erano in corso l'attività di sviluppo ed ammodernamento degli impianti con la messa in sicurezza del sito, la ristrutturazione del magazzino prodotti finiti, l'acquisto di macchinari complessi il cui montaggio era previsto per agosto 2012, l'organizzazione di corsi di formazione, le verifiche di legge programmate, l'incontro annuale sulla sicurezza, compresa la verifica dello stress correlato al lavoro tenutasi solo due settimane prima della comunicazione da parte della proprietà. Nella recente visita del 14-15 marzo, il manager responsabile della produzione europea avrebbe espresso soddisfazione per l'impegno e il raggiungimento degli standard richiesti;

l'azienda, quindi, a quanto consta all'interrogante senza presentare alcun dato ufficiale o statistico a supporto, a fronte di una generica affermazione sul calo della domanda, di un temuto inasprimento della tassazione e di un ventilato rincaro delle materie prime, ha ritenuto che l'unica cosa da fare fosse chiudere, senza lasciare margini di trattativa e senza prendere neppure in considerazione alcuna ipotesi alternativa di intervento;
Trieste e l'Italia intera non si possono permettere ulteriori fuoriuscite di attività produttive. Un territorio senza industria e senza artigianato non può sopravvivere -:
se e in che modo intendano intervenire, ciascuno nell'ambito delle proprie competenze, per evitare che l'ennesima società e un altro marchio prestigioso, a causa dell'inaffidabilità del sistema Italia decidano di chiudere in Italia e delocalizzare la produzione;
se e in che modo intendano, ciascuno nell'ambito delle proprie competenze, combattere l'eccessiva burocrazia, l'incertezza del diritto, l'eccessiva pressione erariale e la complessità del sistema fiscale stesso che contribuisce a determinare la decisione per le aziende di spostare le produzioni dove risulti più conveniente, nonostante l'alta professionalità e le competenze delle maestranze italiane;
se non si intenda convocare urgentemente un tavolo nazionale presso il Ministero dello sviluppo economico con la proprietà della Stock, il fondo americano Oaktree, le organizzazioni sindacali e gli enti locali per fermare le procedure di licenziamento e avviare un più attento esame di ogni possibile alternativa alla chiusura del sito, la salvaguardia dei livelli occupazionali e un auspicabile rilancio dell'azienda. (4-15854)