ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15721

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 622 del 17/04/2012
Firmatari
Primo firmatario: JANNONE GIORGIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 17/04/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 17/04/2012
Stato iter:
07/08/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 07/08/2012
CARDINALE ADELFIO ELIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 07/08/2012

CONCLUSO IL 07/08/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15721
presentata da
GIORGIO JANNONE
martedì 17 aprile 2012, seduta n.622

JANNONE. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:
nei giorni scorsi si sono infatti verificati casi di sindrome emolitico-uremica (SEU) associati a infezione da escherichia coli produttore di verocitotossina (VTEC) in pazienti in età pediatrica probabilmente acquisite attraverso il consumo di latte crudo (non pastorizzato) contaminato. La stessa problematica si è verificata già altre volte negli scorsi anni, tanto che con un'ordinanza del 10 dicembre 2008, il Ministro della salute pro tempore aveva stabilito che «il latte crudo deve essere venduto attraverso i distributori automatici, appositamente registrati e controllati dalle Asl, che devono riportare correttamente l'indicazione che il latte crudo è da consumarsi previa bollitura, mentre in caso di cessione diretta è il produttore che deve obbligatoriamente informare su tale modalità di consumo». La bollitura è indispensabile per eliminare eventuali agenti patogeni presenti nel latte: nonostante i rigorosi controlli non è possibile garantire una totale sicurezza. «I bambini che l'anno scorso sono stati colpiti dalla sindrome emolitica uremica sono stati 40 - spiega Alfredo Caprioli, responsabile del Laboratorio comunitario differenza per l'escherichia coli presso l'istituto Superiore di Sanità -. Una bambina purtroppo non ce l'ha fatta, e il 25 per cento dei pazienti non recupera a pieno le funzionalità renali. La correlazione diretta tra la sindrome e l'assunzione di latte non c'è perché il nostro studio epidemiologico si basa sulle interviste alle famiglie. Ma è emerso che molti bambini avevano bevuto latte crudo nei giorni precedenti alla malattia, che ovviamente non era più disponibile per le analisi»;

per «latte crudo» si intende quello vaccino che non ha subito trattamenti termici (per esempio la pastorizzazione a 72o per 15 secondi). La sua storia è iniziata nel 2004 in Lombardia, con una decina di punti vendita che in poco tempo sono diventati centinaia. Oggi i distributori sono 1.439 in tutta Italia distribuiti in 92 province. Non sono diffusi nelle grandi città, ma nei piccoli centri sono ormai una realtà da tempo e Assolatte stima un consumo di circa 7 milioni di litri all'anno (contro i 1.100 milioni di latte pastorizzato). Di certo è che il «latte crudo» è abbastanza economico, perché in genere un litro costa 1 euro (perché si accorciano le distanze e i costi di distribuzione) a cui va aggiunto solo qualche centesimo se non si porta la bottiglia di vetro. Inoltre, quasi tutto il costo viene conferito all'allevatore, un modo per incentivare la sostenibilità delle aziende agricole. Dal 2006 l'Istituto superiore di sanità segnala la possibilità di riscontrare occasionalmente nel latte crudo batteri patogeni come la salmonella, listeria, campylobacter e soprattutto l'escherichia coli O 157:H7, quest'ultima responsabile di infezioni intestinali che possono essere associate a complicanze gravi come la appunto la sindrome emolitico uremica (SEU) caratterizzata da insufficienza renale e frequente soprattutto nelle fasce deboli (soprattutto bambini). Molti produttori obiettano però che «il latte crudo dei distributori passa direttamente dalla mammella della mucca al contenitore refrigerato e la possibilità di infezioni sono quasi inesistenti». Il problema è spesso il mantenimento della temperatura a 4o in tutte le fasi della distribuzione (soprattutto nel trasporto a casa);

Andrea Ghiselli, nutrizionista, ricercatore dell'Inran (Istituto nazionale ricerca alimenti e nutrizione) di Roma non ha dubbi: «Molto meglio il latte pastorizzato. La pastorizzazione è il miglior metodo per "sanare" il latte e non privarlo di importanti principi nutrizionali. Ciò non toglie che si possa consumare anche latte crudo, ma rigorosamente bollito per evitare seppur rari risvolti pericolosi per la salute. Certo, con questo processo si perde qualche valore nutrizionale, ma in una società iper nutrita come la nostra non è un gran problema» -:

quali iniziative il Ministro intenda adottare al fine di prevenire l'insorgenza di epidemia da escherichia coli, soprattutto nei bambini, nonché per verificare la corretta manutenzione dei distributori di latte crudo presenti nel territorio italiano. (4-15721)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 7 agosto 2012
nell'allegato B della seduta n. 678
All'Interrogazione 4-15721 presentata da
GIORGIO JANNONE

Risposta. - Il Ministero della salute è intervenuto già da molti anni sulla tematica concernente la vendita di latte crudo; è infatti del 2007 l'intesa Stato Regioni in materia di vendita diretta di latte crudo per l'alimentazione umana (provvedimento del 25 gennaio 2007), che ha definito le procedure igienico-sanitarie concernenti la vendita di latte in azienda ed attraverso distributori automatici.
L'intesa prevede, in particolare, alcune prescrizioni a cui gli operatori del settore alimentare che commercializzano latte crudo devono attenersi. Tra tali prescrizioni vi è la notifica alle Aziende sanitarie locali (ASL) dell'attività di vendita di latte crudo in azienda e tramite distributori automatici, la verifica, in autocontrollo, della conformità dell'alimento ai requisiti generali di sicurezza alimentare (come previsto dall'articolo 14 del regolamento (CE) 178/2002) e lo svolgimento di campionamenti microbiologici volti a verificare l'assenza di microrganismi patogeni e delle loro tossine.
L'allegato alla medesima intesa prevede, inoltre, che ai fini della prevenzione delle infezioni da escherichia coli verocitotossici, l'azienda di produzione che intenda commercializzare latte crudo deve effettuare controlli analitici in allevamento, sulle feci e sul latte, al fine di escludere eventuali positività da escherichia coli verocitotossici ed allontanare dalla produzione per latte crudo i soggetti portatori.
Tale provvedimento ha consentito l'istituzione, presso le Asl, di un'anagrafica delle aziende che vendono il latte crudo e, quindi, l'effettuazione di controlli ufficiali mirati.
Successivamente, sulla base di un parere del Consiglio superiore di sanità e per garantire la tutela della salute pubblica, è stata emanata l'ordinanza ministeriale 10 dicembre 2008 concernente «misure urgenti in materia di produzione, commercializzazione e vendita diretta di latte crudo per l'alimentazione umana».
Con questo provvedimento è stato previsto, tra l'altro, l'obbligo di riportare sui distributori automatici e sulle bottiglie l'indicazione che il latte deve essere preventivamente bollito.
A seguito del proliferare nel territorio nazionale dei distributori automatici di latte crudo, il Ministero della salute ha chiesto l'intervento del comando carabinieri per la tutela della salute - nuclei antisofisticazioni e sanità (NAS), che ha consentito di eseguire 156 ispezioni su tutto il territorio nazionale, ed ha richiesto alle regioni l'attuazione di un programma straordinario di controllo, con prelievo di 289 campioni e con sequestro di 8 distributori di latte crudo, richiamando inoltre ad un'intensificazione dei controlli sul rispetto dell'ordinanza e dell'intesa succitate.
Nel corso del 2011 sono stati effettuati, in controllo ufficiale, 1186 accessi presso le aziende registrate per la vendita di latte crudo e 2436 accessi presso i siti di ubicazione dei distributori automatici.
Dai dati sul censimento annuale è emerso che a fronte della riduzione del numero delle strutture registrate per la vendita di latte crudo, si evidenzia un aumento dei controlli ufficiali nel corso dell'ultimo anno. In particolare, il numero di accessi, sia presso gli allevamenti sia presso i siti di ubicazione dei distributori, è più che raddoppiato.
Oltre ai provvedimenti ora menzionati, in data 27 marzo 2012, il Ministero della salute ha inviato una nota ufficiale a tutte le maggiori federazioni e società scientifiche, con cui venivano segnalati i casi di sindrome emolitico-uremica (SEU) associati a infezione da escherichia coli produttore di verocitotossina in pazienti di età pediatrica, probabilmente legati al consumo di latte crudo (non pastorizzato) contaminato.
L'iniziativa intrapresa dal Ministero, in stretta collaborazione con l'Istituto superiore di sanità, ha come obiettivo quello di raggiungere in modo capillare tutte le figure mediche che hanno quotidianamente un ruolo cruciale nei rapporti con le famiglie, al fine di sensibilizzare e fornire una corretta informazione, basata su dati scientifici, circa la necessità di consumare latte crudo solo previo trattamento termico.
Tale iniziativa si è aggiunta a tutte le misure di prevenzione e tutela già adottate dal Ministero della salute per questa problematica. La bollitura, infatti, fatti salvi gli obblighi igienico-sanitari fissati dalla normativa vigente, consente di eliminare l'eventuale presenza di agenti patogeni che possono essere presenti nel latte e di evitare, così, che gli eventuali pericoli microbiologici si possano trasformare in rischi reali per la salute.
In data 28 marzo 2012, per una maggiore diffusione, si è provveduto a pubblicare la suddetta nota anche nel sito internet del Ministero, al seguente indirizzo: http://www.salute.gov.it/dettaglio/dettaglioNews.jsp?id=1967&tipo=new.

Il Sottosegretario di Stato per la salute: Adelfio Elio Cardinale.