ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15676

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 620 del 12/04/2012
Firmatari
Primo firmatario: BRATTI ALESSANDRO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 12/04/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BRANDOLINI SANDRO PARTITO DEMOCRATICO 12/04/2012
REALACCI ERMETE PARTITO DEMOCRATICO 12/04/2012
MARIANI RAFFAELLA PARTITO DEMOCRATICO 12/04/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 12/04/2012
Stato iter:
06/08/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/08/2012
DI PAOLA GIAMPAOLO MINISTRO - (DIFESA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 06/08/2012

CONCLUSO IL 06/08/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15676
presentata da
ALESSANDRO BRATTI
giovedì 12 aprile 2012, seduta n.620

BRATTI, BRANDOLINI, REALACCI e MARIANI. -
Al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:

il sistema della pesca in mare sta vivendo presumibilmente la sua stagione più critica e difficile degli ultimi 50 anni a causa del crollo inarrestabile delle catture e conseguentemente dei ricavi;

a tale già insostenibile situazione deve aggiungersi lo spropositato rincaro del carburante che rende i costi di esercizio veramente proibitivi;

la situazione di cui sopra ha reso le imprese di pesca incapaci di produrre reddito e di fare utili ed ha già causato cali consistenti del personale ed una netta diminuzione delle imbarcazioni;

la situazione di gravità sopra evidenziata è resa per i pescatori di Portogaribaldi, ancor più difficile a causa della graduale sottrazione di tratti di mare ove poter esercitare la pesca, in ragione della presenza degli impianti di mitilicoltura a nord del porto, e dell'area interdetta alla navigazione ed alla pesca a sud, per la presenza del poligono di tiro Echo 346;

la situazione venutasi a creare è veramente paradossale se si considera che, nelle giornate di operatività della ordinanza della capitaneria di porto di Ravenna in concomitanza con le esercitazioni di tiro, come può evincersi dalla allegata carta nautica, l'area interdetta alla navigazione preclude addirittura alle imbarcazioni di poter uscire dal porto, se non violando la predetta ordinanza;

pertanto i pescatori, peraltro violando le disposizioni impartite dalla capitaneria si vedono costretti a portare le loro imbarcazioni ad oltre 11 miglia dalla costa, con maggiori costi di esercizio ed evidente pericolo, per poter rimanere al di fuori dello spazio di mare precluso a navigazione e pesca;

le disposizioni impartite dalla autorità marittima, confliggono apertamente con quelle date dalle motovedette dell'esercito, che viceversa, in presenza dei tiri, invitano le imbarcazioni a rimanere al di fuori delle 4 miglia;

negli ultimi giorni vi è stata da parte della capitaneria una recrudescenza dei controlli, con numerosi verbali levati ad imbarcazioni ritrovate entro lo spazio delle 11 miglia;

la situazione di cui sopra non può evidentemente perdurare, essendo di grave pregiudizio alle ragioni del «lavoro» che a parere di chi scrive, devono avere certamente priorità e privilegio rispetto all'esercizio di una attività, quella del poligono di tiro di cui ci si chiede il senso;

la zona a terra ricompresa entro due province, Ferrara e Ravenna e due comuni Comacchio e Ravenna, a partire da nord, dal Lido di Spina in direzione sud, interessa due distinti piani territoriali del parco del Delta del Po: il piano di stazione «Valli di Comacchio» fino alla sponda sinistra del fiume Reno, ed il Piano di Stazione «Pineta di San Vitale e Pialasse di Ravenna» per la restante parte dalla sponda destra del fiume Reno (e quindi fino anche a Casalborsetti);

inoltre le porzioni di territorio di spiaggia, pialasse e pinete fanno parte (sempre da nord verso sud) di due riserve naturali dello Stato la cui competenza è affidata al Corpo forestale, ufficio territoriale di Punta Marina (Ravenna): riserva naturale statale «Sacca di Bellocchio» per metà nel comune di Comacchio, per metà nel comune di Ravenna; il confine fra le due province è alcune centinaia di metri a nord della foce del cosiddetto canale «gobbino»-Bellocchio, risultando il tratto terminale di quest'ultimo nel territorio ravennate fino al Reno; Riserva Naturale Statale «Pineta di Ravenna», che inizia dalla sponda sud del Reno;

a suffragare l'importanza del sito sul piano ambientale e la presenza di vincoli incompatibili con l'attività esercitata nel poligono di tiro, si osserva che la zona fa parte di una più grande zona SIC (sito di interesse comunitario) e ZPS (zona di protezione speciale)-le cosiddette zone della rete Natura 2000;

questa zona, codice IT4060003 è denominata SIC ZPS «Vene di Bellocchio, Sacca di Bellocchio, Foce del Fiume Reno, Pineta di Bellocchio»; la zona SIC-ZPS comprende anche la zona mare ad est, per circa 300 metri dalla battigia;

a parere di chi scrive, la rumorosa e dannosa attività del poligono viene incomprensibilmente tollerata, in presenza di specifici divieti di legge, ed in palese violazione di norme poste a tutela e salvaguardia dell'ambiente e dell'avifauna;

infine, oltre all'incommensurabile danno di natura ambientale ed alla economia della pesca, la presenza del poligono, precludendo la navigazione nel tratto di mare antistante la costa, genera indubbi danni alla economia turistica dei lidi ravennati e comacchiesi -:

se intenda assumere iniziative che venga aperta la procedura per la soppressione del poligono di tiro Echo 346, che risulta in palese contrasto con la destinazione di parco naturale del territorio circostante, e con le ragioni della pesca e del turismo.(4-15676)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata lunedì 6 agosto 2012
nell'allegato B della seduta n. 677
All'Interrogazione 4-15676 presentata da
ALESSANDRO BRATTI

Risposta. - Vorrei precisare, in premessa, che Porto Garibaldi, situato a nord rispetto alla zona Echo 346, non ricade all'interno, di alcuna campana di sgombero.
In ragione di ciò, le esercitazioni svolte presso il poligono di Foce Reno (località Casal Borsetti - provincia di Ravenna) non arrecano pregiudizio alle attività d'istituto della citata infrastruttura portuale.
Ciò premesso, si rende noto che Foce Reno è un poligono permanente dai 1975 e, per quanto noto, non risulta che ci siano state manifestazioni di protesta sul piano ambientale o connesse alle attività di pesca.
Per contro, la presenza del poligono ha consentito di preservare la flora e la fauna locali, contribuendo a limitare il depauperamento paesaggistico che, invece, è stato riscontrato su altri litorali della costa.
Il poligono in argomento rappresenta una risorsa di fondamentale importanza per le attività di approntamento dell'Esercito, essendo l'unica infrastruttura addestrativa del centro-nord Italia nella quale è possibile utilizzare alcune specifiche tipologie di armi (individuali e di reparto di vario calibro).
Inoltre, è funzionale anche alle attività addestrative condotte da altre Forze armate/Corpi armati dello Stato.
A mero titolo informativo, si rappresenta che sono state 96 le giornate di utilizzo del poligono nel solo 1o semestre del 2012.
Con riferimento, invece, alla «rumorosa e dannosa attività del poligono... in presenza di specifici divieti di legge, ed in palese violazione di norme poste a tutela e salvaguardia dell'ambiente e dell'avifauna», si specifica che il regolamento del poligono è corredato di un disciplinare d'uso che, il 30 maggio 1996, è stato sottoscritto dal comandante del 6o comando operativo territoriale e dall'assessore alla programmazione, pianificazione ed ambiente della regione Emilia-Romagna.
Tale disciplinare, finalizzato proprio a regolare le attività addestrative sulla realtà locale, prevede all'articolo 2 la tacita proroga, a meno che una delle parti contraenti faccia specifica richiesta di revisione.
Pertanto, la presenza del poligono nell'attuale ubicazione è, a tutt'oggi, regolamentata ed autorizzata con l'accordo delle parti interessate, a dimostrazione del fatto che la Difesa si muove in un ambito di regole che tengono conto dei problemi dell'ambiente e dell'avifauna.
In considerazione di quanto sopra esposto, non si ritiene possibile porre in atto quanto richiesto dall'interrogante.

Il Ministro della difesa: Giampaolo Di Paola.