ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15533

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 614 del 29/03/2012
Firmatari
Primo firmatario: MARINELLO GIUSEPPE FRANCESCO MARIA
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 29/03/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 29/03/2012
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 29/03/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 05/04/2012
Stato iter:
22/11/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/11/2012
DE STEFANO CARLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/11/2012

CONCLUSO IL 22/11/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15533
presentata da
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO
giovedì 29 marzo 2012, seduta n.614

MARINELLO. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:

la normativa della direzione investigativa antimafia (DIA) attribuisce a questo organismo investigativo interforze una competenza monofunzionale di contrasto alle organizzazioni mafiose, nelle loro diverse declinazioni;

trattasi di un ufficio centrale che opera sull'intero territorio nazionale, al di fuori delle articolazioni gerarchiche, strutturali e territoriali del dipartimento;

la piena operatività della DIA è stata fortemente penalizzata anche dal mancato rispetto delle previsioni normative;

in particolare, ad esempio, nonostante la normativa istitutiva - preveda - per la copertura della pianta organica - un concorso unico nazionale riservato ad operatori con specifiche competenze in materia di contrasto alla criminalità organizzata, al fine di garantire l'accesso a persone altamente qualificate, attualmente il reclutamento avviene solo a chiamata diretta del personale, impoverendo così il livello professionale degli operatori;

la carenza di organico è perenne, considerato un organico attuale di circa 1300 persone a fronte di compiti che richiederebbero almeno 2500 unità;

a fronte di una crescente complessità delle attività di contrasto delle organizzazioni criminali di stampo mafioso, vi è stata di contro una costante riduzione dei fondi, passati dei 28 milioni di euro nel 2001 ai 9 milioni di euro nel 2012;

alle già note difficoltà di coordinamento e cooperazione con la polizia giudiziaria, si aggiunge la creazione di organismi che duplicano l'attività della direzione investigativa antimafia (GICEX; GICER; GITAV) con poteri di indagine meno incisivi e posti, anziché sotto la direzione investigativa antimafia, sotto la direzione centrale di polizia criminale -:

se il Governo non ritenga di dare piena attuazione alla normativa istitutiva della direzione investigativa antimafia, ad esempio il reclutamento del personale attraverso il previsto concorso nazionale;

quali iniziative il Governo intenda assumere per combattere seriamente l'infiltrazione nel tessuto economico sociale delle organizzazioni criminali, dotando la direzione investigativa antimafia delle necessarie risorse finanziarie per compiere appieno le missioni di contrasto alle mafie;

quali politiche si intendano attuare per evitare iniziative o provvedimenti estemporanei che vanno nella direzione opposta a quelle delle imprescindibili esigenze di un coordinamento efficiente.
(4-15533)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata giovedì 22 novembre 2012
nell'allegato B della seduta n. 722
All'Interrogazione 4-15533 presentata da
GIUSEPPE FRANCESCO MARIA MARINELLO

Risposta. - A vent'anni dalla sua costituzione, la Direzione investigativa antimafia mantiene il suo ruolo strategico per il contrasto alla criminalità organizzata, sia sul versante delle investigazioni preventive, sia su quello delle investigazioni giudiziarie su disposizione della direzione nazionale antimafia.
Per un'analisi dell'attuale situazione occorre tener conto delle modalità con le quali la normativa intervenuta in materia, in particolare dal 2008, ha inciso sulle competenze della Direzione investigativa antimafia, anche con riferimento ai rapporti con le Forze di polizia, nonché delle concrete strategie adottate e delle azioni di contrasto della criminalità nei settori di specifica competenza.
La Direzione investigativa antimafia ha uno spazio operativo di significativa valenza in settori specifici: oltre all'aggressione dei patrimoni di mafia, si evidenzia il ruolo propulsivo e propositivo nella conduzione di investigazioni giudiziarie che hanno consentito di incidere sui beni illecitamente accumulati dalla criminalità organizzata.
Peraltro, la nuova piattaforma normativa antimafia, la cui disciplina è confluita nel cosiddetto «codice antimafia», ha ulteriormente formalizzato, con norme primarie, la missione prioritaria affidata alla Direzione investigativa antimafia di aggressione di patrimoni mafiosi attraverso le «investigazioni preventive finalizzate ai sequestri dei patrimoni illeciti, lo sviluppo delle operazioni finanziarie sospette ed i monitoraggi degli appalti pubblici». Tale finalità viene perseguita anche grazie all'attività del consiglio generale per la lotta alla criminalità organizzata, cui è deputata l'elaborazione delle strategie di contrasto alla criminalità, la razionalizzazione delle risorse impiegate, nonché la periodica verifica dei risultati conseguiti.
Proprio per le considerazioni sin qui esposte appare evidente come non rientri nelle intenzioni del Governo procedere a un ridimensionamento della Direzione investigativa antimafia, anzi è stato potenziato il dispositivo territoriale attraverso l'istituzione di una sezione operativa a Bologna.
Nonostante le difficoltà economiche, verrà garantita l'operatività della nuova struttura, almeno in una prima fase ad invarianza della forza organica della Direzione investigativa antimafia, con una manovra delle risorse a disposizione.
Il Governo è ben consapevole del ruolo strategicamente rilevante svolto dagli uomini della Direzione investigativa antimafia e della necessità di migliorare la funzionalità e l'operatività della struttura, nonché tutelare la posizione dei dipendenti compatibilmente con le esigenze della finanza pubblica.
Pur in una fase di contenimento della spesa pubblica e di limitazione al turnover anche per il personale delle Forze di polizia, non è stata prevista alcuna riduzione dell'organico della Direzione investigativa antimafia. Di fronte all'urgente necessità di contenimento della spesa, il Governo con la legge di stabilità 2012 (legge n. 183 del 2011) ha preferito intervenire sul trattamento economico aggiuntivo ristabilendo così un principio di equità tra gli operatori di polizia. Gli appartenenti alle strutture territoriali delle Forze di polizia, infatti, non godono del trattamento economico accessorio percepito dal personale interforze della Direzione investigativa antimafia. E ciò anche quando il personale dell'arma dei carabinieri, della guardia di finanza, del corpo forestale dello Stato è chiamato a far parte di settoriali gruppi di lavoro che effettuano controlli antimafia sul territorio.
Occorre, tuttavia, evidenziare - rispetto a questa previsione - che è stato istituito un fondo volto al finanziamento di misure perequative per il personale appartenente al comparto sicurezza e difesa e al corpo nazionale dei vigili del fuoco, che interessa anche il personale appartenente alla Direzione investigativa antimafia.
Rispetto all'originario disegno della Direzione investigativa antimafia vi è stato un parziale scostamento nell'attuazione pratica dell'iniziale progetto.
È da escludere, tuttavia, che tale struttura abbia finito per sovrapporsi nell'ambito operativo e funzionale delle altre componenti del sistema della sicurezza. Il suo sviluppo nel tempo, è stato piuttosto orientato a farne emergere la vocazione specialistica, che non sembra aver sofferto, in maniera particolare, della mancanza di un'attribuzione esclusiva di compiti in materia di lotta alle mafie.
In tale contesto sono ovviamente indispensabili forme di raccordo che scongiurino sovrapposizioni disfunzionali per l'andamento e il buon esito delle indagini.
Fino ad oggi i risultati ottenuti nella lotta alla criminalità organizzata costituiscono un sintomo di un'efficace sinergia - anche sul piano dell'attività di investigazione delegata - tra le varie specialità costituite nell'ambito delle varie Forze di polizia.
Il patrimonio di professionalità espresso dagli operatori della sicurezza è indispensabile nelle attività di polizia giudiziaria che presentano un grado elevatissimo di complessità anche in ragione delle proiezioni internazionali e delle alleanze transnazionali che connotano la minaccia globale rappresentata dalle organizzazioni criminali.
La conoscenza del fenomeno, i successi investigativi degli ultimi anni, di cui è prova la cattura di pericolosi latitanti, e l'impegno costante nella ricerca di nuovi strumenti operativi hanno, infatti, portato all'adozione di progetti di contrasto sempre più flessibili ed adeguati.
In questo senso, riveste assoluta priorità il coordinamento investigativo, soprattutto nel corso delle indagini che si proiettano oltre i confini nazionali, in una piena condivisione del patrimonio informativo ed anche attraverso un convinto rafforzamento della cooperazione internazionale.
In questo ambito è stata realizzata una mappatura completa, a livello nazionale, dei sodalizi criminali e dei singoli affiliati operanti sul territorio, attraverso un progetto informatico denominato «M.a.cr.o.» (Mappe della criminalità organizzata). Già avviato, nei mesi scorsi, nelle province di Salerno, Benevento ed Avellino, il progetto sarà esteso, in prospettiva, a tutto il territorio nazionale, consentendo la condivisione delle informazioni acquisite nonché la quantificazione dei sodalizi e dei rispettivi affiliati.

Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Carlo De Stefano.