ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15528

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 613 del 28/03/2012
Firmatari
Primo firmatario: GIRLANDA ROCCO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 28/03/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 28/03/2012
Stato iter:
22/01/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/01/2013
BALDUZZI RENATO MINISTRO - (SALUTE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/01/2013

CONCLUSO IL 22/01/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15528
presentata da
ROCCO GIRLANDA
mercoledì 28 marzo 2012, seduta n.613

GIRLANDA. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

in data 26 marzo 2012 ha avuto luogo il decesso di Teresa Sunna, ventottenne di Barletta, dopo aver ingerito una sostanza acquistata sul noto portale di vendite on line Ebay come sorbitolo ed altre due donne sono state ricoverate in gravi condizioni dopo aver ingerito la stessa sostanza;

dopo questi gravi fatti Ebay ha bloccato la vendita di questa sostanza sull'intera rete mondiale e sono stati attivati, in Italia, controlli da parte dei Nas nonché inviti ai cittadini alla restituzione e alla non assunzione della sostanza eventualmente acquistata via web;

l'Agenzia del farmaco ha diffuso dati allarmanti, secondo i quali il proliferare di farmacie online sta accrescendo il numero di casi di rischio per la salute dei cittadini a seguito dei farmaci acquistati, sui quali non sono state fatte tutte le dovute analisi e controlli, poiché delle oltre 40mila farmacie online solo l'1 per cento risulta rispondente alle normative vigenti, mentre il 96,8 per cento del totale sarebbe completamente illegale;

la rete web è un luogo privilegiato per l'acquisto di sostanze illegali o non acquistabili presso le normali farmacie, anche a fronte dei costi ridotti e della pubblicità di certe sostanze in relazione alle quali il consumatore non è neanche adeguatamente informato dei rischi; si tratta ad esempio, delle sostanze connesse alla perdita di peso o all'implementazione delle facoltà e capacità fisiche e mentali;

negli ultimi anni sono stati diversi i casi drammatici di seri danni alla salute, oltre che di decessi, per cittadini che hanno assunto sostanze non vendibili in Italia senza un adeguato ed accurato controllo medico, andando ad alimentare un mercato illegale in crescita, facendo affidamento sulle assicurazioni fornite dai venditori stessi o dai riferimenti a norme sanitarie di altri Paesi, che consentono la vendita e l'assunzione, secondo apposite modalità, di farmaci o sostanze bandite in Italia;

portali telematici con un'ampia offerta di prodotti e farmaci, come nel caso di Ebay, che pure risulta essere uno dei portali maggiormente seguiti e monitorati dalla società stessa, necessitano un aumento della vigilanza sui prodotti in vendita, supportata da un'adeguata campagna di informazione per gli utenti, soprattutto i più giovani -:

se il fatto di Barletta rappresenti un caso isolato e di quali ulteriori elementi disponga al riguardo;

con quali modalità il Ministro ritenga opportuno agire per diffondere una più approfondita cultura dell'informazione circa i rischi dell'acquisto di farmaci e sostanze di natura sanitaria tramite il web, valutando l'opportunità di ricorrere anche ad apposite campagne nelle scuole;

quali siano le sostanze più a rischio per la salute dei consumatori presenti ed acquistabili sul web, ma non vendibili presso le farmacie del nostro Paese;

se, a fronte di questi drammatici episodi si intendano assumere iniziative per potenziare le sinergie tra le autorità sanitarie italiane ed il Ministero ed i maggiori portali telematici della rete;

quali iniziative di competenza si intendano assumere per verificare la legalità dell'amplissima percentuale di farmacie online;

se il Ministro intenda promuovere un confronto anche in sede europea per uniformare le modalità di vendita ed assunzione di farmaci e particolari sostanze per le quali ancora oggi vi sono discrepanze tra le legislazioni e normative dei diversi Paesi dell'Unione europea. (4-15528)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 22 gennaio 2013
nell'allegato B della seduta n. 739
All'Interrogazione 4-15528 presentata da
ROCCO GIRLANDA

Risposta. - Si risponde all'interrogazione parlamentare in esame, anche sulla base degli elementi acquisiti presso l'Agenzia italiana del farmaco (AIFA).
In merito all'episodio di Barletta, si segnala che il 30 marzo 2012 il Ministero della salute, sulla scia dell'iniziativa della «Food standards agency» (Fsa), l'agenzia per la sicurezza alimentare inglese, ha lanciato un'allerta sul sorbitolo ad uso alimentare venduto dalla ditta «Mistral», che ha sede ad Antrim, nell'Irlanda del Nord, e vende tali prodotti, sia tramite il suo sito web, che attraverso altri siti di e-commerce, come «eBay».
Il Ministero della salute ha invitato cittadini e imprese che avessero acquistato tali prodotti a rischio a non consumarli.
La «Mistral» ha, in ogni caso, cessato la distribuzione dei suoi prodotti venduti via internet. Nel Regno unito non sono state riportate segnalazioni di incidenti simili a quello avvenuto a Barletta, legati al consumo dei prodotti venduti dalla ditta in questione.
Tra le iniziative promosse dall'Aifa, si segnala un primo studio, finalizzato ad approfondire il fenomeno della vendita di medicinali attraverso Internet, realizzato nel 2007 in collaborazione tra Aifa e organizzazione mondiale della salute (World health organization-WHO). I risultati emersi dagli acquisti di controllo, effettuati da siti precedentemente individuati, hanno confermato che, nella grande maggioranza dei casi, i farmaci venduti attraverso il web sono contraffatti. Gli esiti di tale studio hanno, inoltre, consentito di caratterizzare meglio il fenomeno emergente, portando alla luce le diverse tipologie di farmacie presenti su Internet.
Successivamente, sono stati sviluppati due ulteriori approfondimenti:

il primo, realizzato dall'Aifa, in collaborazione con un'Agenzia di intelligence informatica (IT), finalizzato a caratterizzare ulteriormente il fenomeno delle farmacie on-line. Sulla base dei risultati conseguiti, è stato possibile delineare tre diverse tipologie di farmacie on-line, indicate come:

legali, autorizzate e controllate;

illegali, prive di autorizzazione e certificazione;

false, dedicate alla mera truffa;
il secondo, realizzato sempre dall'Aifa, in collaborazione con un'altra Agenzia di intelligence informatica (IT), mirato ad indagare le tecniche di promozione e diffusione di anabolizzanti e steroidi attraverso la rete dei social network.
È utile ricordare che, nonostante l'ampia diffusione del mercato elettronico, la propensione agli acquisti on-line da parte della popolazione italiana è inferiore rispetto a quella di altri paesi.
Nel settembre 2010, l'Aifa, al fine di approfondire tale questione, ha realizzato in collaborazione con un istituto privato, una ricerca su «L'acquisto on-line di farmaci in Italia: conoscenza, giudizi e diffusione», finalizzata a definire un quadro reale del problema.
Oltre alle attività sopra menzionate, sono state poste in essere dall'Aifa le ulteriori iniziative elencate di seguito:

la campagna di informazione, realizzata a livello nazionale da Impact Italia, allo scopo di informare il pubblico sui rischi legati all'acquisto di farmaci attraverso internet;

la realizzazione di un volume interamente dedicato al fenomeno della contraffazione farmaceutica, disponibile in versione italiana e inglese;

la gestione di eventi formativi «ad hoc» per gli operatori di forze di polizia e dogane che quotidianamente si confrontano con casi sospetti di contraffazione e/o importazione illegale.
Nel maggio 2011, l'agenzia ha, inoltre, siglato un memorandum d'intesa con il servizio privato statunitense di verifica e controllo delle farmacie on-line «LegitScript», l'unico riconosciuto ufficialmente dalle federazioni dei farmacisti, al fine di definire degli approcci operativi standard. Tale collaborazione ha già dato, nel breve tempo, importanti risultati, come testimoniato dalla chiusura di una serie di siti illegali localizzati negli Stati Uniti, ma realizzati con pagine in italiano e destinati, chiaramente, a fornire il nostro mercato.
Inoltre, in data 26 marzo 2012, è stato pubblicato nel sito dell'Aifa il comunicato stampa n. 228, da cui emergono dati decisamente confortanti.
Infatti, in Italia il fenomeno della contraffazione appare pressoché inesistente: la percentuale dei farmaci contraffatti presenti nel nostro mercato è pari allo 0,1 per cento grazie principalmente al sistema di tracciabilità del farmaco, che consente il monitoraggio, attraverso il bollino a lettura ottica, di ogni singola confezione nonché alle attività di prevenzione e contrasto portate avanti, ormai da diversi anni, dalla task-force Impact Italia.
Per quanto riguarda le sostanze più a rischio per la salute dei consumatori presenti ed acquistabili sul web, ma non vendibili presso le farmacie nel nostro Paese, l'Aifa ha precisato che il web rappresenta una finestra di accesso al mercato globale e rende quindi disponibili prodotti pericolosi, anche di ambito non farmaceutico.
Pertanto, un elenco esaustivo non è facilmente declinabile, considerando anche il fatto che molto spesso sono la dose o le modalità di assunzione a rendere rischioso, o addirittura letale, un prodotto. Il composto risultato tossico nel tragico caso di Barletta è infatti comunemente utilizzato come conservante alimentare.
L'aifa, altresì, dedica da tempo particolare attenzione al problema della contraffazione farmaceutica, anche riferito alle farmacie on-line illegali, che spesso sono responsabili della diffusione di prodotti contraffatti, non fabbricati in conformità alle norme GNIP (Good manufacturing practice) riconosciute a livello mondiale.
I risultati ottenuti fino ad oggi hanno permesso di tenere sotto controllo il mercato nazionale e, inoltre, l'Italia è considerata tra i paesi guida nella lotta alla contraffazione farmaceutica, come è testimoniato, tra l'altro, dal ruolo di coordinamento o presidenza ricoperto dall'Aifa nei principali gruppi di lavoro internazionali che si occupano del contrasto al fenomeno, come quelli che hanno contribuito allo sviluppo di due recenti strumenti normativi: la direttiva 2011/62 dell'Unione europea, che introduce modifiche in chiave anticontraffattiva al codice farmaceutico europeo, e la convenzione mediCrime del Consiglio d'Europa che introduce norme di diritto penale applicabili nei casi di falsificazione di prodotti sanitari.
Nello specifico, sebbene non sia possibile impedire, sistematicamente, il ricorso da parte dei pazienti a canali di approvvigionamento illeciti, sono state predisposte, tuttavia, attività continuative di investigazione, informazione al pubblico e formazione degli operatori, che hanno permesso di ridurre la portata del fenomeno e di procedere, altresì, a sequestri di farmaci illegali e alla chiusura di siti internet dediti a questo commercio pericoloso.
In generale, l'attenzione dedicata al fenomeno della contraffazione è testimoniata dall'istituzione, con determinazione Aifa del 2007, della già richiamata task-force nazionale Impact Italia, della quale fanno parte, oltre all'Aifa, anche il Ministero della salute, il comando carabinieri per la tutela della salute - NAS, l'Istituto superiore di sanità (ISS), l'agenzia delle dogane, il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero dell'interno attraverso la Polizia Criminale.
La struttura della task-force consente inoltre la partecipazione, per progetti mirati, anche di attori privati del settore e di associazioni non direttamente coinvolte.
Impact Italia ha promosso e promuove tuttora una serie di iniziative divulgative di formazione e informazione, finalizzate a contrastare il fenomeno. Con riferimento al legame esistente tra internet e la contraffazione farmaceutica, è opportuno sottolineare che, attualmente, la legislazione italiana vieta ogni possibile forma di compravendita di farmaci on-line. Si richiama, in tal senso, l'articolo 122 del testo unico delle leggi sanitarie (regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265) il quale stabilisce che «la vendita al pubblico di medicinali a dose o forma di medicamento non è permessa che ai farmacisti e deve essere effettuata nella farmacia sotto la responsabilità del titolare della medesima».
Pertanto, per poter acquistare un farmaco, la vendita deve essere effettuata da parte di un farmacista e l'acquisto deve avvenire presso un esercizio individuato (la farmacia), sotto la responsabilità del suo titolare.
A completare il quadro, si aggiungono le previsioni contenute nell'articolo 5 del decreto-legge n. 223 del 2006, convertito con modificazioni dalla legge 4 agosto 2006, n. 248, recante interventi urgenti nel campo della distribuzione di farmaci, il quale dispone che gli esercizi commerciali di piccola, media e grande struttura (cosiddetta «parafarmacie») possono effettuare attività di vendita al pubblico dei farmaci da banco o di automedicazione e che la vendita deve essere effettuata nell'ambito di un apposito reparto, con l'assistenza di uno o più farmacisti abilitati all'esercizio della professione ed iscritti al relativo ordine.
La ratio di tali disposizioni si rinviene, sostanzialmente, nella necessità di fornire al cliente-paziente un'assistenza qualificata nell'acquisto del farmaco, come espressamente previsto in diverse disposizioni del decreto legislativo n. 219 del 2006, (articolo 77 comma 1, lettera d), punto 8; articolo 96, comma 2 e articolo 121, comma 2).
L'esistenza di un quadro normativo comunque consolidato non è di per sé un deterrente sufficiente contro il ricorso dei pazienti italiani a farmacie on-line estere, e le attività di contrasto diretto ai siti illegali incontrano difficoltà anche in considerazione dei problemi connessi alla localizzazione territoriale dei siti web e, conseguentemente, della legislazione applicabile alle transazioni tramite questi operate (spesso il luogo di ubicazione del server non coincide con la sede legale del venditore) e dei vincoli che non consentono di effettuare controlli approfonditi sulle transazioni commerciali. Ciò rende di fatto possibile portare a termine l'acquisto di un farmaco on-line, sia dall'Europa che da paesi terzi - ove la vendita potrebbe a tutti gli effetti essere legale.
Occorre, inoltre, rilevare che in Italia e in molti altri Paesi esiste una lacuna normativa in questo specifico settore rispetto alla legalizzazione delle farmacie on-line e alle conseguenti azioni per contrastare quelle non autorizzate; tra gli elementi che rendono complesse tali attività, vanno citati la «volatilità» delle farmacie on-line e l'assenza di confini precisi (un farmaco contraffatto è acquistato attraverso internet da utenti di un determinato Paese, è prodotto in altri Paesi e transita attraverso altri Paesi ancora).
La difficoltà nel disciplinare tale situazione rimarca l'esigenza di un approccio multisettoriale e cooperativo a livello internazionale.
Una soluzione a tale carenza sarà presto rappresentata, almeno in parte, dal recepimento, da parte degli Stati membri, delle modifiche apportate alla direttiva 2001/83 dell'Unione europea, dalla successiva direttiva 2011/62 dell'Unione europea che prevede una maggior regolamentazione delle farmacie on-line; l'Aifa ritiene che, in prima applicazione, le misure delineate nella nuova direttiva rappresentino già un apparato sufficiente alla regolazione del settore, che potrà essere reso più stringente una volta effettuata la valutazione dell'efficacia della stessa direttiva, che risulta prevista anche nell'atto normativo in questione.
Pertanto, si assicura che si stanno compiendo tutti gli sforzi necessari affinché episodi come quello oggetto della presente interrogazione siano gestiti con la massima efficacia, riducendo al minimo ogni possibile rischio per la salute pubblica.

Il Ministro della salute: Renato Balduzzi.