ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15407

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 608 del 21/03/2012
Firmatari
Primo firmatario: JANNONE GIORGIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 21/03/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE 21/03/2012
MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI 26/04/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 07/08/2012
Stato iter:
07/08/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 07/08/2012
PASSERA CORRADO MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 07/08/2012

RISPOSTA PUBBLICATA IL 07/08/2012

CONCLUSO IL 07/08/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15407
presentata da
GIORGIO JANNONE
mercoledì 21 marzo 2012, seduta n.608

JANNONE. -
Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

la conferma della recessione tecnica dell'Italia arriva dall'Istat, che però, nel contempo, annuncia: «La crescita per l'intero 2011 è stata dello 0,5 per cento» e non dello 0,4 per cento stimato a febbraio. Tradotto: la situazione economica è peggiorata da giugno dello scorso anno, con lo scoppio della crisi internazionale e due trimestri consecutivi in calo, ma c'è spazio per sperare in una lieve ripresa nella seconda parte del 2012. La crescita acquisita per l'anno in corso, quella che si verificherebbe per il puro effetto trascinamento del 2011 se in tutti e quattro i trimestri dell'anno si registrasse crescita zero, è infatti ancora negativa e pari a -0,5 per cento, in miglioramento, però, rispetto alla stima preliminare del 15 febbraio quando si era fermata a -0,6 per cento;

nel dettaglio, nel 2011, il prodotto interno lordo è cresciuto dello 0,5 per cento, in netta frenata rispetto all'1,8 per cento registrato nel 2010. L'istituto di statistica precisa che si fa riferimento al prodotto interno lordo espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per effetti di calendari e destagionalizzato. Rispetto alla stima preliminare del 15 febbraio il congiunturale viene confermato, mentre il tendenziale viene rivisto in miglioramento. Quanto all'intero 2011 l'Istat ricorda che il dato grezzo diffuso il 2 marzo indica una crescita dello 0,4 per cento. L'ultima previsione del Governo stimava, invece, un prodotto interno lordo nel 2011 a +0,6 per cento. Negli ultimi tre mesi dello scorso anno sono calate, su base congiunturale, tutte le componenti della domanda interna: le importazioni si sono ridotte del 2,5 per cento e le esportazioni rimaste stazionarie. La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto un punto percentuale alla crescita del prodotto interno lordo (-0,4 i consumi delle famiglie, -0,1 la spesa della pubblica amministrazione e -0,5 gli investimenti fissi lordi). Anche la variazione delle scorte ha contribuito negativamente alla crescita del prodotto interno lordo (-0,4 punti percentuali), mentre il contributo della domanda estera netta è stato positivo per 0,7 punti percentuali. Dal lato dell'offerta, si rilevano andamenti congiunturali negativi per il valore aggiunto dell'industria (-1,7 per cento) e dei servizi (-0,1 per cento), mentre il valore aggiunto dell'agricoltura è aumentato dello 0,5 per cento;

nel confronto internazionale, riferito al quarto trimestre, il prodotto interno lordo è aumentato in termini congiunturali dello 0,7 per cento negli Stati Uniti e dello 0,2 per cento in Francia, mentre è diminuito dello 0,2 per cento in Germania e nel Regno Unito e dello 0,6 per cento in Giappone. In termini tendenziali, si è registrato un aumento del 2 per cento in Germania, dell'1,6 per cento negli Stati Uniti, dell'1,4 per cento in Francia e dello 0,7 per cento nel Regno Unito, mentre il prodotto interno lordo è diminuito dell'1,0 per cento in Giappone. Nel complesso, il prodotto interno lordo dei Paesi dell'area Euro è diminuito dello 0,3 per cento rispetto al trimestre precedente ed è aumentato dello 0,7 per cento nel confronto con lo stesso trimestre del 2010. Attività economica in crescita invece per i Paesi dell'area Ocse a gennaio: il superindice calcolato dall'organizzazione con sede a Parigi è salito a 100,9 punti dai 100,5 di dicembre. Il dato, che resta inferiore di 1,6 punti rispetto a un anno fa, continua a segnalare un «cambiamento positivo» nel trend economico dell'area. «Possibile cambio positivo» anche per l'Eurozona, il cui indice è salito di 0,2 punti a 98,7, e l'Italia (+0,4 a 96,6). Sebbene le economie trainanti restino Stati Uniti (+0,7 a 102,5) e Giappone (+0,5 a 102,6), l'Ocse sottolinea che «segnali più forti, anche se timidi, stanno cominciando a emergere in tutte le principali economie Ocse e per l'Eurozona nel suo insieme». Nel dettaglio degli altri Paesi Ocse, invariato a 99,4 punti il dato del Canada, mentre la Francia segna +0,3 a 99,1, la Germania +0,1 a 98,1, il Regno Unito +0,1 a 98,9. Al di fuori dell'area, i dati indicano «segnali più forti di cambiamento positivo» per India (+0,7 a 96,7) e Russia (+0,2 a 102,1), mentre la Cina vive un rallentamento (-0,6 a 98,4) e il Brasile una «crescita al di sotto della media» (-0,2 a 93,2). Nell'insieme, le prime sette economie mondiali fanno segnare +0,5 a 101,2, mentre le cinque principali economie asiatiche (Cina, India, Indonesia, Giappone e Corea del Sud) registrano in gennaio un dato invariato a 99,1 -:

quali iniziative i Ministri intendano adottare al fine di incentivare la ripresa economica italiana, con particolare riguardo alle realtà imprenditoriali del nostro Paese. (4-15407)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 7 agosto 2012
nell'allegato B della seduta n. 678
All'Interrogazione 4-15407 presentata da
GIORGIO JANNONE

Risposta. - In relazione all'interrogazione in esame, con il quale l'interrogante chiede di conoscere quali iniziative il Governo intenda adottare al fine di incentivare la ripresa economica italiana, con particolare riguardo alle realtà imprenditoriali del nostro Paese, si rappresenta quanto segue.
Il Governo ha varato numerose misure mirate a stimolare l'economia, pur nel rispetto dei vincoli sul bilancio pubblico, rafforzati dall'approvazione del «Six Pack» e del «Fiscal Compact».
In particolare, il Governo sta promuovendo seguendo le linee indicate dalla commissione europea nel rapporto su «L'Italia e la sfida dell'alto debito/bassa crescita», nel quale si raccomanda di avviare un pacchetto di riforme che diano impulso alla crescita senza tuttavia trascurare l'equità sociale.
Seguendo le raccomandazioni della Commissione europea e degli altri organismi internazionali, il Governo, per rilanciare lo sviluppo, ha dunque puntato su un miglioramento delle condizioni generali in cui le imprese si trovano ad operare, piuttosto che su nuovi sussidi per le imprese.
In primo luogo, i Governi che si sono succeduti in questa delicatissima fase del ciclo economico avevano già varato una serie di provvedimenti che miravano ad un uso più efficiente delle risorse pubbliche liberate dalla riduzione strutturale della spesa pensionistica, da una più efficace lotta all'evasione fiscale e da una revisione complessiva della composizione della spesa pubblica (cosiddetto spending review).
Nel contempo si sta procedendo al progressivo spostamento del peso dei tributi, dai fattori produttivi che generano la crescita (lavoro ed imprese) verso i consumi e le proprietà, che hanno un minore impatto sullo sviluppo, inoltre, una significativa azione regolamentare e numerosi provvedimenti di liberalizzazione e di stimolo alla concorrenza consentiranno di ridurre gli oneri impropri gravanti su cittadini e imprese, liberando ulteriori risorse per usi più produttivi.
In particolare, già il cosiddetto decreto «Salva Italia», accanto a provvedimenti di emergenza con effetti necessariamente restrittivi sulla dinamica del PIL, conteneva anche alcune misure a favore dello sviluppo. Tra queste si ricordano: l'aiuto per la crescita economica (ACE), che incoraggia e defiscalizza le nuove iniezioni di capitale effettuate dalle società; la deducibilità dell'intera componente del lavoro dall'IRAP per le società che assumono nuovi addetti, soprattutto se donne, giovani e nel Meridione per un importo di 4,5 miliardi fino al 2012; la creazione di un'agenda per l'internalizzazione delle imprese; il rifinanziamento del fondo di garanzia per le piccole imprese di euro 400 milioni per ogni anno a partire dal 2012 fino al 2014; le detrazioni per interventi di ristrutturazione, di efficientemente energetico e per le spese conseguenti a calamità naturali.
Con i successivi decreti, denominati rispettivamente «Cresci Italia» e «Semplifica Italia», l'attuale Governo ha perseguito più direttamente l'obiettivo di stimolare e facilitare l'attività delle imprese, con misure di liberalizzazione dei servizi e di riduzione degli oneri burocratici.
In particolare, il decreto «Semplifica Italia», approvato in via definitiva il 4 aprile 2012, mira a cambiare radicalmente i rapporti tra Pubblica amministrazione, cittadini ed imprese, liberando, altresì, risorse preziose per lo sviluppo grazie al miglioramento dell'ambiente imprenditoriale. Il provvedimento contiene una serie di interventi volti ad alleggerire il carico degli oneri burocratici gravanti sui cittadini e sulle imprese e a stimolare lo sviluppo di alcuni settori strategici al fine di rilanciare la crescita economica.
In tal senso è stata prevista l'eliminazione di un numero consistente di norme che ponevano a carico di cittadini e imprese oneri molto significativi e difficilmente giustificabili.
È stato altresì previsto il ricorso generalizzato ai poteri sostitutivi a richiesta dei privati cittadini, in caso di inerzia dell'Amministrazione.
Inoltre il Governo sta valutando di anticipare l'attuazione della direttiva sui pagamenti della pubblica amministrazione, i cui ritardi mettono in difficoltà molte imprese.
Con il decreto denominato «Cresci Italia» il Governo ha inteso rimuovere due grandi vincoli che hanno compresso per decenni il potenziale di crescita dell'Italia: l'insufficiente concorrenza dei mercati e l'inadeguatezza delle infrastrutture.
Nel citato provvedimento la crescita economica è stimolata anzitutto con l'eliminazione dei vincoli burocratici (nulla osta, autorizzazioni, licenze) che ostacolano l'avvio delle attività d'impresa. Si è in tal senso provveduto all'abolizione delle autorizzazione e delle licenze per l'apertura di nuove attività commerciali e dei limiti imposti al loro numero, salvo i casi in cui ciò sia giustificato da un rilevante interesse pubblico. Inoltre è stata prevista una versione semplificata delle società a responsabilità limitata con capitale sociale di un euro, al fine di favorire i giovani imprenditori e le imprese di nuova formazione.
Lo stesso decreto prevede la liberalizzazione dei servizi professionali, con l'abolizione delle tariffe professionali e minori vincoli per l'apertura di nuove farmacie e studi notarili.
Sono state inoltre introdotte, al fine di ridurre il costo di numerosi servizi di imprese, anche una serie di misure per limitare il potere degli albi professionali di applicare clausole contrattuali contrarie al pubblico interesse.
Il decreto introduce anche la liberalizzazione e lo scorporo della «rete» nel settore del gas, nonché una maggiore concorrenza sul mercato dell'elettricità per l'energia da fonti rinnovabili.
Il potere delle autorità garanti della concorrenza sui servizi pubblici è stato rafforzato e sono stati introdotti incentivi per aumentare l'efficienza dei servizi e favorire il consolidamento delle aziende di servizio pubblico locali. Nel settore dei servizi bancari ed assicurativi è stata introdotta una maggiore concorrenza, intensificando, altresì, la lotta alle frodi.
L'autorità per l'energia elettrica ed il gas sarà trasformata in un'autorità delle industrie a rete e regolamenterà anche le autostrade, le ferrovie, i porti, gli aeroporti, i trasporti locali e i taxi.
Tutto ciò naturalmente comporterà un impatto sostanziale sui costi di approvvigionamento, produzione e distribuzione sopportati dalle imprese.
Il Governo ha anche introdotto misure volte a favorire l'afflusso di capitali privati, quali la nuova regolamentazione dei «project bonds», il sostegno alle partenrships pubblico-privato nelle grandi opere pubbliche e alcuni provvedimenti specifici per il settore dell'edilizia.
Inoltre, dal momento che la tutela dell'ambiente è una straordinaria opportunità di sviluppo per il Paese, il Governo, pur nella difficile congiuntura economica, ha mantenuto nel programma nazionale di riforma l'obiettivo di ridurre del 13,46 per cento l'impiego di energia primaria al 2020. È stata confermata l'operatività del «Fondo di Kyoto» dal marzo 2012, con una dotazione di 600 milioni di euro, allo scopo di realizzare interventi di riduzione delle emissione di gas serra. Un uso efficiente delle risorse può infatti creare nuove opportunità di fare impresa e migliorare la competitività delle aziende, riducendo il peso dei costi di approvvigionamento dell'energie e limitando anche l'esposizione alle oscillazione dei prezzi internazionali.
Da ultimo è stato pubblicato, nella Gazzetta Ufficiale del 26 giugno 2012, il decreto-legge n. 83 del 22 giugno 2012, contenente un pacchetto di misure urgenti e strutturali per stimolare il rafforzamento della competitività, la ripresa della domanda e lo stimolo al dinamismo imprenditoriale.
Le principali misure adottate riguardano:

le agevolazioni fiscali per lavori di ristrutturazioni: è stato previsto l'innalzamento, fino al 30 giugno 2013, delle soglie di detrazione IRPEF al 50 per cento (attualmente è prevista al 36 per cento) per lavori fino a 96 mila euro (attualmente fino a 48 mila euro), per favorire interventi di ristrutturazione edilizia;

le agevolazioni fiscali per interventi di riqualificazione energetica: è stata consentita dal 1° gennaio 2013 al 30 giugno 2013 la detrazione di imposta del 50 per cento per le spese per interventi di riqualificazione energetica (fino al 31 dicembre 2012 resta valida la detrazione pari al 55 per cento;

il ripristino dell'IVA per cessioni e locazioni di nuove costruzioni: la norma abolisce il limite temporale dei cinque anni, prevedendo quindi che le cessioni o locazioni di nuove abitazioni effettuate direttamente dai costruttori siano sempre assoggettate ad IVA, consentendo di conseguenza alle imprese di avvalersi della compensazione;

l'apertura al mercato dei capitali per le società non quotate: viene incentivata l'emissione di cambiali finanziarie, obbligazioni e titoli similari e obbligazioni partecipative subordinate tramite la previsione di sponsor che garantiscano la liquidità dei mercati. In particolare viene fissato nel totale dell'attivo circolante il limite quantitativo di emissione, viene modificata la durata delle cambiali finanziarie (il termine inferiore viene ridotto a un mese e quello superiore viene aumentato a diciotto mesi), viene prevista la possibilità di dematerializzare i titoli e viene esteso alle cambiali finanziarie il regime fiscale previsto per le obbligazioni;

la revisione della legge regolatrice del diritto fallimentare: è stata introdotta, con l'obiettivo di promuovere l'emersione anticipata della crisi delle imprese, una misura che introduce la facoltà di depositare un ricorso contenente la mera domanda di concordato preventivo, senza la necessità di produrre contestualmente tutta la documentazione finora richiesta.

il recupero delle risorse per lo sviluppo: è previsto il riordino del fondo speciale rotativo sull'innovazione tecnologica, che verrà denominato fondo per la crescita sostenibile, e avrà il compito di finanziare programmi e interventi per la competitività e il sostegno dell'apparato produttivo. Inoltre sono state abrogate 43 norme di agevolazione alle imprese e semplificati i meccanismi per circa 27.000 operazioni di agevolazione alle imprese in capo al Ministero dello sviluppo economico.

Il Ministro dello sviluppo economico: Corrado Passera.