ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15377

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 607 del 20/03/2012
Firmatari
Primo firmatario: SBAI SOUAD
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 20/03/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 20/03/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 07/08/2012
Stato iter:
07/08/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 07/08/2012
DI PAOLA GIAMPAOLO MINISTRO - (DIFESA)
Fasi iter:

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 07/08/2012

RISPOSTA PUBBLICATA IL 07/08/2012

CONCLUSO IL 07/08/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15377
presentata da
SOUAD SBAI
martedì 20 marzo 2012, seduta n.607

SBAI. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:

i fatti di sangue e di intolleranza sono ormai in Afghanistan all'ordine del giorno;

le proteste per il rogo dei volumi del Corano hanno rivelato ancora una volta quale clima vi sia per i soldati stranieri in Afghanistan;

il Parlamento afghano ha chiesto al presidente Hamid Karzai di revocare l'accordo che garantisce l'immunità nel Paese ai militari stranieri;

se fosse approvata questa richiesta, ogni soldato presente sul territorio afghano sarebbe a rischio di essere accusato e condannato arbitrariamente;

in Iraq questa clausola non è stata mai approvata e gli Usa sono stati costretti, per questo e altri motivi, a lasciare il Paese;

l'Italia mantiene ancora in terra di Afghanistan contingenti militari costantemente esposti a rischio;

proprio i contingenti italiani verrebbero presi di mira per ogni azione anche di tutela della pace sul territorio -:

se il Governo non ritenga di valutare con attenzione, nel caso tale richiesta venga approvata, il permanere delle condizioni per la presenza in Afghanistan dei militari italiani esposti a rischi che non vengono contemplati nelle regole d'ingaggio delle missioni militari all'estero.
(4-15377)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 7 agosto 2012
nell'allegato B della seduta n. 678
All'Interrogazione 4-15377 presentata da
SOUAD SBAI

Risposta. - Il quadro giuridico delle relazioni che si istaurano fra lo Stato sul cui territorio si svolge una missione militare internazionale ed i Paesi che ad essa contribuiscono, trova riferimento in una molteplicità di strumenti giuridici (mandato, accordi, eccetera) negoziati, di massima, dalle organizzazioni internazionali per la sicurezza e la difesa (ONU, NATO, UE, eccetera) sotto la cui egida si svolge la missione stessa.

La prassi è quella di ricorrere a specifiche intese, note come Status of force agreements (SOFA), che regolano tutti gli aspetti relativi alla permanenza e all'operato dei contingenti, ivi compreso lo status giuridico del personale.
ISAF (International security assistance force), costituita a seguito delle risoluzioni ONU n. 1386 del 20 dicembre 2001 e n. 1510 del 2003, è una missione militare internazionale che trova fondamento giuridico su un mandato di peace-enforcement ai sensi del capitolo VII della Carta delle Nazioni unite, ed è guidata dalla NATO dall'11 agosto 2003.
Gli aspetti giuridici che riguardano le relazioni tra ISAF e le Autorità afghane sono regolati, tra l'altro, da un accordo tecnico-militare (MTA) concordato tra l'autorità transitoria locale (Ministro degli interni) e il Comandante militare di ISAF pro-tempore nel gennaio 2002.
In linea generale, l'accordo conferisce al personale interessato le immunità di cui godono gli «esperti in missione», secondo la Convenzione dell'ONU del 1946 sui privilegi e le immunità.
Nel confermare il ruolo a lungo termine della NATO nel processo di riforma dello stato afghano, il 6 settembre 2006, il presidente Karzai ed il Segretario generale dell'Alleanza pro-tempore hanno firmato la «Declaration by NATO and the Islamic Republic of Afghanistan» nella quale si afferma la validità dell'accordo tecnico-militare del 2002 (la cui applicazione è monitorata da un organismo di coordinamento comune) e si auspica, l'avvio della discussione per un accordo sullo status delle forze della NATO che, al momento, risulta in fase di negoziazione.
Nel recente vertice di Chicago, infine, è stato approvato il «Nato strategic plan for Afghanistan», nel quale, con riferimento al post 2014, viene ribadito l'impegno a definire un SOFA che assicuri idonee garanzie di carattere giuridico al personale delle Nazioni che contribuiscono alla forza multinazionale di ISAF.
Per quanto sopra esposto, si assicura che lo status giuridico della presenza dei nostri militari in Afghanistan, nell'ambito della missione di ISAF, è oggetto di doverosa e costante attenzione da parte del Governo e non presenta elementi di criticità.

Il Ministro della difesa: Giampaolo Di Paola.