ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15262

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 600 del 08/03/2012
Firmatari
Primo firmatario: DI STANISLAO AUGUSTO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 08/03/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 08/03/2012
Stato iter:
09/07/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 09/07/2012
DE MISTURA STAFFAN SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 09/07/2012

CONCLUSO IL 09/07/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15262
presentata da
AUGUSTO DI STANISLAO
giovedì 8 marzo 2012, seduta n.600

DI STANISLAO. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:

il segretariato del Consiglio nazionale della resistenza iraniana ha recentemente denunciato la trasformazione di Camp Liberty in una prigione e le umilianti persecuzioni;

è stato lanciato un appello con una raccolte di firme da inviare all'ONU e all'Unione europea;

nell'appello si legge che pochi giorni dopo il trasferimento di 400 residenti di Ashraf a Camp Liberty tutti i segnali indicano che Liberty è una prigione ad altissima sicurezza e che questo progetto di trasferimento mira all'annientamento dell'opposizione legittima e democratica al regime dispotico che governa l'Iran;

il Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite aveva dichiarato, nel suo intervento del 31 gennaio 2012, che le infrastrutture di questo campo rispettavano gli standard umanitari, ma la realtà è esattamente l'opposto;

il campo soffre di una gravissima mancanza di acqua potabile ed elettricità. Una fossa settica aperta produce degli odori intollerabili ed inquinamento, minacciando seriamente la salute dei residenti. Questa fossa non può essere svuotata. Le roulottes sono sudice e fatiscenti e la maggior parte di esse è inutilizzabile;

l'appello si rivolge al Segretario Generale delle Nazioni Unite, al Segretario di Stato degli Stati Uniti e al Rappresentante dell'Unione europea per: condannare decisamente le azioni vergognose del governo iracheno; rivolgersi al Rappresentante Speciale del Segretario Generale affinché divenga imparziale e, accantonando le considerazioni politiche, difenda i diritti dei rifugiati iraniani e rompa il suo silenzio di fronte alle misure oppressive del Governo iracheno; fornire le assicurazioni minime ai residenti ed in particolare convincere il Governo iracheno a trasferire tutte le forze irachene all'esterno delle mura perimetrali del campo. Senza queste assicurazioni, nessun altro andrà da Ashraf a Camp Liberty e quelli che ci sono andati chiederanno di ritornare ad Ashraf, soprattutto perché queste condizioni sono totalmente inaccettabili per le donne musulmane -:

se e come il Governo intenda appoggiare l'appello rivolto alle Nazioni Unite e all'Unione europea per evitare che Camp Liberty si trasformi in una prigione e che si compia una catastrofe umanitaria annunciata. (4-15262)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata lunedì 9 luglio 2012
nell'allegato B della seduta n. 662
All'Interrogazione 4-15262 presentata da
AUGUSTO DI STANISLAO

Risposta. - Come chiarito nella premessa dell'interrogazione, essa si basa su un appello rivolto alle Nazioni unite dal consiglio nazionale della resistenza iraniana (CNRI), meglio noto come organizzazione dei «Mojahedin del Popolo» (MEK o MKO), un gruppo che il governo degli Stati Uniti ritiene di natura terroristica e a cui Saddam Hossein, negli anni ottanta, aveva concesso armi e infrastrutture, tra le quali il vasto e ben fornito centro urbano nei pressi del confine con l'Iran, denominato Camp Ashraf.
In base a tale appello, il sito di permanenza temporanea in cui verranno progressivamente trasferiti i circa 3.200 residenti di Camp Ashraf in vista del loro reinsediamento in paesi terzi, sarebbe una «prigione» in cui non verrebbero rispettati gli «standard umanitari».
Le affermazioni dell'MKO contraddicono quanto verificato sul campo dalle Nazioni Unite, che il 25 dicembre 2011, hanno concluso un memorandum di intesa con il governo iracheno per garantire il rispetto dei diritti umani dei rifugiati iraniani in Iraq.
Camp Liberty è un'area di 2,5 chilometri nei pressi dell'aeroporto di Baghdad. Fino a pochi mesi fa essa ospitava una base statunitense, ed è per questo interamente recintata e fornita di alloggi, mensa, strutture mediche adeguatamente equipaggiate, secondo quanto attestato dalle relazioni degli esperti della missione di assistenza delle nazioni per l'Iraq (Unami) che visitano regolarmente la struttura. È peraltro possibile che al suo interno si possano essere registrate temporanee mancanze di acqua ed elettricità, come peraltro avviene anche nel resto della città di Baghdad, e che, rispetto a Camp Ashraf, la qualità della vita possa risultare peggiore, risentendo negativamente del difficile contesto logistico della capitale irachena, caratterizzato dagli elevatissimi rischi di sicurezza a cui sono esposte tutte le strutture che accolgono gli appartenenti alla Comunità internazionale.
Le forze dell'ordine irachene, chiamate dalle proprie autorità democraticamente elette a gestire una situazione che riguarda stranieri, saranno tenute a rispettare i princìpi umanitari sanciti dal diritto internazionale, sotto la supervisione dell'alto commissariato delle nazioni unite per i rifugiati (Unhcr).
L'Italia, come il resto dei Paesi partners dell'Unione Europea, sostiene senza riserve l'operato del rappresentante speciale del segretario generale delle nazioni unite nel paese, il diplomatico tedesco Martin Kobler, il cui encomiabile impegno a tutela dei diritti individuali dei residenti a Camp Ashraf ha già contribuito in modo determinante allo svolgimento pacifico ed ordinato del trasferimento di ben 1.200 profughi iraniani a Camp Liberty.
Lo scorso 23 marzo, nel corso di una riunione appositamente convocata presso la sede delle nazioni unite a Ginevra, Kobler ha rivolto un pressante appello alla responsabilità della Comunità internazionale affinché accolga i profughi iraniani e contribuisca ai costi di mantenimento di Camp Liberty, stimati dall'Unhcr in circa 40,5 milioni di dollari. In tale occasione il Governo italiano ha riconfermato il proprio sostegno all'azione svolta dalle nazioni unite per la ricerca di una soluzione negoziata per Camp Ashraf in grado di permettere all'Iraq di ripristinare l'esercizio della propria sovranità su tutto il proprio territorio senza pregiudizio per i diritti umani dei profughi iraniani. L'Italia, d'intesa con la Comunità internazionale e nell'ambito dell'Unione europea, è pronta a fare la sua parte per favorire una positiva soluzione della vicenda.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Staffan de Mistura.