ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15126

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 595 del 29/02/2012
Firmatari
Primo firmatario: CIRIELLI EDMONDO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 29/02/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 29/02/2012
MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI 06/03/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 26/04/2012
Stato iter:
24/05/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/05/2012
DE MISTURA STAFFAN SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 24/05/2012

CONCLUSO IL 24/05/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15126
presentata da
EDMONDO CIRIELLI
mercoledì 29 febbraio 2012, seduta n.595

CIRIELLI. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri, al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:

il 15 febbraio 2012 la petroliera italiana «Enrica Lexie», in navigazione al largo delle coste indiane restava coinvolta in un incidente i cui dettagli sono ancora in via di definizione;

a seguito del suddetto incidente, due fucilieri del reggimento «San Marco» della Marina militare italiana, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, in servizio di scorta alla petroliera nell'ambito di una regolare ed autorizzata missione di contrasto alla pirateria, venivano ritenuti coinvolti nella morte di due pescatori indiani e, per questo, venivano tratti in custodia giudiziaria, interrogati e posti in stato di fermo dalla polizia indiana in attesa del processo;

tuttavia, la versione dell'incidente resa dalle autorità indiane confligge con quella sostenuta dalle competenti autorità italiane, secondo cui i due marò arrestati si sarebbero limitati a sparare dei colpi di avvertimento per respingere un attacco di pirati che avrebbero tentato l'arrembaggio della nave Enrica Lexie;

inoltre, come confermato più volte dalle autorità civili e militari italiane, l'incidente sarebbe avvenuto in acque internazionali, precisamente a 32 miglia dalla costa indiana, sicché tale localizzazione farebbe venir meno la giurisdizione indiana a favore di quella italiana. Non si comprende il motivo per il quale si è consentito che i due marò sbarcassero in territorio indiano;

allo stato attuale, i due marò italiani restano in stato di fermo da parte delle autorità indiane, mentre il mercantile italiano è stato costretto ad attraccare presso il porto indiano di Kochi e sequestrato, in attesa del processo, che dovrebbe celebrarsi innanzi all'Alta Corte dello Stato indiano del Kerala;

qualora dovesse realmente celebrarsi un processo sotto la giurisdizione indiana, in base a quanto dispone il codice penale indiano i due marò italiani rischierebbero anche la pena di morte;

in attesa che si faccia chiarezza sull'accaduto e possa emergere una verità oggettiva, l'incidente in questione, oltre a rendere piuttosto delicata la posizione dei due marò italiani, rischia di provocare il sorgere di una crisi internazionale tra Italia ed India -:

di quali ulteriori informazioni disponga il Governo circa l'esatta determinazione dell'accaduto;

quali siano le ragioni per le quali è stato consentito lo sbarco dei due fucilieri in territorio indiano ed eventualmente di chi siano le responsabilità di quella che appare all'interrogante una palese violazione delle norme che regolano la vicenda;

quali iniziative di competenza si intendano assumere nei confronti dei responsabili di tali eventuali violazioni;

quali iniziative urgenti si ritenga di assumere al fine di salvaguardare la posizione dei due marò italiani coinvolti, facendo valere la giurisdizione italiana ed impedendo il sorgere di una crisi internazionale tra Italia ed India. (4-15126)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata giovedì 24 maggio 2012
nell'allegato B della seduta n. 638
All'Interrogazione 4-15126 presentata da
EDMONDO CIRIELLI

Risposta. - Il Ministero degli affari esteri, oltre a continuare ad operarsi a diversi livelli presso le competenti autorità indiane per rivendicare la giurisdizione esclusiva della magistratura italiana e l'immunità funzionale goduta dai due marò in missione anti-pirateria, ha disposto prontamente l'invio sul posto del Sottosegretario di Stato de Mistura, rimasto a lungo in India per seguire costantemente ed in prima persona la delicata vicenda.
Il Sottosegretario, tenuto conto del lento meccanismo giudiziario in corso e degli appuntamenti elettorali locali che hanno condizionato il caso Enrica Lexie, si è adoperato, sia sul piano diplomatico che giurisdizionale, dapprima per garantire che fosse concesso ai nostri marinai il massimo dello stato di fermo previsto dalla normativa indiana (quattordici giorni), e poi che, sebbene trasferiti in carcere, fosse assegnata loro una sistemazione diversa da quella penitenziaria ordinaria.
Il nostro Consolato si assicura giornalmente che i due marò ricevano tutta l'assistenza necessaria. Durante il periodo di stato di fermo i due marò sono stati visitati regolarmente dai rappresentanti consolari dell'Ambasciata d'Italia a New Delhi e dal competente Consolato. Latorre e Girone hanno incontrato più volte il Sottosegretario de Mistura, nonché il Ministro degli affari esteri Terzi, in occasione della sua visita ufficiale in India, il 28 febbraio 2012.
Negli interventi alla Camera ed al Senato, il Ministro Terzi ha riferito al riguardo la strategia perseguita dal Governo tramite una massima collegialità tra i Ministeri degli esteri, della difesa, della giustizia e la Presidenza del Consiglio facendo leva su argomenti di carattere giuridico. La ferma opposizione ad ogni pretesa indiana di effettuare investigazioni sulla nave e sul personale a bordo si è accompagnata alla decisa affermazione della giurisdizione italiana sul caso, in conformità al diritto internazionale generale e convenzionale, essendo l'incidente avvenuto in acque internazionali su una nave battente bandiera italiana ed essendovi coinvolti militari italiani operanti nell'ambito di un'operazione antipirateria raccomandata da norme internazionali. Dinanzi alle pretese delle autorità giudiziarie del Kerala si è in primo luogo assicurata la sicurezza fisica dei due militari e la partecipazione italiana alle indagini, sollevando eccezione di giurisdizione dinanzi agli organi giudiziari competenti e ribadendo l'inaccettabilità giuridica e diplomatica dell'operato indiano, che viola i principi di sovranità e della esclusività della giurisdizione dello Stato della bandiera nel caso di specie. A raggiungere tali risultati, ha contribuito in modo determinante l'intensa azione diplomatica (seguita costantemente dal Presidente della Repubblica) svolta direttamente dal Presidente del Consiglio, dal Ministro degli esteri Terzi, e dal Sottosegretario de Mistura nei confronti dei rispettivi omologhi indiani e nei contatti con i principali paesi amici alleati nella lotta alla pirateria, oltre che naturalmente in ambito Unione europea e Organizzazione Nazioni Unite.
L'attenzione del Governo è concentrata sulle indagini in corso, in particolare sotto il profilo della perizia balistica, sull'eccezione di giurisdizione e sulla prosecuzione dell'opera di sensibilizzazione di paesi amici, anche in seno alle principali organizzazioni internazionali, con l'obiettivo di riportare in Italia i nostri marò.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Staffan de Mistura.