ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/15010

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 589 del 21/02/2012
Firmatari
Primo firmatario: FAVA GIOVANNI
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 21/02/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 21/02/2012
Stato iter:
26/04/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 26/04/2012
PASSERA CORRADO MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 26/04/2012

CONCLUSO IL 26/04/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-15010
presentata da
GIOVANNI FAVA
martedì 21 febbraio 2012, seduta n.589

FAVA. -
Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'economia e delle finanze.
- Per sapere - premesso che:

il regio decreto n. 246 del 1938, all'articolo 1, recita espressamente: «Chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni, è obbligato al pagamento del canone di abbonamento». La presenza di un impianto aereo atto alla captazione o trasmissione di onde elettriche o di un dispositivo idoneo a sostituire l'impianto aereo, ovvero di linee interne per il funzionamento di apparecchi radioelettrici, fa presumere la detenzione o l'utenza di un apparecchio radioricevente;

in base a tale norma la Rai, nella massima libertà interpretativa ed in piena autonomia, ha deciso di obbligare al pagamento del canone speciale tutte le imprese che detengono dispositivi video destinati agli usi più vari e disparati, monitor, computer, videofonini, finanche i sistemi di videosorveglianza;

il canone Rai dovrà essere pagato anche da possessori di pc, iphone e videofonini. Fioccano, come prevedibile, le proteste. L'azienda, infatti, ha chiesto il pagamento del canone ad alcune aziende e studi professionali in possesso di uno o più pc collegati alla rete;

dopo le indiscrezioni e le polemiche circolate su internet, anche le associazioni dei consumatori confermano l'arrivo di segnalazioni da parte di aziende e studi professionali a cui la Rai richiede il pagamento del canone TV per la detenzione di uno o più computer collegati in Rete;

le associazioni di categoria delle imprese prevedono che le realtà produttive dovranno mettere in previsione un esborso complessivo di 980 milioni -:

se il Governo sia a conoscenza della situazione e non intenda intervenire al fine di evitare che venga introdotto l'obbligo per un'azienda di pagare un abbonamento TV per il solo fatto di avere dei pc, essendo quest'ultimo uno strumento ormai indispensabile allo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa, e considerato che l'inclusione dello stesso fra gli apparecchi tassati significherebbe di fatto imporre una nuova imposta sul lavoro.
(4-15010)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata giovedì 26 aprile 2012
nell'allegato B della seduta n. 626
All'Interrogazione 4-15010 presentata da
GIOVANNI FAVA

Risposta. - Risale all'articolo 1 del regio-decreto n. 246 del 1938 l'obbligo del pagamento del canone di abbonamento per tutti gli «apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni».
La questione sollevata nei giorni scorsi e ripresa dagli interroganti - su quali debbano essere gli apparecchi soggetti al pagamento dei canoni speciali della Rai - ha reso necessario un celere chiarimento.
Per questa ragione il Ministero dello sviluppo economico ha già provveduto a fornire all'Agenzia delle entrate elementi esplicativi in merito.
La questione sta in questi termini.
La normativa in esame porta a riferire il pagamento del canone solo al servizio di radiodiffusione. Pertanto, non è possibile includere altre forme di distribuzione del segnale audio video (per esempio Web Radio, Web Tv) che sono basate, come dicono i tecnici, su portanti fisici diversi.
In linea generale sono, quindi, esclusi i personal computer, fissi o portatili, i tablet (come gli iPad) e gli smartphone, cioè gli strumenti suscettibili, di per sé, di connessione alla rete internet.
È però necessario, per essere più chiari, qualche ulteriore specificazione tecnica. In altre parole, dobbiamo circoscrivere il campo degli apparecchi soggetti al pagamento del canone a quelli utili alla ricezione di segnali televisivi su piattaforma terrestre e piattaforme satellitare. Tali apparecchi sono quelli caratterizzati da un sintonizzatore, che ha la funzione essenziale di prelevare il segnale di antenna nelle bande destinate al servizio di radiodiffusione e la capacità autonoma di erogare il servizio di radiodiffusione (o come veniva chiamato nel regio-decreto di radioaudizione).
Devo dire che abbiamo trovato la Rai già in linea con questa interpretazione, tanto che si è impegnata a fare tutte le necessarie azioni di chiarimento in questo senso.
L'applicazione della norma in questi termini è tra l'altro in sintonia con la strategia che questo Governo ha già iniziato ad adottare sui temi dell'agenda digitale: come sapete, infatti, ogni sforzo sarà fatto per permettere all'Italia di essere all'avanguardia del mondo digitalizzato.
Quanto all'articolo 17 del cosiddetto decreto «salva Italia», con il quale è stato introdotto l'obbligo, per le imprese e le società, di indicare nella dichiarazione dei redditi il numero dell'abbonamento speciale alla radio e alla televisione e la categoria di appartenenza, va da sé che tale obbligo ricorre nella misura in cui sussiste il correlativo obbligo di pagare il canone speciale, nei limiti sopra accennati.

Il Ministro dello sviluppo economico: Corrado Passera.