ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14986

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 588 del 20/02/2012
Firmatari
Primo firmatario: DI BIAGIO ALDO
Gruppo: FUTURO E LIBERTA' PER IL TERZO POLO
Data firma: 17/02/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO PER LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E L'INTEGRAZIONE
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 17/02/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E L'INTEGRAZIONE delegato in data 23/02/2012
Stato iter:
16/07/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 16/07/2012
RICCARDI ANDREA MINISTRO SENZA PORTAFOGLIO - (COOPERAZIONE INTERNAZIONALE E INTEGRAZIONE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 16/07/2012

CONCLUSO IL 16/07/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14986
presentata da
ALDO DI BIAGIO
lunedì 20 febbraio 2012, seduta n.588

DI BIAGIO. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione, al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:

la commissione per le adozioni internazionali, in data 25 nel giugno 2010, comunicava agli enti autorizzati ad operare nell'ambito dell'adozione internazionale in Nepal, la propria decisione di sospendere il deposito di nuovi dossier delle coppie adottive nel Paese, al fine di «esercitare una forte sensibilizzazione sul governo nepalese affinché collaborasse con la Comunità internazionale per l'adeguamento della propria organizzazione interna alla Convenzione de L'Aja» (1993);

tale decisione era fondata sulla considerazione che il Nepal non aveva raggiunto standard normativi e operativi conformi alla predetta convenzione;

l'Italia collabora ormai da 15 anni con il Nepal, investendo risorse umane e finanziarie in questo Paese dove l'emergenza dell'abbandono minorile ha proporzioni gravissime;

il Nepal ha nel frattempo conseguito importanti risultati, come da dichiarazioni del Ministero nepalese delle donne, dei bambini e del benessere sociale sull'attuazione di alcune importanti riforme tra cui: la classificazione dei minori con bisogni speciali sulla base di categorie riferite alla gravità o alla tipologia della patologia sofferta; l'approvazione di procedure che garantiscano le ricerche necessarie prima della dichiarazione dello stato di adottabilità dei minori non accompagnati; la previsione di standard minimi per gli istituti di accoglienza dei minori e la limitazione della autorizzazione a quelli conformi alla legge; l'individuazione di 29 istituti per gli anni 2011 e 2012 che potranno lavorare per l'adozione internazionale; il riconoscimento di nuovi requisiti per le agenzie che si dovranno accreditare sul Paese, al fine di garantire competenza e trasparenza delle procedure;

il Governo nepalese con comunicazione del 17 novembre 2011, ha previsto la riapertura delle adozioni internazionali - nel frattempo sospese anche da parte sua - stabilendo procedure definite;

il 31 gennaio 2012, sul sito del Ministero nepalese, è stata pubblicata la lista dei minori adottabili classificati secondo le loro caratteristiche di salute ed età: si tratta di 263 minori, di cui 149 di età superiore ai 6 anni, 25 minori con problemi di salute, oltre a 89 bambini nel canale «normale», quindi di età minore ai 6 anni e in buono stato di salute; veniva in particolare, dato avviso della possibilità di depositare nuovi dossier entro 90 giorni nel caso di abbinamento con minori in buono stato di salute e di età inferiore ai 6 anni, e anche successivamente per gli altri casi;

sulla base di questi aggiornamenti, e della chiara volontà del Governo nepalese di rendere trasparenti le proprie procedure di adozione, gli enti italiani autorizzati ad operare in Nepal hanno inviato alla commissione per le adozioni internazionali numerose comunicazioni, anche congiunte, con la richiesta specifica di convocare i tavoli di confronto fra commissione adozioni internazionali ed enti autorizzati per riattivare le procedure adottive verso il Nepal;

ad oggi gli enti autorizzati non hanno avuto alcuna risposta ufficiale;

la ratifica della convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza (New York 1989) e della convenzione sulla protezione dei minori e sulla cooperazione in materia di adozione internazionale (L'Aja 1993), anche alla luce del richiamo contenuto nell'articolo 10 della Costituzione e del principio del superiore interesse del minore, rende opportuno l'intervento attivo dell'Italia rispetto al problema dell'infanzia abbandonata -:

quali siano i motivi che ostano alla mancia convocazione del tavolo di confronto fra commissione per le adozioni internazionali e gli enti autorizzati ad operare in Nepal;

se persistano - e quali siano - le motivazioni per il mantenimento della chiusura delle procedura adottive in Nepal e, infine, quali siano le iniziative in programma per l'adempimento del dovere di solidarietà e cooperazione fra Paesi rispetto al problema dell'infanzia abbandonata, alla luce dei princìpi tutti sopra richiamati (4-14986)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata lunedì 16 luglio 2012
nell'allegato B della seduta n. 666
All'Interrogazione 4-14986 presentata da
ALDO DI BIAGIO

Risposta. - L'interrogazione in oggetto richiama l'attenzione del Governo su alcune delicate questioni concernenti le procedure di adozione internazionale in Nepal.
In particolare, si chiede di conoscere se persistano le motivazioni per il mantenimento della chiusura delle procedure adottive in Nepal, riaperte dal governo nepalese nello scorso mese di novembre dopo la definizione di procedure più trasparenti e conformi agli standard della Convenzione de l'Aja. Viene chiesto, inoltre, quali siano i motivi ostativi alla convocazione del tavolo di confronto fra la commissione per le adozioni internazionali e gli enti autorizzati ad operare in Nepal e, infine, quali siano le azioni in programma a conferma del ruolo attivo dell'Italia rispetto al problema dell'infanzia abbandonata e in adempimento del dovere di solidarietà e cooperazione fra paesi.
La situazione del Nepal e, in particolare, le politiche di tale paese a tutela dell'infanzia, sono da anni al centro dell'attenzione della comunità internazionale. Dapprima, per la decisione del governo nepalese di sospendere le adozioni internazionali a fronte di modifiche legislative interne nel corso degli anni 2007/2008 e, successivamente, per i consistenti dubbi sulla gestione delle adozioni da parte di alcuni istituti locali.
Dai dati in possesso dei miei uffici, risulta che le criticità del sistema nepalese, solo in piccola parte superate dalle nuove norme introdotte nel 2008, avevano determinato le autorità di tutti i paesi d'accoglienza - già dal giugno 2010 - a non avviare nuove procedure adottive in Nepal. L'attuale sistema non prevede, infatti, una reale tutela dei diritti dell'infanzia, non garantisce l'accertamento dello stato di abbandono e non assicura il rispetto del principio di sussidiarietà.
La commissione per le adozioni internazionali si è fatta promotrice di un'iniziativa volta a superare la suddetta decisione dei Paesi d'accoglienza, ospitando ed organizzando un incontro tra una delegazione di rappresentanti del Governo e alti funzionari del Nepal, i vertici del Permanent bureau della conferenza di diritto internazionale privato de l'Aja e i rappresentanti di ben 13 paesi di accoglienza (Belgio, Canada, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Norvegia, Paesi Bassi, Regno Unito, Spagna, Svezia, Svizzera e Stati Uniti d'America), oltre che dell'Unicef e di altre organizzazioni sovranazionali. L'incontro si è svolto a Roma nei giorni 31 marzo e 1 aprile 2011 allo scopo di sollecitare e sostenere il Nepal nel processo di cambiamento culturale e di adeguamento del proprio sistema normativo e operativo ai principi della convenzione del 1993, firmata dal Paese asiatico nell'aprile 2009.
Nel corso di tale incontro, la delegazione nepalese ha espresso la volontà di aderire al programma di assistenza tecnica offerta dal Permanent bureau, cui i paesi di accoglienza si sono impegnati a portare il loro supporto. In particolare, la rappresentanza italiana ha assicurato una significativa partecipazione al programma da definire.
Nei mesi successivi è proseguito con discontinuità il confronto tra il Permanent bureau e il Nepal, soprattutto a causa dei ripetuti cambiamenti ai vertici politici, che impediscono l'individuazione di interlocutori stabili, nel Governo e nelle amministrazioni competenti.
Dalle informazioni ricevute dagli uffici, la situazione attuale è la seguente: le adozioni internazionali dal Nepal verso i Paesi membri della Convenzione de l'Aja del 1993 sulla tutela dei minori e la cooperazione in materia di adozione internazionale sono tuttora sospese. Gli Stati Uniti, anche di recente, hanno confermato ufficialmente il loro forte scetticismo sulla reale attendibilità delle procedure locali.
Appare evidente, pertanto, che la disponibilità manifestata dalle autorità nepalesi ad accettare nuovi dossier di coppie aspiranti all'adozione, della quale riferisce l'interrogante, debba essere valutata alla luce delle informazioni disponibili, di cui si è dato conto.
Da notizie ricevute dal Ministero degli affari esteri risulta che, recentemente, il ministero nepalese per la donna, i bambini e il welfare, competente per le adozioni internazionali, ha pubblicato un comunicato che riassume i provvedimenti adottati o in via di applicazione. Gli aspetti salienti delle riforme in corso riguardano: l'istituzione di un'autorità centrale per le adozioni internazionali; la creazione di un comitato di esperti per studiare le modifiche legislative in materia; l'introduzione di nuovi criteri per l'idoneità dei soggetti all'adozione internazionale e una serie di previsioni inerenti l'accreditamento degli enti e le modalità di presentazione delle domande.
Risulta, infine, che gli enti autorizzati italiani sono sempre stati informati in merito a tutti i dati sopra descritti, rispetto ai quali le valutazioni rientrano nelle attività di concertazione internazionale di competenza delle autorità centrali dei singoli paesi. Circa la mancata convocazione del tavolo di confronto fra la Commissione per le adozioni internazionali e gli enti autorizzati, cui fa riferimento l'interrogante, gli uffici confermano che si è svolta, di recente, una riunione di lavoro per condividere gli ultimi aggiornamenti, nonché per la verifica dei progetti di cooperazione avviati nel paese dagli enti con il finanziamento della commissione.

Il Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione: Andrea Riccardi.