BOSSA, PICCOLO e ANDREA ORLANDO. -
Al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:
il 3 maggio del 2011, a pochi giorni dalle amministrative per l'elezione del sindaco e del consiglio comunale di Quarto flegreo, in provincia di Napoli, una operazione anticamorra ha portato all'arresto di 39 persone e al sequestro di beni per oltre un miliardo di euro ai danni del clan Polverino;
tra gli arrestati durante quel blitz figurava anche Armando Chiaro, capolista del Popolo della libertà alle elezioni e, nonostante l'arresto, eletto in consiglio comunale con ben 385 preferenze; successivamente, Chiaro è stato sospeso dal prefetto;
tra gli arrestati anche un altro candidato al consiglio comunale. Salvatore Camerlingo, in lizza con «Noi Sud» con il centrodestra, ma non eletto;
gli atti di quell'indagine portarono alla luce un complesso intreccio tra affari, imprese e criminalità organizzata, con un ruolo chiave per il sopra menzionato Chiaro, che appariva come il tratto di unione tra i vari interessi speculativi sul territorio e la casa comunale;
il 23 dicembre 2011, le forze dell'ordine hanno portato a termine un nuovo sequestro di beni, riconducibili al clan camorristico dei Polverino, nelle zone di Quarto, Marano, Forio d'Ischia e Fuorigrotta, per un valore di oltre 27 milioni di euro;
secondo notizie di stampa, il sequestro a carico di 27 soggetti presunti affiliati al clan Polverino con la materiale disponibilità di numerosi beni mobili e immobili, sarebbe avvenuto grazie anche alle determinanti rivelazioni di Roberto Perrone, un collaboratore di giustizia, che prima del suo pentimento controllava parte degli affari dei Polverino relativi a investimenti nel settore edile;
sempre secondo la stampa quotidiana, Roberto Perrone, in un recentissimo interrogatorio, avrebbe fatto il nome di un attuale consigliere comunale, con il quale in passato avrebbe fatto investimenti immobiliari per i clan dei Polverino e la cui identità non sarebbe stata resa nota perché secretata dai magistrati della Direzione investigativa antimafia;
da recenti notizie di stampa, pubblicate nei giorni scorsi, risulterebbe, altresì, il coinvolgimento nella vicenda anche di esponenti politici di rilievo provinciale e regionale;
la maxi inchiesta condotta dai magistrati della Direzione investigativa antimafia e dai carabinieri del nucleo investigativo di Napoli ha svelato la potente e ramificata organizzazione del clan camorristico dei Polverino, capace di estendere le sue attività dall'importazione di droga, all'imprenditoria edile, al comparto alimentare fino agli investimenti nel settore turistico ed alberghiero sviluppato soprattutto in Spagna;
pochi giorni fa, in Veneto, nel Padovano, è stato arrestato Nicola Imbriani, 56 anni, originario di Quarto, ritenuto il braccio destro del boss Giuseppe Polverino; si nascondeva in un appartamento di Brugine, in provincia di Padova. Era con il suo autista-guardaspalle, Giorgio Cecere, 36 anni, con precedenti penali, e con Salvatore Sciccone, 51 anni, residente a Brugine ma originario di Mugnano (Napoli); Imbriani era una figura di spicco, aveva il compito, secondo gli inquirenti, di reinvestire i soldi del clan nel settore dell'edilizia privata ed era il referente di fatto della lista Noi Sud entrata nella coalizione a sostegno del candidato sindaco Massimo Carandente Giarrusso;
uno degli arrestati con Imbriani, Giorgio Cecere, è stato candidato alle ultime elezioni per il rinnovo del consiglio comunale di Quarto per la lista Noi Sud;
secondo notizie di stampa, dopo l'arresto dell'imprenditore Nicola Imbriani, nell'inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Napoli ci sarebbe anche una informativa dei carabinieri di Napoli in cui si fa riferimento ad un consigliere comunale di Quarto attualmente in carica che era «intento a dialogare amichevolmente con il boss Roberto Perrone», prima che questi finisse in cella a maggio; strettissimo riserbo viene mantenuto sull'identità del politico -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti esposti; se non ritenga che il quadro delineato sia tale da far temere una pesante infiltrazione della camorra nella vita sociale, economica e politica della città di Quarto flegreo, e quali iniziative intenda assumere per verificare se l'amministrazione comunale di Quarto sia a rischio di collusioni con la malavita organizzata e se non ritenga opportuno, nell'ambito delle proprie competenze, disporre l'accesso agli atti al fine di tale verifica. (4-14758)