ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14723

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 580 del 01/02/2012
Firmatari
Primo firmatario: LARATTA FRANCESCO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 01/02/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 01/02/2012
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 22/01/2013
Stato iter:
22/01/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/01/2013
BALDUZZI RENATO MINISTRO - (SALUTE)
Fasi iter:

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 22/01/2013

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/01/2013

CONCLUSO IL 22/01/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14723
presentata da
FRANCESCO LARATTA
mercoledì 1 febbraio 2012, seduta n.580

LARATTA. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
- Per sapere - premesso che:

il Ministro della salute nello scorso dicembre ha proposto una bozza di patto della salute alle Regioni;

nella giornata di mercoledì 25 gennaio la prima bozza di documento delle regioni ha iniziato a circolare, riportando all'interno del paragrafo sul riordino delle cure primarie un comma preoccupante, frutto di una visione in accettabile;

si scrive infatti: «L'assistenza della Pediatria di libera scelta non è garantita in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Numerose aree del territorio nazionale soffrono di una carenza di pediatri e le regioni sono costrette ad incrementare significativamente il numero dei minori in carico ai PLS. Vanno quindi modificate le norme convenzionali che regolano i parametri relativi agli assistiti in carico, prevedendo di assegnare ai PLS unicamente i bambini da 0 a 6 anni, prevedendo incrementi di massimale solo in questa fascia di età, e trasferire gli assistiti al compimento del settimo anno, ai MMG»;

la proposta di limitare l'assistenza del pediatra di famiglia a primi sei anni di vita e di affidare la cura del bambino dai sette anni in poi al medico di medicina generale, pone problemi giuridici legati all'imposizione per legge dell'assistenza sanitaria ai soggetti in età pediatrica a medici non specialisti in pediatria;

senza entrare nel merito alla professionalità dei medici di medicina generale, è indubbio che l'assistenza prestata da un medico non specialista non può essere uguale a quella del medico specializzato in quel ramo. Certamente un medico generalista si troverebbe in difficoltà ad affrontare le patologie proprie del bambino, così come un pediatra si trova in difficoltà a curare un anziano con tutte le sue specificità assistenziali;

la motivazione principale che emerge dalle dichiarazioni rilasciate in questi giorni sarebbe di tipo economico in quanto i pediatri «costerebbero troppo». Non bisogna essere degli esperti in economia sanitaria per capire che questa motivazione è frutto di valutazioni completamente sbagliate e superficiali e che, anzi, la suddetta scelta sarebbe prima di tutto un errore di tipo economico;

secondo Antonio Gurnari - Vicepresidente Nazionale FIMP (Federazione italiana medici pediatri) il pediatra di famiglia costa alla comunità circa 24 euro in più per ogni assistito rispetto a quanto viene pagato il medico di medicina generale. Tale spesa è ampiamente recuperata evitando la prescrizione inappropriata di due confezioni di antibiotico durante l'anno. Tanto costa l'assistenza del pediatra di famiglia in Italia; senza contare l'inevitabile aumento dei ricoveri dei bambini in ospedale e l'aumento della prescrizione di esami per ogni dubbio diagnostico;

un'altra motivazione è che la carenza di pediatri, il cui numero si sta progressivamente riducendo dagli attuali 15.000 circa, fino a dimezzarsi nel 2025. Tale approccio a questa problematica appare a dir poco paradossale, ritenendo di dover far pagare lo scotto delle carenza di pediatri ai bambini ed alla loro salute e crescita, non affrontando, invece, seriamente, il problema del bassissimo numero di posti di specializzazione in pediatria in tutte le università italiane. In Calabria, ad esempio si specializzano solo cinque pediatri all'anno;

il coordinatore della conferenza dei presidenti, Vasco Errani, ha espresso una nota nella quale ha sostanzialmente preso le distanze dal documento «incriminato», affermando che «le ipotesi tecniche già circolate non sono state discusse né vagliate dalla conferenza delle regioni e non rappresentano quindi la base della discussione» -:

se il Governo sia a conoscenza di quanto esposto in premessa;

se sia nelle intenzioni dell'Esecutivo di «assegnare ai PLS unicamente i bambini da 0 a 6 anni, prevedendo incrementi di massimale solo in questa fascia di età, e trasferire gli assistiti al compimento del settimo anno, ai MMG»;

se non sia il caso di valutare approfonditamente una eventuale scelta del genere, alla luce della gravi conseguenze che questa arrecherebbe esclusivamente ai bambini e alla loro salute in una delicata fase di crescita;

se non si intenda affrontare decisamente ed immediatamente il problema della grave carenza di specializzazione in pediatria che caratterizza le università italiane, con punte molto alte in quelle meridionali. (4-14723)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 22 gennaio 2013
nell'allegato B della seduta n. 739
All'Interrogazione 4-14723 presentata da
FRANCESCO LARATTA

Risposta. - In riferimento alla questione sollevata nell'interrogazione in esame, a cui si risponde a seguito di delega della Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero della salute fa preliminarmente presente che le notizie, riportate da alcuni organi di informazione, relative all'inserimento, nel nuovo patto per la salute 2013-2015, di una proposta avente ad oggetto il ridimensionamento dell'assistenza pediatrica ai bambini al di sotto dei 6 anni, sono prive di fondamento.
Infatti, l'ufficio stampa di questo ministero, nel comunicato stampa n. 19 del 30 gennaio 2012, ha provveduto a rendere noto che il Ministro e gli organi tecnici del Ministero della salute non hanno mai preso in considerazione una siffatta ipotesi, trattandosi di una proposta tecnica, e non politica, predisposta dai direttori degli assessorati regionali alla sanità.
In particolare, nel suddetto comunicato, si legge: «[...] Nel documento ministeriale sulle cure primarie presentato al tavolo tecnico per il rinnovo del patto per la salute l'ipotesi assolutamente non è prevista, né risulta che il documento sia stato trasmesso al ministero e che esista una sua validazione politica da parte delle stesse regioni».
Per quanto concerne le problematiche evidenziate nell'interrogazione, si rappresenta che la pediatria di famiglia costituisce una risorsa del servizio sanitario nazionale volta a tutelare, non solo la salute del bambino e dell'adolescente, ma anche a garantire un'assistenza sanitaria qualificata a livello territoriale, considerato che i pediatri sono professionisti in possesso della formazione e dell'esperienza professionale idonee ad assicurare una attenzione sia alla diagnosi ed alla cura dei problemi di salute contingenti, che al benessere della maternità, dell'infanzia e dell'adolescenza.
A tal fine, è stato attivato presso questo dicastero il tavolo tecnico «Cure primarie e integrazione ospedale territorio», costituito da rappresentanti delle organizzazioni sindacali e del Ministero della salute e volto alla progettazione del riordino dell'assistenza primaria affinché, in un'ottica di riforma globale del settore, la pediatria di famiglia, quale componente delle cure primarie, garantisca agli utenti, nell'ambito pediatrico, una continuità dei percorsi di diagnosi e di cura attraverso un'integrazione tra servizi territoriali e tra territorio ed ospedale, con una conseguente redistribuzione delle risorse necessarie al potenziamento delle cure pediatriche territoriali.
A tal proposito, è opportuno rilevare che la carenza generalizzata dei medici pediatri rappresenta un annoso problema, fortemente aggravato dalla crisi collegata al mancato ricambio generazionale, nonché dal contesto di crescente complessità sociale, dall'aumento delle patologie croniche e delle condizioni di cronicità e disabilità: fattori che rendono notevolmente complesso coprire il fabbisogno del territorio e degli ospedali.
A tal proposito, dall'anno accademico 2009/2010 all'anno accademico 2011/2012, i contratti assegnati alle scuole di specializzazione in pediatria sono aumentati di circa il 49 per cento. In particolare, si è passati da 212 contratti per il 2009/2010 a 264 per il 2010/2011, fino a giungere a 315 contratti nell'ultimo anno accademico. Tale incremento è stato proposto e fortemente sostenuto dal Ministero della salute proprio in considerazione della nota carenza di medici pediatri ed assume un notevole rilievo, laddove il fabbisogno complessivo espresso dalle regioni per tutte le specializzazioni mediche relative all'anno accademico 2011/2012 è pari a 8.439 e le attuali fonti di finanziamento consentono di formare annualmente un totale di 5.000 nuovi specializzandi.

Il Ministro della salute: Renato Balduzzi.