ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14496

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 570 del 16/01/2012
Firmatari
Primo firmatario: FALLICA GIUSEPPE
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 13/01/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GRIMALDI UGO MARIA GIANFRANCO MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 13/01/2012
TERRANOVA GIACOMO MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 13/01/2012
PUGLIESE MARCO MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 13/01/2012
IAPICCA MAURIZIO MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 13/01/2012
MICCICHE' GIANFRANCO MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 13/01/2012
STAGNO D'ALCONTRES FRANCESCO MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 13/01/2012
MISITI AURELIO SALVATORE MISTO-REPUBBLICANI-AZIONISTI 13/01/2012
SOGLIA GERARDO MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 13/01/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 13/01/2012
Stato iter:
25/06/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 25/06/2012
FORNERO ELSA MINISTRO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 16/05/2012

RISPOSTA PUBBLICATA IL 25/06/2012

CONCLUSO IL 25/06/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14496
presentata da
GIUSEPPE FALLICA
lunedì 16 gennaio 2012, seduta n.570

FALLICA, GRIMALDI, TERRANOVA, PUGLIESE, IAPICCA, MICCICHÈ, STAGNO D'ALCONTRES, MISITI e SOGLIA. -
Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:

la riforma delle pensioni contenuta nella manovra «Salva Italia» del Governo Monti ha creato non pochi scompensi nel sistema pensionistico e lavorativo italiano: in particolare alcune categorie di lavoratori sono state pesantemente discriminate;

non sono stati tutelati, infatti, tra gli altri, i lavoratori delle aziende che, prima della manovra, sono stati avviati verso il cosiddetto «esodo volontario anticipato incentivato» e che con i nuovi requisiti previsti dalla legge si trovano in una posizione ambigua: sono ufficialmente fuori dalle aziende, perché «esodati» o in termini tecnici «soprannumerari», e nello stesso tempo, non ricevono alcuna indennità pensionistica perché non hanno più i requisiti per andare in pensione subito e dovranno aspettare diversi anni prima di poterlo fare; sono in pratica dei disoccupati;

tra questi lavoratori abbandonati al loro destino, in una condizione di particolare disagio si trovano quelli di Poste Italiane. L'azienda ha incentivato, infatti, negli ultimi tempi, un nutrito esodo dei suoi dipendenti più anziani che, adesso, con la nuova normativa, si troveranno senza lavoro e senza pensione; sono più di 5000;

la tutela dei diritti dei lavoratori è un valore inestimabile per la nostra democrazia e non può essere derogato in nessun modo, nemmeno in tempo di crisi economica -:

quali iniziative il Governo intenda assumere per ristabilire un ordine e un equilibrio in questo settore e se abbia intenzione di proporre una norma transitoria che permetta ai lavoratori soprannumerari delle varie aziende di riacquisire le proprie prerogative. (4-14496)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata lunedì 25 giugno 2012
nell'allegato B della seduta n. 655
All'Interrogazione 4-14496 presentata da
GIUSEPPE FALLICA

Risposta. - Con riferimento alla possibilità di prevedere delle ulteriori «salvaguardie» rispetto a quelle originariamente previste dall'articolo 24, comma 14, del cosiddetto decreto-legge salva-Italia per ricomprendere quei lavoratori che, prima dell'approvazione della riforma previdenziale, hanno risolto il contratto di lavoro - con accordi individuali o collettivi di incentivo all'esodo - con la prospettiva di ottenere la pensione dopo un breve periodo di attesa, ma che, all'esito della riforma, non posseggono né i nuovi requisiti per il pensionamento, né i requisiti derogatori per accedere al pensionamento anticipato rispetto alle previgenti regole, si rappresenta quanto segue.

In occasione dell'approvazione della riforma previdenziale, il legislatore ha inteso salvaguardare alcune categorie di lavoratori, che si sarebbero trovate senza reddito e senza pensione, in presenza di precisi requisiti previsti, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, dal citato articolo 24, comma 14, del decreto-legge salva-Italia, così come successivamente integrato dalla legge di conversione 24 febbraio 2012, n. 14, del decreto-legge di proroga termini.

In particolare, ai sensi dell'articolo 6, comma 2-ter, del cosiddetto decreto-legge Milleproroghe, come modificato dalla citata legge di conversione, è consentito il pensionamento anticipato rispetto alle norme in vigore dal 1o gennaio 2012 di quei lavoratori che abbiano risolto il rapporto di lavoro entro il 31 dicembre 2011 sulla base di accordi individuali o sulla base di accordi collettivi di incentivo all'esodo, purché la cessazione del rapporto di lavoro risulti da elementi certi e oggettivi e abbiano requisiti anagrafici e contributivi che, ai sensi della previgente disciplina pensionistica avrebbero comportato la decorrenza della pensione entro i 24 mesi dalla data di approvazione del decreto-legge n. 201 del 2011, cosiddetta salva-Italia.
Sebbene il tavolo tecnico composto da rappresentanti dei Ministeri del lavoro e delle politiche sociali e dell'economia e finanze e dell'Inps abbia accertato che il numero di persone complessivamente interessate alle «salvaguardie previste dalle disposizioni vigenti è di circa 65 mila - confermando che l'importo finanziario individuato dalla riforma delle pensioni, attuata con il cosiddetto decreto salva-Italia, è adeguato a corrispondere a tutte le esigenze, incluse quelle introdotte dal cosiddetto decreto Milleproroghe, senza dover ricorrere a risorse aggiuntive - il Governo e consapevole che un'ulteriore platea di lavoratori, non direttamente interessata dalle attuali misure di salvaguardia, merita particolare attenzione in quanto nei prossimi anni dovrà ugualmente confrontarsi con gli effetti prodotti dalla riforma pensionistica recentemente adottata.
Si tratta, ad esempio, dei cosiddetti collocandi in mobilità ai sensi di accordi collettivi governativi (i.e. stipulati con il Ministero dell'economia e delle finanze o del lavoro e delle politiche sociali) fatti entro il 4 dicembre 2011, che avrebbero conseguito il trattamento pensionistico al termine del periodo di mobilità.
In tal senso il Governo sta valutando la possibilità di adottare, anche a seguito di consultazioni con le parti sociali, misure aggiuntive volte a garantire tutela reddituale a tali lavoratori, le cui caratteristiche andranno attentamente definite anche in relazione alla maggiore o minore estensione dell'arco temporale che separa ciascuno di essi dal raggiungimento dei nuovi requisiti pensionistici anche al fine di garantire nel tempo l'equità e la sostenibilità della riforma pensionistica varata dal Governo.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali: Elsa Fornero.