ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14452

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 569 del 12/01/2012
Firmatari
Primo firmatario: GIRLANDA ROCCO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 12/01/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 12/01/2012
Stato iter:
26/04/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 26/04/2012
DASSU' MARTA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 26/04/2012

CONCLUSO IL 26/04/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14452
presentata da
ROCCO GIRLANDA
giovedì 12 gennaio 2012, seduta n.569

GIRLANDA. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:

con gli atti di sindacato ispettivo n. 4-08569 e n. 4-10780 l'interrogante avevo chiesto di conoscere quale fosse lo stato delle iniziative sul piano diplomatico e giuridico con i Governi delle Repubbliche di Slovenia e Croazia in relazione alla restituzione dei beni espropriati ai cittadini italiani a seguito delle leggi di nazionalizzazione jugoslave nel dopoguerra;

si ribadisce quanto esposto nei due atti di sindacato ispettivo sopra citati in relazione al problema delle restituzione dei beni confiscati ai nostri connazionali, prendendo atto delle risposte fornite dal precedente esecutivo;

l'avvicinarsi del «Giorno del Ricordo» del 10 febbraio impone tuttavia una particolare attenzione al tema dei diritti degli italiani che dovettero affrontare l'esodo dalle terre italiane della Venezia Giulia e della Dalmazia, nonché degli eredi delle migliaia di morti infoibati -:

se vi siano state evoluzioni nelle iniziative volte a tutelare le legittime rivendicazioni dei nostri connazionali a livello giuridico e diplomatico con le autorità slovene e croate;

come il Ministro intenda agire su questo fronte. (4-14452)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata giovedì 26 aprile 2012
nell'allegato B della seduta n. 626
All'Interrogazione 4-14452 presentata da
ROCCO GIRLANDA

Risposta. - Il Governo annette grande rilievo alla questione della restituzione dei beni espropriati a cittadini italiani in Slovenia e Croazia a seguito delle leggi locali di nazionalizzazione. Si intende dunque riprendere tempestivamente tale questione con il nuovo esecutivo croato e il costituendo esecutivo sloveno scaturiti dalle elezioni legislative del 4 dicembre 2011.
Relativamente agli indennizzi per i casi regolati da accordi internazionali, come noto, l'accordo di Roma del 1983 ha stabilito definitivamente tutte le obbligazioni reciproche tra Italia e repubblica socialista federale di Jugoslavia, prevedendo: a) la definitiva acquisizione a favore della Jugoslavia dei beni nazionalizzati nella zona B del territorio libero di Trieste (TLT); b) il pagamento da parte jugoslava all'Italia di un indennizzo forfettario di 110 milioni di dollari Stati Uniti d'America da corrispondere in 10 annualità a partire dal 1990.
La Jugoslavia provvide a versare solo le prime due annualità per un importo di 17 milioni di dollari Stati Uniti d'America. A seguito della dissoluzione della Jugoslavia, Slovenia e Croazia concordarono tra loro (senza il coinvolgimento dell'Italia) la ripartizione della somma rimanente, per il 62 per cento (57,7 milioni di dollari Stati Uniti d'America) a carico della Slovenia che ha depositato la somma su un conto estero, per il 38 per cento (35,3 milioni di dollari Stati Uniti d'America) a carico della Croazia che ha accantonato la somma nel bilancio dello Stato.
Relativamente agli indennizzi per casi non regolati da accordi internazionali, una sentenza della corte suprema croata dell'agosto 2010 ha riconosciuto anche agli stranieri il diritto al risarcimento, prevedendo di fatto la possibilità per coloro che ne erano stati esclusi di poter ripresentare la domanda.
Tale sentenza ha permesso pertanto di superare quanto previsto da una legge del 1996 che attribuiva ai soli cittadini croati di diritto di richiedere il risarcimento.
Il precedente Governo croato, al fine di adeguare l'ordinamento alla più avanzata sentenza della corte suprema, aveva anche presentato, nella scorsa legislatura, un emendamento alla legge del 1996, approvato in prima lettura dal Parlamento, che prevede la riapertura dei termini di presentazione delle domande da parte degli stranieri che non lo avevano fatto o la cui domanda era stata in passato respinta sulla base del principio della nazionalità.
Già sulla base della sentenza del 2010 è stata data la possibilità, a numerosi cittadini italiani, di presentare domanda di risarcimento.
La modifica della legge del 1996 costituirà così una ulteriore garanzia in questo senso, anche dopo l'ingresso della Croazia nell'Unione europea, il cui trattato è stato ratificato dal Parlamento italiano.
Anche a seguito dei tempestivi contatti avviati dal Ministro Terzi con l'omologa croata Pusic, la nostra ambasciata a Zagabria si è attivata in queste settimane per sensibilizzare al massimo livello i titolari dei competenti Dicasteri croati insediatisi col nuovo esecutivo croato, affinché venga data piena attuazione al principio di piena parità di trattamento fra cittadini croati e cittadini stranieri per poter beneficiare della legge sulla denazionalizzazione del 1996. Si ritiene altresì opportuno chiedere il rapido esame delle 1034 domande già presentate dal 2002 e sollecitare l'approvazione definitiva in Parlamento dell'emendamento che riapre i termini di presentazione delle domande.
Le nostre ambasciate e i nostri uffici consolari in Croazia e in Slovenia non mancano altresì di seguire con la massima cura le singole istanze dei nostri connazionali, ai quali viene fornita assistenza sia per quanto concerne il quadro normativo locale in materia, sia, ove richiesto e necessario, per l'assistenza legale in loco.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Marta Dassù.