ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14450

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 569 del 12/01/2012
Firmatari
Primo firmatario: GIRLANDA ROCCO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 12/01/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 12/01/2012
Stato iter:
06/08/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/08/2012
DE MISTURA STAFFAN SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 06/08/2012

CONCLUSO IL 06/08/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14450
presentata da
ROCCO GIRLANDA
giovedì 12 gennaio 2012, seduta n.569

GIRLANDA. -
Al Ministro degli affari esteri, al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

alla guerra civile in Libia l'Italia ha partecipato con un proprio contingente e supporto logistico all'interno della missione Nato «Unfied Protector»;

fino ad allora il nostro Paese era stato il principale partner commerciale della Libia, con un volume di scambi pari a 20 miliardi di euro nel 2008, successivamente sceso nel 2010 a 11,5 miliardi;

nel Paese nordafricano operano migliaia di microimprese italiane, nonché colossi industriali come Eni, Ansaldo, Saipem, Finmeccanica e Impregilo;

con la cessazione della guerra civile diverse aziende hanno cominciato a lavorare per rilanciare le proprie attività in Libia e soprattutto riallacciare le relazioni commerciali, ma l'attuale scenario politico ancora in evoluzione rischia di lasciare le imprese italiane, piccole e in gravi difficoltà economiche a causa della crisi e dei crediti non riscossi, in una condizione difficilissima;

la riattivazione del trattato di amicizia tra i due Paesi, avvenuto il 15 dicembre 2011, tra Mario Monti e Mustafa Abdul Jalil pone le indispensabili premesse per il riavvicinamento dei due Paesi e la ripresa dei negoziati sui contratti e le forniture strategiche, soprattutto in relazione ai prodotti energetici e petroliferi -:

a quanto si sia attestato il volume di scambi tra Italia e Libia nel 2011;

quali siano stati i settori maggiormente interessati da una flessione o da una crescita del volume degli scambi;

come il Governo intenda operare a breve e medio termine per favorire la ripresa di un considerevole volume di scambi tra i due Paesi e tutelare gli interesse delle piccole e grandi imprese italiane presenti in Libia. (4-14450)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata lunedì 6 agosto 2012
nell'allegato B della seduta n. 677
All'Interrogazione 4-14450 presentata da
ROCCO GIRLANDA

Risposta. - Come opportunamente indicato dall'interrogante, l'Italia era, prima del conflitto, il principale partner economico della Libia, al primo posto sia tra i paesi clienti (con una quota pari al 27,2 per cento) che tra i fornitori (con una quota pari al 16,3 per cento), seguita nella graduatoria dei paesi clienti da Francia, Cina, Spagna, Germania e Stati Uniti e, per quanto riguarda i fornitori, da Cina, Turchia, Francia e Germania.
Nel periodo gennaio-dicembre 2011, il volume di scambi tra Italia e Libia è stato pari ad euro 4.584.961.528 quasi il 70 per cento in meno rispetto al 2010. In particolare le esportazioni (pari ad euro 612.998.355) hanno subìto una flessione del 77,31 per cento rispetto al 2010, mentre le importazioni (pari ad euro 3.971.963.173) sono scese del 67,65 per cento. Tutti i rami di attività hanno pesantemente risentito del conflitto nel Paese. Spiccano i dati relativi al settore oil & gas, con una contrazione del 74,5 per cento rispetto al 2010 nelle esportazioni dei prodotti derivati dalla raffinazione del petrolio, contro una riduzione delle importazioni, sempre rispetto al 2010, del 67,26 per cento per quanto concerne il petrolio greggio e il gas naturale e del 71,3 per cento relativamente ai prodotti raffinati.
Ancora più consistente il divario rispetto al 2010 delle esportazioni nel settore non-oil, con una flessione del 78,97 per cento. Nello stesso settore le importazioni sono invece scese del 61,11 per cento.
I dati sopra citati sono fortemente condizionati dal calo verticale dell'interscambio nel periodo del conflitto (marzo-agosto 2011). Da un esame comparato sull'andamento del volume d'affari nei primi due mesi del 2011 rispetto allo stesso periodo del 2010, si rileva invece un trend positivo - dovuto in particolare ad una forte crescita del settore oil & gas - sia nelle importazioni, con un incremento del 50 per cento, sia e soprattutto nelle esportazioni, con un aumento del 19 per cento.
Nei mesi immediatamente successivi al termine del conflitto, si ravvisa un inizio di ripresa delle esportazioni con incrementi, rispetto al mese di agosto, del 70 per cento nel mese di settembre (per un valore pari ad euro 11.742.414), del 380 per cento nel mese di ottobre (per un valore pari ad euro 31.893.569) e del 654 per cento nel mese di novembre (per un valore pari ad euro 50.127.902) grazie soprattutto ai prodotti alimentari che in quest'ultimo mese incidono del 50 per cento sul totale delle esportazioni. Bisogna invece aspettare il mese di dicembre per rilevare una ripresa nel settore dei prodotti derivati dalla raffinazione del petrolio, che in tale mese registra un ammontare pari ad euro 32.343.939 (circa un terzo delle esportazioni complessive).
Per quanto concerne le importazioni, si rilevano i primi progressi solo a partire dal mese di novembre, di pari passo con il riavvio della produzione di idrocarburi nel Paese, con un'impennata del settore oil & gas che raggiunge la cifra di euro 431.844.454 (rispetto alla quasi totale assenza di importazioni dal mese di aprile al mese di settembre). Analogo ammontare si registra anche nel mese di dicembre.
Progressi significativi si registrano nel primo bimestre del 2012, soprattutto nel settore oil & gas: se rispetto allo stesso periodo del 2011 si ravvisa una flessione del 9 per cento nelle esportazioni (per un valore pari ad euro 203.092.367) e del 38 per cento nelle importazioni (per un valore pari ad euro 1.538.448.147), rispetto al primo bimestre 2010 le esportazioni registrano un aumento del 67 per cento mentre i valori relativi alle importazioni sono pressoché identici, a dimostrazione della rapidità ed efficacia delle operazioni di ripristino delle attività estrattive, in particolare da parte dell'Eni. Riguardo al settore non oil, se prevedibilmente non si registrano progressi nelle importazioni (a causa dell'inevitabile lenta ripresa della produzione nel Paese), si rilevano positivi sviluppi nelle esportazioni (per un valore pari ad euro 112.973.397, il 31 per cento in meno rispetto al 2011): si conferma il trend positivo dei prodotti alimentari (+43 per cento), bene i prodotti chimici (-4 per cento), in netta crescita autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (+94 per cento), in ripresa i prodotti della metallurgia (+4,3 per cento), più lenti i progressi dei prodotti in metallo (-45,6 per cento), delle apparecchiature elettriche (-55 per cento), dei macchinari (-39 per cento), dei mobili (-48 per cento) e degli altri prodotti manifatturieri (-58 per cento).
Le autorità libiche ribadiscono nei contatti ad ogni livello, da ultimo in occasione dell'incontro a Roma del 12 maggio scorso del Ministro Terzi con il Ministro degli esteri libico, il loro auspicio di continuare ad avere l'Italia quale primo partner economico della nuova Libia e la loro piena disponibilità a riconoscere gli accordi e i contratti legittimamente conclusi dalle aziende italiane prima del 17 febbraio 2011, nonché i relativi crediti, dopo aver effettuato le necessarie verifiche.
In occasione della visita del Presidente Monti a Tripoli il 21 gennaio scorso - il quale era accompagnato dal Ministro Terzi - sono state poste le basi, con la firma della «Tripoli Declaration» e del «Meeting Summary», per il rilancio dei rapporti bilaterali in un clima di rinnovata fiducia e le premesse per sciogliere i nodi ancora esistenti sulla via della ripresa dei rapporti tra i sistemi produttivi dei due paesi.
È quindi seguita nel mese di febbraio una missione del Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, dottor Ciaccia, che ha toccato oltre alla città di Tripoli anche quelle di Bengasi e Misurata, dove ha incontrato, tra gli altri, i Vice Ministri dell'economia e del commercio, delle finanze, delle infrastrutture, dell'elettricità e delle energie rinnovabili, dei trasporti, il Ministro dell'industria, il presidente del consiglio locale della città di Bengasi ed alcuni imprenditori italiani.
Durante la tappa di Tripoli sono stati firmati dalle due Parti tre verbali di incontro concernenti uno scambio di prospettive per la ripresa della collaborazione nei settori delle infrastrutture, energia e collaborazione industriale.
Anche la questione dei crediti delle aziende italiane in Libia continua ad essere seguita con la massima attenzione dal Governo che è perfettamente consapevole delle serie difficoltà causate a molte delle imprese coinvolte, in particolare piccole e medie. Il Governo è pertanto impegnato in stretto raccordo con le associazioni rappresentative delle imprese nella ricerca di una soluzione soddisfacente, per il cui raggiungimento si stanno registrando significativi progressi, importanti anche al fine di favorire la piena partecipazione del sistema imprenditoriale italiano allo sforzo di ricostruzione dell'economia libica e alla sua progressiva diversificazione.
In marzo si è riunito a Roma il comitato tecnico sui crediti istituito nel «Meeting Summary» firmato a gennaio, cui farà seguito una seconda riunione a Tripoli nelle prossime settimane, dopo la formazione del nuovo Governo libico.
Sul fronte dei crediti derivanti da contratti in essere le autorità libiche, dopo le indicazioni date in tale occasione, hanno confermato da ultimo nel corso dell'incontro del Ministro Terzi con il suo omologo libico del 12 maggio scorso che l'apposita commissione incaricata di verificarne la legittimità dovrebbe concludere i lavori nelle prossime settimane, alla luce peraltro degli sviluppi relativi alla formazione del nuovo Governo dopo le elezioni. Le aziende interessate dovrebbero quindi essere contattate entro la fine del 2012 per concordare prospetti di liquidazione e la riattivazione dei contratti ritenuti ancora di prioritario interesse libico. Tale tempistica è naturalmente soggetta ai sopracitati sviluppi politico-istituzionali del Paese.
La riattivazione dei contratti di diverse imprese italiane, la ripresa della loro attività e la liquidazione di parte dei relativi crediti rappresentano ulteriori segnali positivi, unitamente alla sospensione de facto da parte libica, a seguito della richiesta avanzata da parte italiana nel corso della riunione del comitato tecnico sui crediti, delle escussioni di garanzie nei confronti di aziende che avevano interrotto i lavori in attesa della liquidazione di crediti maturati a causa della crisi o per ragioni di sicurezza.
Anche sulla annosa questione dei crediti cosiddetti «storici» (quelli derivanti da contratti che vanno dagli anni '70 agli anni '90) si sono registrati significativi progressi a seguito della accettazione da parte della nuova dirigenza libica a riaprire tale questione nel corso della prima riunione del comitato tecnico. Nelle settimane successive Tripoli ha rinnovato una ipotesi transattiva finalizzata a chiudere il contenzioso ritenuta interessante e ad un primo esame soddisfacente da parte delle associazioni di categoria rappresentative delle imprese. Restano da risolvere alcuni nodi di carattere tecnico in corso di approfondimento da parte delle associazioni e con le autorità libiche in preparazione della prossima riunione a Tripoli del comitato tecnico sui crediti dopo la formazione del nuovo Governo. In tale occasione andranno verificate anche le modalità con cui saranno effettuati i pagamenti, che potrebbero essere convogliati dalle autorità libiche su un conto unico aperto presso un istituto di credito da parte delle associazioni di categoria coinvolte, le quali provvederebbero alla ripartizione degli importi e alla loro liquidazione alle aziende che dovrebbero rilasciare contestualmente quietanza liberatoria.
Sulla questione dei danni subiti dalle imprese italiane riconducibili agli eventi bellici in Libia, è stata reiterata la richiesta di una puntuale applicazione da parte libica delle previsioni dell'accordo per la promozione e protezione degli investimenti per i danni subìti da imprese italiane a seguito di eventi bellici.
Il Ministero dell'economia e delle finanze ha indicato una sua disponibilità nel corso di riunioni di coordinamento promosse dal Ministero degli affari esteri a concordare con le associazioni rappresentative il contenuto di un provvedimento per una dilazione fiscale a favore delle imprese in sofferenza.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Staffan de Mistura.