ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14430

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 568 del 11/01/2012
Firmatari
Primo firmatario: SCANDROGLIO MICHELE
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 11/01/2012


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI delegato in data 11/01/2012
Stato iter:
26/04/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 26/04/2012
DASSU' MARTA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (AFFARI ESTERI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 26/04/2012

CONCLUSO IL 26/04/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14430
presentata da
MICHELE SCANDROGLIO
mercoledì 11 gennaio 2012, seduta n.568

SCANDROGLIO. -
Al Ministro degli affari esteri.
- Per sapere - premesso che:

lo sterminio dei cristiani in Nigeria continua. A Yola, all'interno di una chiesa, il giorno 7 gennaio 2012 uomini armati hanno aperto il fuoco contro dei fedeli, uccidendone almeno otto. Fonti del locale ospedale che hanno recuperato i corpi e notizie attuali confermano lo stato di oppressione cui versano i cristiani nigeriani;

pochi giorni fa un raid sanguinario sempre della setta integralista Boko Haram ha fatto irruzione in una casa di Mubi dove si stava tenendo una veglia funebre lasciando a terra 17 persone ed un numero imprecisato di feriti. La setta Boko Haram legata ad Al Qaeda prova ad imporre col terrore la Sharia; la conseguenza è la fuga delle popolazioni cristiane e di fatto si sta assistendo ad una pulizia etnica senza precedenti. In quell'area è decretato lo stato di emergenza, ma nonostante le affermazioni del capo della polizia locale. migliaia di persone hanno abbandonato le loro case. In Nigeria i morti sono centinaia ed i cristiani subiscono un martirio senza fine in gran parte delle aree di religione islamica -:

se intenda offrire elementi di informazione sulla situazione dei cristiani in Nigeria e fornire assicurazioni e notizie in ordine alle misure poste in essere dal Governo del presidente nigeriano Goodluck Jonathan per tutelare i nostri correligionari.(4-14430)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata giovedì 26 aprile 2012
nell'allegato B della seduta n. 626
All'Interrogazione 4-14430 presentata da
MICHELE SCANDROGLIO

Risposta. - La Nigeria, con una popolazione di 150 milioni di abitanti, è il paese più popoloso del continente africano. Alcune stime riportano che i musulmani sarebbero circa il 50 per cento della popolazione, i cristiani il 40 per cento mentre il 10 per cento dei nigeriani praticherebbe i culti tradizionali. Secondo altri dati invece i due gruppi sarebbero in sostanziale equilibrio numerico. I musulmani sono concentrati principalmente nel Nord del paese, mentre i cristiani nel Sud, ma non esiste un preciso confine geografico tra i due gruppi, anche per la presenza di vaste comunità di immigrati del Nord al Sud e viceversa.
I rapporti tra musulmani e cristiani sono stati talvolta funestati da scontri, anche perché spesso la frattura religiosa s'intreccia con rivalità di stampo etnico od economico. Negli ultimi anni 12 Stati del Nord della Federazione nigeriana hanno introdotto la Sharia, sia nel diritto di famiglia che in quello penale, anche se in alcuni di essi l'applicazione è a facoltà dell'interessato. Le minoranze cristiane presenti nel Nord hanno spesso lamentato di sentirsi discriminate, ma uguale recriminazione è stata espressa anche dai musulmani nel Sud. Ciò nonostante tra le due confessioni si è stabilita una pacifica convivenza. La Costituzione garantisce la libertà di religione e afferma che lo Stato non adotterà mai una religione di Stato. Nelle alte cariche s'è sviluppata una prassi di rotazione tra esponenti delle due religioni. L'attuale presidente, Goodluck Jonathan, che è un cristiano del Sud, è subentrato a Umaru Musa Yar'Adua, che era invece un musulmano del Nord; come vuole la prassi, l'attuale vicepresidente, Mohamed Namadi Sambo, è di fede islamica. Musulmani e cristiani vivono tendenzialmente a stretto contatto e i matrimoni misti sono frequenti tant'è che il progetto del noto gruppo terrorista Boko Haram di dividere il paese secondo linee religiose ben definite, attraverso una vera e propria pulizia etnica, appare assai difficilmente realizzabile.
Gli attacchi ai danni dei cristiani da parte di Boko Haram hanno lo scopo di far scivolare il paese in una spirale di violenza fuori controllo. Fino ad ora tale scenario è stato evitato perché i leader più autorevoli delle varie confessioni religiose del paese hanno espresso la loro ferma condanna, anche se nel Sud ci sono stati sporadici casi di rappresaglie, con alcuni attacchi che hanno colpito moschee e scuole coraniche provocando una decina di morti.
Il Governo Jonathan non può essere accusato di connivenza con i terroristi il quale essendo un cristiano del Sud e l'esplosione di violenze incontrollate determinerebbe la fine per la sua amministrazione e, per tale motivo l'Italia ha sempre espresso il proprio appoggio all'operato del governo. Subito dopo le violenze di Natale, il Governo Jonathan ha proclamato lo stato d'emergenza in alcune aree del paese e chiuso il transito in alcuni tratti di frontiera. Il provvedimento è stato però criticato da una parte dell'opinione pubblica, che lo giudica scarsamente efficace e teme il rafforzamento dei poteri delle forze di sicurezza, resesi spesso responsabili di violazioni dei diritti umani. I recenti scioperi di massa, esplosi in tutto il paese a seguito dell'eliminazione dei sussidi statali ai carburanti, che ne calmieravano i prezzi, hanno ulteriormente messo in difficoltà un governo che, nonostante il suo impegno, non riesce a controllare efficacemente il paese, a causa delle risorse limitate che ha disposizione, dell'inefficienza del suo apparato amministrativo e della diffusa corruzione. Alcuni settori delle forze di sicurezza e dell'amministrazione, specie del Nord, appoggiano segretamente Boko Haram, come lo stesso Jonathan ha dichiarato recentemente, perché mirano a rovesciare il Governo Jonathan, ma la spiegazione principale della scarsa protezione di cui godono i cristiani è legata ai citati problemi in cui versa l'apparato governativo piuttosto che a qualche intento scientemente discriminatorio nei loro confronti da parte del potere centrale. C'è da considerare tra l'altro che neanche i musulmani sono rispettati.
L'Italia ha assunto un approccio molto attivo riguardo a tale crisi, tant'è che l'Ambasciata italiana ad Abuja sta monitorando con estrema attenzione la vicenda. Nell'esprimere il cordoglio del Governo per le vittime degli attentati, l'Ambasciata ha anche invitato le autorità locali ad impegnarsi a garantire la sicurezza nel paese e a perseguire con decisione i colpevoli dei crimini. Si sta inoltre realizzando un'intensa opera di sensibilizzazione nei confronti dei partner comunitari cercando di favorire passi concordati a livello europeo presso l'Onu e le agenzie specializzate. L'Italia ha proposto che l'Alto rappresentante per la politica estera e la delegazione dell'Unione europea ad Abuja esprimano alle autorità locali la loro preoccupazione per le recenti violenze e chiedano che venga garantita la sicurezza nel paese e condannati i colpevoli. Le proposte italiane sono state accolte da alcuni importanti partner europei, tra cui la Germania. La nostra Rappresentanza presso l'Onu a Ginevra ha indirizzato il 28 dicembre 2011 una lettera all'Alto rappresentante dell'Onu per i diritti umani affinché esprimesse pubblicamente la propria preoccupazione e richiedesse ai leader religiosi nigeriani di adoperarsi per allentare il clima di tensione e alle autorità della Nigeria di garantire la sicurezza e di perseguire gli autori delle violenze. L'Alto rappresentante ha accolto le proposte italiane e il 12 gennaio 2012 ha rilasciato una dichiarazione in tal senso.
Il nostro Paese ha tuttavia sottolineato a più riprese la necessità di sostenere l'amministrazione Jonathan, che si sta impegnando attivamente per contrastare il terrorismo. Tra le utili iniziative messe in campo dal Ministero degli affari esteri, con la collaborazione d'altri enti italiani, va citato un corso di formazione per 20 ufficiali nigeriani con competenze in materia di sicurezza e controllo delle frontiere (materia fortemente connessa alla questione della lotta al terrorismo), finanziato dallo stesso Ministero, che ha avuto corso presso l'accademia della Guardia di finanza d'Orvieto.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri: Marta Dassù.