DI PIETRO. -
Al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:
sul settimanale L'Espresso del 16 dicembre 2011 si legge che Raffaele Pernasetti, ex membro della banda della Magliana, attualmente in semilibertà, è impiegato come aiuto cuoco presso un noto ristorante del quartiere Testaccio di Roma;
Pernasetti è stato descritto negli atti d'indagine come uno dei pistoleri che si occupò di vendicare proprio il capo dei testaccini ed ora ritorna in semilibertà proprio nel suo quartiere;
il locale è noto ai verbali delle ultime inchieste sulla malavita, per essere, già dal 2003, la sede di riunioni di personaggi malavitosi e criminali;
secondo la direzione antimafia di Roma e le deposizioni di un collaboratore di giustizia, Diego Marsiglia, i superstiti della banda si riunivano, infatti, proprio in quel ristorante, approfittando del giorno di chiusura, con l'intento di ricostruire quella holding criminale, capace, in passato, di controllare i traffici illeciti della capitale;
i magistrati hanno ritenuto il Marsiglia un pentito attendibile: grazie alle sue rivelazioni è stato smantellato un grande giro di droga ed è stato riarrestato un altro personaggio storico della Banda, Giorgio Paradisi. Anche quest'ultimo, secondo il Marsiglia, avrebbe partecipato a più di una di quelle riunioni nel locale sopra detto;
si evince in maniera chiara come la vicenda della banda della Magliana continui ad avere luci ed ombre che le inchieste giudiziarie stanno cercando di dissipare;
ad oggi il collaboratore Marsiglia non usufruisce di un programma di protezione;
inoltre risulta che i magistrati Lotti e Cavallone siano stati trasferiti in altre procure -:
se risulti come mai Raffaele Pernasetti, esponente di spicco di quel gruppo malavitoso, sia impiegato come aiuto cuoco proprio in quel ristorante, indicato dal collaboratore di giustizia Dario Marsiglia come «punto di incontro per la criminalità»;
se il Ministro non ritenga opportuno garantire prima possibile il programma di protezione per il Marsiglia, considerato attendibile dai pubblici ministeri.
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