ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14301

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 563 del 20/12/2011
Firmatari
Primo firmatario: JANNONE GIORGIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 20/12/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 20/12/2011
Stato iter:
09/07/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 09/07/2012
CLINI CORRADO MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 09/07/2012

CONCLUSO IL 09/07/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14301
presentata da
GIORGIO JANNONE
martedì 20 dicembre 2011, seduta n.563

JANNONE. -
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:

in Europa ogni anno l'inquinamento dell'aria provoca gravi malanni a circa 310.000 persone. In Italia si parla di circa 50.000 persone. L'ultimo rapporto dell'Agenzia europea dell'ambiente di Copenaghen - «Air Quality in Europe 2011» - ribadisce un dato che da qualche anno circola fra gli addetti ai lavori. Detto altrimenti, l'inquinamento atmosferico in Europa porta via in media 9 mesi di speranza di vita, fino ad arrivare a tre anni di vita in meno nelle regioni più esposte, come la Pianura padana e il Benelux. Così tante morti premature per insufficienza cardiaca, infarti, crisi respiratorie, ma anche tumori, costituiscono ormai un rilevante problema sanitario ma anche economico, visto che hanno un costo di 80 miliardi di euro l'anno. La cifra comprende anche le malattie da smog e le conseguenti ospedalizzazioni e farmaci;

fra i disturbi da inquinamento va annoverata anche l'ipertensione, come ha mostrato uno studio tedesco pubblicato negli scorsi giorni su Environmental Health Perspective. Cinquemila persone sono state seguite nel tempo mettendo in relazione la pressione con il saliscendi delle polveri sottili. Ebbene, lo studio ha osservato che al crescere di ogni 2,5 microgrammi su metro cubo di particolato fine (il micidiale PM 2,5) in media la minima saliva di 1,4 mmHg e la massima di 0,9 mmHg. Maggiore l'aumento dei millimetri di mercurio in chi vive vicino a strade molto trafficate. «La ricerca, eseguita dalle università di Colonia, Essen e Dusserldorf, è un altro tassello a sostegno dell'ipotesi che il particolato ultrafine, penetrando negli alveoli polmonari e da lì passando nel sangue, produca uno stato infiammatorio generalizzato in grado di produrre placche arterosclerotiche» commenta Francesco Forastiere del dipartimento di epidemiologia della regione Lazio, forse il più importante studioso italiano di inquinamento dell'aria. Il rapporto dell'Agenzia europea dell'ambiente rileva inoltre che un quinto della popolazione europea vive in zone dove gli inquinanti superano la soglia di legge più volte l'anno. E benché vi siano di anno in anno miglioramenti nelle concentrazioni di polveri di sezione più grande, ossidi di azoto e metalli pesanti, la situazione delle polveri sottili e dell'ozono resta molto critica;

a giudicare dalla composizione dell'aria lombarda analizzata dal nono rapporto del centro comune di ricerca di Ispra (2011), la metà circa dell'inquinamento da polveri proviene dal traffico stradale, mentre l'altra metà si compone di emissioni industriali e riscaldamento (25 per cento), combustione di legna (13 per cento) ed emissioni dall'agricoltura (12 per cento). Quanto all'inquinamento da traffico, il 30 per cento proviene dai tubi di scappamento e dall'usura di freni e pneumatici, mentre l'altro 20 per cento è la polvere «vecchia» che viene risollevata con il passaggio delle automobili. Quindi - conclude il rapporto del centro comune di ricerca di Ispra commissionato dalla regione Lombardia - per riportare le emissioni sotto controllo non basta passare ai modelli meno inquinanti (le auto euro-5 e i camion euro-6). È necessario anche ridurre le auto in circolazione; per questo sono necessarie due diverse misure; comperare macchine nuove e meno inquinanti risolve metà del problema. In parte la sostituzione avviene naturalmente con il passar del tempo. A Londra e Berlino, ad esempio, si è imposto l'accesso facilitato nella low emission zone istituita in queste città alle sole auto a basse emissioni. Le altre pagano salato il privilegio di circolare. A Berlino oggi il parco auto circolante è euro-4 al 90 per cento, le polveri nell'area low emission si sono quasi dimezzate e gli ossidi di azoto sono scesi del 20 per cento. «Anche le politiche della sosta possono servire a ridurre l'acquisto di auto più pulite» spiega Luca Trepiedi, studioso della mobilità dell'Isfort di Roma. In certi borghi londinesi (come a Richmond-Upon-Thames) e in cittadine olandesi si sta diffondendo il parcheggio a pagamento commisurato alle emissioni di CO2 delle auto. L'altro problema italiano è ridurre il numero assoluto di automobili. Seconde solo a Los Angeles, città italiane come Milano e Roma hanno un tasso di motorizzazione che si aggira sulle 6-700 auto ogni mille abitanti. «Se in città in cui il traffico e la sosta sono malgovernate l'auto si facesse pagare per lo spazio che occupa forse ci potrebbe essere qualche cambiamento positivo» spiega lo studioso di trasporti Andrea Debemardi;

contrariamente a tutte le principali città europee, a Roma e Milano, i residenti non pagano il parcheggio. Inoltre, anziché eliminare i posti macchina lungo le strade, questi vengono aumentati con la dotazione di parcheggi sotterranei anche nelle zone centrali. Mentre la politica adottata ormai da una decina d'anni dalle altre metropoli europee è quella di ridurre i posti auto. «Con questa politica, per esempio, a Parigi negli ultimi dieci anni 15.000 posti auto lungo le strade sono stati tolti a favore delle 1.451 stazioni Velib (per 20.000 biciclette pubbliche), di spazio per motorini, car-sharing e pedoni» spiegano gli autori dello studio sui parcheggi in Europa pubblicato di recente («Europe's Parking U-Turn: From Accomodation to Regulation», ITDP, 2011). «Il risultato di questo giro di vite è una diminuzione del 13 per cento dei chilometri percorsi in auto dai parigini dal 2003 ad oggi». Altrove si sono mossi per tempo e ora si godono città più pulite e tranquille. «Segnali di vitalità provengono dalle città tedesche e francesi, dove un massiccio programma di investimenti sul trasporto collettivo ha portato alla ricomparsa del tram in centri importanti (come Lione o Nizza) e allo sviluppo di tecnologie innovative, come i progetti di «tram su gomma» e «bus ad alto livello di servizio» che sono in corso in oltre 15 centri» spiega Trepiedi. Anche in Italia si trovano in realtà buoni esempi di integrazione fra bici e mezzi pubblici, come a Bolzano, Trento o Ferrara (per esempio con linee dedicate, servizi bici-bus o treno), riportando in alcune zone il traffico automobilistico a livelli accettabili. Tali buone pratiche dovrebbero essere trasferite anche a metropoli più complesse e difficilmente governabili come Roma e Milano -:

quali iniziative di competenza il Ministro intenda adottare al fine di abbassare il livello di inquinamento delle maggiori città italiane, promuovendo, al contempo, l'utilizzo di mezzi di trasporto, sia pubblico che sharing, a minor impatto ambientale. (4-14301)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata lunedì 9 luglio 2012
nell'allegato B della seduta n. 662
All'Interrogazione 4-14301 presentata da
GIORGIO JANNONE

Risposta. - In merito all'interrogazione in esame, si rappresenta che la riduzione delle emissioni inquinanti derivanti da traffico autoveicolare, soprattutto nelle aree urbane, è obiettivo prioritario dell'azione svolta negli anni dal ministero dell'ambiente. Le iniziative poste in essere, infatti, hanno mirato costantemente al miglioramento della salubrità dell'aria e ad una maggiore fruibilità degli spazi da parte della cittadinanza, con conseguenti ed innegabili vantaggi per la salute e per la qualità della vita dei cittadini stessi.
Gli strumenti attraverso i quali si è cercato di perseguire tali obiettivi mirano, da un lato, alla riduzione del parco auto veicolare circolante, quantomeno nella componente maggiormente inquinante, e, dall'altro, all'implementazione dell'offerta dei servizi di trasporto pubblico locale e di quelli ad esso integrati, quali car e bike sharing.
Relativamente al problema dell'inquinamento atmosferico, con particolare riferimento a quelle aree del paese afflitte da gravi situazioni climatiche ed ambientali, quali quelle ricadenti nel bacino padano, di recente il ministero ha avviato un tavolo di lavoro congiunto, denominato «Gruppo di Lavoro per l'Individuazione delle misure per la riduzione dell'Inquinamento Atmosferico».
Istituito con decreto della direzione generale per le valutazioni ambientali del 28 dicembre 2011, il gruppo di lavoro è composto da esperti provenienti da diverse amministrazioni, quali, oltre al Ministero dell'ambiente stesso, l'Istituto superiore per la prevenzione e la ricerca ambientale (Ispra), l'Agenzia regionale per la protezione ambientale (Arpa) della Lombardia, l'Istituto superiore di sanità (Iss), il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e l'Ente nazionale per l'energia e l'ambiente (Enea). L'obiettivo del gruppo di lavoro è quello di individuare specifiche misure che saranno presentate in un documento finale, anche in relazione alle ricadute ambientali e socio economiche delle stesse, per ridurre le emissioni di PM10 e del biossido di azoto in tutto il territorio nazionale e, nell'immediatezza, nelle zone maggiormente inquinate, quali quelle del bacino padano.
Con l'obiettivo di ridurre la circolazione di autovetture private e di favorire la sostituzione dei veicoli maggiormente inquinanti con altri a basso impatto ambientale, l'attività del Ministero dell'ambiente è stata articolata in bandi di cofinanziamento rivolti a comuni, enti e privati cittadini, che hanno permesso di raggiungere significativi risultati su scala nazionale.
La promozione del car sharing, del bike sharing e dei sistemi di trasporto pubblico locale rientrano nell'ambito delle iniziative volte a ridurre la circolazione dei veicoli privati, soprattutto nei centri urbani, dove maggiori sono i livelli di inquinamento dovuti a traffico veicolare.
Per quanto concerne lo sviluppo del bike sharing, con il programma di cofinanziamento denominato «Programma di finanziamenti per il miglioramento della qualità dell'aria nelle aree urbane e per il potenziamento del trasporto pubblico», istituito con decreto ministeriale del 3 agosto 2007, e con il «Programma di cofinanziamento che promuove la realizzazione di interventi strutturali per la razionalizzazione della mobilità in ambiente urbano diretti alla riduzione dell'impatto ambientale derivante da traffico urbano», del 24 luglio 2006, sono stati ammessi a cofinanziamento 36 interventi, del valore totale di 36,5 milioni di euro, con un contributo a carico del ministero di oltre 16 milioni.
Gli interventi riguardano l'attivazione ed il potenziamento di servizi di bike sharing, l'acquisto di biciclette classiche e a pedalata assistita, la funzionalità degli uffici di erogazione del servizio, la realizzazione delle postazioni, le piste ciclabili nonché l'integrazione del servizio con fonti di alimentazione alternative ed ecocompatibili.
Relativamente al car sharing, nel 2000 il ministero ha contribuito alla nascita dell'iniziativa dei comuni per il car sharing (I.c.s.), Convenzione di comuni il cui obiettivo è la creazione di una rete nazionale dei servizi di car sharing. Il ministero ha finanziato, con circa 21 milioni di euro, il sistema tecnologico centrale, il call center unico nazionale, la realizzazione delle attività di comunicazione, marketing e monitoraggio, oltre al recente acquisto di 30 vetture elettriche, che saranno distribuite in alcuni dei centri urbani aderenti al circuito Ics, secondo criteri che assicurino una sperimentazione diffusa sul territorio, oltre ad allargare l'offerta del servizio. Attualmente, in Italia sono attivi 13 servizi di car sharing in altrettante aree urbane e relativi hinterland, con circa 600 autovetture a disposizione di oltre 21 mila abbonati.
La promozione ed il potenziamento dei sistemi di trasporto pubblico locale rientrano tra gli obiettivi dell'azione del ministero che, dal 1996 ad oggi, ha contribuito alla realizzazione di azioni volte a migliorare l'offerta di trasporto pubblico locale con un contributo complessivo di 170 milioni di euro per la realizzazione di interventi aventi un costo totale di quasi 380 milioni di euro. In particolare, per il solo potenziamento delle flotte con veicoli a ridotto impatto ambientale (alimentati a metano, Gpl, a trazione elettrica o ibrida), il contributo del Ministero è stato di circa 110 milioni di euro.
Sulla base dei dati diffusi dalle aziende di trasporto pubblico italiane in merito agli standard emissivi dei propri veicoli, distinti per tipologia di alimentazione, gli stanziamenti del ministero dell'ambiente per l'acquisto dei veicoli sopraindicati hanno prodotto un risparmio di emissioni di PM10 di oltre l'85 per cento rispetto all'utilizzo di veicoli alimentati a gasolio. Tale valutazione è stata effettuata assumendo come riferimento l'utilizzo di autobus a gasolio con standard euro II, tenendo conto che i cofinanziamenti concessi dal ministero sono stati erogati tra il 1996 ed il 2009 e che gli autobus acquistati hanno quindi sostituito un parco circolante autobus con standard ambientali variabili tra l'euro 0 e l'euro 3.
L'adozione di misure volte all'incentivazione del ricambio del parco auto circolante, nonché all'utilizzo, anche per le amministrazioni pubbliche, di autovetture elettriche o ibride è stata oggetto di diverse iniziative poste in essere dal Ministero dell'ambiente, sia di carattere operativo, con contributi diretti per la diffusione di veicoli ecocompatibili, che di indirizzo.
Relativamente all'erogazione di contributi, va ricordato il decreto ministeriale del 24 maggio 2004 che, in esecuzione dell'articolo 17 della legge 166 del 2004, ha avviato un programma per la concessione ed erogazione di contributi per l'acquisto e/o leasing di veicoli a minimo impatto ambientale.
Con tale programma è stato previsto un sistema di incentivi a favore di persone fisiche e giuridiche per l'acquisto di veicoli elettrici, ibridi, a metano, Gpl o biffe: allo stato attuale, relativamente ai soli veicoli elettrici ed ibridi, sono stati erogati oltre 50 milioni di euro, con i quali è stato cofinanziato l'acquisto di circa 2.100 veicoli.
Ulteriori contributi sono stati erogati nell'ambito dell'accordo di programma Icbi - Iniziativa carburanti a basso impatto ed in esecuzione dell'Accordo di programma sottoscritto dal Ministero con l'Ancma - Associazione nazionale ciclo motociclo e accessori e il Cei-Cives - Comitato elettrotecnico italiano-Commissione italiana veicoli elettrici stradali.
In esecuzione dell'accordo Icbi, mediante l'erogazione di oltre 40 milioni di euro è stato possibile cofinanziare la realizzazione di 21 impianti di rifornimento di metano e/o Gpl riservati alle flotte di veicoli esercenti servizi di pubblica utilità, oltre alla conversione di oltre 82.000 autovetture inquinanti a benzina, mediante l'installazione di appositi kit di alimentazione a metano o Gpl.
In esecuzione dell'accordo sottoscritto con Ancma e Cei-Cives, inoltre, con l'erogazione di oltre 38 milioni di euro è stato possibile l'acquisto di oltre 140.000 veicoli a basso impatto, tra i quali 32.000 ciclomotori e motocicli, elettrici e a basso impatto ambientale, e 108.000 biciclette, sia classiche che a pedalata assistita.
In tale ambito, inoltre, si inquadra un atto di indirizzo dell'ottobre 2010, le «Linee di indirizzo per una strategia della mobilità sostenibile in Italia», a cura della direzione generale per lo sviluppo sostenibile, il clima e l'energia del ministero. In tale documento è stato posto in risalto il ruolo che la produzione e la diffusione di auto ad alta efficienza e basse emissioni, tra cui quelle elettriche ed ibride, in sostituzione delle auto circolanti più inquinanti, può assumere nell'ottica della promozione di forme di spostamento compatibili con gli scenari delineatisi nelle politiche di mobilità del nuovo millennio.
Nel documento si evidenzia come le condizioni per uno sviluppo ambientalmente ed economicamente compatibile di tali forme di mobilità sono diverse e vanno dalla generazione dell'elettricità da fonti rinnovabili ad una gestione delle batterie che assicuri la minimizzazione degli effetti sulla produzione di rifiuti, dallo sviluppo dei sistemi di ricarica rapida alla necessità dell'introduzione dell'auto elettrica/ibrida in sostituzione delle auto circolanti.
Per quanto riguarda le opzioni tecnologiche, particolare rilievo è dato all'auto ibrida plug-in che ha il vantaggio di una maggiore autonomia e flessibilità rispetto all'auto elettrica «pura», alla quale è preferibile nel caso in cui l'energia elettrica per alimentare la rete di ricarica sia generata prevalentemente dalle centrali termoelettriche tradizionali o comunque da combustibili fossili.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Corrado Clini.