ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14273

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 563 del 20/12/2011
Firmatari
Primo firmatario: ZAMPARUTTI ELISABETTA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 19/12/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 19/12/2011
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 19/12/2011
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 19/12/2011
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 19/12/2011
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 19/12/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 19/12/2011
Stato iter:
07/08/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 07/08/2012
CARDINALE ADELFIO ELIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 15/02/2012

SOLLECITO IL 28/05/2012

SOLLECITO IL 04/07/2012

SOLLECITO IL 27/07/2012

RISPOSTA PUBBLICATA IL 07/08/2012

CONCLUSO IL 07/08/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14273
presentata da
ELISABETTA ZAMPARUTTI
martedì 20 dicembre 2011, seduta n.563

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

dal sito http://rassegnecobio.myblog.it/archive/2009/01/07/un-breve-elenco-di-fonti-di-xeno-estrogeni.html si apprende che gli xenoestrogeni sono sostanze chimiche presenti al di fuori dell'organismo femminile che si comportano come gli estrogeni endogeni;

sin dal 1991 sono stati pubblicati numerosi studi riguardanti l'azione di questi agenti chimici contenuti nell'ambiente ed in alcuni alimenti che si comportano come estrogeni sulle cellule bersaglio (mammella, utero, endometrio, salpingi, ovaie, intestino eccetera) delle donne;

questi agenti esercitano in tali cellule una vera e propria azione di stimolo simile agli estrogeni, concorrendo a determinare alterazioni di tali cellule sottoposte a queste stimolazioni;

in particolare si tratterebbe di diossina, DDT, Nonylphenolo (contenuto nei detersivi industriali, insetticidi, e prodotti di cura personali); Bisphenolo (ceduto dalle bottiglie di plastica bottiglie di polycarbonato e contenitori di plastica, nei cibi inscatolati); Alkylphenoli (prodotto dai prodotti di degradazione di detersivi); carne di manzo, pollo e maiale (poiché gli xenoestrogeni vengono usati normalmente per ingrassare gli animali e farli crescere rapidamente, oltre per determinare in loro una ritenzione idrica ed aumentarne il peso); Paraben Metile (in lozioni e gel cosmetici;

quando somministrato oralmente il paraben metile è inattivo, per via sottocutanea il butylparaben produce una risposta estrogenica e positiva sui tessuti dell'utero); Atrazina (diserbante); Benzophenone-3, homosalate 4-metile-benzylidene la canfora (4-MBC), octyl-methoxycinnamate ed octyl-dimetile-PABA) (protettori solari, rossetti e cosmetica facciale) -:

se quanto riferito in premessa corrisponde al vero e di quali ulteriori informazioni disponga il Governo in merito ad effetti nocivi per la salute;

quali misure si intendono adottare a tutela della salute dei cittadini. (4-14273)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 7 agosto 2012
nell'allegato B della seduta n. 678
All'Interrogazione 4-14273 presentata da
ELISABETTA ZAMPARUTTI

Risposta. - Secondo la definizione dell'Unione europea, gli xenoestrogeni, che rientrano tra gli interferenti endocrini (IE), rappresentano «un gruppo di sostanze che possono alterare la funzionalità del sistema endocrino, causando effetti avversi sulla salute di un organismo, oppure della sua progenie o di una (sotto) popolazione».
I problemi relativi alla valutazione e prevenzione dei possibili rischi per la salute derivanti dall'esposizione a interferenti endocrini sono trattati nell'area tematica dedicata del sito dell'Istituto superiore di sanità (ISS): http://www.iss.it/inte.
In estrema sintesi, gli interferenti endocrini sono un complesso ed eterogeneo gruppo di sostanze, comprendente diversi contaminanti persistenti (ad esempio, diossine, policlorobifenili), alcuni gruppi di pesticidi (ad esempio, etilene-bisditiocarbammati, triazine, triazoli), sostanze tuttora utilizzate in un'ampia varietà di prodotti di consumo (ritardanti di fiamma bromurati, perfluoro-ottano sulfonato, bisfenolo A, alcuni ftalati e parabeni), nonché sostanze «naturali» (ad esempio, la micotossina zearalenone, la genisteina presente nella soia e prodotti derivati). Queste sostanze eterogenee sono accomunate dalla capacità di interferire con la regolazione ormonale degli organismi, attraverso meccanismi e bersagli diversi: in particolare, l'equilibrio degli ormoni implicati nella riproduzione (estrogeni/androgeni) e della tiroide sono i bersagli meglio riconosciuti, anche se non i soli, degli interferenti endocrini.
Le preoccupazioni nei confronti degli interferenti endocrini espresse dalla comunità internazionale si fondano su una base crescente di evidenze scientifiche.
Tali preoccupazioni riguardano le associazioni fra l'esposizione a interferenti endocrini e aumentati rischi di patologie riproduttive (infertilità, abortività precoce, endometriosi, malformazioni urogenitali), rischi dello sviluppo neuro-comportamentale, rischi endocrino-metabolici (ipotiroidismo, diabete mellito) e tumorali (ad esempio, cancro testicolare), inoltre, una diffusa esposizione, soprattutto attraverso le catene alimentari.
Tale esposizione avviene generalmente a dosi molto più basse di quelle che inducono effetti endocrini avversi negli studi sperimentali: tuttavia, non può venire in alcun modo trascurata sia la capacità di diversi interferenti endocrini di accumularsi nell'organismo sia la possibilità di un effetto «cocktail» fra sostanze con azione simile.
È stata segnalata la potenzialità degli interferenti endocrini di alterare l'azione di vitamine ed antiossidanti e di ridurre l'efficacia di stili alimentari salutari (Baldi & Mantovani, Annali dell'ISS, 2008, 44(1):57-63).
Tenuto conto della particolare vulnerabilità dell'organismo in via di sviluppo, sia in utero sia nell'infanzia, gli interferenti endocrini sono un importante fattore da considerare per la «sicurezza alimentare sostenibile», rivolta alla tutela delle generazioni a venire (Frazzoli Et Al, Annali dell'ISS, 2009, 45(1):65-75).
Per la loro presenza ubiquitaria nell'ambiente ed i comportamenti peculiari di persistenza, biomagnificazione e bioaccumulo nella catena alimentare, la valutazione dei possibili rischi, legati alla loro esposizione, deve coinvolgere inevitabilmente differenti ambiti, tra cui quello ambientale e sanitario.
Ed è proprio l'integrazione tra le conoscenze ottenute dai programmi per la sorveglianza ambientale e per la sicurezza alimentare che questo Ministero sta perseguendo, attraverso l'inserimento di alcuni dei suddetti composti nel piano dei controlli sugli alimenti prodotti in comparti ambientali a rischio, quali i siti di interesse nazionale (SIN) e/o aree adiacenti.
Il piano, avviato nel febbraio 2011, prevede un'attività di monitoraggio che si esplica attraverso l'utilizzo di bioindicatori, quali animali della specie ovi-caprina (latte), vongole/mitili o galline ovaiole (uova).
Per la realizzazione di tale Piano è stato adottato un sistema informativo geografico (GIS), in grado di rappresentare adeguatamente i territori ricadenti nei siti di interesse nazionale, e sviluppato anche un nuovo metodo analitico per la rilevazione del nonilfenolo nelle matrici alimentari.
I risultati ottenuti, oltre a consentire una valutazione della migrazione di contaminanti nella catena alimentare, fornendo, quindi, un valido strumento per la valutazione del rischio sanitario, allo scopo di garantire un elevato livello di protezione della salute, costituiscono un valido supporto per i conseguenti interventi delle autorità competenti in materia ambientale.
In un periodo di tempo di tre anni, il Piano consentirà di monitorare tutti i siti di interesse nazionale di interesse per la sicurezza alimentare.
Inoltre, il Ministero della salute è impegnato, da anni, nell'attività di sorveglianza mirata al controllo della concentrazione, tra l'altro, di agenti contaminanti per l'ambiente, in animali vivi e in prodotti di origine animale, attraverso la predisposizione del Piano nazionale residui (PNR).
Tale piano ha permesso, in passato, di mettere in evidenza problematiche ambientali presenti in alcuni territori, quali, ad esempio, la contaminazione da diossine nella Regione Campania e quella da esaclorocicloesano beta (HCH-beta) nella Regione Lazio.
Va inoltre segnalato che il Ministero della salute, attraverso l'intervento di esperti qualificati, da tempo svolge attività collaborative presso i Comitati ed i gruppi di lavoro della Commissione europea, dell'european chemicals agency-Echa, dell'european food safety authority-Efsa, dell'organization for economic co-operation and Development-OECD e dell'organizzazione mondiale della sanità-OMS, per la valutazione dei rischi e per la definizione di misure di mitigazione del rischio ai fini della loro gestione in tutti i settori di destinazione d'uso finora citati.
L'attività svolta dagli esperti coinvolti nel settore della sicurezza chimica del centro nazionale sostanze chimiche e del dipartimento ambiente e connessa prevenzione primaria dell'ISS, ha fornito un contribuito all'emanazione di disposizioni europee quali il regolamento CE n. 1907/2006 «Registration, evaluation and authorization of chemicals-Reach» sulla registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche, la direttiva 91/414/CEE sull'immissione all'impiego di sostanze fitosanitarie, la direttiva 98/8/CEE sull'immissione all'impiego delle sostanze ad uso biocida, il regolamento CE n. 1223/2009 sui cosmetici, il decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, sulla sicurezza dei prodotti o «Codice del consumo».
Inoltre, esistono specifiche attività sviluppate a livello nazionale.
In particolare, l'istituto superiore di sanità, quale ente di ricerca ed organo scientifico del servizio sanitario nazionale, ha coordinato il primo progetto nazionale sugli interferenti endocrini (2000-2003), finanziato dal Ministero della salute, e successivamente proseguito come progetto istituzionale interno. Una delle ricadute del progetto è stata la citata area tematica dedicata agli interferenti endocrini (http://www.iss.it/inte): oltre all'aggiornamento sulle attività scientifiche dell'ISS nello specifico settore (basi di dati, pubblicazioni, rapporti, workshop), l'area intende contribuire all'aggiornamento degli operatori ed alla promozione di iniziative di ricerca.
Inoltre, a seguito dell'incontro nazionale della ricerca italiana sugli IE, è stato pubblicato il rapporto «interferenti endocrini: valutazione e prevenzione dei possibili rischi per la salute umana» (2009: rapporti Istisan 09/18), che affronta i due aspetti chiave della sicurezza alimentare e dei rischi per lo sviluppo pre- e post-natale.
L'ISS ha coordinato il progetto «Previeni» (2008-2011; v. area tematica dedicata http://www.iss.it/prvn), finanziato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: obiettivo di «Previeni» è la messa a punto di biomarcatori utili per il monitoraggio degli interferenti endocrini negli ecosistemi e nelle popolazioni umane esposte. Il progetto è incentrato sulle sostanze tuttora non considerate nei controlli ufficiali (Pfos, ftalati, bisfenolo A) e sulla valorizzazione della biologia molecolare per la messa a punto di biomarcatori precoci. I risultati finali sono stati presentati il 25 ottobre 2011 e hanno mostrato una preoccupante esposizione interna agli interferenti endocrini, considerati tanto nella popolazione adulta quanto nel sangue di cordone ombelicale, associata essenzialmente al contesto di vita urbano e con aumentato rischio di infertilità e patologie riproduttive.
Sulla base dei risultati ottenuti e considerando il principio di precauzione, sono in corso di elaborazione raccomandazioni per limitazioni d'uso e controlli degli IE, nonché per una migliore informazione dei cittadini.
Due documenti ufficiali sugli interferenti endocrini sono stati prodotti dal comitato nazionale biosicurezza, biotecnologie e scienze della vita, organo consultivo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sulla base dell'elaborazione di gruppi di lavoro interdisciplinari: «La sorveglianza dell'esposizione a interferenti endocrini» (2007) e «Priorità e obiettivi per la valutazione e gestione del rischio per la salute umana e la qualità ambientale da esposizione a interferenti endocrini» (2010).
In conclusione, in Italia vi è una significativa attività concernente gli interferenti endocrini da parte degli enti scientifici pubblici ed una costante partecipazione istituzionale presso le sedi internazionali.

Il Sottosegretario di Stato per la salute: Adelfio Elio Cardinale.