ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14263

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 563 del 20/12/2011
Firmatari
Primo firmatario: DI STANISLAO AUGUSTO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 19/12/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 19/12/2011
Stato iter:
27/11/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 27/11/2012
DI PAOLA GIAMPAOLO MINISTRO - (DIFESA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 27/11/2012

CONCLUSO IL 27/11/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14263
presentata da
AUGUSTO DI STANISLAO
martedì 20 dicembre 2011, seduta n.563

DI STANISLAO. -
Al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:

la legge finanziaria per il 2008, all'articolo 2, commi 78 e 79, abrogati dal nuovo codice militare, stabiliva che nei poligoni esistono rischi per nano particelle di metalli pesanti, ma non sono state adottate le necessarie misure di protezione;

tale norma assumeva particolare importanza in relazione ai poligoni di impiego internazionale, nei quali non si può essere sicuri degli armamenti che vengono sperimentati da ditte o forze straniere perché a questi enti si richiede solo un'autocertificazione;

ad oggi nel poligono di Teulada esistono addirittura aree che sono state ufficialmente definite come non più bonificabili e delle quali è stata interdetta l'abitabilità -:

se il Governo intenda chiarire perché non siano mai state adottate misure di protezione adeguate nei poligoni;

se e come il Governo intenda provvedere per tutelare i militari ed i civili dai rischi per la salute e per l'ambiente.
(4-14263)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 27 novembre 2012
nell'allegato B della seduta n. 724
All'Interrogazione 4-14263 presentata da
AUGUSTO DI STANISLAO

Risposta. - In applicazione delle vigenti normative in materia di tutela dell'ambiente e della salute umana, puntualmente richiamate anche nel codice dell'ordinamento militare e nel relativo testo unico regolamentare, sono vietate nei poligoni militari tutte le attività suscettibili di arrecare direttamente grave pregiudizio alla salute e all'ambiente.
Già dal 2008, le principali aree addestrative, a valenza interforze e di maggiore impegno per le attività a fuoco, ovvero il poligono di Capo Teulada e il poligono sperimentale di Salto di Quirra, sono dotati di specifici «disciplinari per la tutela ambientale» - attualmente in corso di estensione a tutti i poligoni di tiro sul territorio nazionale - che, in particolare, subordinano l'effettuazione di tutte le attività esercitative nonché, soprattutto, quelle di carattere innovativo/sperimentale, alla redazione di «schede di sicurezza ambientale», riguardanti le specifiche tecniche di ogni tipo di munizionamento da impiegare, onde valutare a priori la sostenibilità delle varie attività in riferimento alla tutela dell'ambiente e della salute umana.
Tali schede s'ispirano al modello previsto dal regolamento (Commissione europea) n. 1907 del 2006, concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH), e forniscono, con un sistema di facile utilizzo e di rapida consultazione, informazioni riguardo alle specifiche tecniche del munizionamento utilizzato in ciascuna attività addestrativa.
Lo scopo di queste schede è quello di raccogliere in un unico documento tutti i dati concernenti una specifica tipologia di munizionamento, al fine di poter meglio valutare i potenziali rischi e di adottare, conseguentemente, le misure più idonee di protezione per il personale e di contenimento degli effetti sull'ambiente.
Tra l'altro, è stato recentemente costituito un gruppo di lavoro interforze per la definizione di un nuovo e più avanzato modello di «schede di sostenibilità ambientale», allo scopo di incrementare ulteriormente le informazioni utili per l'operatore, con particolare riferimento agli effetti sull'ambiente nel tempo di attività anche di modesta incidenza, ma che siano connesse, comunque, a qualsiasi attività antropica.
Alcuni poligoni sono già stati interessati da campagne di monitoraggio ambientale, autonomamente intraprese dalla singola Forza armata ovvero pianificate attraverso il comitato interforze di coordinamento - costituito presso lo Stato maggiore della difesa - che definisce il programma annuale degli interventi degli enti tecnici interforze presso i siti e gli ambienti di lavoro della difesa, in patria e all'estero.
È, altresì, in fase di predisposizione un programma di preliminare ricognizione sistematica dello stato ambientale di tutti i poligoni, a conclusione della quale si procederà alla pianificazione degli interventi di ulteriore caratterizzazione e di bonifica eventualmente necessari, stimandone oneri e tempi di realizzazione, così come sono in corso di definizione linee di intervento unitarie e di indirizzo per la gestione uniforme di tutti i poligoni di tiro all'aperto.
Ciò posto, le misure di protezione del personale impiegato nelle operazioni di sgombero/bonifica dei poligoni di tiro sono stabilite in relazione alle tipologie di esercitazioni condotte.
In particolare, per quanto concerne l'individuazione e la distruzione degli ordigni inesplosi a seguito di attività addestrative, si evidenzia che nel caso di:

rischio chimico, gli operatori EOD (Explosive Ordnance Disposal) del genio vengono equipaggiati con i materiali per la rivelazione e la protezione batteriologica/chimica EOD;

rischio derivante dall'eventuale dispersione di microparticelle, sono state definite specifiche misure di protezione per la prevenzione e il contenimento delle possibili forme di inquinamento da polveri sottili di metalli pesanti prodotte durante i relativi lavori di bonifica.
Nel merito, si precisa che per la condotta della bonifica con rischio di produzione delle polveri di metalli pesanti, in aggiunta agli accorgimenti di carattere generale - quali l'impiego dei guanti monouso in lattice per la manipolazione degli esplosivi plastici e il lavaggio accurato della tuta mimetica e degli anfibi - è stato disposto che la quantità massima di esplosivo da utilizzare in unica soluzione in fornello caricato con diversi ordigni sia di 150 chilogrammi.
È stato, altresì, previsto, che i dispositivi di protezione, da distribuire, previo addestramento per lo specifico impiego, debbano essere:

facciali filtranti antipolvere monouso conformi agli standard FFP2 o classe 2 (protezione dagli aerosol solidi e/o liquidi indicati come pericolosi o irritanti) e FFP3 o classe 3 (protezione dagli aerosol solidi e/o liquidi tossici), di cui alla norma UNI 10270;

tute monouso con cappuccio e cerniera con elastici ai polsi, alle caviglie e alla vita con tessitura ad elevata traspirabilità, conformi alla norma EN 467 e certificazione CE - categoria III (protezione contro sporco, schizzi e sostanze nebulizzate).
Quanto alla tutela dei «civili dai rischi per la salute e per l'ambiente», è stato costituito, il 16 dicembre 2011, uno «Scientific board» - su richiesta della regione Sardegna e dell'assessorato della sanità - composto da esperti regionali e dell'Istituto superiore della sanità, del Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione Salute (CNESPS), nonché da un esperto del dipartimento di statistica dell'università di Firenze, con la finalità di valutare criticamente tutti gli studi ambientali e sanitari ad oggi condotti per l'area del poligono interforze del Salto di Quirra.
Tale indagine epidemiologica prende in considerazione anche le aree della Sardegna sedi dei poligoni di Capo Teulada e di Capo Frasca.
Il 25 giugno 2012 si è tenuta una riunione dello «Scientific board» nel corso della quale sono stati presentati i primi riscontri ed è emersa la decisione di completare tutti i lavori d'indagine entro e non oltre il 31 dicembre 2012, come auspicato dalla stessa regione.
Si conferma, in conclusione, l'impegno assoluto delle Forze armate ad attenersi, nello svolgimento di ogni attività e in ogni circostanza, ad un imprescindibile principio di precauzione, a tutela della salute dei propri militari e di tutta la popolazione residente nelle aree interessate dalla presenza di poligoni.

Il Ministro della difesa: Giampaolo Di Paola.