ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14080

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 555 del 30/11/2011
Firmatari
Primo firmatario: JANNONE GIORGIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 30/11/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 30/11/2011
Stato iter:
18/06/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 18/06/2012
VARI MASSIMO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 18/06/2012

CONCLUSO IL 18/06/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-14080
presentata da
GIORGIO JANNONE
mercoledì 30 novembre 2011, seduta n.555

JANNONE. -
Al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:

le adsl italiane stanno peggiorando, a causa dell'aumento del divario tra la velocità promessa e quella reale. Lo afferma uno studio di SosTariffe basato su 200mila test effettuati dagli utenti nel corso del 2011. Le adsl più comuni, quelle a 7 megabit, arrivano in media a 3,75 Mbps contro i 4 Mbps del 2010. Più deludenti, in proporzione, le adsl 20 megabit: si fermano a 7 Mbps, con una certa variabilità geografica. Più fortunati gli utenti delle province di Trieste (4,864 Mbps), Genova (4,348 Mbps), Cagliari (4,484 Mbps), Livorno (4,453 Mbps) e Aosta (4,294). Al contrario, le peggiori velocità sono registrate nelle province di Crotone (2,725 Mbps), Ragusa (3,125 Mbps), Teramo (3,184 Mbps), Rieti (3,098 Mbps) e Asti (3,312 Mbps). Il quadro è quello di un digital divide invisibile: la zona dove si abita incide sulle prestazioni a cui si può aspirare. Dipende dalla qualità delle infrastrutture in fibra ottica presenti nel sottosuolo. L'Italia ha un record di lentezza, lo dice anche l'ultimo rapporto Akamai sullo stato di internet. L'Italia è il Paese europeo con il maggior numero di connessioni lente (0,9 per cento a meno di 256 Kbps reali). L'85 per cento delle connessioni italiane supera la velocità di 2 Mbps, ma solo l'11 per cento supera i 5 Mbps;

lo studio di SosTariffe è un termometro interessante; l'Autorità garante delle comunicazioni aveva in programma di realizzare un quadro delle prestazioni, con proprie sonde di test disseminate lungo la rete italiana, ma il progetto si è fermato a quattro regioni. «Contiamo anche di pubblicare statistiche nazionali basate sui test fatti dagli utenti con il nostro Misura Internet», dicono da Agcom. «Finora non l'abbiamo fatto perché gli operatori si oppongono, accampando motivi di privacy. Ma miriamo a farlo entro febbraio». Misura Internet è appunto il test ufficiale dell'Agcom che si può eseguire quando si sospetta di andare troppo lenti su internet con l'adsl. Se i risultati sono inferiori alle promesse del nostro operatore, il test autorizza formalmente a inviargli una raccomandata di protesta. Se la situazione non migliora, si può fare un secondo test che eventualmente dà il diritto a una disdetta gratuita (risparmiando circa 40 euro). «Entro novembre uscirà la versione 2.0 del test», annunciano da Agcom. La miglioria è che «adesso non si blocca più quando rileva un minimo traffico Internet da alcune applicazioni attive sul computer dell'utente. Riesce a fare la misura al netto di quel traffico»;

purtroppo però gli operatori hanno trovato un escamotage: promettere una velocità piuttosto ridotta, così da non incappare nella cesoia del test. Le adsl 7 megabit hanno un minimo garantito di 2,1-2,5 Mbps, quelle a 20 megabit circa 5 Mbps; sono ben inferiori alle medie riportate da SosTariffe, che pure possono essere deludenti, visto che arrivano a metà della velocità reclamizzata. Né si può sperare, ragionevolmente, di andare più veloci con la banda larga mobile umts/hspa, nonostante velocità reclamizzate fino a 28 Mbps. In media la banda larga mobile va più lenta di una 7 megabit, infatti, con prestazioni peraltro piuttosto altalenanti e imprevedibili a seconda dell'ora e del giorno. È un'opzione valida solo se ci si trova in una zona dove l'adsl non riesce ad arrivare nemmeno a 2 Mbps. In altre parole, se l'adsl va come la media di SosTariffe, non si ha diritto ufficiale a protestare. Si può solo cambiare operatore, scegliendo un'offerta più cara, magari a 20 megabit (tutto sommato quasi il doppio più veloci di quelle a 7 megabit) -:

quali iniziative di competenza il Ministro intenda adottare al fine di promuovere la realizzazione di una rete di banda larga, altamente efficiente e con costi contenuti per i fruitori, su tutto il territorio nazionale. (4-14080)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata lunedì 18 giugno 2012
nell'allegato B della seduta n. 651
All'Interrogazione 4-14080 presentata da
GIORGIO JANNONE

Risposta. - Gli investimenti in infrastrutture di comunicazione, specialmente per espandere l'accesso a banda larga e ultralarga, rappresentano uno strumento utile per creare lavoro e fornire le fondamenta per una sostenibilità economica e una crescita a lungo termine di un Paese.
La cabina di regia di cui all'articolo 47 del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito in legge con modificazioni dalla legge 4 aprile 2012, n. 35, è volta a definire una strategia italiana per lo sviluppo del Paese puntando sull'economia digitale. Gli obiettivi della citata cabina ricalcano le azioni definite nell'iniziativa faro - «digital agenda» all'interno della strategia europea EU2020, al fine di trarre vantaggi socioeconomici sostenibili da un mercato unico del digitale basato sull'internet veloce e superveloce e su applicazioni interoperabili, garantendo a tutti l'accesso alla banda larga entro il 2013 e l'accesso a velocità di internet nettamente superiori (30 Mbps o più) entro il 2020, e assicurando che almeno il 50 per cento delle famiglie europee si abboni a connessioni internet di oltre 100 Mbps.
L'Italia in questo senso sta compiendo un notevole sforzo, inserendo fra le priorità dell'azione di Governo il completamento del Piano nazionale banda larga, per garantire a tutti i cittadini italiani la possibilità di connettersi a internet a una velocità di almeno 2 Mbps.
Per altro verso, il «Progetto strategico agenda digitale italiana» per la realizzazione della banda ultralarga, (articolo 30 del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 luglio 2011, n. 111) è ora all'attenzione della Commissione europea ed è stato sottoposto, sino al 15 gennaio 2012, a consultazione pubblica, riscuotendo grande interesse da parte del mercato, delle associazioni di categoria, delle regioni e degli enti locali.
Il medesimo Progetto contiene anche una misura concernente la realizzazione di data center volti ad assicurare l'esecuzione decentralizzata delle applicazioni più importanti e innovative sia da parte del mondo delle imprese, sia da quello della Pubblica amministrazione che potrà così essere definitivamente dematerializzata.
Grazie al Piano azione e coesione, inoltre, quasi 450 milioni di euro saranno dedicati allo sviluppo della banda ultralarga, un progetto meritevole di essere considerato una best practice europea sia in termini di obiettivi, sia nelle modalità di intervento e coordinamento.
Infine, per lo sviluppo della larga banda un passaggio fondamentale è stato lo svolgimento della gara sulle cosiddette frequenze 4G. L'articolo 1, commi 8-12, della legge di stabilità per il 2011 ha previsto lo svolgimento di una procedura di gara per l'assegnazione dei diritti d'uso di frequenze relative alla banda 800 MHz, da destinare a servizi di comunicazione elettronica mobili in banda larga, oltre che delle altre frequenze disponibili (frequenze in banda 1800 Mhz, 2000 Mhz, 2600 Mhz), per un totale di circa 300 MHz.
La gara si è conclusa il 29 settembre 2011 con l'aggiudicazione dei lotti di frequenze messe a gara a favore delle società Telecom Italia spa, Vodafone Omnitel N.V, Wind Telecomunicazioni spa ed H3g spa. Queste frequenze serviranno a sviluppare in particolare le tecnologie lte (long term evolution) che sicuramente costituiscono un fattore chiave non solo per lo sviluppo della larga banda ma dell'intero Paese, considerando la rapida crescita del numero di utenti dei servizi di comunicazione mobile e la possibilità di fruire, con essa, di numerosi servizi innovativi volti a migliorare la qualità della vita di tutti i giorni.
Da quanto precede è facile rilevare che al momento il Governo è impegnato ad utilizzare in pieno tutte le potenzialità che offre l'attuazione dell'agenda digitale, con attenzione specifica ai profili di crescita e innovazione ad essa collegati.

Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico: Massimo Vari.