ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13897

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 549 del 12/11/2011
Firmatari
Primo firmatario: DE POLI ANTONIO
Gruppo: UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Data firma: 12/11/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 12/11/2011
Stato iter:
01/08/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 01/08/2012
BALDUZZI RENATO MINISTRO - (SALUTE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 01/08/2012

CONCLUSO IL 01/08/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13897
presentata da
ANTONIO DE POLI
sabato 12 novembre 2011, seduta n.549

DE POLI. -
Al Ministro della salute, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
- Per sapere - premesso che:

da ricerche statistiche svolte recentemente da autorevoli istituti specializzati si evince che, frazioni sempre maggiori della popolazione sono a rischio di perdita dell'autosufficienza a causa della concomitante presenza di patologie croniche, quali malattie neurodegenerative (circa il 25 per cento degli ultra80enni è affetto da demenza) e cardiovascolari, spesso associate a problemi muscolo-scheletrici, respiratori e metabolici. Tutto ciò comporta situazioni assai problematiche all'attuale situazione delle famiglie italiane investite da ampi processi di mutamento demografico e socio-economico;

nonostante, si assista alla netta e crescente trasformazione, le famiglie sono ancora le principali responsabili della gestione degli anziani, sia quando se ne fanno carico direttamente, sia quando delegano (parzialmente o totalmente) l'assistenza a personale domestico o «di prossimità» che vive sotto lo stesso tetto, con livelli di professionalità limitati o comunque non formalizzati rispetto alle norme del mercato del lavoro e del sistema d'istruzione italiano. Tale scelta garantisce, come è noto, costi di assistenza contenuti, nonché forme di personalizzazione e continuità del «prendersi cura» socialmente apprezzate.

una delle ultime rilevazioni fatte sul fenomeno del tasso nazionale di non autosufficienza tra gli over 65 è risultato pari al 18,7 per cento nel nostro Paese. Ad ogni modo, va detto che in Italia il numero di anziani istituzionalizzati è piuttosto contenuto se comparato a quanti ancora vivono presso il proprio domicilio: per conoscere il numero totale di non autosufficienti agli oltre 2 milioni e 80 mila disabili indicati dalla Multiscopo (ISTAT, 2008), vanno aggiunte le circa 161 mila persone ospiti dei presidi sociosanitari residenziali, ottenendo così una stima approssimativa di poco superiore ai 2 milioni e 240 mila persone;

in questo quadro generale e sintetico, ogni regione nel nostro Paese si sforza di garantire il miglior servizio assistenziale ai propri residenti in difficoltà;

in tutto ciò, proprio le associazioni che operano in questo settore e che svolgono un ruolo di straordinaria importanza sociale, spesso incontrano ostacoli e impedimenti che rendono complicata la gestione e pianificazione di settore;

una delle principali criticità segnalate dalle associazioni è rappresentata dalla difformità e variabilità dei criteri di valutazione utilizzati dalle ASL per determinare la permanenza ed il numero di pazienti all'interno delle strutture. Tale difformità ha creato spesso deprecabili contenziosi con le ASL, come quello tra alcune associazioni e la ASL 10 di Firenze;

se non ritenga opportuno procedere ad una ricognizione delle normative regionali emanate in tema di permanenza all'interno delle Residenze Sanitarie Assistenziali, soprattutto rispetto alle modalità di ricovero dei malati con gravi disturbi del comportamento, anche al fine di promuovere l'individuazione, con il dovuto coinvolgimento delle regioni, di eventuali criteri univoci da utilizzare su tutto il territorio nazionale, nell'interesse e per la tutela della salute dei cittadini. (4-13897)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata mercoledì 1 agosto 2012
nell'allegato B della seduta n. 675
All'Interrogazione 4-13897 presentata da
ANTONIO DE POLI

Risposta. - Nel corso degli ultimi anni il Ministero della salute, in collaborazione con le regioni, ha compiuto uno sforzo importante volto ad omogeneizzare le modalità di accesso alle strutture residenziali dei pazienti non autosufficienti non assistibili a domicilio.
Questo sforzo si è concretizzato nell'accordo raggiunto su alcune questioni fondamentali, formalizzato con il patto per la salute 2010-2012 (articolo 9 dell'intesa del 3 dicembre 2009).
In particolare, il patto prevede che:

l'ingresso in strutture residenziali è subordinato alla valutazione delle condizioni fisiche, psichiche e sociali degli ospiti da parte di un'unità di valutazione multidisciplinare (UVM) istituita in tutti i distretti territoriali;

gli strumenti di valutazione utilizzati dalla UVM devono essere validati dalla letteratura scientifica e produrre valutazioni confrontabili; in particolare, vi è accordo sull'utilizzo di alcune scale di valutazione: resource utilization group (RUG); scheda per la valutazione multidimensionale dell'adulto e dell'anziano (SVAMA); assessment of geriatric disability (AGED), o di scale di cui è verificata la corrispondenza con le tre citate;

sono definitivamente attivati, a decorrere dal 2012, i flussi informativi relativi alle prestazioni di assistenza residenziale agli anziani non autosufficienti, che raccolgono, con modalità uniformi, notizie circa i dati anagrafici dell'assistito, delle strutture erogatrici e la tipologia di prestazioni erogate, i dati relativi all'ammissione ed alla dimissione dalla singola struttura residenziale e semiresidenziale, nonché i dati relativi alla valutazione multidimensionale dei bisogni dell'assistito. L'analisi di tali dati consentirà, in un prossimo futuro, di evidenziare le specificità dei modelli operativi ed organizzativi delle singole regioni e, qualora emergessero carenze o omissioni nella garanzia dei livelli essenziali di assistenza, di promuovere gli opportuni interventi correttivi.
È necessario, comunque, sottolineare che ciascuna regione può, autonomamente e legittimamente, adottare specifiche modalità di erogazione dell'assistenza agli anziani non autosufficienti, ad esempio privilegiando l'assistenza domiciliare rispetto all'assistenza residenziale, anche in relazione alla diversa distribuzione delle risorse disponibili nel proprio territorio, sempre nel rispetto di parametri di riferimento condivisi a livello nazionale.
A titolo di esempio, si ricorda che nell'ambito del tavolo di verifica dell'effettiva erogazione dei livelli essenziali di assistenza, il parametro di riferimento che le regioni sono tenute a rispettare, individuato come «Numero di posti equivalenti per assistenza agli anziani in strutture residenziali» è fissato in >= 10 posti letto ogni 1.000 anziani residenti come valore normale mentre è considerato inaccettabile un valore =6 posti letto ogni 1.000 anziani residenti.
Per quanto di propria competenza, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al fine di realizzare le attività statistiche previste dalla legge quadro 5 febbraio 1992, n. 104, ha avviato un sistema integrato di fonti statistiche informative in materia di disabilità, curato dall'Istituto nazionale di statistica (Istat) in base ad una convenzione stipulata in data 28 dicembre 2007 e prorogata fino al giugno 2012.
La banca dati è in aggiunta al sistema informativo del servizio sanitario nazionale attivato dal Ministero della salute sulla base del rilevamento dei dati Istat, ed è consultabile sul sito web www.disabilitaincifre.it.
Il sistema informativo denominato «Disabilità in cifre» comprende le attività, con i progressivi aggiornamenti, che hanno consentito di attuare la predisposizione di metodologie statistiche finalizzate a:

stima di numero e tipologia di accesso a servizi di assistenza sociale, oltre che sanitari;

indagine per la stima del numero dei bambini con disabilità nella fascia di età tra 0 e 5 anni;

proseguimento dell'indagine sull'inserimento degli alunni con disabilità nelle scuole elementari e secondarie di 1o grado;

indagine di ritorno sulle persone con disabilità per testare le condizioni di vita delle persone con disabilità e delle loro famiglie attraverso i princìpi sottesi alla classificazione internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute (ICF).
Inoltre, ad inizio 2009, congiuntamente al Ministero della salute e al dipartimento delle politiche per la famiglia presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha avviato il progetto «Azioni di sistema e assistenza tecnica a supporto delle regioni per il perseguimento degli obiettivi di servizio in tema di assistenza domiciliare integrata (ADI) per la popolazione anziana», previsto nell'ambito del progetto generale «Azioni di sistema e assistenza tecnica degli obiettivi di servizio», di cui al punto n. 3 della delibera CIPE 3 agosto 2007, n. 82, e approvato con determina del capo dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione del Ministero dello sviluppo economico del 20 febbraio 2008.
L'obiettivo generale del progetto è supportare le otto regioni del Mezzogiorno nella realizzazione degli interventi tesi al raggiungimento dell'obiettivo di servizio S.06 («Incremento della percentuale di anziani beneficiari di assistenza domiciliare integrata dall'1,6 per cento al 3,5 per cento») nell'ambito del quadro strategico nazionale (QSN) 2007-2013.
In particolare, esso mira al miglioramento dell'organizzazione di servizi di cure domiciliari integrate su un modello organizzativo di rete tra i servizi territoriali coinvolti, che non prescinda dall'integrazione socio-sanitaria riguardante tutte le fasi dell'intervento assistenziale: con la definizione di un modello unitario di punto unico di accesso, dell'unità di valutazione territoriale e l'adozione di un sistema unico regionale di valutazione medico-diagnostica, la formazione professionale di personale medico e di operatori socio-sanitari.

Il Ministro della salute: Renato Balduzzi.