ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13885

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 549 del 12/11/2011
Firmatari
Primo firmatario: MELIS GUIDO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 12/11/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LEVI RICARDO FRANCO PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2011
GHIZZONI MANUELA PARTITO DEMOCRATICO 12/11/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI delegato in data 12/11/2011
Stato iter:
26/04/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 26/04/2012
ORNAGHI LORENZO MINISTRO - (BENI E ATTIVITA' CULTURALI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 26/04/2012

CONCLUSO IL 26/04/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13885
presentata da
GUIDO MELIS
sabato 12 novembre 2011, seduta n.549

MELIS, LEVI e GHIZZONI. -
Al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro dell'interno.
- Per sapere - premesso che:

l'11 ottobre 2011 a Roma, in occasione di una pacifica manifestazione del movimento «Carta batte forbice» (nato spontaneamente tra gli operatori dei beni culturali, i docenti universitari e gli studenti specializzandi nelle discipline archivistiche e bibliotecarie), è stato impedito l'accesso ai locali della biblioteca nazionale in Castro Pretorio;

in tale circostanza è stata schierata a protezione della biblioteca la forza pubblica, con grande impiego di camionette e agenti in assetto antisommossa, generando così immotivatamente momenti di tensione con coloro che, pacificamente, intendevano semplicemente esercitare il proprio diritto di assemblea nel luogo più idoneo, data la sua natura istituzionale, a tenere una simile riunione; ne sono altresì derivati seri disagi per il pubblico, anch'esso impossibilitato, data la interruzione del servizio, ad accedere normalmente alla biblioteca;

il fatto è stato denunciato da diverse associazioni di settore, tra le quali l'AIB, la più rappresentativa delle organizzazioni dei bibliotecari italiani, il Forum per il libro, l'Associazione Bianchi Bandinelli, Generazione TQ e i Presìdi del libro, con il sostegno di autorevolissime associazioni di settore multinazionali; all'appello, che ha espresso una ferma protesta e la richiesta della massima apertura per le istanze degli operatori dei beni librari e archivistici, hanno aderito eminenti personalità della cultura, italiane e straniere;

l'episodio per altro si inquadra nello stato di acuta, generalizzata sofferenza delle istituzioni culturali e del personale che vi opera. I tagli ingenti previsti in questo settore stanno già determinando conseguenze gravissime, che non mancheranno di riflettersi sulla ricerca scientifica nazionale: il personale è ovunque sotto organico; le acquisizioni di nuove fonti e materiali impossibilitate dalla scarsità dei bilancio; la situazione dei locali (i depositi per gli archivi) ormai in stato di criticità; gli orari al pubblico ridotti sino all'estremo limite;

ciò è tanto più grave in un Paese dove si legge poco, dove si contano ancora due milioni di analfabeti totali (per non contare quelli di ritorno), e cinque di semianalfabeti; per comparazione, si ricorda che la Biblioteca nazionale italiana (cioè la massima istituzione del nostro sistema bibliotecario) chiude tutti i giorni alle 19, e il sabato alle 13.30, mentre, come è normale ad esempio a tutte le grandi biblioteche europee, le biblioteche potrebbero e dovrebbero restare aperte fino a mezzanotte, o addirittura 24 ore, e - come accade all'estero - la domenica, o l'intera estate. Si rammenta altresì che i fondi in dotazione alla nostra Biblioteca nazionale sono ridotti ormai a 1.300.000 euro all'anno mentre alla British Library - pur con i tagli effettuati dall'attuale Primo Ministro - lo Stato trasferisce l'equivalente di 150 milioni di euro l'anno e alla Bibliotèque nationale de France - pur con i tagli decisi dal Presidente Sarkozy - 200 milioni di euro l'anno;

altrettanto grave è la situazione degli archivi, sia pubblici che privati. Per limitarsi ai primi, si rammenta che da decenni sono stati interrotti i concorsi (l'ultima generazione entrata per concorso nei ruoli degli archivi di Stato è ormai sulla soglia della pensione); che si fa ricorso sempre più sistematicamente a forme eccezionali di outsourcing costose e di dubbia efficacia; l'attività di acquisizione e inventariazione di fondi recenti pure preziosi per ricostruire in futuro la memoria delle istituzioni è praticamente interrotta; mancano locali, personale specializzato, risorse per la pubblicazione degli inventari, mentre va riducendosi drasticamente il tempo e la qualità del servizio al pubblico;

l'uso l'11 ottobre 2011 a Roma della forza pubblica contro chi chiede semplicemente di difendere il patrimonio della cultura nazionale e la propria professionalità appare all'interrogante assolutamente immotivato, e una gestione diversa della giornata dell'11 ottobre avrebbe consentito di evitare questa assurda umiliazione ai lavoratori della cultura e all'intero Paese;

occorre preservare le istituzioni della conservazione, della ricerca e della cultura da tagli indiscriminati che produrrebbero (e di fatto già stanno producendo) interruzioni e decadimenti della operatività di tali istituti, con gravi danni sullo stato della ricerca e sulla domanda di cultura dei cittadini -:

quali determinazioni intendano assumere i Ministri interrogati, pur nel quadro drammatico della crisi finanziaria in atto, per imitare i grandi Paesi europei, garantendo alla rete delle istituzioni culturali almeno una adeguata sopravvivenza e a chi vi lavora, spesso con sacrificio e passione, una ragionevole previsione di mantenimento del proprio posto di lavoro e del proprio stipendio. (4-13885)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata giovedì 26 aprile 2012
nell'allegato B della seduta n. 626
All'Interrogazione 4-13885 presentata da
GUIDO MELIS

Risposta. - In riferimento all'interrogazione in oggetto, relativa agli accadimenti dell'11 ottobre 2011 in occasione della manifestazione del movimento «Carta batte forbice», durante la quale è stato impedito l'accesso ai locali della biblioteca nazionale centrale di Roma ai dimostranti, si rappresenta quanto segue.
Gli avvenimenti accaduti presso l'istituto bibliografico, nel pomeriggio dell'11 ottobre 2011, sono stati oggetto di costante monitoraggio e controllo da parte del responsabile dell'Istituto stesso e dei funzionari in servizio, con l'ausilio delle Forze dell'ordine, spontaneamente presentatesi in loco per presidiare gli ingressi per motivi di sicurezza e per proteggere l'istituto, a seguito di una specifica segnalazione ricevuta dall'università, che dava per imminente un tentativo di occupazione della biblioteca da parte di soggetti non bene identificati.
Tale iniziativa, nei giorni precedenti, era stata presentata al direttore sotto forma di richiesta di utilizzo degli spazi della Biblioteca per la realizzazione di un evento artistico-culturale, finalizzato anche a sensibilizzare i media sulla critica situazione in cui versa attualmente il mondo culturale italiano.
A detta istanza, però, non era stato dato seguito perché, dopo i primi contatti informali, la direzione della biblioteca si era resa conto che non solo l'evento non si concretizzava ma, piuttosto, che gli organizzatori avevano già provveduto ad indire una mobilitazione generale dei partecipanti, senza aver ricevuto alcuna autorizzazione.
È di tutta evidenza che la biblioteca nazionale centrale, pur avendo tra i molteplici fini istituzionali previsti dalla legge anche quello di rappresentare un alto momento di confronto e dibattito culturale, non può in nessun modo essere considerata il luogo più idoneo per iniziative «assembleari», di incerta valenza culturale; inoltre, va ricordato che non esiste, a nessun titolo, un «diritto» a servirsi per tale scopo degli spazi dell'Istituto, che non può essere equiparato ad una pubblica piazza.
In ogni caso, per quanto riguarda lo svolgimento esatto degli eventi e i ruoli effettivamente rivestiti dai protagonisti, la direzione generale per le biblioteche, gli Istituti culturali ed il diritto d'autore ha precisato che:

non risponde al vero che la direzione dell'istituto abbia richiesto l'intervento della forza pubblica che ha agito in base ad una informativa esterna;

il direttore della biblioteca non ha mai autorizzato, né formalmente né verbalmente, assemblee o manifestazioni negli spazi dell'Istituto;

la biblioteca non è stata chiusa, ma è rimasta sempre aperta ed ha funzionato regolarmente. Gli utenti, presenti nelle sale di lettura, non sono stati allontanati e non hanno subito il benché minimo disagio. Il personale ha continuato a svolgere il proprio lavoro regolarmente, fino all'orario ordinario di chiusura;

la chiusura dei cancelli esterni è stata disposta dall'autorità di pubblica sicurezza per motivi di ordine pubblico (manifestazione non autorizzata);

le forze di polizia hanno agito con tatto, evitando di esasperare la situazione, le cui tensioni, è bene sottolinearlo, nascevano semplicemente dall'equivoco di quanti, convocati unilateralmente dagli organizzatori, hanno pensato erroneamente, vedendo lo schieramento di polizia, che si volesse negare loro l'accesso ad una manifestazione a favore della cultura.
Da quanto sopra esposto non si evincono motivi di critica sulla correttezza del comportamento e delle decisioni assunte dalla direzione della biblioteca nazionale centrale e dalle forze di polizia.
Per quanto riguarda l'insufficienza delle risorse economiche da stanziare a beneficio di istituzioni culturali, pure evidenziata nell'atto di sindacato ispettivo, è ben noto il trend negativo dei finanziamenti in questione conseguente alle misure di contenimento della spesa pubblica, attuate negli ultimi anni.
Si segnala, tuttavia, che il Ministero per i beni e le attività culturali è tra le poche Amministrazioni ad avere ottenuto una inversione di tendenza per l'anno 2012, grazie a provvedimenti normativi quali il decreto-legge n. 34 del 2011, convertito dalla legge n. 75 del 2011 e la legge di stabilità 2012, che hanno consentito l'acquisizione di nuove risorse, la deroga alla riduzione degli assetti organizzativi e al blocco delle assunzioni, nonché lo scorrimento delle graduatorie degli ultimi concorsi dirigenziali.

Il Ministro per i beni e le attività culturali: Lorenzo Ornaghi.