ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/13819

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 546 del 07/11/2011
Firmatari
Primo firmatario: TURCO MAURIZIO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 07/11/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 07/11/2011
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 07/11/2011
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 07/11/2011
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 07/11/2011
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 07/11/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 07/11/2011
Stato iter:
20/11/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 20/11/2012
DI PAOLA GIAMPAOLO MINISTRO - (DIFESA)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 15/02/2012

SOLLECITO IL 28/05/2012

SOLLECITO IL 04/07/2012

SOLLECITO IL 26/07/2012

RISPOSTA PUBBLICATA IL 20/11/2012

CONCLUSO IL 20/11/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-13819
presentata da
MAURIZIO TURCO
lunedì 7 novembre 2011, seduta n.546

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:

il decreto del Presidente della Repubblica n. 465 del 7 novembre 2001, emanato ai sensi dell'articolo 93 della legge 27 dicembre 2000, n. 388, ha stabilito che la vaccinazione antitubercolare è obbligatoria per il personale sanitario, gli studenti in medicina, gli studenti in infermieristica e chiunque, a qualunque titolo, con test tubercolinico negativo, operi in ambienti sanitari ad alto rischio di esposizione a ceppi multifarmacoresistenti, oppure che operi in ambienti ad alto rischio e non possa essere sottoposto a terapia preventiva;

in Italia ogni anno sono notificati al Ministero della salute circa 5 mila nuovi casi di tubercolosi e tale dato potrebbe essere sottostimato, poichè non tutti i casi vengono diagnosticati;

a poco più di un mese dalla scoperta dei neonati positivi alla tbc al policlinico Gemelli, l'inchiesta sul caso dell'infermiera dell'ospedale romano affetta da tubercolosi ha portato all'emissione di sette avvisi di garanzia per i reati ipotizzati di epidemia colposa e lesioni colpose per il datore di lavoro ed i responsabili che avrebbero trascurato i controlli sul personale sanitario preposto;

medici ed infermieri, per le caratteristiche del loro lavoro, sono maggiormente esposti ai rischi di contagio e proprio per questo non vanno sottovalutati i controlli presso le strutture sanitarie e nosocomiali e in tutti i luoghi considerati a rischio, anche perché oggi ci si imbatte spesso in ceppi batterici resistenti ai comuni antibiotici;

sulla base delle evidenze scientifiche mondiali e nazionali, nel 2009, in Italia è stata organizzata presso il Ministero della salute una Consensus Conference per rivedere le strategie più efficaci per il controllo della tubercolosi sul territorio nazionale e per la definizione degli obiettivi prioritari da perseguire nel periodo 2011-2013;

i programmi di sorveglianza per gli operatori sanitari si basano oltre che sulla valutazione all'inizio dell'attività lavorativa, sulla vaccinazione antitubercolare obbligatoria e sulla rivalutazione periodica per l'infezione tubercolare, anche su una continua valutazione del rischio di trasmissione tubercolare -:


se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto in premessa e quali attività di prevenzione e di sorveglianza sanitaria vengano attuate presso il Servizio sanitario militare interforze;


quale sia la percentuale dei medici ed infermieri militari che, ad oggi, risulta essere stata sottoposta a vaccinazione obbligatoria antitubercolare e quale sia l'attuale sistema di sorveglianza sanitaria adottato per il monitoraggio della salute dei singoli operatori sanitari e delle collettività militari, sia in territorio nazionale che negli attuali teatri operativi. (4-13819)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 20 novembre 2012
nell'allegato B della seduta n. 720
All'Interrogazione 4-13819 presentata da
MAURIZIO TURCO

Risposta. - È il caso di sottolineare, in primis, che allo stato attuale - vista la non univocità di parere espressa nei differenti studi scientifici sull'efficacia della vaccinazione antitubercolare - la stessa è prevista obbligatoriamente, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 7 novembre 2001, n. 465, solo per alcune categorie professionali, tra cui il personale sanitario che «operi in ambienti sanitari ad alto rischio di esposizione a ceppi multifarmacoresistenti oppure che operi in ambienti ad alto rischio che non possa, in caso di cuticonversione, essere sottoposto a terapia preventiva.
Al riguardo, bisogna anche fare due considerazioni:

l'ambito militare, nel suo complesso, non presenta un rilevante profilo di rischio, tenuto conto della sporadicità dei casi di malattia clinica riscontrati nelle Forze armate (dai dati in possesso dell'Osservatorio epidemiologico della Difesa, dal 2007 - anno della sua istituzione - ad oggi risultano 10 casi certificati);

nelle strutture di ricovero e di cura della Difesa viene assicurata, comunque, la valutazione del rischio, in ottemperanza alle normative di medicina del lavoro e alle linee guida, civili e militari, per la prevenzione e il controllo della tubercolosi (TBC).
Quanto, invece, alla prevenzione e alla sorveglianza sanitaria, la «Direttiva tecnica per l'applicazione del decreto ministeriale 31 marzo 2003», recante «Aggiornamento delle schedule vaccinali e delle altre misure di profilassi per il personale militare», prevede l'effettuazione, su tutto il personale che rientra da missioni da aree endemiche e ad alta incidenza di Tbc o che, comunque, sia stato a contatto con casi acclarati, nonché per particolari categorie di personale operativo, tra cui quello sanitario, di appositi test diagnostici per lo screening «dell'infezione tubercolare latente» (ancorché tale reperto non sia sinonimo di malattia, ma indichi soltanto il grado di diffusione dell'agente eziologico e la percentuale di soggetti che, nel tempo, potrebbero avere maggiore possibilità di sviluppare la patologia).
La Direttiva prevede, peraltro, che gli eventuali soggetti positivi, secondo quanto previsto dalla legge, siano immessi in un programma di sorveglianza sanitaria e sottoposti a specifici esami, sulla base di un protocollo ben definito, sia nella tempistica che nella tipologia del test diagnostico.
Avuto riguardo, in ultimo, alla percentuale di medici e infermieri militari vaccinati, si fa presente che l'Amministrazione non dispone di un'anagrafe dedicata, in quanto la vaccinazione antitubercolare non rientra tra quelle di prevista somministrazione in ambito Difesa: tale personale, infatti, dovrebbe - secondo quanto stabilito dal richiamato decreto del Presidente della Repubblica n. 465 del 2001 - risultare già vaccinato al momento dell'immatricolazione ai rispettivi iter formativi universitari.
Tuttavia, il competente Ufficio generale della Sanità Militare ha provveduto a condurre una indagine conoscitiva presso le Forze armate/Arma dei Carabinieri, dalla quale è emersa una percentuale compresa fra il 27 per cento e il 66 per cento circa per gli ufficiali medici e fra il 14 per cento e il 61 per cento circa per gli infermieri.

Il Ministro della difesa: Giampaolo Di Paola.