CIRIELLI. -
Al Ministro degli affari esteri, al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:
il 12 settembre 1942, il mercantile armato Laconia, adoperato per il trasporto di prigionieri di guerra, salpato dalle coste africane, si dirigeva verso Liverpool con a bordo, oltre all'equipaggio e ad alcuni passeggeri civili, 1.800 prigionieri di guerra italiani; la stessa sera il Laconia incrociava la rotta del sommergibile tedesco U-156, il quale, ubbidendo a disposizioni ricevute in precedenza, la silurava per affondarla;
mentre l'affondamento era in atto, il comandante dell'unità tedesca, Hartenstein, ordinava di provvedere a recuperare gli ufficiali come prigionieri e, contestualmente, accortosi della presenza di diversi italiani ne disponeva il recupero;
nei giorni successivi, lo stesso comandante si adoperava nel trasmettere la propria posizione ai britannici, agli italiani e ai francesi di modo da poter soccorrere i pochi naufraghi superstiti;
la pellicola televisiva «L'affondamento del Laconia», trasmessa dall'emittente Canale 5 il 2 ottobre 2011 ha ricostruito tale vicenda storica, riservando una particolare attenzione al fatto che ad oltre 1.200 italiani sui complessivi 1.800, prigionieri in due grandi gabbie nelle stive del mercantile, non fu concesso, dal personale della Marina inglese, di mettersi in salvo neanche quando fu certo che il Laconia sarebbe affondato; inoltre nella stessa docu-fiction sono addebitati agli inglesi una serie di fatti che, se dimostrati, sarebbero da considerare, a tutti gli effetti, dei veri e propri crimini di guerra -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, qualora corrispondano al vero, quali iniziative intendano intraprendere per fare luce sull'affondamento del Laconia, con particolare riferimento ai possibili crimini di guerra perpetrati ai danni di prigionieri italiani dai militari inglesi. (4-13721)