ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12826

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 508 del 27/07/2011
Firmatari
Primo firmatario: DI STANISLAO AUGUSTO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 27/07/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 27/07/2011
Stato iter:
26/04/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 26/04/2012
DI PAOLA GIAMPAOLO MINISTRO - (DIFESA)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 26/04/2012

CONCLUSO IL 26/04/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12826
presentata da
AUGUSTO DI STANISLAO
mercoledì 27 luglio 2011, seduta n.508

DI STANISLAO. -
Al Ministro della difesa, al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

Taranto risulta essere la città con la più alta presenza numerica di militari. Il portale Grnet.it riporta la notizia secondo cui nei giorni scorsi i consigli della rappresentanza militare a livello di base della Guardia di finanza e a livello nazionale della guardia costiera, attraverso specifiche delibere, hanno espresso «la loro preoccupazione per l'allarmante situazione ambientale» e le sue conseguenze;

Taranto, infatti, è la città più inquinata d'Europa e quella dalla quale viene prodotto il 90 per cento della diossina italiana;

i due consigli di rappresentanza chiedono ai loro rispettivi vertici, di avviare «indagini cliniche, nonché ambientali, più specifiche in modo tale da poter disporre di uno screening sullo stato di salute dei militari che prestano servizio nell'ambito dell'area portuale»;

in particolare il consiglio della rappresenta militare a livello nazionale della guardia costiera chiede all'ARPA Puglia e enti locali, attraverso i propri vertici militari, il «monitoraggio in continuo» in merito alla presenza nell'aria dei pericolosi agenti cancerogeni;

i militari svolgono servizio a Taranto in particolare nell'area portuale, che è di fatto all'interno della zona industriale. Il personale in servizio durante le notti, avverte un forte senso di bruciore agli occhi e alla gola. Solo per spirito di servizio, dichiarano, i militari rimangono al proprio posto di lavoro e non ricorrono agli immediati accertamenti medici;

da internet sono reperibili filmati e fotografie degli orribili fumi che si vedono e che si respirano e le strade di color rosso. Questi militari, insieme alla popolazione civile, sono esposti costantemente a rischio di inalazione anche delle polveri, scaricate giorno e notte, quale materia prima per il funzionamento degli altiforni dell'Ilva;

il personale della guardia costiera, in qualità di «uomini di Stato», rivendica verso le istituzioni il preciso diritto di conoscere il livello di inquinamento presente nell'aria che si respira durante i servizi svolti;

ci troviamo dinanzi ormai da anni ad un disastro ambientale e sanitario -:

se il Governo sia a conoscenza della grave situazione riportata in premessa e come intenda intervenire immediatamente per sostenere le legittime richieste dei rappresentanti militari e tutelare al massimo la salute dei militari e dei cittadini tutti e l'ambiente che li circonda.
(4-12826)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata giovedì 26 aprile 2012
nell'allegato B della seduta n. 626
All'Interrogazione 4-12826 presentata da
AUGUSTO DI STANISLAO

Risposta. - Ritengo opportuno, in primo luogo, precisare che la problematica illustrata nell'interrogazione in titolo non può essere riferibile allo specifico ambiente di lavoro (in questo caso, portuale), tantomeno al solo personale militare delle capitanerie di porto o della guardia di finanza, in quanto, in realtà, coinvolge tutto il territorio della città di Taranto, caratterizzata dalla presenza di grandi impianti industriali e, pertanto, s'inquadra nel più generale ambito della tutela della salute pubblica.
Chiarito questo aspetto, per quanto concerne la tutela della salute del personale militare del corpo delle Capitanerie di porto in servizio a Taranto - il cui impiego, peraltro, avviene, per lo più, nell'ambito delle dipendenze funzionali facenti capo al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti o ad altri dicasteri - la locale Capitaneria di porto ha riferito di non avere, allo stato, evidenze documentate di problematiche sanitarie correlabili allo specifico contesto ambientale, in cui opera soprattutto il personale della sede distaccata in ambito portuale (circa 30 unità).
La stessa Capitaneria ha fatto presente, altresì, di aver già avviato sia una indagine conoscitiva interna - dalla quale è emerso che i disturbi lamentati dai militari in servizio a Taranto sono, sostanzialmente, gli stessi di cui soffrono gli abitanti dell'area tarantina (fastidi agli occhi e alle vie respiratorie, a volte molto acuti, dovuti a cattivi odori e alle polveri disperse nell'aria, tra cui, in particolare, il pulviscolo di carbone) - sia di avere investito della problematica l'autorità portuale di Taranto e la locale azienda sanitaria (dipartimento di prevenzione), chiedendo alle stesse di valutare l'opportunità di effettuare un apposito monitoraggio ambientale nell'area portuale - come già avvenuto in passato - proprio allo scopo precipuo di verificarvi la sussistenza di potenziali, pericoli per la salute.
Con particolare riferimento, invece, alla richiamata delibera del Consiglio centrale di rappresentanza (Co.Ce.R.) della Marina militare, si fornisce ampia assicurazione che la Forza armata è molto sensibile alle problematiche correlate alla tutela dell'ambiente nei luoghi di lavoro e, in generale, alla salute del personale dipendente.
In tale contesto, il capo di Stato Maggiore della Marina militare ha disposto che gli alti comandi competenti per territorio prendano contatti con le autorità locali, al fine di valutare l'opportunità di predisporre, a cura delle citate competenti autorità, l'effettuazione di appositi monitoraggi/campionamenti ambientali nei pressi delle strutture militari.
Per quanto afferisce agli aspetti sanitari, si segnala che, ad oggi, non risulta disponibile un protocollo di screening finalizzato ad una diagnosi precoce di patologie correlate con le sostanze inquinanti in questione.
Al momento, comunque, non si ha evidenza, tra il personale militare, di patologie correlabili con le sostanze citate nella delibera.
Ad ogni buon conto, il capo di Stato Maggiore di Forza armata ha dato disposizioni agli organi sanitari di prestare la massima attenzione ai fine di verificare se, nell'ambito dei previsti controlli periodici o in qualsiasi altro momento dell'attività lavorativa del personale dipendente, dovessero sorgere indizi di patologie correlabili all'ambiente di lavoro.
Con riferimento, poi, alle altre Forze armate, faccio presente che non sono emersi o non si ha notizia, ad oggi, di casi riguardanti il personale militare dell'Aeronautica militare e dell'Arma dei carabinieri destinato a Taranto, mentre, per quanto riguarda l'Esercito italiano, lo stesso non ha Enti stanziati nel territorio tarantino che - vorrei evidenziare - è sottoposto a continuo monitoraggio da parte dell'agenzia regionale protezione ambiente (ARPA) per le problematiche connesse ai rischi ambientali.
Rendo noto, in ultimo, che è in corso un'indagine delegata dall'autorità giudiziaria al nucleo operativo ecologico carabinieri di Lecce, i cui sviluppi, sono sottoposti al segreto istruttorio previsto nella fase delle indagini preliminari.
Contestualmente, il giudice per le indagini preliminari di Taranto ha affidato a un pool di esperti l'incarico di redigere una perizia in merito all'incidenza sulla salute delle sostanze chimiche provenienti dai grandi impianti industriali localmente presenti.


Il Ministro della difesa: Giampaolo Di Paola.