Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-12716
presentata da
CARMINE SANTO PATARINO
venerdì 15 luglio 2011, seduta n.502
PATARINO e PAGLIA. -
Al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:
nella nota ufficiale del Consiglio supremo di difesa riunito al Quirinale il 6 luglio 2011 si afferma che: «con riferimento alla crisi libica, che riveste particolare interesse per l'Italia, è stato effettuato un bilancio sull'andamento delle operazioni in corso e sulle loro prospettive. Al riguardo, è stata sottolineata l'opportunità di valutare, insieme agli alleati, le possibili azioni da intraprendere nella situazione post-conflittuale che tende a delinearsi a conclusione della missione in corso su mandato dell'ONU»;
il 7 luglio 2011, dopo l'approvazione in Consiglio dei ministri del decreto per il rifinanziamento delle missioni internazionali, il Ministro della difesa Ignazio La Russa ha annunciato di aver ridotto soprattutto il costo relativo alle spese per la Libia (da 142 milioni a meno di 60 milioni di euro), ritenendo «non necessaria la presenza della portaerei Garibaldi con i suoi tre aerei» e liquidando come inutile il lavoro della nostra nave;
sempre il Ministro della difesa, il 13 luglio 2011 in audizione davanti alle Commissioni riunite esteri e difesa di Camera e Senato, parlando del conflitto libico ha affermato che «L'impegno della Nato ha come scadenza il 30 settembre 2011 e noi a quella data abbiamo commisurato le risorse necessarie»;
il 9 giugno il Cocer della Marina militare ha chiesto che «il Governo dica apertamente se intende considerare i nostri marinai, in attività presso le coste libiche, alla stessa stregua di coloro che rischiano negli altri teatri fuori area o considerare le nostre navi in navigazione per crociere di piacere». «Il personale della Marina Militare - spiega l'organismo di rappresentanza - ha sempre interpretato la vita militare come servizio alla Nazione, anche in circostanze di rischi per la propria incolumità e al limite della sopportazione fisica. Tale si sta dimostrando l'attività in Libia». E questo impegno sottolinea, «dopo mesi di navigazione, non trova ancora un minimo riconoscimento dal Governo neanche sotto l'aspetto economico» -:
se non intenda assicurare il pieno riconoscimento per il lavoro di tutti i nostri uomini e donne in uniforme impegnati nella difesa della pace nel mondo, senza delegittimare il compito parte di essi per convenienze politiche del momento;
se non intenda inoltre ristabilire il giusto riconoscimento anche dal punto di vista economico.(4-12716)
Atto Camera
Risposta scritta pubblicata giovedì 20 dicembre 2012
nell'allegato B della seduta n. 737
All'Interrogazione 4-12716
presentata da
CARMINE SANTO PATARINO
Risposta. - Gli impegni complessivi connessi con la soluzione della crisi libica, unitamente all'esigenza di contenere gli oneri associati alle missioni internazionali in cui l'Italia è presente, hanno imposto un riesame generale delle stesse per valutarne il ritorna nazionale in termini di costo/efficacia e sostenibilità nel tempo.
Tanto premesso, per affrontare nel metto i quesiti posti con l'interrogazione in esame si rappresenta che la normativa vigente prevede che il personale impegnato nelle missioni internazionali di pace percepisca l'indennità di missione estera «con decorrenza dalla data di entrata nel territorio, nelle acque territoriali e nello spazio aereo dei Paesi interessati e fino all'uscita dagli stessi per il rientro nel territorio nazionale per fine missione».
In particolare, il personale impegnato nelle operazioni navali nell'ambito della crisi libica è destinataria del trattamento economico che prevede la corresponsione delle indennità precipue per il personale imbarcato (indennità d'imbarco e indennità supplementare di fuori sede).
Aggiungo, infine, che il predetto personale, qualora impegnato oltre il normale orario di servizio, prescindendo dall'eventuale ingresso nelle acque territoriali o nello spazio aereo libica, percepisce, se:
personale dirigente, retribuzione per lavoro straordinario (articolo 10, comma 3, della legge n. 231 del 1990);
personale non dirigente, compenso forfettario d'impiego (articolo 9, comma 3, del decreto del Presidente della Repubblica n. 171 del 2007.
Il Ministro della difesa: Giampaolo Di Paola.