ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12539

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 494 del 30/06/2011
Firmatari
Primo firmatario: GRIMOLDI PAOLO
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 30/06/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI
  • TURISMO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER I BENI E LE ATTIVITA' CULTURALI delegato in data 30/06/2011
Stato iter:
26/04/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 26/04/2012
ORNAGHI LORENZO MINISTRO - (BENI E ATTIVITA' CULTURALI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 26/04/2012

CONCLUSO IL 26/04/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12539
presentata da
PAOLO GRIMOLDI
giovedì 30 giugno 2011, seduta n.494

GRIMOLDI. -
Al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro del turismo.
- Per sapere - premesso che:

è stato reso noto che la città di Monza è stata esclusa dalla lista dei siti longobardi del patrimonio mondiale dell'Unesco;

la città di Monza è stata capitale del Regno longobardo ed è depositaria del tesoro del Duomo e della celeberrima Corona ferrea;

insieme a Pavia, Monza rappresenta la storia della cultura longobarda ed è pertanto impensabile che sia esclusa dai siti dell'Italia Longobardorum, l'elenco delle località italiane che ospitano i monumenti longobardi scelti dall'Unesco per far parte della lista mondiale;

in tale lista sono state incluse altre città (Foggia, Brescia, Udine, Benevento, Perugia, Varese), nonostante alcune delle quali, al contrario di Monza, presentino monumenti diroccati;

i criteri dell'Unesco, infatti, tengono conto infatti della sola presenza di luoghi fisici, di monumenti di diretta origine longobarda, escludendo invece la storia della città, le fonti storiografiche ed il patrimonio artistico;

il Duomo di Monza, ad esempio, nonostante la sua fondazione sia legata alla regina Teodolinda, non è considerato dall'Unesco perché ha subito alcune successive modifiche;

è assurdo, ad avviso dell'interrogante, che l'Unesco insista con questo metodo chiuso che mortifica la storia e che, di conseguenza, rende di fatto pesantemente incompleto il circuito longobardo;

difatti, al di là dei criteri adottati, è impensabile che un appassionato o un turista che voglia conoscere i longobardi prescinda dal visitare il Tesoro di Monza o Pavia -:

se i Ministri siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa se non intendano intervenire presso l'Unesco affinché il capoluogo brianzolo, cuore della cultura e della storia longobarda, possa essere reinserito nella lista dei siti longobardi, risolvendo questa grave anomalia e restituendogli il suo legittimo e storico ruolo.
(4-12539)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata giovedì 26 aprile 2012
nell'allegato B della seduta n. 626
All'Interrogazione 4-12539 presentata da
PAOLO GRIMOLDI

Risposta. - In riferimento all'interrogazione in esame con la quale l'interrogante lamenta il mancato inserimento di Monza nel sito seriale sulla cultura longobarda presentato per l'iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco, si ritiene opportuno, in via preliminare, sottolineare che, per l'individuazione dei beni da proporre per la candidatura Unesco, il Ministero per i beni e le attività culturali è tenuto a seguire i criteri e le procedure indicate dall'Unesco. Come già rappresentato con nota n. 17028 del 19 settembre 2008, in risposta all'interrogazione parlamentare n. 4-00303, si fa presente che i beni compresi nel sito «I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)», iscritto nella Lista Unesco nel giugno 2011, sono stati accuratamente selezionati dall'Ufficio Unesco di questo Ministero, in collaborazione con le competenti Soprintendenze territoriali, sulla base dei criteri indicati nelle Operational Guidelines for the Implementation of the World Heritage Convention (2008 version), emanate dal Comitato del patrimonio mondiale.
In base a tali criteri, che vengono considerati pregiudiziali per l'iscrizione, è stata effettuata un'attenta disamina di tutte le testimonianze lasciate dai Longobardi in Italia durante l'età del loro regno (568-774 d.C.). La scelta del periodo storico è stata determinata dal fatto che, proprio tra VII e VIII secolo, avvenne la ormai unanimemente riconosciuta «rinascita artistico-culturale» romano-longobarda, che anticipò la cosiddetto renovatio carolingia, preludendo i successivi sviluppi della cultura europea. Ciò ha portato, quindi, ad escludere fin dall'inizio la maggior parte delle numerose ed importanti evidenze rimaste nel meridione della penisola (Salerno, Capua, Olevano sul Tusciano, eccetera), in quanto appartenenti al periodo successivo alla caduta del regno, quando il ducato di Benevento, unico sopravvissuto all'invasione franca, fu trasformato in principato e visse un successivo sviluppo artistico e culturale fortemente influenzato dai Bizantini.
Quanto alle testimonianze del resto di Italia, i requisiti richiesti dall'Unesco per l'iscrizione nella prestigiosa Lista (items 77-89 O.G.), sono stati riconosciuti pienamente nei soli beni inseriti nella candidatura, che infatti possiedono:

incontestabile evidenza monumentale dell'età longobarda. Soprattutto questo requisito ha determinato l'esclusione di moltissime località anche importanti per la presenza di significative necropoli longobarde (che però essendo composte di tombe terragnee non presentano resti strutturali) o per l'esistenza di palazzi, chiese e monasteri citati dalle fonti storiche ma scomparsi da tempo o comunque non più leggibili nelle trasformazioni successive. Sempre nel merito, si ricorda, inoltre, che testimonianze quali la Corona Ferrea e il tesoro del Duomo non sarebbero comunque candidabili all'Unesco in quanto beni mobili; la Lista dei siti patrimonio dell'umanità comprende, infatti, esclusivamente le tipologie di beni elencate all'articolo 1 della Convenzione per la salvaguardia del patrimonio mondiale culturale e naturale dell'Unesco (monuments, groups of buidings, site); le Operational Guidelines sottolineano tale criterio affermando «Nominations of immovable heritage which are likely to become movable will not be considered» (items 45 e 48);

carattere di eccezionalità od esemplarità che ne attestano l'Outstanding Universal Value secondo i criteri stabiliti dall'Unesco (items 77-86 delle O.G.);

buono stato di conservazione;

integrità ed autenticità, così come inteso nei documenti accolti dal Comitato del patrimonio mondiale (items 87-94 delle O. G.);

adeguati ed efficienti sistemi e disposizioni e di tutela e conservazione (items 96-107 O.G.). Nel merito, si sottolinea che non è l'Unesco a garantire la tutela dei beni a seguito dell'iscrizione nella Lista ma, al contrario, è lo Stato che deve garantirla, rafforzando, nel caso, la protezione normativa già esistente o altri strumenti di governo del territorio ed attuando un maggiore controllo sui beni;

efficaci sistemi di gestione (items 108-118 O.G.). Dal gennaio 2008 è stato approvato da tutti i 58 soggetti pubblici e privati coinvolti nella candidatura del sito «I Longobardi in Italia. 1 luoghi del potere (568-774 d.C.)» un Piano di gestione globale per tutti i luoghi ed i beni compresi, ed è stata istituita un'Associazione, cui partecipa anche il Ministero per i beni e le attività culturali, che garantisce il coordinamento delle attività della rete e locali;

fruibilità certa, conditio sine qua non nel momento in cui si propone un bene da condividere con l'intera umanità.
In conclusione, gli aspetti relativi all'importanza storica di Monza, nonché la presenza di manufatti di rilevanza notevole quale è la Corona Ferrea - manufatto peraltro riportabile come esecuzione agli Ostrogoti, entrato in un secondo tempo a far parte del tesoro dei Longobardi -, non costituiscono elementi sufficienti ai fini delle proposte di iscrizione nella Lista del patrimonio mondiale.

Per quanto concerne, poi, la basilica voluta da Teodolinda, documentata da Paolo Diacono nella sua Historia Langobardorum nel luogo dove sorge l'attuale Duomo, è noto agli studiosi che essa, seppure con trasformazioni successive, sopravvisse come cappella palatina fino al 1300, quando venne abbattuta proprio per una integrale ricostruzione del tempio avvenuta nello stesso secolo.
Ciò premesso, si ritiene di dover formulare le ulteriori precisazioni che di seguito si rappresentano.
Le città comprese nel sito seriale «I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)» non presentano «monumenti diroccati». I beni iscritti rappresentano, infatti, ognuno per la propria tipologia specifica, il modello più significativo o quello maggiormente conservato tra le numerose testimonianze diffuse nel territorio nazionale e, nel loro insieme, rispecchiano l'universalità della cultura longobarda al suo apice. Tali apprezzamenti, rappresentati e documentati dai tecnici di questo Ministero, sono stati accettati e condivisi non solo a livello nazionale (si nota in merito che i più autorevoli esperti italiani dell'Alto Medioevo, storici e archeologi, hanno collaborato ai lavori per la predisposizione della candidatura), ma anche a livello internazionale, come dimostra la stessa iscrizione nella prestigiosa Lista.
Questo Ministero, e l'ufficio Unesco in particolare, è tenuto a seguire i criteri e le procedure fissate dall'Unesco per la selezione dei siti da candidare e, sulla base di quanto sopra esposto, non si ritiene quindi possibile reinserire in futuro la città di Monza nel sito seriale già iscritto «I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)».
Certamente Monza ha svolto un ruolo significativo in età longobarda, ma, come già precisato, non è sufficiente l'importanza storica per l'inserimento nella Lista del patrimonio mondiale, occorrendo, infatti, innanzitutto l'evidenza monumentale.
Un «sito seriale», secondo le definizioni date dall'Unesco non è un «circuito» ma, in questo specifico caso, un sito che «will include component parts related because they belong to the same historico-cultural group» (item 137 O.G.); con ciò si intende che i beni compresi nel sito iscritto «I Longobardi in Italia. 1 luoghi del potere (568-774 d.C.)», testimoniando l'apice artistico-culturale raggiunto dai Longobardi, nel loro insieme rappresentano la «civiltà longobarda» nella Lista.
In ogni caso, non si ritiene possibile che un qualsiasi appassionato o turista, estimatore della storia altomedievale, non conosca e non riconosca la città di Monza per la sua storia longobarda solo perché non compresa nel sito iscritto all'Unesco.
Si rappresenta comunque che, nonostante per i motivi oggettivi riferiti non sia stato possibile inserire Monza nel sito seriale «I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)», nel Piano di gestione dello stesso sono previste azioni di rete che coinvolgeranno gli altri luoghi italiani che conservano testimonianze della civiltà longobarda. Inoltre, anche a livello regionale sono state previste azioni di valorizzazione che contribuiranno a mettere in evidenza il ruolo storico svolto dalla città di Monza, come anche quello di Pavia, nell'ambito del regno longobardo.

Il Ministro per i beni e le attività culturali: Lorenzo Ornaghi.