ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/12465

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 492 del 28/06/2011
Firmatari
Primo firmatario: BIAVA FRANCESCO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 27/06/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 27/06/2011
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 11/07/2011
Stato iter:
16/07/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 16/07/2012
DE STEFANO CARLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 16/07/2012

CONCLUSO IL 16/07/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-12465
presentata da
FRANCESCO BIAVA
martedì 28 giugno 2011, seduta n.492

BIAVA. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia.
- Per sapere - premesso che:

nel recente libro Acca Larentia, quello che non è stato mai detto, di cui sono autori gli avvocati Valerio Cutonilli e Luca Valentinotti, viene affermato che la pistola mitragliatrice Skorpion cz calibro 7.65 - con cui taluni esponenti dell'eversione di sinistra uccisero i giovani missini Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta (1978), il professor Ezio Tarantelli (1985), l'ex sindaco di Firenze Landò Conti (1986) e il senatore democristiano Roberto Ruffilli (1988) - sarebbe stata acquistata presso un'armeria di Saint Vincent nel 1971 da Enrico Sbriccoli, il cantante noto con il nome di Jimmy Fontana;

gli autori del suddetto libro riferiscono che, nei giorni successivi al rinvenimento della Skorpion in un covo brigatista di Milano nel 1988, il Fontana avrebbe dichiarato all'autorità giudiziaria di aver venduto l'arma a Roma, nell'anno 1977, a un non meglio specificato funzionario di polizia. Nel libro si sostiene che dell'asserita compravendita non sarebbe stata fatta alcuna dichiarazione presso gli uffici di pubblica sicurezza, nonostante le espresse disposizioni di legge all'epoca vigenti;

nell'edizione del 27 marzo 2011 del quotidiano il Riformista è stato pubblicato un articolo, a firma del giornalista Tommaso Della Longa, nel quale si sostiene che già il 28 aprile 1979, nell'ambito dell'inchiesta sull'omicidio dell'onorevole Aldo Moro (ucciso con una pistola mitragliatrice diversa ma dello stesso tipo di quella impiegata nei cinque omicidi dinnanzi specificati) lo Sbriccoli aveva dichiarato alla Digos di Roma di aver venduto l'arma nel 1977 al dirigente del commissariato di pubblica sicurezza del Tuscolano in Roma, dottor Antonio Cetroli. La compravendita, a dire dello Sbriccoli, sarebbe avvenuta presso l'armeria Bonvicini in Roma, alla presenza della proprietaria del negozio;

nel suddetto articolo si riferisce altresì che il commissario Cetroli, pur confermando la frequentazione dell'armeria Bonvicini, avrebbe negato in modo categorico di conoscere lo Sbriccoli e tanto più di aver acquistato armi dallo stesso e che anche la signora Milvia Bonvicini avrebbe negato la circostanza asserita dallo Sbriccoli;

da verifiche svolte dagli odierni interroganti, presso gli archivi della commissione Moro consultabili on line, risulta che lo Sbriccoli rese effettivamente le suddette dichiarazioni alla Digos di Roma, il 28 aprile 1979. Lo Sbriccoli sostenne anche di essere stato pagato con un effetto bancario, poi regolarmente incassato, di circa lire 200.000, importo pari al prezzo di vendita complessivo della Skorpion e di una pistola Star calibro 7.63, anch'essa asseritamente alienata al dottor Cetroli. Nell'occasione lo Sbriccoli consegnò alla polizia giudiziaria un bigliettino recante l'indicazione delle due armi e i recapiti telefonici, di casa e di lavoro, del dottor Cetroli. Dai documenti presenti negli archivi della Commissione Moro risultano anche la smentita categorica del dottor Cetroli (con relazione di servizio del 18 maggio 1979) e quella della signora Bonvicini (con dichiarazioni rese dalla Digos di Roma in data 30 aprile 1979);

da tali verifiche risulta altresì che della compravendita asserita dal signor Sbriccoli non è mai stata fatta alcuna dichiarazione agli uffici di pubblica sicurezza, nonostante le espresse disposizioni di legge vigenti nel 1977;

dalle suddette verifiche risulta infine che, proprio nel giugno 1979, la Digos di Roma aveva scoperto che il noto terrorista di sinistra, Valerio Morucci, era un assiduo frequentatore della medesima armeria Bonvicini e ciò almeno dal 1975 o dal 1976;

la Skorpion in questione è stata utilizzata per compiere ben cinque omicidi di natura politica, tre del quali commessi nel periodo successivo alle audizioni del signor Sbriccoli e del dottor Cetroli dinnanzi alla polizia giudiziaria nel 1979;

le versioni fornite nel 1979 dal signor Sbriccoli e dal dottor Cetroli erano e restano tuttora incompatibili tra loro, avendo uno dei due sicuramente dichiarato il falso all'autorità giudiziaria;

nel 1979 i reati in astratto ipotizzabili per la sola ed eventuale detenzione illecita della Skorpion, a prescindere quindi anche dal possibile nesso con l'attentato di Acca Larentia (i periti nel 1979 non avevano ancora individuato nella pistola mitragliatrice in questione una delle tre armi usate nell'attentato mortale contro Bigonzetti e Ciavatta), non potevano ancora ritenersi prescritti;

sorprende che nel 1979 la presunta sparizione nel nulla di una pistola mitragliatrice, frequentemente impiegata dalle organizzazioni terroristiche nelle proprie imprese criminose, non sia stata adeguatamente presa in considerazione, e che nel 1979 non si sia proceduto ad adeguate verifiche bancarie;

i reati ipotizzabili in relazione alla vicenda della Skorpion appaiono ormai da lungo tempo prescritti -:

se il Governo, nell'ambito delle sue competenze, disponga di elementi sui fatti di cui in premessa.(4-12465)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata lunedì 16 luglio 2012
nell'allegato B della seduta n. 666
All'Interrogazione 4-12465 presentata da
FRANCESCO BIAVA

Risposta. - L'attentato di via Acca Larentia compiuto il 7 gennaio 1978, a Roma, nel quale vennero uccisi i giovani Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, fu rivendicato dai «Nuclei armati per il contropotere territoriale» mediante un comunicato registrato su un nastro magnetico e fatto rinvenire presso il quotidiano «Il Messaggero».
Il 13 gennaio 1978 l'organizzazione si assunse formalmente la responsabilità dell'episodio, diffondendo anche volantini di rivendicazione.
Lo stesso gruppo si era evidenziato in occasione di un attentato, compiuto il 27 novembre 1977, in danno della sede della «democrazia cristiana» di viale della Serenissima a Roma. Negli anni successivi, è stato accertato che la citata sigla, anche se ufficialmente comparsa soltanto in tali due casi, era in realtà, l'evoluzione di un sodalizio operante dal novembre del 1975 nella provincia di Roma, con la denominazione «Squadre armate proletarie», responsabile di cinque attentati perpetrati in danno di sedi del «Movimento sociale italiano» e di autovetture di esponenti di tale partito politico.
In via Acca Larentia, in sede di sopralluogo, furono rinvenuti undici bossoli, alcuni recanti sul fondello la scritta «Winchester western cal. 32», in seguito rivelatisi di calibro 7.65. Dai corpi delle vittime furono estratti altri proiettili di questo stesso calibro; bossoli analoghi erano stati usati in attentati compiuti dalle «Brigate rosse», sparati con una pistola «CZ 61 Skorpion» calibro 7.65.
Dieci anni dopo, il 15 giugno 1988, nell'ambito delle indagini relative all'omicidio del senatore della «Democrazia cristiana» Roberto Ruffilli, fu scoperto a Milano il «covo» brigatista di via Dogali; nel corso di tale operazione, condotta dall'Arma dei carabinieri, vennero arrestati sei noti terroristi. Nell'appartamento, tra l'altro, vennero rinvenuti numerosi documenti dell'organizzazione eversiva e venne sequestrata una pistola mitragliatrice «CZ Skorpion» calibro 7.65.
Gli accertamenti peritali consentirono di stabilire che l'arma era stata utilizzata per compiere gli omicidi di via Acca Larentia e, dopo il 1978, quelli dell'economista Ezio Tarantelli, commesso a Roma il 27 marzo 1985, dell'ex-sindaco di Firenze Lando Conti, perpetrato nel capoluogo toscano l'11 febbraio 1986, e del senatore Ruffilli: per questi ultimi tre delitti, rivendicati dalle «Brigate rosse», sono stati condannati noti appartenenti all'organizzazione terroristica.
Le indagini relative alla tracciabilità della «Skorpion» rinvenuta in via Dogali permisero di stabilire che, nel febbraio 1971, l'arma era stata regolarmente acquistata presso un'armeria di Sanremo da Enrico Sbriccoli, cantante noto al pubblico con il nome d'arte «Jimmy Fontana», il quale ne aveva denunciato l'acquisto presso la Stazione dei Carabinieri di Formello.
Nel 1979, prima della scoperta del citato «covo» milanese, il cantante venne escusso dalla Digos della questura di Roma, e riferì di aver venduto nel 1977 la sua «Skorpion» al funzionario di polizia dottor Antonio Cetroli, che, in quel periodo, era il dirigente del commissariato di pubblica sicurezza «Tuscolano» di Roma.
Secondo lo Sbriccoli, la compravendita sarebbe avvenuta presso l'armeria «Bonvicini» di Roma, alla presenza della moglie del titolare; nella circostanza, secondo la dichiarazione rilasciata dal cantante, quest'ultimo avrebbe ceduto al Cetroli anche una pistola «Star» calibro 7.63, per la somma di duecentomila lire, asseritamente corrisposta con un assegno.
Sulla questione, sempre nel 1979, venne escussa la signora Ciani in Bonvicini, che, pur asserendo di conoscere il Cetroli e lo Sbriccoli, entrambi suoi clienti, non confermò i particolari riferiti agli inquirenti dal cantante.
Le versioni dei protagonisti della vicenda non sono mai state concordanti, poiché il funzionario di polizia ha sempre escluso di aver acquistato le armi.
Nel maggio del 1979, nell'appartamento «covo» di viale Giulio Cesare, a Roma, venne arrestato il noto brigatista Valerio Morucci; tra il materiale sequestrato nell'abitazione vi era una pistola «Skorpion» che, sino al successivo rinvenimento di quella di via Dogali e dei conseguenti accertamenti balistici, fu ritenuta l'arma utilizzata in via Acca Larentia. Soltanto al termine delle perizie si rivelò, invece, l'arma usata per uccidere l'onorevole Aldo Moro, presidente della «Democrazia cristiana».
La necessità di sentire nuovamente lo Sbriccoli emerse a seguito degli omicidi Tarantelli, Conti e Ruffilli (sempre nel contesto di accertamenti estesi ai proprietari dell'arma in argomento), e, nel corso delle escussioni successive, l'artista confermò di aver ceduto le due pistole al Cetroli, precisando, però, di aver ricevuto come corrispettivo la somma di duecentomila lire in contanti.
Escussa nuovamente sulla questione, la Ciani riferì altri particolari, affermando questa volta che il cantante le aveva confidato di essere intenzionato a vendere alcune sue pistole; per favorirlo, come suo cliente, la donna gli consegnò un foglietto con cognome e recapiti telefonici del funzionario di polizia, altro suo cliente, a lei noto anche come collezionista di armi, ritenendo che questi fosse interessato all'acquisto. La commerciante, però, non fu in grado di riferire se la trattativa si fosse effettivamente perfezionata.
A seguito di tali nuove dichiarazioni, divenne necessario sentire il dottor Cetroli: nel corso dell'interrogatorio, reso il 21 settembre 1988 dinanzi al procuratore aggiunto della Repubblica di Firenze, il funzionario confermò di non aver mai acquistato le pistole, ammettendo soltanto un generico ed iniziale interesse, come collezionista, per la «Skorpion» dello Sbriccoli, presentatogli dalla Ciani, interesse venuto meno dopo la classificazione della stessa «Skorpion» come arma da guerra.
Gli accertamenti esperiti presso le cancellerie penali del tribunale e della procura della Repubblica di Firenze non hanno consentito di rinvenire alcun atto concernente l'esito di un eventuale procedimento instaurato dall'autorità giudiziaria a carico del Cetroli, a seguito delle sue dichiarazioni. Il funzionario di polizia è deceduto a Roma il 30 giugno 2005.
Gli autori materiali dell'eccidio di via Acca Larentia non sono mai stati individuati. È verosimile che l'arma utilizzata per l'attentato sia confluita nell'arsenale delle «Brigate rosse» attraverso la successiva adesione alla formazione eversiva di uno o più soggetti che la detenevano.

Il Sottosegretario di Stato per l'interno: Carlo De Stefano.