ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11964

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 474 del 18/05/2011
Firmatari
Primo firmatario: DI STANISLAO AUGUSTO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 18/05/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 18/05/2011
Stato iter:
23/11/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 23/11/2011
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 23/11/2011

CONCLUSO IL 23/11/2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11964
presentata da
AUGUSTO DI STANISLAO
mercoledì 18 maggio 2011, seduta n.474

DI STANISLAO. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri.
- Per sapere - premesso che:

il 15 Maggio è la Giornata internazionale della famiglia e per l'occasione il Segretario Generale dell'ONU dichiara che ancora troppe famiglie vivono in condizioni di persistente e grave difficoltà. A causa della mancanza di posti di lavoro e di mezzi per far quadrare i conti, gli adulti non sono in grado di fornire un'alimentazione adeguata ai bambini che di conseguenza ne portano a vita i segni fisici e cognitivi. Altri componenti della famiglia rischiano di essere oggetto di negligenza e privazioni. La povertà continua ad essere la causa di centinaia di migliaia di casi di mortalità da parto ogni anno;

sono particolarmente a rischio in particolar modo le famiglie numerose, quelle monoparentali, quelle in cui i principali percettori di reddito sono disoccupati, ammalati o disabili, famiglie i cui componenti subiscono discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e famiglie che vivono nelle baraccopoli urbane o nelle aree rurali. Anche le famiglie indigene e migranti, alla pari di quelle che vivono in situazioni di conflitto o tensione, sono esposte a condizioni di emarginazione e privazione;

alcuni Governi hanno adottato strategie focalizzate sulla famiglia, compresi programmi di trasferimento di denaro, assegni per i figli, incentivi fiscali e misure di protezione sociale specifiche a tutela dell'identità sessuale e dei bambini. La diffusione di queste politiche, che possono migliorare la situazione alimentare e educativa dei bambini, può aiutare a porre fine a cicli di povertà che persistono di generazione in generazione;

in Europa si investe più del doppio dell'Italia per le politiche familiari. Dal 2008 a oggi, sono stati ridotti del 63,45 per cento i fondi per le politiche sociali;

il parere dell'Osce espresso nel rapporto sulle politiche familiari evidenzia come in Italia ci sia bisogno di più politiche per conciliare lavoro e famiglia e che siamo molto al di sotto della media Osce rispetto a tre indicatori fondamentali sulla famiglia: occupazione femminile, tassi di fertilità e tasso di povertà infantile;

l'esclusione sociale, la discriminazione e la disparità di accesso ai servizi sociali privano le famiglie dell'opportunità di progettare un futuro migliore per i loro figli. I giovani, di conseguenza, spesso postpongono l'età in cui hanno il primo figlio e cosi la probabilità di non avere figli aumenta -:

quali siano le motivazioni di questa arretratezza negli interventi a sostegno di famiglie e giovani;

se, e in che modo, il Governo intenda mettere in campo nuove e maggiori politiche familiari mettendo l'Italia in linea con gli altri Paesi europei al fine di sostenere concretamente le famiglie, in quanto esse educano i giovani, si prendono cura degli anziani e fanno crescere comunità forti costruite sulla tolleranza e sulla dignità per tutti.(4-11964)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata mercoledì 23 novembre 2011
nell'allegato B della seduta n. 553
All'Interrogazione 4-11964 presentata da
AUGUSTO DI STANISLAO

Risposta. - Con l'interrogazione in oggetto, l'interrogante chiede quali politiche familiari il governo intenda mettere in campo, al fine di allinearsi agli altri paesi europei nel sostegno concreto delle famiglie.
Al riguardo si osserva che il dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio dei Ministri, con il supporto dell'osservatorio nazionale sulla famiglia ed in particolare del suo comitato tecnico-scientifico, ha elaborato il piano nazionale per la famiglia, approvato dal Consiglio dei Ministri il 22 luglio 2011 e pronto per essere condiviso con la Conferenza unificata.
Si tratta del primo piano nazionale di politiche per la famiglia, che costituirà - come recita la norma che lo prevede (articolo 1, comma 1251, lettera a) della legge n. 296 del 2006) - il quadro conoscitivo, promozionale e orientativo degli interventi relativi all'attuazione dei diritti della famiglia.
Nella consapevolezza che il nostro Paese sia caratterizzato da profondi squilibri sociali e demografici che hanno al loro centro, coma causa e nello stesso tempo come effetto, le difficoltà di fare famiglia e avere figli, la mancanza di equità fiscale e la crescente fragilità delle reti familiari, i princìpi cui il Piano si ispira sono:

cittadinanza sociale della famiglia: la famiglia viene intesa come soggetto su cui investire per il futuro del Paese, valorizzando la sua funzione per la coesione sociale e per un equo rapporto tra le generazioni;


politiche esplicite sul nucleo familiare: finora nel nostro Paese gli interventi a favore delle famiglie sono stati o dettati dall'emergenza e quindi necessariamente frammentati e disorganici, o indiretti, cioè riflesso a volte inconsapevole di altre politiche. Si tratta invece ora di delineare un quadro organico di interventi che abbiano la famiglia come destinatario;


equità fiscale nei confronti della famiglia: è uno dei principali punti su cui è necessario intervenire, per rispettare appieno i princìpi costituzionali in materia di capacità contributiva, anche in considerazione della crisi economica in atto;


sostegno delle relazioni e della solidarietà interna: riconoscere e supportare il ruolo che la famiglia, oggi più che mai, è chiamata a svolgere nei confronti dei suoi membri, specie di quelli in condizioni di maggiore fragilità (bambini, anziani, disabili);
sussidiarietà e sviluppi del capitale umano e sociale: gli interventi devono essere attuati in modo da non sostituire ma sostenere e potenziare le funzioni proprie e autonome delle famiglie, in una logica di capacitazione delle famiglie stesse e dei loro membri, anziché di mero assistenzialismo, facendo leva sulla loro capacità di iniziativa sociale ed economica.
Le priorità individuate dal Piano quali aree su cui intervenire con maggior urgenza sono:

le famiglie con minori, in particolare quelle numerose;


le famiglie con disabili o anziani non autosufficienti;


le famiglie con disagi conclamati sia nella coppia, sia nelle relazioni genitori-figli.
In attuazione di tali linee generali, il piano prevede una serie di azioni specifiche articolate secondo i seguenti filoni:

equità economica distinta in: fiscalità generale (Irpef, deduzioni, detrazioni, assegni, altre integrazioni di reddito), tributi locali (Ici, Tarsu, tasse di scopo, eccetera), tariffe (utenze urbane), revisione dell'indicatore situazione economica equivalente;


politiche abitative per la famiglia;


lavoro di cura familiare: servizi per la prima infanzia, congedi, tempi di cura e interventi sulla disabilità e non autosufficienza;


pari opportunità e conciliazione tra famiglia e lavoro;


privato sociale, terzo settore e reti associative familiari;


servizi consultoriali e di informazione (consultori, mediazione familiare, centri per le famiglie);


immigrazione (sostegni alle famiglie immigrate).
Si prevede, inoltre, di dare impulso alle alleanze locali per la famiglia, valorizzando le reti costituite dalle istituzioni e dalle forze sociali, economiche e culturali del territorio. Saranno, infine, individuati meccanismi di monitoraggio e di valutazione delle misure adottate.

Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri: Carlo Giovanardi.