GIOVANELLI. -
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:
si apprende da un libro-inchiesta di Gianluca Di Feo «Veleni di Stato» (Edizioni Rizzoli 2009) che nel luglio 1944, 1316 tonnellate di iprite sono finiti nei fondali davanti alle coste marchigiane, in particolare davanti alle baie di Fano, Pesaro e Gabicce all'interno di 4300 bombe d'aereo C500T catturate dalla Luftwaffe in una base di Urbino;
sono materiali altamente tossici che pare siano ancora imprigionati nei fondali dell'Adriatico e che rilasciano lentamente il loro veleno in mare;
il libro qui sopra citato è ampiamente documentato grazie agli studi e approfondimenti sugli archivi della Luftwaffe di Carlo Gentile, consulente delle principali inchieste giudiziarie sulle stragi naziste in Italia e docente dell'università di Colonia;
L'unità comandata dal maggiore Meyer nascose nel deposito di Urbino notevoli quantità di ordigni, ma il 19 dicembre 1943 si indica dalla relazione di Hitler che dovevano essere spostati in Germania. Muovere le sostanze letali, per di più in periodo di guerra, era molto difficile; nel luglio 1944, quando il comando tedesco dispose» l'immediata evacuazione del deposito di Urbino senza riguardi per le possibili conseguenze», vennero trasportati con dei camion a Fano e a Pesaro alla vigilia dell'offensiva sulla Linea Gotica e fatti svuotare di notte in mare da squadre speciali. 84 tonnellate di armi chimiche mortali, conservate da involucri difettosi hanno poi rilasciato lentamente nelle acque dell'Adriatico le sostanze tossiche;
nella seduta pomeridiana della Camera dei deputati del 20 novembre 1951, in risposta a una interrogazione dell'onorevole Capalozza, il Sottosegretario alla Marina mercantile, onorevole Tambroni, confermava la presenza di tale arsenale nei fondali e individuava anche le coordinate dei siti ove si sarebbero trovate almeno una parte delle bombe, ma da allora nulla si è fatto per la bonifica dell'area, né tantomeno è stato oggetto di discussione in ambito parlamentare;
il sindaco di Pesaro, Luca Ceriscioli, in data 10 marzo e 30 aprile 2010 ha inviato al Ministro della difesa due lettere per sollecitare spiegazioni e provvedimenti sopra in oggetto;
in data 21 giugno 2010 il sottosegretario alla difesa, onorevole, Giuseppe Cossiga, rispose al sindaco sostenendo che il dicastero «ha promosso i pertinenti approfondimenti» e che le ricerche e le bonifiche dell'area sono state portate a termine tra il 1945 e il 1950 -:
se il Ministero della difesa, come da lettera del sottosegretario Cossiga citata in premessa, possa assicurare che i tratti di costa bonificati negli anni cinquanta sono aree bonificate corrispondenti ai siti di Fano, Pesaro e Cattolica;
se non consideri opportuno a distanza di anni, usare nuove tecnologie di bonifica sperimentate in altri siti;
se non si intenda provvedere con urgenza a un monitoraggio della situazione attuale e se non si intenda ricorrere ai fondi di cui al decreto ministeriale n. 308 del 2006 finalizzati al risanamento di aree inquinate. (4-11571)