ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11344

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 451 del 23/03/2011
Firmatari
Primo firmatario: ZAMPARUTTI ELISABETTA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 23/03/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2011
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2011
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2011
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2011
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 23/03/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 23/03/2011
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 30/03/2011
Stato iter:
02/08/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 02/08/2012
DE VINCENTI CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 15/04/2011

SOLLECITO IL 23/05/2011

SOLLECITO IL 06/07/2011

SOLLECITO IL 21/09/2011

SOLLECITO IL 16/11/2011

SOLLECITO IL 15/02/2012

SOLLECITO IL 28/05/2012

SOLLECITO IL 04/07/2012

SOLLECITO IL 27/07/2012

RISPOSTA PUBBLICATA IL 02/08/2012

CONCLUSO IL 02/08/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11344
presentata da
ELISABETTA ZAMPARUTTI
mercoledì 23 marzo 2011, seduta n.451

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:


secondo quanto si legge in un articolo pubblicato dal settimanale L'Espresso del 18 marzo 2011 dal titolo «Intrigo nucleare», di Stefania Maurizi, documenti di Wikileaks rivelano sospetti da parte degli USA per tangenti legate al progetto di realizzazione di nuove centrali nucleari in Italia;


si legge in particolare che «Negli oltre quattro mila cablo dell'ambasciata americana di Roma la parola corruzione compare pochissime volte e in termini generici. Quando invece si parla delle nuove centrali da costruire, allora i documenti trasmessi a Washington diventano espliciti, tratteggiando uno scenario in cui sono le mazzette a decidere il destino energetico del Paese»;



in particolare, nel 2008, quando Berlusconi assicura agli Usa che il suo Esecutivo «rilancia sul serio il settore. Se andranno davvero avanti, ci saranno contratti per decine di miliardi» afferma anche che: «Vediamo già un'azione di lobbying ad alto livello da parte dei leader del governo inglese, francese e russo». I colloqui con il consigliere diplomatico del Ministro Claudio Scajola, Daniele Mancini, «suggeriscono che i francesi e i russi stanno già manovrando e facendo lobbying per i contratti»;



viene quindi avanzata la seguente previsione: «La corruzione è pervasiva in Italia e temiamo che potrebbe essere uno dei fattori che dovremo affrontare andando avanti»;


l'avversario è Parigi, che può sfruttare gli intrecci economici tra Enel ed Edf per stendere la sua trama. «Temiamo che i francesi abbiano una corsia preferenziale a causa della loro azione di lobbying ai più alti livelli e a causa del fatto che le compagnie che probabilmente costruiranno gli impianti in Italia hanno tutte un qualche tipo di French connection. Continueremo i nostri energici sforzi per garantire che le aziende americane abbiano una giusta chance»;



dopo che, nel febbraio 2009, Sarkozy sigla con il nostro Governo l'accordo che assegna ad Areva la costruzione di quattro reattori modello Epr in Italia, la diplomazia statunitense vuole impedire che il successo di Parigi si trasformi in scacco matto. E intensifica gli sforzi per occupare gli spazi rimasti, ossia la fornitura di almeno altre due centrali, tant'è che in maggio si reca in Italia il Ministro dell'energia americano, Steven Chu;


l'ambasciata lo mette in guardia: «L'intensa pressione dei francesi, che forse comprende tangenti (corruption payment) a funzionari del Governo italiano, ha aperto la strada all'accordo di febbraio tra le aziende parastatali italiana e francese, Enel e Edf, in modo da formare un consorzio al 50 per cento per costruire centrali in Italia e altrove. L'intesa prevede la costruzione di quattro reattori dell'Areva entro il 2020 e, cosa ancora più preoccupante, può imporre quella francese come tecnologia standard per il ritorno dell'Italia al nucleare». Gli americani ipotizzano che dietro la scelta degli standard a cui affideremo il nostro futuro e la sicurezza del Paese ci possano essere state bustarelle. E chiedono al Ministro per l'energia: «Dovrebbe far presente che abbiamo preoccupanti indicazioni del fatto che alle aziende americane sarà ingiustamente negata l'opportunità di partecipare a questo programma multimiliardario»;


nell'articolo si legge ancora che dal 2009 le attenzioni degli americani si concentrano su Claudio Scajola, «un collaboratore di lunga data di Berlusconi, che guida un superministero». Affidano a Chu il compito di «conquistarlo», sin dal summit romano del maggio 2009. Ma il momento chiave è il viaggio negli States del settembre successivo: «Vediamo questa visita come un'opportunità decisiva per gli Stati Uniti per contrastare la preferenza italiana nei confronti della tecnologia nucleare francese e per aprire le porte a lucrativi contratti per le aziende statunitensi»;


Scajola accetta anche «l'invito di Westinghouse a fare un tour nei suoi impianti». Lo strumento per fare leva sul Ministro è l'Ansaldo nucleare, la società di Finmeccanica «che ha stretti rapporti con Westinghouse»;


l'ambasciatore Thorne scrive: «Noi abbiamo saputo che Scajola ha un'altra ragione per appoggiare il coinvolgimento delle aziende statunitensi. L'accordo con la Francia ha tagliato fuori dai contratti le società italiane che vogliono contribuire a costruire le centrali. Una di queste, Ansaldo Nucleare, ha sede nella regione di Scajola: la Liguria. E così se Westinghouse ottiene la sua parte, Ansaldo - azienda della terra di Scajola - ne beneficia. Noi abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile nel nostro sostegno alle aziende Usa. Se Scajola ha anche un interesse locale nel cercare di fare in modo che le ditte americane ottengano commesse, questo è un vantaggio da cogliere e da massimizzare a beneficio degli Stati Uniti»;


l'interesse statunitense si è tradotto la scorsa settimana nella cessione del 45 per cento di Ansaldo Energia - che controlla Ansaldo Nucleare - al fondo First reserve corporation, con un'operazione da 1.200 milioni di euro;



a seguito del viaggio di Scajola negli Stati Uniti del 2009, vengono firmati due accordi di cooperazione con Chu ed il cablo ha toni sollevati: i francesi non sono più «l'unico protagonista (the only game in town). Il reattore AP1000 della Westinghouse è diventato un forte concorrente per le centrali nucleari che saranno costruite oltre a quelle proposte dal consorzio Enel-Edf». E una schiera di aziende americane si prepara a sfruttare la breccia nel dicastero di via Veneto: «General Eletric, Exelon, Battelle, Burns and Roe, Lightbridge ed Energy Solutions», elenca Thorne;



il database di WikiLeaks si ferma prima del maggio 2010, data delle dimissioni di Scajola per la casa con vista al Colosseo «pagata a sua insaputa». Nelle primissime dichiarazioni, il Ministro ligure grida al complotto e comincia la sua lista di sospetti con un riferimento esplicito: «Le mie dimissioni indeboliscono il governo, ma chi può avere interesse a farlo? La Francia, in prospettiva, ha tutto da perdere dal nostro programma nucleare...» -:



se risulti che l'ipotesi evidenziata, in premessa a partire dai documenti Wikileaks secondo la quale alla base del programma italiano per la costruzione di nuove centrali nucleari potrebbero esservi delle tangenti sia stata verificata con il giusto rigore e comunque di quali ulteriori informazioni disponga il Governo in merito a quanto riferito in premessa.
(4-11344)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata giovedì 2 agosto 2012
nell'allegato B della seduta n. 676
All'Interrogazione 4-11344 presentata da
ELISABETTA ZAMPARUTTI

Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, sulla base degli elementi forniti dalla direzione generale competente, si rappresenta quanto segue.
Preliminarmente deve evidenziarsi l'impatto che ha avuto il referendum del giugno 2011 sul tema sollevato nella richiesta in esame, concernente le eventuali interferenze nella costruzione delle filiere dei reattori nucleari.
Premesso quanto sopra, si precisa, comunque, che la definizione delle tecnologie degli impianti nucleari da realizzare sul territorio nazionale sarebbe dovuta avvenire secondo i vincoli e la procedura disposti direttamente dalla legge.
A tal fine, la legge n. 99 del 2009, infatti, affidava tale definizione ad una delibera del CIPE, disponendo testualmente «previo parere della Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni, su proposta del Ministro dello sviluppo economico, sentito il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, sentite le Commissioni parlamentari competenti». La stessa legge prevedeva, inoltre, che le approvazioni relative ai requisiti e alle specifiche tecniche degli impianti nucleari, già concesse negli ultimi dieci anni dalle autorità competenti di Paesi membri dell'Agenzia per l'energia nucleare dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (AEN-OCSE), o dalle autorità competenti di Paesi con i quali siano definiti accordi bilaterali di cooperazione tecnologica e industriale nel settore nucleare, sarebbero state considerate valide in Italia, previa approvazione dell'Agenzia per la sicurezza nucleare.
Pertanto, la scelta operata dal legislatore era chiaramente orientata a dare spazio, in modo aperto, a tutte le tecnologie avanzate, previa verifica degli standard di sicurezza, da parte del soggetto competente.
Gli schemi dei provvedimenti attuativi, in primis lo schema di delibera CIPE sulla tipologia di impianti - in corso di approvazione, alla data della decisione da parte del Governo della moratoria di un anno - erano stati elaborati rispettando l'ottica del legislatore, con l'unico obiettivo di stabilire requisiti tecnici che corrispondessero alle soluzioni tecnologiche più avanzate e dotate dei più elevati gradi di sicurezza per le persone e di tutela per l'ambiente e per il territorio, senza determinare barriere d'ingresso, o vantaggi competitivi per l'una o l'altra opzione tecnologica.
La ratio che aveva ispirato la formulazione dei predetti requisiti è quella che persegue, per ciascuna filiera tecnologica, il miglioramento delle caratteristiche dei reattori nucleari oggi in esercizio nei principali Paesi industrializzati. Tale processo evolutivo trova la sua espressione nei nuovi reattori cosiddetti di «III generazione avanzata», sviluppati negli ultimi anni e caratterizzati da un miglioramento della sicurezza e da un aumento delle prestazioni operative, conseguiti mediante un'ottimizzazione nella progettazione del sistema nucleare. I reattori evolutivi fanno tesoro dell'esperienza operativa pluridecennale maturata con i reattori di II generazione, aumentandone il livello di sicurezza.
D'altra parte, l'approccio di mercato che il Governo aveva più volte confermato di voler seguire per lasciare in capo agli investitori privati l'onere economico dell'investimento e, con esso, la valutazione della convenienza stessa dell'iniziativa, costituiva di per sé una forte garanzia affinché la scelta dell'opzione tecnologica fosse guidata da serie valutazioni tecnico-economiche, piuttosto che da pressioni esterne, di qualsiasi tipo.

Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico: Claudio De Vincenti.