ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:
secondo quanto si legge in un articolo pubblicato dal settimanale L'Espresso del 18 marzo 2011 dal titolo «Intrigo nucleare», di Stefania Maurizi, documenti di Wikileaks rivelano sospetti da parte degli USA per tangenti legate al progetto di realizzazione di nuove centrali nucleari in Italia;
si legge in particolare che «Negli oltre quattro mila cablo dell'ambasciata americana di Roma la parola corruzione compare pochissime volte e in termini generici. Quando invece si parla delle nuove centrali da costruire, allora i documenti trasmessi a Washington diventano espliciti, tratteggiando uno scenario in cui sono le mazzette a decidere il destino energetico del Paese»;
in particolare, nel 2008, quando Berlusconi assicura agli Usa che il suo Esecutivo «rilancia sul serio il settore. Se andranno davvero avanti, ci saranno contratti per decine di miliardi» afferma anche che: «Vediamo già un'azione di lobbying ad alto livello da parte dei leader del governo inglese, francese e russo». I colloqui con il consigliere diplomatico del Ministro Claudio Scajola, Daniele Mancini, «suggeriscono che i francesi e i russi stanno già manovrando e facendo lobbying per i contratti»;
viene quindi avanzata la seguente previsione: «La corruzione è pervasiva in Italia e temiamo che potrebbe essere uno dei fattori che dovremo affrontare andando avanti»;
l'avversario è Parigi, che può sfruttare gli intrecci economici tra Enel ed Edf per stendere la sua trama. «Temiamo che i francesi abbiano una corsia preferenziale a causa della loro azione di lobbying ai più alti livelli e a causa del fatto che le compagnie che probabilmente costruiranno gli impianti in Italia hanno tutte un qualche tipo di French connection. Continueremo i nostri energici sforzi per garantire che le aziende americane abbiano una giusta chance»;
dopo che, nel febbraio 2009, Sarkozy sigla con il nostro Governo l'accordo che assegna ad Areva la costruzione di quattro reattori modello Epr in Italia, la diplomazia statunitense vuole impedire che il successo di Parigi si trasformi in scacco matto. E intensifica gli sforzi per occupare gli spazi rimasti, ossia la fornitura di almeno altre due centrali, tant'è che in maggio si reca in Italia il Ministro dell'energia americano, Steven Chu;
l'ambasciata lo mette in guardia: «L'intensa pressione dei francesi, che forse comprende tangenti (corruption payment) a funzionari del Governo italiano, ha aperto la strada all'accordo di febbraio tra le aziende parastatali italiana e francese, Enel e Edf, in modo da formare un consorzio al 50 per cento per costruire centrali in Italia e altrove. L'intesa prevede la costruzione di quattro reattori dell'Areva entro il 2020 e, cosa ancora più preoccupante, può imporre quella francese come tecnologia standard per il ritorno dell'Italia al nucleare». Gli americani ipotizzano che dietro la scelta degli standard a cui affideremo il nostro futuro e la sicurezza del Paese ci possano essere state bustarelle. E chiedono al Ministro per l'energia: «Dovrebbe far presente che abbiamo preoccupanti indicazioni del fatto che alle aziende americane sarà ingiustamente negata l'opportunità di partecipare a questo programma multimiliardario»;
nell'articolo si legge ancora che dal 2009 le attenzioni degli americani si concentrano su Claudio Scajola, «un collaboratore di lunga data di Berlusconi, che guida un superministero». Affidano a Chu il compito di «conquistarlo», sin dal summit romano del maggio 2009. Ma il momento chiave è il viaggio negli States del settembre successivo: «Vediamo questa visita come un'opportunità decisiva per gli Stati Uniti per contrastare la preferenza italiana nei confronti della tecnologia nucleare francese e per aprire le porte a lucrativi contratti per le aziende statunitensi»;
Scajola accetta anche «l'invito di Westinghouse a fare un tour nei suoi impianti». Lo strumento per fare leva sul Ministro è l'Ansaldo nucleare, la società di Finmeccanica «che ha stretti rapporti con Westinghouse»;
l'ambasciatore Thorne scrive: «Noi abbiamo saputo che Scajola ha un'altra ragione per appoggiare il coinvolgimento delle aziende statunitensi. L'accordo con la Francia ha tagliato fuori dai contratti le società italiane che vogliono contribuire a costruire le centrali. Una di queste, Ansaldo Nucleare, ha sede nella regione di Scajola: la Liguria. E così se Westinghouse ottiene la sua parte, Ansaldo - azienda della terra di Scajola - ne beneficia. Noi abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile nel nostro sostegno alle aziende Usa. Se Scajola ha anche un interesse locale nel cercare di fare in modo che le ditte americane ottengano commesse, questo è un vantaggio da cogliere e da massimizzare a beneficio degli Stati Uniti»;
l'interesse statunitense si è tradotto la scorsa settimana nella cessione del 45 per cento di Ansaldo Energia - che controlla Ansaldo Nucleare - al fondo First reserve corporation, con un'operazione da 1.200 milioni di euro;
a seguito del viaggio di Scajola negli Stati Uniti del 2009, vengono firmati due accordi di cooperazione con Chu ed il cablo ha toni sollevati: i francesi non sono più «l'unico protagonista (the only game in town). Il reattore AP1000 della Westinghouse è diventato un forte concorrente per le centrali nucleari che saranno costruite oltre a quelle proposte dal consorzio Enel-Edf». E una schiera di aziende americane si prepara a sfruttare la breccia nel dicastero di via Veneto: «General Eletric, Exelon, Battelle, Burns and Roe, Lightbridge ed Energy Solutions», elenca Thorne;
il database di WikiLeaks si ferma prima del maggio 2010, data delle dimissioni di Scajola per la casa con vista al Colosseo «pagata a sua insaputa». Nelle primissime dichiarazioni, il Ministro ligure grida al complotto e comincia la sua lista di sospetti con un riferimento esplicito: «Le mie dimissioni indeboliscono il governo, ma chi può avere interesse a farlo? La Francia, in prospettiva, ha tutto da perdere dal nostro programma nucleare...» -:
se risulti che l'ipotesi evidenziata, in premessa a partire dai documenti Wikileaks secondo la quale alla base del programma italiano per la costruzione di nuove centrali nucleari potrebbero esservi delle tangenti sia stata verificata con il giusto rigore e comunque di quali ulteriori informazioni disponga il Governo in merito a quanto riferito in premessa.
(4-11344)