ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/11054

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 440 del 25/02/2011
Firmatari
Primo firmatario: ZAMPARUTTI ELISABETTA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 25/02/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 25/02/2011
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 25/02/2011
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 25/02/2011
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 25/02/2011
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 25/02/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELLA DIFESA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI 25/02/2011
MINISTERO DELLA DIFESA 16/03/2011
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 20/07/2011
Stato iter:
02/08/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 02/08/2012
DE VINCENTI CLAUDIO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 06/04/2011

SOLLECITO IL 15/04/2011

SOLLECITO IL 23/05/2011

SOLLECITO IL 06/07/2011

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 20/07/2011

SOLLECITO IL 21/09/2011

SOLLECITO IL 16/11/2011

SOLLECITO IL 15/02/2012

SOLLECITO IL 28/05/2012

SOLLECITO IL 04/07/2012

SOLLECITO IL 27/07/2012

RISPOSTA PUBBLICATA IL 02/08/2012

CONCLUSO IL 02/08/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-11054
presentata da
ELISABETTA ZAMPARUTTI
venerdì 25 febbraio 2011, seduta n.440

ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. -
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:


da un articolo pubblicato da Gianni Lannes sul sito www.costruendo.lindro.it risulta che migliaia di chilogrammi di uranio impoverito sarebbero stati utilizzati nella costruzione di aerei ed elicotteri;


secondo una lettera che la Mc Donnell Douglas inviò a tutti gli acquirenti del DC-10 nel 1983 «A parte il Douglas DC-10 e KC-10, molti altri aerei commerciali usano uranio come contrappeso nelle superfici di controllo. Pesi dello stesso tipo sono usati sui Boeing 747, sui Lockeed L-1011, sui C-141, sui C-130 e sui modelli C-5A»; inoltre sempre secondo il documento «Un'altra area di applicazione in aeronautica dell'uranio è come contrappeso delle pale nei rotori di elicotteri»;


Gerald R. Mack, ex vice presidente della Boeing Europa avrebbe rivelato che: «Parecchi fornitori di aeroplani, compresi Boeing, Lockheed e Mc Donnell Douglas, hanno usato l'uranio impoverito come contrappeso per i piani di comando del velivolo perché il materiale fornisce una quantità significativa di peso in spazi limitati. Mentre l'uranio impoverito è stato usato nei modi differenti su velivoli differenti, può essere trovato generalmente come componente dei complessivi dell'elevatore e del timone come la parte posteriore di grandi getti e, su alcuni modelli, come componente dell'alettone montato sull'ala completa». Il manager avrebbe ammesso che: «Tutti i DC-10 sono stati consegnati con pesi di equilibrio di uranio impoverito in 5 posizioni: alettoni esterni, ala, ala completa, timone superiore, elevatori esterni. Il peso totale su ciascun aeroplano era di circa 729 libbre (330,6 kg, ndr)»;


l'elicottero Bell 412 A costruito da Agusta della Finmeccanica su licenza della Bell americana avrebbe pale che contengono 13 chili di U-238;


basterebbe poi leggere i manuali di manutenzione degli aviogetti o esaminare le licenze di esportazione e le certificazioni emesse dalla statunitense NRC (Commissione Regolatrice Nucleare) per rendersi conto che l'uranio impoverito è stato adoperato negli aerei passeggeri delle compagnie di tutto il mondo, ad eccezione della Japan Air Lines che dopo l'incidente di Nikko (12 agosto 1985) utilizza dal '96 sulla propria flotta contrappesi di innocuo tungsteno;


in Italia, grazie a una deroga dall'obbligo di denuncia stabilita da un decreto ministeriale del 15 dicembre 1970, la presenza di consistenti quantità di uranio esaurito negli aerei non è assoggettata ad alcuna comunicazione preventiva alle autorità di controllo. Le compagnie aeree, peraltro, non sono assicurate contro ipotetici rischi di intossicazione e contaminazione radioattiva. Basta sfogliare le polizze assicurative dell'ex Alitalia (Generali ed Assitalia) che escludono dalla loro copertura i «rischi di contaminazione o avvelenamento legati ad eventuali incendi delle parti in uranio dei velivoli»;

un rapporto informativo dei vigili del fuoco di stanza a Malpensa - dove transitano milioni di passeggeri e lavorano migliaia di dipendenti - segnalava che «durante l'assistenza alle operazioni di rifornimento carburante dell'aeromobile Mc Donnell Douglas DC-10 siglato F-GNEM della compagnia CUBANA-AOM, volo CU 425, i contrappesi esterni delle parti mobili dei piani di coda del velivolo, costruiti in uranio 238, presentavano evidenti segni di ossidazione». Non è il primo caso e neppure l'ultimo. Non è stato possibile effettuare le misurazioni poiché «l'idonea sonda per misurazioni alfa non è in dotazione al comando»;

la stessa Alitalia, con una lettera del gennaio 1996, aveva informato le autorità di «impiegare uranio impoverito per il bilanciamento di superfici mobili situati in vani protetti e di difficile accessibilità»;


numerose ricerche attestano che può provocare tumori, leucemie e malformazioni. Il fisico Robert L. Parker ha riferito su Nature (dicembre 1988) che il peggior scenario ipotizzabile - già verificatosi il 4 ottobre 1992 a Bijlmermeer (quartiere popolare di Amsterdam), il 22 dicembre 1999 a Stansted in Inghilterra, ndr - derivante da un crash di un Boeing 747, vedrebbe 250 mila persone correre rischi di salute o di imminente avvelenamento conseguenti alla contaminazione da ossidi di uranio» -:


di quali informazioni disponga il Governo in merito ai fatti riferiti in premessa;


se sulla base degli atti depositati, risulti chi abbia ricevuto in Italia i documenti della Boeing e della Mc Donnell Douglas e che uso ne sia stato fatto;


quali siano le norme sul piano nazionale che disciplinano l'impiego dell'uranio impoverito nella costruzione aeronautica e quali quelle che disciplinano il trattamento dell'uranio impoverito all'atto dello smantellamento dei velivoli e in caso di calamità;

se non si ritenga di avviare un'ampia indagine per verificare in quali condizioni sono gli aerei che contengono questi contrappesi radioattivi;


se e quali iniziative si intendano adottare per porre definitivamente termine ai rischi connessi all'utilizzo dell'uranio impoverito nei velivoli. (4-11054)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata giovedì 2 agosto 2012
nell'allegato B della seduta n. 676
All'Interrogazione 4-11054 presentata da
ELISABETTA ZAMPARUTTI

Risposta. - Con riferimento all'interrogazione in esame, concernente l'utilizzo dell'uranio impoverito in campo aeronautico, sulla base degli elementi forniti dalla direzione generale competente, si rappresenta quanto segue.
Preliminarmente occorre evidenziare che la maggiore parte delle questioni sollevate dagli interroganti investono non sono di competenza specifica del Ministero dello sviluppo economico.
Gli interroganti infatti, nel far riferimento alla prassi comune presso la maggior parte delle compagnie aeree, di ricorrere all'utilizzo dell'uranio impoverito (segnatamente, quale materiale di contrappeso nelle superfici mobili di controllo degli aerei e nelle pale dei rotori degli elicotteri), formulano una serie di interrogativi sull'opportunità di utilizzare tale materiale per gli scopi di cui sopra, atteso il rischio conseguente a possibili incidenti che coinvolgano i velivoli che lo utilizzano.
Al riguardo si rileva che l'utilizzo dell'uranio impoverito in campo aeronautico è tutt'altro che recente e trae la sua motivazione dalla necessità di far uso, per i contrappesi sopra citati, di un materiale di alta densità (nel caso specifico, 18,95 grammi per centimetro cubo, oltre una volta e mezza quella del piombo, 11,34 grammi per centimetro cubo) e disponibile ad un basso costo, decisamente inferiore rispetto a quello del tungsteno, di caratteristiche simili (19,25 grammi per centimetro cubo). Si tratta, peraltro, di una sostanza debolmente radioattiva, tanto da essere smaltita come rifiuto radioattivo a bassa attività.
L'uranio impoverito è soggetto, in quanto «materia radioattiva naturale» - secondo la definizione di cui al punto 4.2 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230 - alla disciplina contenuta nel medesimo decreto legislativo n. 230 del 1995, che stabilisce le soglie di esenzione in relazione alla specifica pratica, oltre che gli obblighi di denuncia di detenzione, ove, previsti. Peraltro, come correttamente riportato dagli interroganti, il decreto del Ministro per l'industria, il commercio e l'artigianato, di concerto con il Ministro per la sanità, del 15 dicembre 1970 stabilisce l'esenzione dall'obbligo di denuncia per «uranio naturale o impoverito contenuto nei contrappesi per aeromobili, installati, immagazzinati o in fase di montaggio o smontaggio» (articolo 1, comma 7). Tuttavia, resta fermo l'obbligo, ai sensi dell'articolo 23 del citato decreto legislativo n. 230 del 1995, di tenuta della contabilità di tale materiale, nonché del rispetto delle misure radioprotezionistiche vigenti per i lavoratori e per la popolazione, riportate rispettivamente al Capo VIII e al Capo IX.
I rischi derivanti dall'utilizzo di uranio impoverito in campo aeronautico concernono essenzialmente gli addetti alla manutenzione degli aeromobili, mentre remoto è quello per l'equipaggio, i passeggeri e il personale addetto ai servizi aeroportuali, a meno di grave disastro aereo che provocasse una dispersione nell'ambiente di particolato fine contenente il materiale in parola. Gli operatori addetti allo smontaggio e verifica dei contrappesi sulle superfici alari, sono maggiormente esposti ai rischi dell'uranio impoverito, in quanto per loro aumenta la possibilità di inalazione e/o ingestione accidentale, unitamente al rischio da irraggiamento; rischi che sarebbero tanto meno trascurabili quanto più lungo fosse il tempo trascorso da ciascun lavoratore nei pressi di detti contrappesi e quanto più precarie dovessero essere le condizioni del relativo materiale in termini di ossidazione delle sue superfici.
Sulla base di quanto precede, si condivide, pertanto, l'auspicio degli interroganti circa il superamento dell'uso di uranio impoverito per le applicazioni sopra citate; si ritiene, tuttavia, che la soluzione definitiva ai potenziali problemi derivanti dall'utilizzo dell'uranio impoverito possa essere trovata solo in ambito internazionale, eventualmente tramite la stipulazione di un accordo sulla messa al bando di questo materiale per gli usi aeronautici.

Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico: Claudio De Vincenti.