ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. -
Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:
da un articolo pubblicato da Gianni Lannes sul sito www.costruendo.lindro.it risulta che migliaia di chilogrammi di uranio impoverito sarebbero stati utilizzati nella costruzione di aerei ed elicotteri;
secondo una lettera che la Mc Donnell Douglas inviò a tutti gli acquirenti del DC-10 nel 1983 «A parte il Douglas DC-10 e KC-10, molti altri aerei commerciali usano uranio come contrappeso nelle superfici di controllo. Pesi dello stesso tipo sono usati sui Boeing 747, sui Lockeed L-1011, sui C-141, sui C-130 e sui modelli C-5A»; inoltre sempre secondo il documento «Un'altra area di applicazione in aeronautica dell'uranio è come contrappeso delle pale nei rotori di elicotteri»;
Gerald R. Mack, ex vice presidente della Boeing Europa avrebbe rivelato che: «Parecchi fornitori di aeroplani, compresi Boeing, Lockheed e Mc Donnell Douglas, hanno usato l'uranio impoverito come contrappeso per i piani di comando del velivolo perché il materiale fornisce una quantità significativa di peso in spazi limitati. Mentre l'uranio impoverito è stato usato nei modi differenti su velivoli differenti, può essere trovato generalmente come componente dei complessivi dell'elevatore e del timone come la parte posteriore di grandi getti e, su alcuni modelli, come componente dell'alettone montato sull'ala completa». Il manager avrebbe ammesso che: «Tutti i DC-10 sono stati consegnati con pesi di equilibrio di uranio impoverito in 5 posizioni: alettoni esterni, ala, ala completa, timone superiore, elevatori esterni. Il peso totale su ciascun aeroplano era di circa 729 libbre (330,6 kg, ndr)»;
l'elicottero Bell 412 A costruito da Agusta della Finmeccanica su licenza della Bell americana avrebbe pale che contengono 13 chili di U-238;
basterebbe poi leggere i manuali di manutenzione degli aviogetti o esaminare le licenze di esportazione e le certificazioni emesse dalla statunitense NRC (Commissione Regolatrice Nucleare) per rendersi conto che l'uranio impoverito è stato adoperato negli aerei passeggeri delle compagnie di tutto il mondo, ad eccezione della Japan Air Lines che dopo l'incidente di Nikko (12 agosto 1985) utilizza dal '96 sulla propria flotta contrappesi di innocuo tungsteno;
in Italia, grazie a una deroga dall'obbligo di denuncia stabilita da un decreto ministeriale del 15 dicembre 1970, la presenza di consistenti quantità di uranio esaurito negli aerei non è assoggettata ad alcuna comunicazione preventiva alle autorità di controllo. Le compagnie aeree, peraltro, non sono assicurate contro ipotetici rischi di intossicazione e contaminazione radioattiva. Basta sfogliare le polizze assicurative dell'ex Alitalia (Generali ed Assitalia) che escludono dalla loro copertura i «rischi di contaminazione o avvelenamento legati ad eventuali incendi delle parti in uranio dei velivoli»;
un rapporto informativo dei vigili del fuoco di stanza a Malpensa - dove transitano milioni di passeggeri e lavorano migliaia di dipendenti - segnalava che «durante l'assistenza alle operazioni di rifornimento carburante dell'aeromobile Mc Donnell Douglas DC-10 siglato F-GNEM della compagnia CUBANA-AOM, volo CU 425, i contrappesi esterni delle parti mobili dei piani di coda del velivolo, costruiti in uranio 238, presentavano evidenti segni di ossidazione». Non è il primo caso e neppure l'ultimo. Non è stato possibile effettuare le misurazioni poiché «l'idonea sonda per misurazioni alfa non è in dotazione al comando»;
la stessa Alitalia, con una lettera del gennaio 1996, aveva informato le autorità di «impiegare uranio impoverito per il bilanciamento di superfici mobili situati in vani protetti e di difficile accessibilità»;
numerose ricerche attestano che può provocare tumori, leucemie e malformazioni. Il fisico Robert L. Parker ha riferito su Nature (dicembre 1988) che il peggior scenario ipotizzabile - già verificatosi il 4 ottobre 1992 a Bijlmermeer (quartiere popolare di Amsterdam), il 22 dicembre 1999 a Stansted in Inghilterra, ndr - derivante da un crash di un Boeing 747, vedrebbe 250 mila persone correre rischi di salute o di imminente avvelenamento conseguenti alla contaminazione da ossidi di uranio» -:
di quali informazioni disponga il Governo in merito ai fatti riferiti in premessa;
se sulla base degli atti depositati, risulti chi abbia ricevuto in Italia i documenti della Boeing e della Mc Donnell Douglas e che uso ne sia stato fatto;
quali siano le norme sul piano nazionale che disciplinano l'impiego dell'uranio impoverito nella costruzione aeronautica e quali quelle che disciplinano il trattamento dell'uranio impoverito all'atto dello smantellamento dei velivoli e in caso di calamità;
se non si ritenga di avviare un'ampia indagine per verificare in quali condizioni sono gli aerei che contengono questi contrappesi radioattivi;
se e quali iniziative si intendano adottare per porre definitivamente termine ai rischi connessi all'utilizzo dell'uranio impoverito nei velivoli. (4-11054)