FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro dello sviluppo economico.
- Per sapere - premesso che:
la perdurante inadeguata rappresentazione del mondo femminile nei media, con stereotipi riduttivi rispetto alla pluralità espressa dalle donne nella realtà, rende sempre più urgente dare risposte al piano di riforme sostenuto attraverso l'«Appello donne e media», lanciato con la campagna diffusa nel web da key4biz a partire da novembre 2009 e con una serie di iniziative condivise in rete e in numerosi dibattiti pubblici;
le oltre mille sottoscrizioni da parte di associazioni e singole persone, a sostegno delle riforme proposte, rendono ancora più evidente la necessità che la classe politica dia risposte puntali alle altrettanto puntuali richieste;
l'impegno assunto in sede pubblica dal Ministro dello sviluppo economico il 15 aprile 2010, con l'affermazione che un ruolo importante può e deve essere svolto dalla televisione e da tutti i mezzi di comunicazione, che sempre più hanno la responsabilità sociale di promuovere un'immagine femminile moderna fedele alla realtà, rispettosa della dignità umana, culturale e professionale delle donne. Proprio in linea con questa esigenza, nel parere obbligatorio ma non vincolante reso dalla Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi sul nuovo contratto nazionale di servizio Rai 2010-2012, è stata dedicata particolare attenzione al ruolo femminile, anche recependo molte delle indicazioni contenute nell'appello «Donne e media»;
fra queste indicazioni si segnala, in particolare, l'impegno della Rai ad operare un monitoraggio, con produzione idonea di reportistica semestrale, che consenta di controllare il rispetto di quanto previsto dal contratto di servizio o da altre disposizioni che la Rai è tenuta ad osservare circa le pari opportunità. I report devono essere trasmessi al Ministero, all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e alla Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi e contenere un'informazione che sia quanto più possibile esaustiva; tuttavia il nuovo testo del contratto di servizio pubblico televisivo 2010-2012 non è stato ancora sottoscritto dal consiglio di amministrazione della Rai, anche contro il parere espresso del direttore generale della Rai Mauro Masi;
nel medesimo contesto del 15 aprile, il Governo ha ammesso la necessità di un profondo cambiamento culturale, «una maggiore "educazione" del pubblico, un diverso approccio nel rappresentare sui mezzi di comunicazione l'immagine della donna, le sue esigenze, le sue aspirazioni e che in tale prospettiva, risultati positivi possano essere raggiunti attraverso iniziative di autoregolamentazione, come l'adozione - da parte degli operatori dei settori dell'informazione, dello spettacolo e della pubblicità - di un apposito codice deontologico condiviso, orientato al rispetto della dignità delle donne e alla valorizzazione della figura femminile in tutte le sue espressioni» -:
se non ritenga urgente ed opportuno adoperarsi, per quanto di competenza, affinché nell'ambito del nuovo contratto di servizio per gli anni 2010-2012 - atteso che il precedente è scaduto a dicembre 2009 - sia previsto in particolare il monitoraggio circa le pari opportunità, con obbligo di reportistica semestrale, promosso dall'Appello per una migliore rappresentazione delle donne e già inserito nel parere al contratto di servizio reso all'unanimità dalla Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi;
se non ritenga inoltre necessario adottare le opportune iniziative al fine di:
convocare il tavolo tecnico di confronto tra soggetti istituzionali e datoriali per l'adozione di un codice di autoregolamentazione «donne e media» condiviso, in linea con gli altri Paesi europei;
istituire ed insediare un comitato ad hoc per l'applicazione del codice medesimo, con compiti di monitoraggio, vigilanza, sanzione e proposta per il raggiungimento degli obiettivi;
promuovere un'armonizzazione dei sistemi regolatori attualmente esistenti nei Paesi membri dell'Unione, per il raggiungimento di uno standard europeo nel settore regolamentare «donne e media».
(4-09948)