ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09707

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 401 del 24/11/2010
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 5/03617
Firmatari
Primo firmatario: BRATTI ALESSANDRO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 24/11/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MARIANI RAFFAELLA PARTITO DEMOCRATICO 24/11/2010
BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 24/11/2010
REALACCI ERMETE PARTITO DEMOCRATICO 24/11/2010
MORASSUT ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 24/11/2010
MARGIOTTA SALVATORE PARTITO DEMOCRATICO 24/11/2010
FRANCESCHINI DARIO PARTITO DEMOCRATICO 24/11/2010
SORO ANTONELLO PARTITO DEMOCRATICO 24/11/2010
GINOBLE TOMMASO PARTITO DEMOCRATICO 24/11/2010


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 24/11/2010
Stato iter:
28/02/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 28/02/2011
PRESTIGIACOMO STEFANIA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 28/02/2011

CONCLUSO IL 28/02/2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09707
presentata da
ALESSANDRO BRATTI
martedì 23 novembre 2010, seduta n.401

BRATTI, MARIANI, BRAGA, REALACCI, MORASSUT, MARGIOTTA, FRANCESCHINI, SORO e GINOBLE. -
Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:

la gestione dei siti contaminati rappresenta uno dei maggiori problemi ambientali per i Paesi europei. Recenti dati della European environmental agency (EEA) mostrano come la contaminazione del suolo derivante da attività industriali, stoccaggio di rifiuti, attività minerarie, perdite da serbatoi e linee di trasporto degli idrocarburi, rappresenta una delle più importanti minacce. La presenza di sostanze potenzialmente pericolose nel suolo, sottosuolo, nei sedimenti e nelle acque sotterranee può portare ad effetti negativi sulla salute dell'uomo e sugli ecosistemi;

sulla base dei dati raccolti dall'ISPRA (già APAT) e riportati nell'annuario dei dati ambientali 2008 in Italia i siti potenzialmente contaminati sono circa 15.000. Fra questi oltre 3.400 sono stati dichiarati già contaminati. Si tratta di un numero impressionate destinato a crescere ogni anno. A tale numero vanno aggiunti gli oltre 1.500 siti minerari abbandonati censiti e le aree comprese nei 57 siti di interesse nazionale ad oggi istituiti dal Ministro del'ambiente e della tutela del territorio e del mare che corrispondono a circa il 3 per cento dell'intero territorio italiano e a oltre 330.000 ettari di aree a mare;

all'interno dei 57 siti di interesse nazionale (mega-siti contaminati) ricadono le più importanti aree industriali della penisola: tra queste i petrolchimici di Porto Marghera, Brindisi, Taranto, Priolo, Gela; le aree urbane ed industriali di Napoli Orientale, Trieste, Piombino, Massa Carrara, La Spezia, Brescia, Mantova, Milano. Il quadro della contaminazione nei siti di interesse nazionale è notevolmente complesso, in quanto nella maggior parte dei casi attività industriali di diversa origine ed intensità si sono susseguite negli anni, compromettendo irreparabilmente l'utilizzo delle risorse ambientali e paesaggistiche e creando vere e proprie emergenze sanitarie come nel caso dei siti di Brescia, di Priolo e di vaste aree della Campania;

nel novembre 2008 i Ministeri dello sviluppo economico e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare hanno sottoscritto un documento tecnico che individua tra le aree di preminente interesse per il recupero ambientale di siti contaminati il sito di Pioltello-Rodano (provincia di Milano);

il sito di interesse nazionale di Pioltello e Rodano, in provincia di Milano, è stato incluso nell'elenco dei siti di bonifica di interesse nazionale con la legge n. 388 del 2000 ed è stato perimetrato con decreto ministeriale 31 agosto 2001 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 252 del 29 ottobre 2001;

il perimetro del sito di interesse nazionale, di estensione pari a circa 830.000 metri quadrati, include interamente il polo chimico ubicato al confine tra i territori comunali di Pioltello e di Rodano (localizzati a est del capoluogo di provincia), delimitato a nord dal tracciato ferroviario e a sud dalla strada provinciale 14 «Rivoltana»;

a sud del polo chimico insiste il confine del parco agricolo sud Milano;

nell'area erano stati realizzati dalla SISAS alcuni pozzi per abbassare la falda sottostante il corpo delle discariche presenti in area ex-SISAS, tramite emungimento, al fine di impedire il contatto tra la falda e il fondo delle discariche medesime. L'esercizio di tali pozzi è stato assicurato dalla curatela, con oneri a proprio carico, dal 2000 fino al gennaio 2006. Dal febbraio 2006 i comuni di Rodano e Pioltello sono subentrati - per il mantenimento delle condizioni di messa in sicurezza della falda idrica - alla curatela fallimentare a causa della manifestata indisponibilità di quest'ultima a continuare l'intervento. Ad oggi tale intervento risulta a carico del privato acquirente dell'area;

in data 18 aprile 2001 viene emessa dal tribunale di Milano, sezione II la dichiarazione di fallimento della società SISAS spa e viene nominato un curatore fallimentare dell'area;

nei primi mesi del 2002 il curatore fallimentare ha comunicato che, la società A.I.U. American international underwriters aveva manifestato interesse a condurre a proprie spese un'indagine ambientale completa del sito SISAS ed a condividerne i risultati con le amministrazioni pubbliche al fine di una migliore valutazione dell'eventuale fattibilità di un progetto industriale relativamente allo stabilimento SISAS, a condizione fosse escluso ogni altro suo coinvolgimento riguardo ad ulteriori interventi ambientali;

pertanto, dopo una prima serie di riunioni tecniche preliminari (dal dicembre 2001), in data 8 luglio 2002, fu stipulato un accordo negoziale per la caratterizzazione ambientale del sito SISAS, sottoscritto dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Ministero delle attività produttive, Ministero della salute, regione Lombardia, provincia di Milano, comune di Pioltello, comune di Rodano, A.I.U. (American international underwriters, società del gruppo A.I.G. American international group) ed il curatore fallimentare. Con tale accordo fu individuata la possibilità di realizzare un duplice interesse collettivo: quello di procedere alla attivazione delle procedure ed interventi ambientali per la tutela pubblica (con la predisposizione del piano della caratterizzazione del sito) e quello del risparmio di risorse finanziarie della comunità. In accordo con quanto previsto e AIU/Turnaround ha effettuato le campagne di indagine di caratterizzazione sia del suolo che delle acque sotterranee per l'intera area SISAS;

con nota acquista dal Ministero dell'ambiente al protocollo numero 10024/Ri.Bo/B del 5 novembre 2002 la società Turnaround comunicò l'abbandono del progetto di acquisizione dell'area dello stabilimento ex SISAS e, mantenendo gli impegni assunti con l'accordo negoziale, si impegnò a consegnare agli enti i risultati della caratterizzazione realizzata e successivamente il progetto preliminare di bonifica;

in sede di conferenza di servizi decisoria del 18 novembre 2002 furono presentate dalla società Turnaround le attività eseguite ed i risultati della caratterizzazione;

nella conferenza di servizi decisoria dell'8 aprile 2003 si prese atto della validazione dei dati analitici fornita da ARPA Lombardia sui suoli e sulla falda e approvarono i risultati della caratterizzazione limitatamente ai suoli. La conferenza decisoria chiese, inoltre, alla curatela fallimentare SISAS di ottemperare le richieste fornite dalla regione Lombardia in merito al mantenimento delle attività di messa in sicurezza e monitoraggio sull'area SISAS per le acque di falda;

nella conferenza di servizi decisoria del 4 luglio 2003 furono approvate anche le integrazioni al piano di caratterizzazione - area ex SISAS;

la società AIU/Turnaround ha presentato i risultati della caratterizzazione relativo all'area ex Sisas. I risultati evidenziarono una contaminazione del terreno essenzialmente da mercurio e in pochi casi limitati da zinco limitata, in genere, ai prelievi più superficiali. In merito alle discariche presenti sul sito i rifiuti contenuti nelle discariche hanno manifestato presenza generalizzata di idrocarburi policiclici aromatici (IPA), di mercurio e ftalati. I prelievi delle acque di falda rilevarono una contaminazione da cromo esavalente, di tricloro metano e di tricloro etilene;

la società, al fine di portare al termine gli accordi presi con la curatela fallimentare, nel mese di marzo 2004 trasmise il progetto preliminare di bonifica (acquisito al protocollo del Ministero dell'ambiente con n. 3537/QdV/DI del 9 marzo 2004). La conferenza di servizi decisoria del 15 giugno 2004 richiese che il medesimo dovesse essere ripresentato tenuto conto delle dichiarazioni dei comuni, nonché delle osservazioni tecniche illustrate in sede di conferenza di servizi istruttoria del 24 maggio 2004, con particolare riferimento alla mancanza di adeguate risposte circa soluzioni alternative di bonifica. In tale sede, non essendo state giudicate idonee alcune scelte progettuali, erano state formulate opportune prescrizioni tecniche al progetto esaminato ai fini della sua ripresentazione. Si è osservato, infatti, che l'orientamento generalizzato da parte di tutte le amministrazioni ed anche della commissione europea si basava sull'eliminazione delle discariche. Le medesime ponevano tra l'altro una riduzione della disponibilità di aree e, in tal senso, si rivelava fondamentale l'acquisizione dell'indirizzo delle amministrazioni comunali relativamente alle destinazioni urbanistiche future;

in questo contesto si inquadra la condanna con la sentenza del 9 settembre 2004 della Corte di giustizia europea per la mancata bonifica dell'area ex SISAS;

la conferenza di servizi decisoria del 19 gennaio 2005 richiese, atteso l'abbandono del progetto da parte della società americana, al curatore fallimentare un nuovo progetto preliminare di bonifica dell'intera area entro il 31 gennaio 2005 incentrato sull'eliminazione delle discariche presenti sul sito, tenendo conto delle sopracitate osservazioni e prescrizioni, in accordo con le previsioni urbanistiche-territoriali dei comuni di Rodano e Pioltello ed coordinato dalle stesse amministrazioni con l'obiettivo prioritario dell'allontanamento dei rifiuti dall'area ex SISAS;

il curatore impugnò il deliberato della suddetta conferenza di servizi decisoria dinanzi al TAR della Lombardia; con ordinanza n. 1159/95 del 10 maggio 2005 il T.A.R. per la Lombardia - Sezione IIo ha dichiarato «la totale estraneità giuridica della curatela fallimentare e del Curatore a rivestire la qualità di destinatari di provvedimenti del tipo di quello di cui alla Conferenza di Servizi in data 19 gennaio 2005»;

la successiva conferenza di servizi decisoria del 24 maggio 2005 approvò il progetto preliminare di bonifica dei suoli, comunque presentato dalla curatela, nella versione che contemplava la rimozione dei rifiuti presenti nelle discariche denominate A-B-C. I costi complessivi dell'intervento facevano riferimento a differenti ipotesi in relazione alla tipologia dei rifiuti da smaltire (pericolosi o non pericolosi) ed in funzione degli impianti di smaltimento finale nazionali o esteri. Tali opzioni prevedevano costi che variavano da 110.000.000 euro a 139.000.000 euro;

la medesima conferenza di servizi individuava le priorità d'intervento nello smaltimento dei rifiuti presenti nella discarica C e richiedeva la presentazione del progetto definitivo di bonifica, secondo le prescrizioni riportate nel relativo verbale;

la citata conferenza di servizi decisoria del 24 maggio 2005, «deliberava di richiedere alla Curatela Fallimentare la presentazione del progetto definitivo di bonifica - secondo le prescrizioni riportate nel relativo verbale - o, in alternativa, di comunicare la volontà di trasferire alla Regione e/o agli Enti locali, a titolo non oneroso, la medesima area per l'effettuazione della bonifica da realizzarsi nei termini di cui sopra»;

in sede di conferenza di servizi istruttoria del 18 ottobre 2005, il curatore del fallimento SISAS, che aveva impugnato il suddetto deliberato dinanzi al TAR della Lombardia, al fine di superare la situazione di stallo, propose di valutare come soluzione operativa della questione la definizione di un apposito accordo di programma;

la successiva conferenza di servizi decisoria del 16 dicembre 2005, confermò, data la pericolosità dei rifiuti ivi presenti, la necessità di procedere prioritariamente agli interventi di rimozione del corpo rifiuti della discarica «C» e richiese la presentazione del relativo progetto alla regione Lombardia;

in ottemperanza a quanto richiesto dalle sopra citate conferenze di servizi decisorie, la regione Lombardia ha quindi trasmesso un «Piano di rimozione e smaltimento dei rifiuti presenti nella discarica "C"», relativo alla parte dei rifiuti in essa contenuti giudicati più pericolosi, da attuarsi quale primo intervento di messa in sicurezza dei medesimi rifiuti presenti nella discarica C, prevedendo di avvalersi sulle risorse finanziarie derivanti dai finanziamenti concessi alla regione Lombardia dal programma nazionale di bonifica di cui al decreto ministeriale n. 468 del 2001;

la regione Lombardia, congiuntamente alle amministrazioni comunali di Pioltello e Rodano, pertanto, avviò una trattativa con il curatore fallimentare, finalizzata alla cessione dell'area a favore delle amministrazioni pubbliche, al fine di consentire la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza di emergenza, bonifica e ripristino ambientale delle aree inquinate;

data la precedente pronuncia del TAR sulla estraneità giuridica della curatela, l'onere della bonifica, solo in parte recuperabile in caso di successiva cessione dell'area a terzi, sarebbe stato in carico alla pubblica amministrazione;

la conferenza di servizi decisoria del 1o marzo 2006 deliberò di potersi avvalere, in mancanza di una conclusione positiva delle citate trattative avviate dalla curatela, delle previsioni della legge finanziaria 23 dicembre 2005, n. 266 all'articolo 1 - commi 434, 435, 436 e 437 che prevede una disciplina che consente la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza di emergenza, bonifica e ripristino ambientale delle aree inquinate per le quali sono in atto procedure fallimentari. A tal fine, la norma prevede un accordo di programma che individua il soggetto pubblico al quale deve essere trasferita la proprietà dell'area. In tale caso, gli ingenti oneri per la bonifica sarebbero stati a carico della pubblica amministrazione e sarebbe stata applicata, come previsto dal citato comma 437, «... la normativa in materia di responsabilità del soggetto che ha causato l'inquinamento nelle aree e nei siti di cui al comma 434», con il conseguente accertamento dell'eventuale danno ambientale. Trattandosi di area inserita in un fallimento, sarebbe stato difficile recuperare somme per danno ambientale;

in questo contesto si colloca la comunicazione della curatela in merito ad una trattativa con soggetti privati interessati (Gruppo Zunino e Walde Ambiente) per la cessione, dietro corrispettivo da versare di circa 4-5 milioni di euro a tacitazione dei creditori, dell'area ex-SISAS. Tale trattativa risulta dalla corrispondenza tra il curatore fallimentare ed il gruppo Zunino con note acquisite al protocollo del Ministero dell'ambiente nr. 5389/QDV/DI del 14 marzo 2006 e prot. nr. 5553/QDV/Di del 15 marzo 2006;

successivamente, con nota del 6 ottobre 2006, la curatela fallimentare ha comunicato al Ministero dell'ambiente la disponibilità del Gruppo Zunino e del Gruppo Walde Ambiente ad acquistare gli impianti allora esistenti nell'ex stabilimento e a bonificare l'intera area;

in considerazione della trattativa privata, che avrebbe posto interamente a carico dell'acquirente privato ogni onere connesso alla bonifica del sito, senza finanziamento alcuno da parte della pubblica amministrazione, la regione Lombardia ha promosso presso gli enti coinvolti la stipula di un atto di intenti con i citati soggetti privati acquirenti che prevede che i soggetti privati interessati all'acquisto dell'area procedessero alla messa in sicurezza di emergenza e successiva bonifica dell'area ex-SISAS, «... senza alcun intervento di finanziamenti pubblici», a fronte della rinuncia, da parte degli enti ad attivarsi nei confronti:

«del Fallimento SISAS e dei suoi aventi causa per la richiesta di risarcimento del danno ambientale, con rinuncia a qualsiasi credito per bonifica e messa in sicurezza di emergenza, e con abbandono della causa da parte di tutti i soggetti interessati»;

«delle Società proponenti, nella loro qualità di acquirenti delle aree cedute dal Fallimento, a titolo di recupero delle spese di bonifica, risarcimento di danno ambientale, messa in sicurezza d'emergenza e ogni altro titolo derivante dalla situazione ambientale delle aree, nel rispetto delle vigenti leggi»;

l'atto di intenti è stato, successivamente, sottoscritto in data 21 dicembre 2006 dai soggetti privati acquirenti e dagli enti (Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, regione Lombardia, provincia Milano, comune di Rodano e comune di Pioltello);

a seguito della sottoscrizione dell'atto di intenti, in ottemperanza a quanto previsto dal medesimo, in data 29 dicembre 2006 la società T.R. Estate Due srl (in qualità di soggetto terzo interessato, ai sensi dell'articolo 245 del decreto legislativo n. 152 del 2006) ha trasmesso il progetto di bonifica dell'area ex-SISAS, incentrato sulla asportazione e smaltimento in impianti esterni dei rifiuti presenti nella discarica C e sulla rimozione e smaltimento dei rifiuti presenti nelle discariche A e B presso una idonea discarica, all'interno del sito, autorizzata ai sensi della normativa vigente. L'importo complessivo di tali interventi risultava pari a circa 120 milioni di euro;

il progetto di bonifica dei suoli dell'area ex-SISAS, a partire dalla rimozione dei rifiuti come sopra riportato, è stato approvato con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del 10 gennaio 2007;

in data 15 gennaio 2007 sono stati avviati gli interventi di asportazione dei rifiuti, presenti nell'area C, su base volontaria dal soggetto privato ad oggi titolare dell'area;

è stato sottoscritto in data 21 dicembre 2007 un accordo di programma, per il perfezionamento del sopracitato atto d'intenti, sempre promosso dalla regione Lombardia (D.G.R. n. 4117 del 14 febbraio 2007), finalizzato alla realizzazione degli interventi di bonifica e alla conseguente riqualificazione urbanistica dell'area ex-SISAS, tra tutte le amministrazioni pubbliche coinvolte (Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, regione Lombardia, provincia di Milano, comune di Pioltello e comune di Rodano) e il soggetto privato acquirente. Il citato accordo definisce un processo di riqualificazione funzionale dell'area ex SISAS, da attuare mediante interventi di ristrutturazione urbanistica che comportano la necessità di introdurre varianti agli strumenti urbanistici generali dei comuni di Pioltello e Rodano;

inoltre, a valle della sottoscrizione dell'accordo è stato avviato il percorso per la definizione di un atto transattivo con l'operatore economico interessato all'acquisizione e bonifica dell'area (TR Estate Due Srl);

parallelamente alle attività amministrative sopra citate, considerato il rilevante impatto che le previsioni di sviluppo urbanistico, programmate dal sopra menzionato accordo, avranno sul territorio dei due comuni di Pioltello e Rodano, è stato avviato, su istanza delle amministrazioni comunali, la promozione di un secondo accordo di programma per la definizione degli interventi di riqualificazione delle aree interessate dal sito di interesse nazionale di «Pioltello-Rodano» (cosiddetto «Misure Compensative»), tra regione Lombardia, provincia di Milano, comune di Pioltello e comune di Rodano. Tale accordo è finalizzato a garantire l'attivazione di mirati interventi di mitigazione (ambientali e socio-economici) dei potenziali impatti connessi al futuro assetto urbanistico dell'area ex-SISAS nonché a garantire una complessiva riqualificazione del territorio dei due comuni;

sono state affinate le procedure relative all'atto integrativo dell'accordo di programma e degli altri atti amministrativi in corso di perfezionamento;

al fine di accelerare la risoluzione dell'accordo, è stato aperto un tavolo tecnico locale, per la sola parte urbanistica, costituito dai rappresentanti delle amministrazioni comunali, dai rappresentati della direzione generale territorio e urbanistica della regione Lombardia e dai rappresentanti dei soggetti privati, che avrebbe dovuto garantire in tempi ristretti la definizione condivisa del riassetto territoriale dell'area ex-SISAS, all'interno di un più ampio disegno di sviluppo urbanistico dell'intero polo chimico di Pioltello e Rodano;

in data 23 dicembre 2008 è stato sottoscritto il II atto integrativo Apq all'accordo di programma quadro ambiente - Energia - stralcio bonifiche. Tale atto prevede un finanziamento a favore della regione Lombardia pari a 35 milioni di euro di cui 20 milioni destinati a finanziare gli interventi indicati all'accordo di programma «cosiddetto misure compensative». Al riguardo si precisa, inoltre, che il trasferimento alla regione Lombardia delle citate risorse è comunque subordinato alla completa attuazione di tutti gli adempimenti e di tutte le procedure tecnico-amministrative previste nell'accordo di programma sottoscritto il 21 dicembre 2007 e nei successivi atti modificativi;

con nota prot. 002564 del 22 gennaio 2009 l'ISPRA ha trasmesso al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare una relazione di valutazione preliminare relativa all'azione di risarcimento del Danno ambientale per l'area ex SISAS. Da tale nota si evince che il danno ambientale dato dalla somma dei costi di ripristino più il valore dell'indisponibilità della risorsa è stato valutato pari a circa 320.263.200,00 euro. Il costo previsto per la rimozione dei rifiuti dalle discariche A, B e C è stato stimato pari a 132.192.000,00 euro;

in data 11 giugno 2009 è stato sottoscritto l'atto di transizione tra il soggetto privato ed il fallimento SISAS necessario per l'acquisizione dell'area;

in data 26 giugno 2009 la SISAS ha comunicato al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di aver completato la rimozione e lo smaltimento all'esterno del sito dei i rifiuti presenti nella discarica C da parte del soggetto privato;

con nota del 17 aprile 2009, la società TR ESTATE DUE s.r.l. ha trasmesso al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare una variante al progetto di bonifica dell'area ex SISAS;

con decreto ministeriale d'urgenza del 14 settembre 2009 è stato autorizzato l'avvio dei lavori della variante al progetto di bonifica dei suoli dell'area ex Sisas, approvato nella precedente conferenza di servizi decisoria del 24 aprile 2009. Tale progetto prevede lo smaltimento di tutto il nerofumo contenuto nelle discariche A e B off site in impianti autorizzati comportando un risparmio sulla tempistica generale di esecuzione in quanto le attività verranno compresse dagli iniziali 24 mesi ai previsti 18 mesi e comunque entro il 31 dicembre 2010. Il nuovo costo complessivo per la bonifica dell'area ex-SISAS è stato stimato in circa 143 milioni di euro. La fideiussione è confermata nel 50 per cento dell'importo totale dell'intervento. Tuttavia, tenuto conto che con la variante i rifiuti verranno smaltiti all'estero e che ciò determinerà l'obbligo per l'operatore di prestare ulteriori garanzie fideiussorie, al fine di evitare una duplicazione delle stesse, l'importo garantito della garanzia finanziaria da prestare a favore della regione Lombardia, secondo lo schema approvato dalla giunta regionale con deliberazione n. 2744 del 15 giugno 2006, sarà ridotto della quota prestata a garanzia degli obblighi derivanti dalla spedizione transfrontaliera (trasporto e smaltimento) dei rifiuti delle discariche. Al termine delle attività di trasporto la garanzia residua non potrà comunque essere inferiore al 50 per cento dei costi residui della bonifica ancora da effettuare. La garanzia finanziaria potrà inoltre prevedere la riduzione dell'importo garantito per lo smaltimento dei rifiuti sulla base della presentazione degli stati di avanzamento lavori e della percentuale di rifiuti smaltiti, con cadenza trimestrale. A tal fine gli stati di avanzamento lavori dovranno essere approvati dagli enti di controllo;

in data 30 settembre 2009 è stato sottoscritto, tra tutte le amministrazioni competenti, «l'atto integrativo dell'Accordo di Programma stipulato in data 21 dicembre 2007 avente ad oggetto la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza, bonifica e riqualificazione urbanistica dell'area ex Sisas»;

in data 30 settembre 2009 e 5 ottobre 2009 è stato, altresì, sottoscritto, tra tutte le amministrazioni competenti, l'accordo di programma per «la definizione degli interventi di riqualificazione delle aree interessate dal sito di interesse nazionale di Pioltello-Rodano (cosiddetto Misure Compensative)»;

risultano in corso le attività di bonifica nell'area delle discariche, in particolare, il quantitativo totale di rifiuti inviati a smaltimento off-site autorizzato, alla data del 3 luglio 2009 risultava pari a 29.924,60 tonnellate;

la regione Lombardia con nota prot. TI.2009.0022367 del 5 novembre 2009, acquisita al prot. del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare con nota 22983/QdV/DI del 10 novembre 2009, ha comunicato che le attività in corso e quelle programmate nei tempi brevi dall'azienda presentano un ritardo rispetto al cronoprogramma riportato nella variante del progetto di bonifica in cui si ipotizzava l'inizio delle attività di smaltimento del nerofumo delle discariche A e B dal mese di luglio 2009. Tali attività alla data di trasmissione della nota non risultavano essere state avviate;

con nota del 6 novembre 2009, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha richiesto alla regione Lombardia, a garanzia del conseguimento degli interventi previsti, di far conoscere in via immediata i propri intendimenti sull'attuabilità dell'atto integrativo dell'accordo di programma. Nel caso il giudizio fosse negativo la regione è stata invitata a considerare l'opportunità di procedere all'adozione degli atti necessari alla sostituzione, salvo rivalsa, del soggetto TR Estate 2 srl mediante il ricorso a procedure d'urgenza che presuppongano la richiesta regionale di dichiarazione dello stato di emergenza sull'area ex Sisas e all'adozione di successiva ordinanza di protezione civile;

con nota del 20 novembre 2009 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha richiesto alla società TR Estate due srl di comunicare, con urgenza, le misure che la società intendesse intraprendere per ovviare al ritardo, al fine di rispettare il cronoprogramma presentato, che consentisse di rispettare le scadenze già comunicate alla Commissione europea, nonché di confermare la disponibilità al rilascio in favore della regione Lombardia delle garanzie fideiussorie;

con nota prot. 164362 del 4 dicembre 2009 l'Arpa Lombardia ha trasmesso al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare la «Relazione di sopralluogo effettuato c/o la ditta ex SISAS, Polo chimico Pioltello-Rodano». Dalla relazione si evince che alla data del 23 novembre 2009 erano iniziati i lavori di perforazione tramite sondaggi sull'area della discarica B e che i lavori sulla discarica A erano momentaneamente rimandati alla definizione dell'area di ubicazione di un gasdotto Snam che passa all'interno della discarica stessa, risultavano in corso le attività di smaltimento dei terreni contaminati provenienti dalla discarica C presso la discarica di Barricalla spa di Collegno (Torino) e le operazioni di smaltimento del parco serbatoi nella zona impianti;

con nota del 1o dicembre 2009, acquisita al prot. del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare con prot. n. 25194/QdV/DI del 4 dicembre 2009, la società Tr Estate due s.r.l ha comunicato, tra l'altro, la piena operatività del nuovo consiglio di amministrazione, la disponibilità a convenire le forme di costituzione, a favore della regione Lombardia, della garanzia fideiussoria al fine di completare la bonifica entro i tempi previsti (31 dicembre 2010). Con la medesima nota la società ha poi richiesto a questa direzione generale un incontro tecnico;

al fine di esaminare la definizione delle forme di costituzione della garanzia fideiussoria, prevista a favore della regione Lombardia, nonché questioni connesse alle attività connesse alla bonifica dell'area ex Sisas, la direzione generale ha convocato, per il giorno 17 dicembre 2009, una riunione con la società T.R. Estate Due srl e la regione Lombardia;

dal sopralluogo effettuato il 9 dicembre 2009 nell'area ex Sisas dall'Arpa si evince che erano in corso operazioni di scavo e rimozione di una porzione di nerofumo nell'area centrale della discarica A ed invio in Belgio, per realizzare una sperimentazione a scala industriale finalizzata alla migliore definizione del destino finale;

con nota del 4 gennaio 2010, è stato trasmesso al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare un aggiornamento relativo allo svolgimento delle attività di bonifica nell'area ex Sisas. Dalla nota si evince che durante i periodo festivo:

a) è avvenuta secondo programma la rimozione e l'invio a smaltimento dei
rifiuti dell'argine sud est della discarica B;

b) è stata eseguita la campionatura dei terreni degli argini sud ed ovest;

c) è stato approntato la messa in sicurezza del fronte di scavo dell'argine sud est della discarica B (copertura con teli ed ancoraggi);

d) sono proseguiti gli smaltimenti dei rifiuti residui stoccati presso la platea e dei rifiuti liquidi;

e) sono proseguite le attività di bonifica delle tubazioni circostanti la discarica B e dell'impiantistica del settore nord est dello stabilimento;

con successiva nota del 3 marzo 2010 è stato trasmesso un aggiornamento relativo allo svolgimento delle attività di bonifica nell'area ex Sisas. Dalla nota si evince che i quantitativi totali di rifiuti del cumulo B inviati a smaltimento off site, alla data del 20 marzo 2010 ammontano a circa 17.600 tonnellate;

in data 16 aprile 2010, il Governo, su richiesta del presidente della regione Lombardia e d'intesa con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha provveduto a dichiarare lo stato di emergenza ai sensi della legge n. 255 del 1992 per la bonifica delle discariche A e B dell'ex stabilimento Sisas;

alla dichiarazione di emergenza ha fatto seguito la predisposizione di uno schema di ordinanza di protezione civile con il quale si prevede, tra l'altro, la nomina di un commissario appositamente incaricato dal Governo di sorvegliare sulla puntuale prosecuzione dei lavori di bonifica;

con nota del 27 aprile 2010, acquisita è stato trasmesso al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare un aggiornamento relativo allo svolgimento delle attività di bonifica nell'area ex Sisas. Dalla nota si evince che i quantitativi totali di rifiuti del cumulo della discarica B inviati a smaltimento off site alla data del 17 aprile 2010 ammontano a circa 24.000 tonnellate;

l'ordinanza di protezione civile n. 3874 del 30 aprile 2010 (Gazzetta Ufficiale n. 111 del 14 maggio 2010) Disposizioni urgenti per la realizzazione degli interventi di bonifica da porre in essere nel sito di interesse nazionale di «Pioltello e Rodano» per le discariche A e B dell'area ex SISAS nomina l'avvocato Luigi Pelaggi commissario delegato per la bonifica del sito e stanzia per la bonifica del sito le seguenti risorse (articolo 7):

a) quanto ad euro 20.000.000,00 a valere sulle risorse già impegnate dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare a favore della regione Lombardia e destinati ad interventi di riqualificazione ambientale ed infrastrutturale nei comuni di Pioltello e Rodano a seguito delle previsioni urbanistiche dell'area ex SISAS nell'ambito dell'Accordo di programma quadro in materia di ambiente ed energia - stralcio bonifiche e riqualificazione siti inquinati regione Lombardia - II Atto integrativo del 23 dicembre 2008 e così ripartite:

euro 5.000.000,00 a valere sulle risorse iscritte nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sul cap. 7082-P.G.02, U.P.B. 1.2.3.5. es. fin 2004, in perenzione amministrativa;

euro 15.000.000,00 a valere sulle risorse iscritte nello stato di previsione del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare sul cap. 7503 - es. fin 2008;

b) quanto ad euro 9.873.069,79 a valere sulle risorse già impegnate a favore della regione Lombardia con decreto prot. n. 8717/Q.d.V./DI/G/SP del 30 novembre 2009 del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ad ulteriore copertura dell'impegno programmatico pari ad euro 50.000.000,00 previsto dall'articolo 22 del I Atto integrativo dell'Accordo di programma quadro «Ambiente ed Energia» sottoscritto in data 5 settembre 2002;

c) quanto ad euro 20.000.000,00 a valere sulle risorse finanziarie del bilancio della regione Lombardia, capp. 980, 5999 e 6361, oltre a ulteriori risorse che si renderanno eventualmente disponibili;

Luigi Pelaggi, il commissario straordinario nominato dal Governo Berlusconi per portare a termine la bonifica della ex Sisas di Pioltello-Rodano attualmente è:

capo segreteria tecnica del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare;

Direttore dell'area marina protetta delle isole Egadi;

membro del consiglio di amministrazione di ACEA SpA;

Commissario alla emergenza idrica alle isole Eolie;

consigliere nel consiglio di amministrazione di Sogesid;

commissario delegato alla bonifica ex SISAS;

avvocato a Roma;

lo stesso commissario in sedi istituzionali ha riferito di un coinvolgimento nelle progettazioni per la bonifica delle discariche dette A e B del sito della società Sogesid di cui, come riportato, è consigliere di amministrazione;

la Commissione Bicamerale di inchiesta sul traffico illecito dei rifiuti ha nel mese di luglio 2010, durante il sopralluogo eseguito in Lombardia ha riportato (si veda i numerosi articoli di stampa) per il sito di Pioltello-Rodano una situazione ambientale critica con possibile aggravio dovuto al fatto che la società TR ESTATE DUE s.r.l non intende procedere nell'iter definito dall'accordo di programma, da indagini delle procure competenti che riguarderebbero illeciti di varia natura -:

quale sia la strategia che intende perseguire il Governo in tema di siti contaminati, con particolare riguardo ai siti di interesse nazionale; quali accordi di programma siano stati realizzati che vedono la presenza del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e/o dello Sviluppo economico e quali siano i risultati conseguiti e le risorse finanziarie impegnate;

quali e quanti siti di interesse nazionale sono stati, in base alla normativa vigente, restituiti bonificati e quanti sono oggetto di processi di reindustrializzazione o comunque di attività economiche compreso il recupero edilizio;

in quanto tempo per i siti bonificati siano state espletate le operazioni autorizzative e le successive bonifiche o messe in sicurezza;

in quanti siti di interesse nazionale sia presente la Sogesid e per quali importi e una volta conseguito l'incarico, come abbia proceduto all'assegnazione di eventuali lavori e con quali ditte;

se non si ritenga opportuno affidare la regia delle operazioni di bonifica e di messa in sicurezza alle regioni visto il clamoroso insuccesso delle politiche ministeriali anche promuovendo una profonda modifica legislativa;

come si intenda proseguire nel sito di Piotello-Rodano dopo la bonifica delle discariche di rifiuti A e B oggetto del contenzioso con la Commissione Europea, in particolar modo se il Governo intenda contribuire a farsi garante che i terreni del sito vengano comunque bonificati evitando che i costi ricadano sul sistema degli enti locali;

se gli incarichi plurimi conseguiti dall'avvocato Pelaggi non siano quanto meno inopportuni configurando anche conflitti di interesse e se quindi pertanto non ritenga necessario assumere le iniziative di competenza dirette a rimuovere l'avvocato Pelaggi dagli incarichi assunti in posizione di conflitto di interessi; quali siano gli emolumenti percepiti dall'avvocato Pelaggi relativamente alle attività ordinarie e straordinarie svolte per conto della pubblica amministrazione;

se non ritenga alla luce delle infiltrazioni criminali ormai diffuse nelle attività di bonifica sia al sud che al nord del Paese definire un programma di controllo e monitoraggio specifico delle attività collegate insieme alle regioni interessate.
(4-09707)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata lunedì 28 febbraio 2011
nell'allegato B della seduta n. 441
All'Interrogazione 4-09707 presentata da
ALESSANDRO BRATTI

Risposta. - In risposta all'interrogazione in esame, riguardante le strategia del Governo circa le attività di bonifica nel nostro paese, con particolare riguardo al sito di interesse nazionale di Pioltello Rodano, si rappresenta quanto segue.
Quella delle bonifiche costituisce, senza dubbio, una problematica complessa per le seguenti ragioni:

sia per l'estensione dei Sin, che riguardano oltre il 3 per cento del territorio nazionale;

sia per la gravità della contaminazione, con conseguente necessità di impiegare ingenti risorse finanziarie, private e pubbliche;

sia per il fatto che si tratta spesso di una contaminazione «storica», quindi determinata in gran parte da imprese non più presenti sui siti.
Nel tempo, l'attività del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha incontrato notevoli difficoltà, anche per effetto dei numerosi ricorsi amministrativi proposti dalle imprese proprietarie delle aree inquinate, contro i provvedimenti prescrittivi adottati. D'altra parte l'attività di bonifica richiede tempi non brevi per la sua completa realizzazione, soprattutto se si privilegiano tecnologie in situ, evitando di trasportare all'estero, o comunque a lunga distanza, enormi quantità di rifiuti.
Il problema riguarda anche altri paesi, ad esempio l'environmental protection agency (Epa) degli Stati Uniti stima che oltre il 50 per cento dei progetti di bonifica delle falde siano ancora in corso, pur essendo partiti almeno 10 anni prima di noi.
In ogni caso va anche precisato che nel nostro Paese, pur in assenza di una normativa comunitaria applicabile alla protezione del suolo, molti passaggi importanti sono stati già conclusi.
Negli ultimi due anni, si è attivato un confronto tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e le aziende proprietarie delle aree che ha prodotto significativi risultati, sia in termini di progetti presentati ed approvati, sia in termini di transazioni stipulate, sia infine in termini di deflazione del contenzioso.
Va, inoltre, sottolineato come il sistema vigente non sia assolutamente Stato-centrico: bensì, sia per la bonifica dei siti regionali che per quelli di interesse nazionale (Sin), sono state coinvolte nel procedimento di bonifica le autorità locali territorialmente interessate.
Nel prediligere un approccio «integrato» che prevede, cioè, l'azione comune e sinergica dei vari attori del processo (amministrazioni pubbliche, imprese pubbliche e private, cittadini e consumatori), e la condivisione di responsabilità, volte a mutare la tendenza al deterioramento delle risorse naturali, il legislatore ha quindi operato delle scelte coerenti con i princìpi comunitari che riconoscono la disciplina statale sulla responsabilità ambientale (direttiva 2004/35/CE).
La partecipazione al processo decisionale da parte delle realtà territoriali interessate viene dunque garantita, pur affermandosi la competenza in capo allo Stato. Non si condivide quanto suggerito dagli interroganti, di affidare la regia delle operazioni di bonifica alle regioni.
D'altra parte, non è possibile metter a confronto i siti di bonifica d'interesse regionale - che spesso coincidono con «semplici» depositi o punti vendita di carburanti - con quelli a rilievo nazionale: basti pensare che all'interno dei 57 Sin sono presenti oltre 3.000 soggetti privati proprietari delle aree, tra cui le più importanti realtà industriali italiane ed estere in campo chimico e petrolifero, il che impone una visione unitaria che poggi su criteri operativi uniformi, cosa che potrebbe essere garantita dalle singole regioni solo con molta difficoltà.
Nonostante ci sia molto ancora da fare, tuttavia l'attività posta in essere dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare soprattutto negli ultimi tempi, è stata molto intensa. I numeri parlano chiaro:

complessivamente, sino ad oggi, sono state tenute oltre 1.300 conferenze di servizi istruttorie e decisorie - in 10 anni una media di una conferenza di servizi ogni 3 giorni. Solo nel biennio 2009-2010, sono state tenute circa 140 conferenze;

alla data odierna, a parte le centinaia di progetti di caratterizzazione e messa in sicurezza di emergenza approvati e realizzati, sono stati approvati 200 progetti definitivi di bonifica, di cui 60 nell'ultimo anno.
Si ritiene che, sullo stato di realizzazione degli interventi di bonifica, da tempo vengano diffusi dati non corrispondenti alla reale situazione, che tendono cioè a sottostimare i risultati raggiunti. Pertanto, si sta lavorando per realizzare una banca dati, su supporto informatico, aggiornata costantemente circa l'andamento delle procedure di messa in sicurezza e bonifica.
Si può anticipare, sebbene il lavoro non sia ancora concluso e tenendo presente che la situazione è diversa da sito a sito, che dai dati in possesso risulta che:

è stata eseguita la caratterizzazione dell'80 per cento delle aree a terra (suoli) perimetrate all'interno dei Sin;

sono stati realizzati interventi di messa in sicurezza d'emergenza per circa il 60 per cento delle aree a terra perimetrate all'interno dei Sin;

sono stati approvati progetti definitivi di bonifica dei suoli e/o delle acque di falda per circa il 40 per cento delle aree a terra perimetrate all'interno dei Sin, aree in cui le attività di bonifica sono pertanto in corso di realizzazione.
Per citare alcuni esempi di bonifiche in avanzato stato di realizzazione, oltre al sito di interesse nazionale di Porto Marghera, si possono citare:

sito di Cengio e Saliceto (Acna), dove la bonifica dell'area dell'ex stabilimento è ormai praticamente conclusa;

siti di Manfredonia e dell'area ex Sisas di Pioltello Rodano, dove la bonifica verrà in gran parte ultimata entro i primi mesi del prossimo anno, soprattutto grazie ai fondi messi a disposizione dalle pubbliche amministrazioni.
Ciò peraltro consentirà, soprattutto per il sito di Manfredonia, il superamento, si auspica in maniera conclusiva, delle procedure d'infrazione comunitaria che erano state aperte negli anni precedenti in ordine alla mancata bonifica delle discariche in questione, evitando quindi sanzioni pecuniarie.
Per quanto attiene la stipula di accordi di programma nei siti di interesse nazionale al fine di finanziare la realizzazione di interventi di bonifica in aree pubbliche, in questi ultimi due anni sono stati sottoscritti 11 accordi per un totale di circa 70 milioni di euro che testimoniano il forte impegno economico del Governo in tale materia, nonché la continua e proficua collaborazione con il Ministero dello sviluppo economico e le Autorità locali competenti per la bonifica e il recupero economico produttivo nei Sin.
Alle risorse stanziate con gli accordi di cui sopra, si devono aggiungere i finanziamenti recentemente stanziati per la bonifica del Sin di Pioltello Rodano, Manfredonia, Taranto, Litorale Domizio Flegreo ed Agro Aversano (Giugliano e laghetti di Castel Volturno) per complessivi 86 milioni di euro.
È in corso di predisposizione infine un Accordo di programma per il risanamento ambientale delle aree di Crotone, ricomprese nell'omonimo sito di bonifica di interesse nazionale, sul quale il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha previsto lo stanziamento di circa 10 milioni di euro. Detti fondi, resisi recentemente disponibili, saranno destinati al superamento delle difficili condizioni ambientali in cui si trovano le aree in questione, ed andranno ad aggiungersi ai fondi stanziati in precedenza nell'ambito del programma nazionale di bonifica. Tali risorse aggiuntive saranno destinate alla realizzazione o al completamento delle misure di messa in sicurezza di emergenza su aree pubbliche, o ad eventuali interventi sostitutivi su aree per le quali non risulti esser stata assunta alcuna iniziativa da parte dei soggetti obbligati.
Altro settore nel quale il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha sviluppato la sua azione è quello delle transazioni stipulate dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare con le aziende private per il risarcimento del danno ambientale. Esse rappresentano senza dubbio di uno strumento virtuoso che consente, allo stesso tempo, di risolvere il problema della bonifica delle aree di proprietà delle aziende, di restituire agli usi legittimi importanti aree già infrastrutturate per investimenti produttivi e sostenibili ed, infine, di incamerare risorse finanziarie da destinare alla bonifica delle aree pubbliche. Senza considerare il risparmio che deriva alla collettività dal venir meno di un contenzioso decennale che non ha sinora consentito di ottenere nessun risultato in termini ambientali.
Più in particolare negli ultimi due anni sono state sottoscritte 15 transazioni, per un importo complessivo di oltre 110 milioni di euro, e decine di atti transattivi sono in corso di stipula essendo state già definite le clausole principali tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e le aziende interessate.
Lo strumento transattivo che precedentemente era stato utilizzato solo per il sito di Venezia, è stato esteso a molti altri siti come Brindisi, Napoli Orientale, Priolo e, anche per effetto della sua riconfigurazione ai sensi dell'articolo 2 della legge n. 13 del 2009, si confida che presto potranno arrivare i primi risultati.
Riguardo alla questione specifica legata alla bonifica dell'ex area Sisas nel sito di Pioltello Rodano, l'ampia ricostruzione della storia delle attività compiute in ordine a tale sito, effettuata in modo puntuale nell'interrogazione consente di non dover dilungarsi sulle vicende che hanno contraddistinto l'area del sito in questione, se non per evidenziare come circostanze quali l'assoggettamento a fallimento di uno dei principali responsabili della contaminazione, l'individuazione da parte della curatela fallimentare, a più riprese, di soggetti distinti cui trasferire gli oneri di bonifica al fine di non farli pesare eccessivamente sulla finanza pubblica, l'apertura nel 2004 di una infrazione comunitaria da parte della Commissione europea, abbiano comportato la necessità di mettere in piedi un complicato meccanismo procedurale che ha fatto del sito in questione un unicum nel panorama delle bonifiche di interesse nazionale.
Tale meccanismo si è complicato sempre più a causa delle difficoltà incontrate dall'ultimo operatore privato individuato, dai molteplici soggetti pubblici coinvolti, al fine di portare avanti la bonifica dell'area ex Sisas (TR Estate 2 srl), la quale, seppur iniziata con la rimozione dei rifiuti da una delle tre discariche interessate, correva il rischio di non rispettare il cronoprogramma comunicato alla commissione europea per evitare l'irrogazione delle sanzioni comminate nell'ambito della anzidetta procedura d'infrazione nel 2005. Motivo, questo, per il quale la regione Lombardia ha chiesto l'intervento sostitutivo dello Stato con procedure e poteri straordinari quali quelli connessi alla dichiarazione d'emergenza ai sensi della legge n. 225 del 1992, avvenuta il 30 aprile 2010, a cui è succeduta la nomina a Commissario delegato dell'avvocato Luigi Pelaggi.
Il primo impellente impegno del neocommissario è stato quello di bandire una gara d'appalto per la rimozione dei rifiuti dalle discariche «A» e «B», in modo da intervenire sulle criticità oggetto d'infrazione. A fine luglio di quest'anno è stata bandita la gara europea; a settembre è stata aggiudicata la gara e nello stesso mese sono stati avviati i lavori di rimozione dei rifiuti dalle discariche «A» e «B», la cui conclusione è fissata al massimo al 31 gennaio 2011.
Da tutto ciò si evince, chiaramente, che la gestione del Commissario delegato, in meno di 9 mesi, ha impresso una forte accelerazione per le operazioni di bonifica: basti pensare che dalla pubblicazione della gara d'appalto all'inizio dei lavori, sono trascorsi meno di due mesi e l'Ati affidataria ha già rimosso dalle discariche «A» e «B» più di 200.000 tonnellate di rifiuti.
È una corsa contro il tempo, che impone di recuperare rapidamente gli innumerevoli ritardi accumulati in questi anni e a cui il commissario delegato sta provvedendo facendo ricorso a tutte le procedure utili, nel rispetto della legge, per anticipare la data del termine dei lavori ed evitare le conseguenze delle sanzioni previste dalla Commissione europea per il mancato rispetto dei termini indicati e dimostrare, quindi, una sostanziale inversione di tendenza da parte del Paese.
È fermo intendimento del Governo quello di condurre a termine gli interventi di bonifica così iniziati, non solo per quel che riguarda l'area dell'ex stabilimento Sisas, ma per tutto il sito di Pioltello Rodano.
A tal riguardo, si evidenzia che tale sito di interesse nazionale è interessato dalla presenza di altri insediamenti industriali attivi e dismessi che ha fatto sì che la falda acquifera sottostante, come accertato da Arpa, presenti una contaminazione di fondo per i parametri cromo VI, triclorometano e tetracloroetilene. In merito, va evidenziato che le amministrazioni pubbliche competenti hanno stipulato un apposito accordo di programma, sottoscritto in data 21 dicembre 2007, per l'adozione di un progetto consortile di bonifica della falda per l'intero sito di interesse nazionale tendente, sulla base della valutazione delle alternative tecniche, ad individuare la soluzione progettuale più adatta al contesto territoriale, garantendo la tutela della salute pubblica e dell'ambiente e la sostenibilità economica dell'intervento. In attuazione di questo accordo, è stata poi sottoscritta, in data 17 dicembre 2009, una convenzione tra questo Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la regione Lombardia e la Sogesid s.p.a. al fine della predisposizione del progetto di bonifica delle acque di falda comprese nel Sin di Pioltello e Rodano comprensivo del modello idrogeologico. In data 26 ottobre 2010, infine, la Sogesid ha trasmesso gli elaborati tecnici sopra citati che saranno oggetto della prossima conferenza di servizi istruttoria.
Va anche precisato che, nella conferenza di servizi decisoria del 20 aprile 2009, nelle more della finalizzazione di detto iter, è stato prescritto alle società coinsediate nel sito di interesse nazionale di Pioltello e Rodano di procedere all'attivazione degli interventi di messa in sicurezza di emergenza delle acque di falda, in ottemperanza al disposto normativo vigente, che prevede l'obbligo di contenere la contaminazione, al fine di evitare la diffusione della stessa al di fuori dell'area di proprietà. Per una parte di detto sito e precisamente per quella facente capo alla società Italferr (Rfi), nella medesima conferenza di servizi la procedura di bonifica è già conclusa, come attestato dalla certificazione ambientale provinciale di avvenuta bonifica trasmessa dalla regione Lombardia in data 12 marzo 2008.
Allo stato, sono stati presentati ed approvati con prescrizioni, in sede di conferenza di servizi, i progetti di bonifica dei suoli per le seguenti aree, che rappresentano l'assoluta maggioranza delle superfici del Sin:

antibioticos;

air-liquide Italia produzione;

energheia.
Alle altre società coinsediate (c.g.t., thermo electron, immobiliare 2c), di piccola superficie, la conferenza di servizi sul Sin di Pioltello Rodano sta sollecitando la presentazione di detti progetti di bonifica dei suoli.
Da ultimo, si rappresenta che la commissione di illeciti comunque connessi alle attività di bonifica è un fenomeno fortemente attenzionato da questo Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare che ha già messo in campo alcuni strumenti per limitarne la portata o tenere comunque sotto controllo il fenomeno stesso.
Uno di questi è senz'altro il sistri, che permetterà di tracciare anche i rifiuti provenienti dalle operazioni di bonifica o diretti verso aree incluse in siti contaminati.
Altri strumenti ai quali si è pensato consistono nella possibile istituzione di un albo dedicato alle imprese che operano nel campo della bonifica dei siti contaminati allo scopo di facilitare le attività di controllo (ad oggi tale tipologia ricade nell'albo nazionale dei gestori ambientali in categoria 9 per chi è intenzionato a svolgere attività «...di bonifica di siti» e categoria 10, infine per le attività di bonifica di siti e beni contenenti amianto). All'albo «dedicato» potrebbe essere anche assegnato il compito di elaborare un prezziario nazionale delle attività di bonifica da aggiornare periodicamente sulla base degli avanzamenti delle conoscenze tecnico-scientifiche di settore (sviluppo di nuove tecnologie di trattamento).
Non v'è dubbio, poi, che dall'intensificazione dei controlli e della vigilanza istituzionale sulle attività di bonifica dei siti contaminati non possano che derivarne risultati positivi ai fini che qui rilevano, senza però che possa aversi l'illusione o la pretesa che le attività in questione possano essere totalmente impermeabili ad appetiti criminali.
Proprio la vicenda della Lombardia è emblematica sotto tale punto di vista, dove l'iniziativa di coinvolgere soggetti e capitali privati nelle operazioni di bonifica, pur nata in un ambito pubblicistico quale quello della curatela fallimentare, e quindi sottoposto a più di un controllo, non ha impedito che nell'attuazione concreta di tali interventi ci siano stati problemi di rilevanza penale.
Per quanto attiene le attività di supporto tecnico-specialistico espletate dalla Società Sogesid, sulla base di pertinenti atti convenzionali, finalizzate all'attuazione di interventi di messa in sicurezza e bonifica sui siti di interesse nazionale (Sin), tali attività risultano funzionali al perseguimento degli obiettivi prioritari del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (Mattm), nonché coerenti con le peculiarità statutarie e con il ruolo strumentale della società alle esigenze dello stesso dicastero.
I suddetti atti convenzionali - ripartiti tra i n. 6 Sin coinvolti - ammontano complessivamente a circa 38,6 milioni/euro. Rispetto a tale ammontare, si registra un avanzamento procedurale pari a circa il 50 per cento delle attività affidate. Le convenzioni sono volte a dare attuazione a specifici atti di programmazione negoziata sottoscritti nel settore delle bonifiche (protocolli d'intesa e accordi di programma).
Rispetto alle modalità di affidamento, la Sogesid, operando in qualità di stazione appaltante, ruolo disciplinato dal decreto legislativo n. 163 del 2006 e successive modificazioni e integrazioni e dal Regolamento attuativo del decreto del Presidente della Repubblica n. 554 del 1999 e successive modificazioni e integrazioni, garantisce gli affidamenti nel totale rispetto delle disposizioni dettate dalla normativa sugli appalti sopra richiamata, senza deroghe alle procedure di legge.
Il rapporto fiduciario con l'avvocato Luigi Pelaggi, Capo della segreteria tecnica del Ministro, scaturisce dalla sua comprovata esperienza maturata in diversi campi e settori, afferenti il mondo delle imprese, delle grandi organizzazioni imprenditoriali e in ambito universitario, all'interno dei quali ha rivestito incarichi di gestione e responsabilità di indubbio rilievo per la risoluzione di problematiche e situazioni complesse.
Inoltre, la sua particolare capacità di dedicarsi e di impegnarsi, in modo totalizzante e senza limiti di orari, ai compiti assegnati rappresenta garanzia di affidabilità e professionalità, requisiti, questi, indispensabili per chi svolge incarichi che richiedono, in molti casi, risposte e azioni tempestive e risolutive.
Le nomine, cui si fa riferimento nell'interrogazione, sono maturate, peraltro, all'interno di contesti emergenziali per i quali, il trascinarsi nel tempo di situazioni irrisolte, ha determinato forti disagi e inefficienze, con gravi conseguenze sulla qualità della vita in alcuni importanti territori.
Basti pensare alla situazione delle isole Eolie di cui l'avvocato Pelaggi è stato nominato commissario all'emergenza idrica nel febbraio 2009, per affrontare una situazione emergenziale che risale alla fine degli anni '90 e che tutti i commissari, succedutesi dal 2002 in poi, non hanno mai risolto. In un anno di lavoro l'avvocato Pelaggi è riuscito, dopo innumerevoli passaggi burocratici, a bandire la prima gara pubblica di appalto per la realizzazione delle opere relative al dissalatore di Lipari, con relativo impianto fotovoltaico, e per l'eliminazione delle strozzature della rete idrica. La gara pubblica è stata aggiudicata e tra breve inizieranno i lavori.
Entro il mese di febbraio 2011, verrà bandita la gara pubblica di appalto per la realizzazione dei depuratori di Lipari e Vulcano, che si prevede di aggiudicare entro l'estate, insieme ad un'ulteriore opera che da pochi mesi il Dipartimento della protezione civile ha assegnato al commissario, e cioè la realizzazione della condotta sottomarina dal depuratore di Lipari a quello di Vulcano.
Ebbene, in meno di due anni sono state avviate opere che da più di 11 anni erano state programmate e nessun commissario era riuscito a portare a termine, con la conseguenza che, una volta realizzate queste infrastrutture, lo Stato italiano e la regione siciliana potranno risparmiare ben 15 milioni di euro, oggi necessari per gli oneri del trasporto dell'acqua in queste isole.
Analoga considerazione riguarda la nomina dell'avvocato Pelaggi a direttore dell'area marina protetta delle isole Egadi, che è intervenuta (ad agosto 2009) a seguito di un periodo di gravi difficoltà gestionali. Anche in questo caso, in solo un anno l'avvocato Pelaggi è riuscito, dopo 17 anni, a far approvare «il Regolamento di esecuzione e organizzazione» di questa area marina che è la più grande di Europa, come pure ha posto in essere tutti gli atti necessari per lo svolgimento delle attività di sorveglianza e di informazione.
Dal settembre 2010, l'avvocato Pelaggi, con grande dispiacere del comune di Favignana, ha lasciato l'incarico avendo raggiunto gli obiettivi prefissati.
L'avvocato Pelaggi è anche componente, senza alcuna delega specifica, del Consiglio di amministrazione della società Sogesid, società in house del Ministero, sulla quale l'amministrazione esercita un controllo analogo a quello svolto sui propri servizi. In tal senso, ricordo, che si è espressa la stessa Commissione europea alla fine dello scorso anno, per cui, come è già stato precisato in risposta ad analoghe interrogazioni parlamentari, non vi può essere conflitto di interesse tra la carica di commissario delegato per l'emergenza delle isole Eolie e l'incarico di componente del Consiglio di amministrazione della Sogesid, poiché non vi è un rapporto di terzietà tale da poter giustificare l'insorgere di un conflitto di interesse.
Per completezza, si ricorda che il coinvolgimento della Sogesid nell'attività di progettazione del dissalatore per l'emergenza idrica delle isole Eolie è antecedente alla nomina dell'avvocato Pelaggi nel Consiglio di amministrazione di detta società e che Sogesid svolge esclusivamente il supporto tecnico e amministrativo, giacché la realizzazione delle opere viene affidata dal commissario tramite apposite procedure di gara ad evidenza pubblica.
Alla luce di quanto esposto, non si ritiene assolutamente «inopportuna» la scelta di affidare questi incarichi all'avvocato Pelaggi, né si ritiene si configurino situazioni di «conflitto d'interessi» nelle posizioni attribuite.
In merito, poi, agli emolumenti, va segnalato che l'avvocato Pelaggi percepisce attualmente, con esclusione dell'incarico in Acea, una somma annua lorda inferiore rispetto a quella che viene ad essere erogata ai dirigenti di I fascia (dirigenti generali del Ministero dell'ambiente).
Per quanto riguarda, infine, la nomina dell'avvocato Pelaggi quale componente del Consiglio di amministrazione dell'Acea, questa non riguarda una scelta del Ministero, ma attiene esclusivamente alla sfera personale dell'avvocato, giacché è stato il comune di Roma che lo ha cooptato nel consiglio di amministrazione, non conferendogli peraltro, alcuna delega specifica.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Stefania Prestigiacomo.