Atto Camera
Interrogazione a risposta scritta 4-09118
presentata da
ELISABETTA ZAMPARUTTI
mercoledì 20 ottobre 2010, seduta n.386
ZAMPARUTTI, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e MAURIZIO TURCO. -
Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:
secondo il circolo Legambiente di Mola di Bari, sono in corso lavori per la realizzazione di un impianto fotovoltaico che sorgerà su una parte della discarica non più operativa della Lombardi Ecologia, in contrada Martucci, in agro di Conversano, al confine con il territorio del comune di Mola di Bari;
secondo le informazioni acquisite dal circolo di Legambiente di Mola, l'impianto sorgerà su uno dei tre lotti di cui si compone la discarica (quello che è stato autorizzato agli inizi degli anni ottanta e che non era stato avviato seguendo i canoni previsti dal decreto del Presidente della Repubblica n. 915 del 1982);
lungo alcune arterie stradali dei comuni di Conversano e Mola di Bari, la Lombardi Ecologia sta eseguendo in questi giorni lavori di canalizzazione dei cavi preposti alla conduzione dell'energia che sarà prodotta dall'impianto fotovoltaico;
a giudizio degli interroganti l'opera pone vari problemi sull'interferenza che un impianto fotovoltaico potrebbe avere con questa discarica di rifiuti in gestione post-operativa, in particolare in merito alla rete di captazione del biogas, ai pozzi di estrazione del percolato, alla possibilità di consentire la regolare manutenzione delle reti presenti, sul naturale cedimento biologico della discarica con relative modifiche nella morfologia ed incidenza sul bilancio idrologico; pone inoltre problemi sulla compatibilità di un impianto fotovoltaico con quanto autorizzato finora in contrada Martucci e a quanto previsto dal decreto legislativo n. 36 2003;
secondo i dati del GSE il sistema degli incentivi alle energie rinnovabili risulta tra i più alti in Europa e certamente quello a più lunga durata il che spiega a giudizio degli interroganti la proliferazione di impianti per energia rinnovabile a danno del territorio e di un sano sviluppo del Paese con progetti, come quello del mega-impianto fotovoltaico nel comune di Cutrofiano, realizzato da AzzeroC02 ed Exalto e presentato da Legambiente, che appaiono difformi rispetto ai criteri e alle modalità di inserimento degli impianti nel paesaggio e sul territorio predeterminati nelle Linee Guida sulle Fonti rinnovabili recentemente pubblicate e dalle disposizioni di legge in materia di sostegno del settore agricolo, valorizzazione delle tradizioni agro-alimentari locali, tutela della biodiversità, del patrimonio culturale e del paesaggio rurale;
il giorno 11 gennaio 2010 la giunta regionale ha approvato la proposta di piano paesaggistico territoriale regionale (PPTR). Tale approvazione, non richiesta dalla legge regionale n. 20 del 2009, è stata effettuata per conseguire lo specifico accordo con il Ministero per i beni e le attività culturali previsto dal Codice e per garantire la partecipazione pubblica prevista dal procedimento di Valutazione Ambientale Strategica. Pertanto, nessuna norma di salvaguardia è entrata in vigore a seguito di detta approvazione. Si procederà all'adozione ai sensi della legge regionale n. 20 del 2009 solo a valle del previsto accordo con il Ministero. E solo dopo tale adozione entreranno in vigore le misure di salvaguardia, le quali riguarderanno, come previsto dalle norme tecniche di attuazione della proposta di PPTR, i beni paesaggistici e gli ulteriori contesti paesaggistici. Ne consegue che allo stato attuale vige ancora esclusivamente il PUTT/Paesaggio e che ogni provvedimento comunale inerente ai valori paesaggistici dovrà fare riferimento solo ad esso. Si evidenzia infine che la Proposta di Piano sostituisce lo Schema di PPTR adottato il 20 ottobre 2009 -:
se non si ritenga di dover intervenire per abbreviare i tempi dell'adozione dei provvedimenti in materia di autorizzazioni di impianti di fonti rinnovabili;
se non si ritenga di rivedere il sistema degli incentivi che resta tra i più alti in Europa;
se il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare non ritenga di verificare se ed in quali progetti di realizzazione di impianti per energia rinnovabile siano coinvolte le associazioni ambientaliste riconosciute dal Ministero stesso;
se il Ministro per i beni e le attività culturali non intenda operare per una tempestiva entrata in vigore del Piano Paesaggistico Puglia. (4-09118)
Atto Camera
Risposta scritta pubblicata giovedì 2 agosto 2012
nell'allegato B della seduta n. 676
All'Interrogazione 4-09118
presentata da
ELISABETTA ZAMPARUTTI
Risposta. - Con l'interrogazione in esame gli interroganti paventano la possibilità che la realizzazione dell'impianto fotovoltaico, che sta sorgendo su una parte della discarica non più operativa della Lombardi ecologia in agro Conversano ai confini del comune di Mola di Bari, possa interferire con la gestione post-operativa della discarica stessa (impianti di captazione del biogas, pozzi di estrazione del percolato, eccetera).
Gli interroganti riferiscono in particolare che il giorno 11 gennaio 2010 la giunta regionale ha approvato la proposta di piano paesaggistico territoriale regionale (PPTR) al solo fine di conseguire lo specifico accordo con il Ministero per i beni e le attività culturali previsto dal codice e per garantire la partecipazione pubblica prevista dal procedimento di valutazione ambientale strategica.
Nessuna norma di salvaguardia è entrata in vigore a seguito di detta approvazione poiché, come previsto dalle norme tecniche di attuazione della proposta di PPTR, si procederà all'adozione di misure di salvaguardia ai sensi della legge regionale n. 20 del 2009 solo a valle del previsto accordo con il Ministero. Ne consegue che allo stato attuale vige ancora esclusivamente il piano urbanistico territoriale tematico per il paesaggio (PUTT/Paesaggio) e che ogni provvedimento comunale inerente ai valori paesaggistici dovrà fare riferimento solo ad esso.
Gli interroganti chiedono di sapere se «non si ritenga di dover intervenire per abbreviare i tempi dell'adozione dei provvedimenti in materia di autorizzazioni di impianti di fonti rinnovabili e se non si ritenga di rivedere il sistema degli incentivi che resta tra i più alti in Europa».
I provvedimenti auspicati fanno parte del contenuto delle linee guida per l'autorizzazione degli impianti da fonti rinnovabili, di cui all'articolo 12 del decreto legislativo n. 387 del 2003, definitivamente approvate con decreto ministeriale 10 settembre 2010 (pubblicate in Gazzetta Ufficiale n. 219 del 18 settembre 2010) ed ormai vincolanti per tutte le regioni. Le linee guida rappresentano dunque un utile strumento per un'applicazione unitaria dei vari regimi abilitativi sul territorio nazionale in quanto forniscono un quadro sistematico delle procedure necessarie per l'autorizzazione degli impianti. Per quanto riguarda l'autorizzazione unica di cui al citato decreto legislativo n. 387 del 2003 il decreto delinea i principi fondamentali del procedimento e le sue relazioni con altri procedimenti in materia di tutela ambientale e paesaggistica nell'ottica di una razionalizzazione dell'attività amministrativa e del rispetto dei termini di conclusione dei procedimenti fissati dalle norme di settore.
Per quanto riguarda, infine, il tema della riduzione delle incentivazioni si fa presente che con l'adozione del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, che al momento dell'interrogazione era in corso di pubblicazione, il Governo ha pienamente aderito allo spirito del cosiddetto pacchetto clima-energia «20-20-20» (direttiva 2009/28/CE), nato per creare uno scenario energetico europeo più sostenibile e sicuro, attraverso la riduzione delle emissioni di CO2, l'aumento del ricorso a energie rinnovabili e la maggior efficienza energetica.
In particolare, l'obiettivo italiano sulle energie rinnovabili derivante da tale pacchetto è pari al 17 per cento del consumo complessivo di energia al 2020, obiettivo che il Governo intende confermare appieno e, se possibile, superare.
Il decreto legislativo in esame detta, tra l'altro, i criteri sulla base dei quali ridefinire con decreti ministeriali i regimi di sostegno alle fonti rinnovabili, tra cui, in particolare, la gradualità di intervento a salvaguardia degli investimenti effettuati e la proporzionalità agli obiettivi, la riduzione degli oneri in capo a consumatori ed imprese, nonché la flessibilità della struttura dei regimi di sostegno al fine di tener conto della riduzione dei costi delle tecnologie e dei costi di impianto stabilendo livelli incentivanti comparabili con quelli vigenti nei principali Paesi europei.
In tal senso, mentre si sta lavorando a definire una nuova strategia energetica nazionale che veda nelle energie rinnovabili una delle direttrici fondamentali, questo Ministero ha anche elaborato, con il concerto di altri Ministeri competenti (ambiente e agricoltura) alcuni decreti che ridisegnano il sistema di incentivi pubblici, per ciascuno dei settori rilevanti (elettricità, energia termica, trasporti).
Relativamente al settore elettrico (fotovoltaico e altre fonti rinnovabili), i nuovi decreti rappresentano strumenti necessari per raggiungere gli obiettivi finali secondo criteri di efficienza e sostenibilità degli incentivi, con un approccio basato su due misure essenziali: l'efficienza degli incentivi unitari, che devono offrire un'equilibrata remunerazione degli investimenti ed essere paragonabili a quanto avviene nel resto d'Europa, e l'introduzione di strumenti dicontrollo dei volumi incentivati. In particolare, essi:
incrementano fino a ulteriori 3 miliardi di euro all'anno gli incentivi a regime (dai 9 attuali a circa 12), con un impegno complessivo nei 20 anni di ulteriori 60 miliardi che si aggiungono agli attuali 170;
avvicinano gli incentivi ai livelli europei, pur rimanendo al di sopra, e accompagnando verso la competitività (gridparity) e verso l'integrazione nel sistema elettrico delle tecnologie rinnovabili, e stabilizzando l'incidenza degli incentivi sulla bolletta;
favoriscono uno spostamento del mix verso le tecnologie più virtuose, attraverso premi e priorità per tecnologie con maggiori ricadute sulla filiera economica e sull'innovazione, per benefici di impatto ambientale, per impianti di più piccole dimensioni, e per impianti che operano in autoconsumo e che sono meglio integrati con il mercato elettrico complessivo e con la rete;
introducono meccanismi che pongono le basi per uno sviluppo ordinato e sostenibile del settore, attraverso competizione (aste per impianti di dimensione molto grande) e governo dei volumi (registri con criteri di priorità di accesso definiti per impianti di dimensioni medie e grandi).
Con particolare riguardo al fotovoltaico, si conferma che il fortissimo sviluppo di nuovi impianti registrato negli ultimi anni porterà l'Italia a raggiungere gli obiettivi di incremento delle energie rinnovabili elettriche previsti al 2020 con ben 8 anni di anticipo. Il risultato è ovviamente frutto del notevole potenziale tecnico del nostro Paese ma anche di un sistema di incentivi pubblici che, nonostante le riduzioni apportate con il cosiddetto IV conto energia, risulta ancora molto più generoso del resto d'Europa.
Al momento dell'interrogazione in esame, era in preparazione il quarto conto energia (decreto ministeriale 5 maggio 2011), con cui il Governo precedente aveva già cercato di apportare una riduzione degli incentivi, in modo coerente alla riduzione del costo della tecnologia, con l'inserimento di strumenti di gestione dei volumi (registri). Tuttavia, la limitazione del registro solo ai grandi impianti e l'insufficienza della riduzione degli incentivi si sono rivelati poco efficaci nel calmierare l'andamento delle installazioni e, quindi, degli oneri conseguenti.
Lo stesso quarto conto energia prevede che, al raggiungimento del livello di spesa pari a 6 miliardi di euro/anno e prima del raggiungimento dei 7 miliardi di euro/anno, si emani un nuovo decreto che (ri)disciplini le tariffe incentivanti alla produzione elettrica da fonte fotovoltaica.
Considerato che i 6 miliardi di spesa stanno per essere raggiunti (ad oggi, il livello è oltre i 5,8 miliardi) ed in un'ottica di coerenza con l'approccio generale sopra descritto, il nuovo Governo ha già predisposto lo schema di decreto recante il quinto conto energia, che il 6 giugno 2012 è stato valutato favorevolmente dalla Conferenza unificata.
L'obiettivo del nuovo provvedimento, ormai di prossima emanazione, è favorire una crescita virtuosa, basata su un sistema di incentivazione vantaggioso per il Paese e tale da ridurre l'impatto sulle bollette di cittadini e imprese, oltre che programmare uno sviluppo ordinato e sostenibile del settore che, concluso quest'ultimo ciclo di incentivazione, potrà continuare a diffondersi senza altri incentivi.
Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico: Claudio De Vincenti.