FARINA COSCIONI, MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro per i beni e le attività culturali.
- Per sapere - premesso che:
il quotidiano Il Mattino, nella sua edizione del 6 ottobre 2010, ha pubblicato un articolo della giornalista Mariamichela Formisano, «Rottami e scritte così muore»;
in particolare, si racconta del «viaggio nel degrado della Reggia di Caserta»: basoli divelti, rifiuti accatastati tra i colonnati vanvitelliani, erbacce che spuntano tra i cornicioni;
nel citato articolo si parla, inoltre, di una vera e propria «casbah di zingare e venditori abusivi che utilizzano i marmi reali come supporti a ogni tipo di mercanzia»;
«il caleidoscopio di lattine, bottigliette di plastica, cartacce e mozziconi di sigaretta attende il viaggiatore nel parco reale, quello che due anni fa meritò la corona del «più bello d'Italia». Una realtà fatta di rifiuti e ciarpame d'ogni tipo, che anche gli uccelli come i cigni e le oche della Peschiera Grande hanno imparato ad accettare»;
è sufficiente «lasciare la strada maestra e risalire verso la fontana di Diana e Atteone seguendo la via d'acqua delle fontane, per conoscere lo scempio più inspiegabile. Un gabinetto di ceramica, e più in là la carcassa arrugginita di un'automobile, elettrodomestici rotti, sacchi di materiali di risulta giacciono all'ombra degli alberi secolari che costeggiano le mura di cinta della Reggia lungo le vie Tescione e Giannone. Uno spettacolo che incuriosisce ancora prima di impressionare: ma come ha fatto un'auto ad arrivare fin lì, insieme a sacchi ricolmi di chissà cosa, ed essere smontata e abbandonata senza che nessuno se ne accorgesse?»;
già due anni fa la discarica a cielo aperto fu rinvenuta dai turisti e denunciata dai custodi della Reggia, cosicché la zona fu posta sotto sequestro dalle forze dell'ordine. Tuttavia dopo due anni, e ancora più ricca di materiali abbandonati, la discarica è ancora lì. Come ancora lì è la firma di Castellano Vincenzo, incisa sul basamento di una colonna al Vestibolo del piano nobile della Reggia. E anche qui la domanda di come sia stato possibile al megalomane vandalo agire indisturbato proprio all'ingresso degli appartamenti storici;
la Soprintendente di Caserta, dottoressa Paola David, a proposito del degrado della Reggia spiega: «A fronte dell'esiguità dei finanziamenti ministeriali i costi per la pulizia e la manutenzione del complesso vanvitelliano sono di gran lunga superiori e affidati all'episodicità e straordinarietà dei fondi che il ministero eroga. Le somme che la soprintendenza spende ogni anno per la pulizia del complesso, che comprende un Parco di 140 ettari - continua Paola David - è sicuramente non sufficiente a provvedere alla pulizia di ogni sua parte. Ciò è dovuto al fatto che la manutenzione di un giardino storico necessita di competenze specifiche che non si limitano alla semplice raccolta dei rifiuti. Ciò vale anche per le vasche e le fontane»;
tale degrado appare agli interroganti estremamente grave -:
quali urgenti iniziative, nell'ambito delle proprie prerogative e facoltà, intenda promuovere, sollecitare o adottare a fronte di quanto sopra esposto. (4-08989)