ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08983

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 381 del 12/10/2010
Firmatari
Primo firmatario: REALACCI ERMETE
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 12/10/2010


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 12/10/2010
Stato iter:
07/11/2011
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 07/11/2011
SAGLIA STEFANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 02/03/2011

SOLLECITO IL 04/04/2011

SOLLECITO IL 01/06/2011

SOLLECITO IL 19/09/2011

RISPOSTA PUBBLICATA IL 07/11/2011

CONCLUSO IL 07/11/2011

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08983
presentata da
ERMETE REALACCI
martedì 12 ottobre 2010, seduta n.381

REALACCI. -
Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare.
- Per sapere - premesso che:

nell'aprile 2010 una falla alla piattaforma petrolifera «Deepwater Horizon», situata al largo della Louisiana, ha causato la fuoriuscita di greggio, riversando nell'oceano Atlantico milioni di litri di petrolio greggio e causando un disastro ambientale senza precedenti: migliaia sono le specie marine morte a causa della marea nera ed inestimabili i danni economici per le coste adiacenti;

l'incidente petrolifero del golfo del Messico ha così riproposto la questione del grave rischio ambientale delle perforazioni petrolifere in mare;

in occasione dell'audizione informale del 30 giugno 2010, alla VIII Commissione ambiente della Camera dei deputati, i rappresentanti della direzione generale per le risorse minerarie ed energetiche del Ministero dello sviluppo economico hanno annunciato l'avvio di uno studio, da concludersi entro la fine di luglio 2010, da parte della Commissione per gli idrocarburi e le risorse minerarie per analizzare le cause, le circostanze e le misure di sicurezza in relazione a quanto avvenuto negli Stati Uniti. Inoltre, proprio nel corso dell'audizione, è stato dichiarato che fino a che lo studio non sarà completato saranno fermate nuove esplorazioni petrolifere;

numerosi organi di informazione, tra cui un articolo di Marco Zatterin pubblicato su La Stampa, riportano la notizia di una richiesta di moratoria dell'Unione europea alle piattaforme petrolifere offshore. Su proposta del commissario all'energia, Günther Oettinger, la Commissione europea ha infatti inviato una comunicazione a tutti gli Stati membri in cui si evidenziano i rischi del settore estrattivo offshore e si sottolinea la necessità di definire strategie di pronto intervento in caso di incidente, all'interno di un coordinata azione continentale, stante anche il fatto che, ad oggi, operano circa mille piattaforme petrolifere nella acque europee, di cui circa un centinaio nel mar Mediterraneo;

anche il 2 agosto 2010, in relazione al progetto di nuove trivellazioni offshore nel golfo della Sirte da parte della British Petroleum, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Stefania Prestigiacomo, è stata definita dal Financial Times: «la prima alta funzionaria nell'Unione europea a suggerire che sia opportuna una moratoria alle nuove trivellazioni in attesa di far trovare ai 21 Stati costieri del Mediterraneo una »voce comune«» -:

se sia stata portata a termine la completa redazione del sopraccitato studio del Ministero dello sviluppo economico sulle cause del disastro «Deepwater Horizon» e, in caso contrario, quali siano le ragioni del ritardo e se si intenda sollecitarne una rapida e precisa compilazione e renderne noti i risultati;

se non si ritenga opportuno mantenere l'orientamento, già espresso dai tecnici auditi, di una moratoria delle perforazioni. (4-08983)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata lunedì 7 novembre 2011
nell'allegato B della seduta n. 546
All'Interrogazione 4-08983 presentata da
ERMETE REALACCI

Risposta. - Con riferimento al primo quesito posto dall'interrogante, lo studio effettuato dalla commissione idrocarburi e risorse minerarie, di seguito CIRM, al fine di approfondire le cause e le circostanze dell'incidente accaduto nel Golfo del Messico, si è concluso il 22 luglio 2010, giorno in cui si sono riunite le sezioni a) e b) della CIRM per discutere in merito alla relazione del gruppo di lavoro istituito per l'acquisizione di informazioni sulle cause dell'incidente della British Petroleum, con lo scopo di valutare la necessità di eventuali integrazioni nei protocolli di verifica o modifiche nelle normative di sicurezza più aderenti alle problematiche connesse all'esplorazione e coltivazione di olio in acque profonde.
In particolare, come risulta dal verbale della riunione del 22 luglio 2010, il gruppo di lavoro ha reso noto la verifica, con gli operatori del settore, dell'effettiva esistenza delle procedure operative volte a prevenire e fronteggiare i rischi delle attività e l'adeguatezza della normativa vigente in Italia, anche a seguito di specifico recepimento di direttive comunitarie.
Si è avuto modo di verificare l'inesistenza di situazioni di potenziale pericolo per i titoli minerari già rilasciati in relazione alle problematiche che hanno causato l'incidente. Ad oggi, nell'offshore italiano, sono presenti condizioni molto diverse rispetto a quelle che hanno caratterizzato l'incidente del Golfo del Messico in quanto le caratteristiche degli ambienti geologici e i giacimenti sono ben conosciuti grazie alle numerose indagini svolte. Inoltre le condizioni di giacimento, in termini di pressione e temperatura, sono generalmente molto meno impegnative; le profondità dei fondali sono di gran lunga inferiori rispetto a quelle del pozzo della British Petroleum e le ricerche e la produzione riguardano principalmente temi a gas.
Nell'incontro del 22 luglio 2010, si sono analizzate le possibili cause dell'incidente del Golfo al fine di verificare l'adeguatezza delle norme italiane sulla sicurezza, in conclusione è emerso che tali norme, ed in particolare le prescrizioni relative alla perforazione dei pozzi, sono adeguate e moderne, ed in grado di garantire sempre l'individuazione delle responsabilità, riconducibili all'operatore minerario.
Con riferimento, poi, ad eventuali moratorie sulle perforazioni, la commissione ha ritenuto che queste non avrebbero senso se adottate solamente in Italia in quanto tali azioni assumono significato solo se adottate anche nei confronti degli altri paesi del Mediterraneo.
Peraltro, non sono state autorizzate perforazioni di pozzi esplorativi in alti fondali né sono in corso autorizzazioni di tal genere.
La commissione ha invece individuato delle azioni prescrittive nonché raccomandazioni, che vanno modulate in base alla natura degli idrocarburi, alle condizioni ambientali e giacimentologiche interessate dalle, attività.
Tali indirizzi, sono stati recepiti con decreto ministeriale 4 marzo 2011, recante «Disciplinare tipo per i permessi di prospezione e di ricerca e per le concessioni di coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in terraferma, nel mare e nella piattaforma continentale», pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 21 marzo 2011, n. 65.
Con il nuovo disciplinare tipo e le relative procedure operative, adottate con decreto direttoriale 22 marzo 2011 recante «Procedure operative di attuazione del decreto ministeriale 4 marzo 2011 e modalità di svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi e dei relativi controlli ai sensi dell'articolo 15, comma 5, del decreto ministeriale 4 marzo 2011» e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 18 aprile 2011, n. 89, sono state introdotte una serie di istruzioni tecniche di riferimento, conformemente a quanto disposto dagli articolo 66-67 del decreto legislativo n. 624 del 1996, che prescrive misure per la tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro nelle attività estrattive di sostanze minerali di prima e di seconda categoria.
In particolare, l'articolo 28, commi 10 e successivi del decreto direttoriale prevede la predisposizione, da parte del titolare, di una relazione dettagliata per la valutazione del rischio in cui viene analizzato anche il rischio residuo a fronte dell'intervento dei dispositivi di sicurezza; l'obbligo per il titolare di provvedere ad una adeguata formazione e addestramento del personale addetto alla manovra dei dispositivi per l'azionamento delle attrezzature di sicurezza; l'effettuazione di prove di funzionamento per i dispositivi di sicurezza contro le eruzioni libere (bop stack), da certificare periodicamente; l'obbligo per il titolare di predisporre un sistema di registrazione informatica inalterabile e protetta dei dati relativi ai parametri di perforazione e di controllo del fango del pozzo; la presenza del direttore responsabile per l'esecuzione delle operazioni nel caso di perforazioni di pozzi con profondità del fondale marino superiore a 200 metri.

Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico: Stefano Saglia.