CONCIA, CENNI e FONTANELLI. -
Al Ministro della difesa, al Ministro per le pari opportunità.
- Per sapere - premesso che:
il 20 agosto 2010, due ragazzi, Mirko Vigni e Fabio Frati, facevano colazione presso il bar Cusimano a Viareggio, scambiandosi semplici effusioni, qualche abbraccio e un bacio, come è in seguito risultato da un video effettuato dal sistema di videosorveglianza interna al bar;
probabilmente sollecitato da una donna presente nel bar, un appuntato dei carabinieri in servizio ed in divisa li redarguiva con forza per il loro comportamento, invitandoli ad uscire;
l'accaduto pare essere confermato sempre dalle telecamere di videosorveglianza che riprendono il carabiniere mentre a distanza di svariati metri dai ragazzi, rimanendo seduto, si rivolge a loro, alzando la voce e muovendo le mani tanto da attirare l'attenzione di tutte le persone presenti nel bar e umiliare i due ragazzi, che quindi sono, per forza di cose, indotti a lasciare il bar;
il giorno stesso, i due ragazzi supportati da alcuni attivisti omosessuali tra cui Paolo Patanè, presidente nazionale di Arcigay, l'imprenditore e giornalista Alessio De Giorgi e l'imprenditrice Regina Satariano, denunciavano l'accaduto alla stampa;
di lì a poco, i due ragazzi, sempre accompagnati dai tre attivisti, si sono recati per denunciare l'accaduto dal comandante della compagnia carabinieri di Viareggio, dove hanno avuto occasione di parlare con l'appuntato protagonista dell'episodio, il quale pare abbia affermato di essersi comportato correttamente poiché i due, secondo lui, stavano seduti l'uno sull'altro e si baciavano appassionatamente in pubblico (cosa poi evidentemente smentita dal video succitato), e che non si sarebbe comportato nello stesso modo, trovandosi di fronte al medesimo comportamento di una coppia eterosessuale;
la suddetta conversazione è avvenuta alla presenza di tutti e cinque i presenti: nel medesimo colloquio, inoltre, l'appuntato sosteneva che i due stessero seduti l'uno sulle ginocchia dell'altro, cosa invece totalmente smentita dal video succitato;
nella giornata successiva si rivolgeva alla redazione de Il Tirreno di Viareggio, in un primo momento in forma anonima, in seguito palesando il proprio nome e cognome alle altre redazioni giornalistiche versiliesi, il signor Luca Lopez, il quale affermava che l'appuntato non sarebbe stato affatto aggressivo nei confronti dei due ragazzi, né offensivo nei loro confronti per mezzo dell'espressione «mi fate schifo» (cosa peraltro mai detta da Vigni e Frati), e tra le altre cose, lo stesso signor Lopez riferiva, ma solo ad alcuni degli organi di informazione, di avere distintamente sentito i due ragazzi dire, mentre entravano nel bar, che avrebbero teso una sorta di imboscata ai carabinieri per dimostrare la loro supposta omofobia: tale affermazione è stata in modo categorico ed assoluto smentita dai ragazzi coinvolti nella vicenda, che si sono, in merito, riservati ogni eventuale iniziativa nei confronti del signor Lopez -:
se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti e quali iniziative intendano adottare al fine di individuare eventuali responsabilità in una vicenda che ha i precisi contorni della discriminazione legata all'orientamento sessuale, che appare però, vieppiù grave, in quanto compiuta da un esponente delle Forze dell'ordine;
quali politiche intendano adottare nell'ambito delle loro proprie prerogative, al fine di sostenere un processo informativo e formativo per il rispetto dei diversi orientamenti sessuali ed identità di genere, nonché una cultura della convivenza e dell'integrazione sociale di tutte le diversità, che parta dalla Stato e ne permei il più possibile tutte le sue articolazioni. (4-08837)