MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:
in merito all'informativa del Governo sulla morte del tenente Romani avvenuta in Afghanistan il 17 settembre 2010, svolta davanti all'Assemblea del Senato si legge nel resoconto stenografico della seduta n. 428 del 23 settembre 2010, che il sottosegretario di Stato per la difesa, onorevole Guido Crosetto, nell'esporre le modalità con cui si sarebbe verificato il tragico evento, ha affermato che: «In relazione alla situazione di elevato rischio che si era venuta a creare, veniva deciso l'invio di un dispositivo di forze speciali, composto da operatori del 9
o Reggimento d'assalto paracadutisti Col Moschin, supportato da un nucleo di ranger del 4
o Reggimento alpini paracadutisti. Il reparto veniva trasportato a bordo di un elicottero CH-47 e protetto da due elicotteri A-129 Mangusta, al fine di cinturare l'obiettivo ed effettuare il controllo sulle persone presenti.»;
numerose note delle agenzie di stampa hanno riportato differenti descrizioni dei fatti avvenuti e fra queste l'ANSA ha specificato, in merito alla presenza degli elicotteri da combattimento A-129 «Mangusta», che «hanno scaricato contro il loro rifugio l'enorme potenziale di fuoco di cui sono dotati. "Sono tornati scarichi", ha detto una fonte, e questo rende l'idea di che inferno possa essere stato...»;
a parere degli interroganti, la scoperta di un possibile attentato all'indirizzo di militari italiani o comunque appartenenti alla coalizione internazionale, ad opera dei talebani, avrebbe dovuto indurre il comando italiano a interessare le autorità afghane e demandare ad esse il compito di ricerca e cattura dei probabili terroristi;
ad avviso degli interroganti, l'agire dei militari italiani, secondo la ricostruzione offerta dal Governo, induce a ritenere che l'iniziativa di avviare una immediata reazione armata, concretizzatasi in una disastrosa «caccia al Talebano», possa aver violato i limiti all'impiego del contingente italiano nell'ambito di una missione militare internazionale (caveat);
quanto riferito dal Governo solleva forti perplessità in relazione al reale svolgimento dei fatti e non appare essere in linea con le precedenti dichiarazione rilasciate sull'argomento dal Sottosegretario Crosetto (Apcom del 20 settembre 2010 delle ore 12.58) che ha affermato che: «Il Tenente Romani è morto in un'azione di polizia. La sua unità era impegnata, per usare una similitudine più consona alla nostra realtà, nella cattura di latitanti, ma c'erano più persone di quante si pensasse ed è successo quello che è successo. Ma non era un'azione di guerra»;
secondo gli interroganti i fatti accaduti possono essere etichettati come un'azione di guerra e quindi compromettere irrimediabilmente la natura della missione e la partecipazione italiana decisa dal Parlamento -:
se il Ministro interrogato intenda accertare l'effettivo svolgimento dei fatti di cui in premessa;
se l'ordine di invio di forze speciali sia rispondente alle regole di svolgimento della missione nell'ambito dei limiti posti in relazione all'impiego dei militari italiani e quali siano questi limiti;
chi e per quale ragione abbia autorizzato l'impiego di forze speciali;
se e quando la presenza di probabili terroristi sia stata comunicata alle autorità afgane;
quale sia il contenuto delle comunicazioni e degli ordini di servizio relativi all'operazione di cui in premessa e delle trascrizioni delle conversazioni radio effettuate tra i componenti che hanno vi preso parte;
quanti proiettili, e con quale armamento, siano stati effettivamente sparati all'indirizzo dei talebani.(4-08781)