ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08413

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 366 del 08/09/2010
Firmatari
Primo firmatario: FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 01/09/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 01/09/2010
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 01/09/2010
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 01/09/2010
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 01/09/2010
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 01/09/2010


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELLA SALUTE 01/09/2010
MINISTERO DELLA SALUTE 08/09/2010
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 01/10/2010
Stato iter:
22/01/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 22/01/2013
CLINI CORRADO MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

SOLLECITO IL 12/10/2010

SOLLECITO IL 01/12/2010

SOLLECITO IL 12/01/2011

SOLLECITO IL 03/02/2011

SOLLECITO IL 03/03/2011

SOLLECITO IL 06/04/2011

SOLLECITO IL 15/04/2011

SOLLECITO IL 23/05/2011

SOLLECITO IL 06/07/2011

SOLLECITO IL 21/09/2011

SOLLECITO IL 16/11/2011

SOLLECITO IL 15/02/2012

SOLLECITO IL 28/05/2012

SOLLECITO IL 04/07/2012

SOLLECITO IL 27/07/2012

SOLLECITO IL 22/10/2012

SOLLECITO IL 06/12/2012

RISPOSTA PUBBLICATA IL 22/01/2013

CONCLUSO IL 22/01/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08413
presentata da
MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI
mercoledì 8 settembre 2010, seduta n.366

FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:


secondo quanto denuncia Legambiente in Italia ci sono ancora 32 milioni di tonnellate di cemento amianto, ma mancano impianti di smaltimento e discariche;

si tratta comunque di un censimento ancora parziale: solo 13 regioni infatti hanno approvato un piano per il censimento e la bonifica;

secondo il responsabile scientifico di Legambiente Stefano Ciafani, si registra «un pericoloso immobilismo dello Stato e delle Regioni che espone la popolazione a un rischio per la salute molto insidioso perché di amianto ce n'è molto»;

«laddove si è iniziato a lavorare, si procede a rilento: a 18 anni dalla legge 257/92 che mise al bando l'amianto, il censimento infatti è ancora in corso in gran parte delle regioni e solo cinque (Basilicata, Lombardia, Molise, Puglia e Umbria) hanno dati relativi all'amianto presente negli edifici privati»;

sommando le informazioni, a Legambiente risulta che ad oggi in Italia ci sono circa 50 mila edifici pubblici e privati in cui è presente amianto, e i quantitativi indicati solo da undici regioni (Lazio, Umbria, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Abruzzo, Molise, Sardegna, Toscana, Basilicata, Piemonte e Liguria) anche se non esaustivi, delineano comunque le dimensioni del problema: 100 milioni circa di metri quadrati di strutture in cemento-amianto, e oltre 600 mila metri cubi di amianto friabile;

le regioni che hanno una discarica dedicata allo smaltimento dei rifiuti contenenti amianto sono Friuli Venezia Giulia, Lombardia (esaurita però nel marzo 2009), Abruzzo (in istruttoria per la riapertura), Emilia-Romagna e Liguria. La Basilicata ne ha 2, il Piemonte 3, la Toscana e la Sardegna 4, ma tutti i casi le capacità residue sono comunque molto scarse se relazionate ai quantitativi di materiali contenenti amianto ancora presenti sul territorio;

a causa dell'amianto si continua a morire e secondo il Registro nazionale mesoteliomi istituito presso l'Ispesl (che dal 1993 censisce il tumore dell'apparato respiratorio strettamente connesso all'inalazione di fibre di amianto) sono oltre 9 mila i casi riscontrati fino al 2004, con un esposizione che circa il 70 per cento delle volte è stata professionale. Tra le regioni più colpite Piemonte (1.963 casi di mesotelioma maligno), la Liguria (1.246), la Lombardia (1.025), l'Emilia-Romagna (1.007) e il Veneto (856) -:

se non si ritenga necessario, opportuno e urgente mutare l'approccio dimostrato fino ad oggi nella lotta all'amianto, e in particolare se non si ritenga necessario garantire continuità di risorse economiche per le analisi epidemiologiche necessarie a monitorare gli effetti sanitari del problema;

se, nell'ambito delle proprie prerogative e facoltà, non si ritenga necessario acquisire elementi con riguardo ai ritardi sulla mappatura delle strutture interessate per stabilire le priorità di intervento;

se non si ritenga di dover dare il massimo di appoggio e sostegno possibile alla campagna d'informazione «Liberi dall'amianto», svolta in collaborazione con l'associazione italiana Medici per l'ambiente per illustrare alla popolazione i rischi derivanti dall'esposizione all'amianto e quali regole di comportamento adottare quando si ha a che fare con strutture contaminate. (4-08413)
Atto Camera

Risposta scritta pubblicata martedì 22 gennaio 2013
nell'allegato B della seduta n. 739
All'Interrogazione 4-08413 presentata da
MARIA ANTONIETTA FARINA COSCIONI

Risposta. - La normativa italiana in tema di amianto si colloca tra le più avanzate su scala europea ed internazionale. Infatti, la direttiva 2009/148/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con un'esposizione all'amianto durante il lavoro, entrata in vigore il 5 gennaio 2010, ricalca, in diversi passaggi, la precedente normativa italiana di settore e il testo unico sicurezza. Tuttavia, a distanza di circa oltre anni dall'introduzione della legge n. 257 del 27 marzo 1992 (che stabiliva la «cessazione dell'impiego dell'amianto», ed in particolare il divieto di estrazione importazione-esportazione-commercializzazione-produzione di amianto di prodotti di amianto e di prodotti contenenti amianto) sono ancora presenti sul territorio nazionale non meno di trenta milioni di tonnellate di materiali compatti contenenti amianto oltre a quantitativi non trascurabili di amianto friabile in numerosi siti contaminati, sia di tipo industriale che non, pubblici e privati.
Pertanto, tenuto conto che con il passare degli anni lo stato di crescente degrado dei materiali comporta un notevole rischio di incremento del rilascio di fibre pericolose nell'ambiente, al fine di evitare esposizioni indebite della popolazione e/o dei lavoratori, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare (MATTM) è intervenuto sollecitando e finanziando attività di messa in sicurezza di emergenza, caratterizzazione e bonifica a partire dai siti con maggiore contaminazione da amianto, i cosiddetti «Siti da bonificare di interesse nazionale».
In particolare, con la legge n. 426 del 1998 ed il decreto ministeriale n. 468 del 2001 e sue successive integrazioni, sono stati individuati numerosi siti da bonificare in cui l'amianto è presente sia come fonte di contaminazione principale che come fonte secondaria. Detta normativa ha permesso di individuare una prima copertura finanziaria, per oltre settanta milioni di euro, agli interventi pubblici di messa in sicurezza d'emergenza, caratterizzazione e bonifica necessari per le situazioni di inquinamento ritenute più pericolose ed acute tra cui Broni-Pibronit (MI), Priolo-Eternit Siciliana (SR), Casale Monferrato-Eternit, Balangero-Cava Monte S. Vittore (TO), Napoli Bagnoli-Eternit, Tito-exLiquichimica (PO), Bari-Fibronit, Biancavilla-Cave Monte Calvario (CT), Emarese-Cave di Pietra (AO).
Nei siti sopra citati, le attività di messa in sicurezza di emergenza, caratterizzazione e bonifica sono attualmente in fase avanzata. Tuttavia, sono presenti sul territorio nazionale molte altre aree contaminate da amianto, sebbene non in maniera così massiccia. Pertanto, attraverso la legge n. 93 del 2001 ed il relativo decreto ministeriale n. 101 del 2003, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha previsto un ulteriore finanziamento (oltre quello del programma nazionale bonifiche) di importo complessivo pari a circa 9 milioni di euro, per la realizzazione di ulteriori interventi di bonifica urgente e di una mappatura completa della presenza di amianto sul territorio nazionale.
Di conseguenza, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con la collaborazione scientifica dell'Ispesl (ora Inail), ha finanziato le attività di mappatura dell'amianto sul territorio nazionale avviando, tra l'altro, un continuo dialogo con le regioni che ha consentito di poter acquisire allo stato attuale una situazione aggiornata relativa a 19 regioni, mentre Calabria e Sicilia, come notato dall'interrogante, non hanno ancora consegnato nessun dato.
Sono stati così censiti, ad oggi, circa 34.000 siti interessati dalla presenza di amianto.
Va ricordato, inoltre, che Inail sta completando la mappatura sul territorio nazionale delle discariche e dei centri di stoccaggio dedicati all'amianto. Da un primo esame dei dati si conferma l'estrema insufficienza della volumetria utile residua di tali siti rispetto alle esigenze di bonifica.
Alla luce della diffusione e della pervasività delle situazioni di rischio amianto, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha poi realizzato, negli anni 2006 e 2007, la «Scuola di formazione permanente per la lotta all'Amianto», rivolta a tutti responsabili e funzionari pubblici afferenti a regioni, province, città metropolitane, comuni, Arpa, Ausl, ed anche a rappresentanti delle forze dell'ordine, dei sindacati, delle associazioni ex-esposti amianto. In tal modo il Ministero ha inteso da un lato assicurare alla parte pubblica il possesso di competenze scientifiche, tecniche e amministrative adeguate a fronteggiare le situazioni più gravi, prevedendo i potenziali rischi; dall'altro, ha perseguito la sensibilizzazione dell'opinione pubblica sulle conseguenze ambientali e sanitarie della presenza di amianto ed il trasferimento delle conoscenze dei temi correlati al suo impiego.
Si segnala, inoltre, che nell'ambito delle attività sui siti di interesse nazionale da bonificare sono state predisposte da Inail, su richiesta del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, le linee guida generali da adottare per la corretta gestione delle attività di bonifica da amianto nei Sin; con particolare riferimento alla fase esecutiva.
Con la collaborazione di Inail, è stato anche predisposto un sistema informativo territoriale (SIT), per archiviare i dati di mappatura trasmessi annualmente dalle regioni e dalle province autonome di Trento e Bolzano, ai sensi del decreto ministeriale 101/2003. Detto Sit consente la gestione di tutte le informazioni disponibili sulla presenza di amianto sul territorio nazionale, la loro interrogazione e la restituzione di report di dettaglio, organizzati per regione, categoria e classe di priorità, nonché la loro visualizzazione su base cartografica. Risulta possibile, pertanto, individuare i siti che rappresentano, a livello nazionale, un maggior rischio dal punto di vista sanitario ed ambientale.
Attualmente il Sit raccoglie i dati di mappatura o censimento dell'amianto, ancorché in alcuni casi parziali, di 19 regioni. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare ha fornito, ai soggetti interessati, indicazioni puntuali affinché le informazioni relative alla presenza di amianto siano strutturate in maniera omogenea per consentire l'implementazione del suddetto database.
La mappatura è stata applicata a quattro categorie: impianti industriali attivi o dismessi; edifici pubblici e privati; presenza naturale; altra presenza di amianto da attività antropica.
Resta fermo l'impegno del Governo nel sollecitare continuamente le regioni per completare ed aggiornare, ove necessario, la predetta mappatura, in particolare le regioni totalmente inadempienti, perché forniscano i dati richiesti. Questo Ministero sta procedendo periodicamente a convocare tutte le regioni per ulteriori riunioni di coordinamento.

Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare: Corrado Clini.
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

amianto

campagna di sensibilizzazione

cancro

deposito dei rifiuti

eliminazione dei rifiuti

malattia

protezione dell'ambiente

risorsa economica

sanita' del lavoro

sostanza pericolosa